Piccoli Appunti dal Vinitaly. Ore 10.30. Cantine Lonardo e il suo Grecomusc' 2007


Piccoli Appunti dal Vinitaly. Ore 10.00. Ciro Picariello e il suo Fiano di Avellino




Mobilitiamo il mondo del vino in favore degli amici abruzzesi
Volevo parlare del Vinitaly....

Ed è per tutto questo che fin da ora ringrazio:
- Luciano di Podere San Lorenzo per la sua passione e generosità, caratteristiche tutte che ritrovo nel suo Brunello 2004;
- Ciro Picariello perchè dietro la sua modestia si nasconde un grandissimo Fiano:
- Contrade di Taurasi perchè il suo Grescomusc' lo trovo sempre più interessante ed espressivo;
- Marisa Cuomo perchè, nonostante tutte le difficoltà del caso, riesce a creare dei fantastici vini estremi;
- Paolo Ghislandi di Cascina I Carpini perchè è un amico e il suo Rugiada del Mattino lo berrei anche a colazione;
- Borgo del Tiglio perchè il suo Chardonnay 1995 è stata pura emozione;
- Antica Casa Vinicola Garofoli perchè il suo Serra Fiorese rappresenta l'anima del Verdicchio delle Marche;
- Marina Cvetic, Rocco Cipollone e tutto lo staff della Masciarelli perchè, oltre a fare grandi vini di territorio, sono persone dal cuore grande come una casa. A voi tutto il mio pensiero in questo momento delicato.
- Anselmo Guerrieri Gonzaga perchè pur incontrandolo per la prima volta mi sembrava di conoscerlo da sempre;
- Davide Canina di "Terra dei Vini" perchè è un altro "pazzo" come me;
- Tutto lo staff dell'azienda piemontese Erede di Chiappone Armando perchè il suo Barbera d'Asti Superiore Nizza "Ru" abbinato al salame è pura goduria;
- Maurizio Fava per avermi fatto conoscere Oscar Bosio dell'azienda vitivinicola La Bruciata. Con loro si può davvero entrare nel mondo del moscato a 360°;
- Anton Maria Coletti Conti e Giuseppe Mottura perchè, oltre ad essere degli amici, rappresentano il Lazio dal punto di vista qualitativo. Avanti così ragazzi.
- Cosimo Errede e tutto il suo staff perchè ci vuole davvero passione e tanta tenacia per stare 5 giorni al Vinitaly :-)) Sei er mejo!!
- Riccardo dell'azienda agricola Le Ragnaie di Montalcino perchè fa del gran Sangiovese pur avendo la moglie americana.....
Tra i primi tre blog di vino!!
Al Vinitaly 2009 ricchi premi e cotillons!
Massima espressione dell'imprenditorialità legata all'agricoltura, e da sempre votata all'eccellenza, cresciuta in oltre venti anni sotto l'egida dell'alta qualità, la Castello Banfi ha vinto il Premio Internazionale Vinitaly "perché rappresenta oggi uno dei principali ambasciatori del made in Italy nel mondo. Forza trainante del "modello Montalcino", indissolubilmente legata al territorio che emerge con intensità ad ogni sorso dei suoi vini, la Castello Banfi è riuscita a coltivare l'innovazione tecnologica, con un'ottica di produzione e di tutela dell'ambiente, senza dimenticare mai l'importanza della tradizione".
Se queste motivazioni fossero lette da Mr. Bean forse sarebbero più credibili. Ma come si fa a dire che Banfi rappresenta tutto ciò che è scritto in neretto??? Vi prego ditemi che non è vero e che ho letto un pesce d'Aprile!!
Gli Antichi Vinai dell'Etna alla corte dell'AIS di Roma


Al Vinitaly verrà presentata l'etichetta parlante: voce d'oltretomba o vera novità?


Il Vin Santo 1999 di Villa Sant'Anna. Puro edonismo!


Il crollo dei prezzi dei vini francesi. Fine della bolla speculativa?


A me il Vino Nobile di Montepulciano.....


Bibenda Day 2009, ma quanto ci costi?

Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1993 / Ferrari euro 2.434,62
Champagne Brut L. d’Harbonville 1996 / Ployez-Jacquemart Euro 3.071,52
Champagne Brut Fuste Rosé Clos des Goisses 2000 / Philipponnat Euro 7.776,00
Champagne Grand Cru Blanc de Noirs Brut Contraste / Jacques Selosse Euro 3.024,00
Gavi dei Gavi 1989 / La Scolca Omaggio del Produttore
Vallée d’Aoste Frissonnière Cuvée Bois 2002 / Les Crêtes Omaggio del Produttore
Trebbiano d’Abruzzo 1996 / Valentini Omaggio del Produttore
Ermitage Blanc Ex-Voto 2005 / Guigal Euro 2.548,80
Riesling Auslese Wehlener Sonnenuhr 1994 / Joh. Jos. Prüm Euro 1.505,52
Montrachet Grand Cru 2004 / Domaine Bouchard Père & Fils Euro 6.300,00
Cabernet Sauvignon Regaleali 1988 / Tasca d’Almerita Omaggio del Produttore
Barbaresco Asili Riserva 1996 / Bruno Giacosa Euro 4.320,00
Barolo Sperss 1988 / Gaja Euro 5.400,00
Torgiano Rosso Rubesco Riserva Vigna Monticchio 1977 / Lungarotti Euro 4.368,00
Chianti Classico Riserva 1971 / Castell’in Villa Euro 2.066,40
Château Angélus 2005 / Château Angélus Euro 11.249,28
Château La Mission Haut-Brion 2001 / Château La Mission Haut-Brion Euro 3.701,38
CdP Hommage a Jacques Perrin 2004 / Château de Beaucastel Euro 6.604,42
Ribera del Duero Unico 1987 / Bodegas Vega Sicilia Euro 6.868,80
Beaune 1959 / Leroy Euro 22.464,00
Vin de Costance 2001 / Klein Constantia Euro 1.360,38
Riesling Beerenauslese Erdener Treppchen 2006 / Dr. Loosen Euro 5.166,98
Acininobili 1993 / Maculan Euro 2.203,20
La sala e l’organizzazione
L'affitto del Salone dei Cavalieri Euro 14.000,00
La scenografia, le luci e il suono Euro 25.200,00
Dépliant informativi e spedizione Euro 15.000,00
Il lavoro dei Sommelier e degli allestitori. È escluso il lavoro dei collaboratori della Sede Euro 10.310,00
Il Posto a tavola
Quaderno di degustazione Euro 2.000,00
Agenda Euro 4.000,00
La penna Euro 200,00
Grana Padano Euro 1.820,00
Pane Euro 500,00
Le tre bottiglie di acqua minerale Euro 1.050,00
Riepilogo
Ingresso partecipanti (Costo 180 Euro a persona) Euro 72.000,00
Contributo a carico AIS Euro 104.513,30
Pertanto, l’Associazione Italiana Sommelier Roma, a favore dei suoi Soci, ha contribuito con Euro 104.513,30 alla realizzazione dell’evento
Una bella realtà del casentino: Poggiotondo

Nei quattro ettari vitati dell’azienda, gestiti sapientemente dall’agronomo Augusto Zarkis, ci sono solo vitigni autoctoni, sangiovese, trebbiano, canaiolo e malvasia bianca allevati tutti a c

Con il prezioso aiuto dell’enologo Claudio Sala, Lorenzo Massart produce due vini rossi, il Poggiotondo, un IGT molto interessante a base di sangiovese e canaiolo che, nel pieno rispetto della tradizione casentinese, non conosce barrique e Le Rancole, un Chianti Docg prodotto solo nelle annate favorevoli.
Il Poggiotondo 2005, durante una degustazione tenuta con altri amici sommelier, si è rivelato un vino molto timido, ritroso, che sicuramente non ci ha concesso di apprezzare tutto il suo potenziale aromatico che, nel corso di tre ore di degustazione, non si è

Altra storia con il suo “fratello maggiore”, Le Rancole 2005, prodotto con uve Sangiovese all’80% e Canaiolo al 20%, la cui maturazione in legno e l’affinamento in bottiglia 12 mesi prima della commercializzazione contribuiscono a dar vita ad un vino di diverso spessore rispetto al precendente. Interessante il naso segnato da note di confettura di ciliegia, fragolina, lampone con eleganti contrappunti floreali di viola. Unica pecca? Forse c’è ancora della vaniglia da assorbire. L’ingresso in bocca è deciso e grintoso, si espande bene al palato, con buon carattere ed equilibrio, mettendo in mostra una frutta rossa matura ed arrivando ad un finale di bella persistenza e aromaticità.
Lucio Dalla vs Sting: piccoli vignaioli canterini crescono!



Una splendida serata in compagnia di Martino Manetti e Arcangelo Dandini








Gran finale con una sublime cassatina di ricotta a cui abbiamo abbinato un Alsace Pinot Gris

Arcangelo e Martino, che bello conoscervi!
Vino rosso, resveratrolo e salute: chi ha ragione??



MA ALLORA FA BENE O MALE IL VINO??????????????
(fonti: http://www.blogscienze.com, http://www.scienzaonline.com)
Il Verduzzo friulano di Denis Montanar

Quanto sareste curiosi di degustare un vino bianco con le seguenti caratteristiche?
La mia di curiosità finalmente si è placata quando durante la manifestazione “La Renaissance des A.O.C.” a Roma ho potuto incontrare, anche se per pochissimi istanti data la folla di persone che era presente al suo banco, Denis Montanar, piccolo grande vignaiolo friulano che del rispetto della natura ha fatto una propria filosofia di vita.
Denis Montanar proviene da una famiglia di agricoltori da tre generazioni. Il suo impegno in questo settore inizia nel 1989, quando comincia ad occuparsi dell’azienda del nonno, prendendo in affitto i suoi vigneti. Successivamente acquista 2 ettari di terreno impiantandoli a vigneto

I suoi vini sono tutti “particolari”, unici, a partire dalla bottiglia il cui tappo di sughero viene “sigillato” attraverso una capsula in semplice cera d’api, materia che permette al vino di “respirare” pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche organolettiche.
Venendo ora al suo Verduzzo Friulano Scodavacca 2002, questo vino proviene da un piccolo appezzamento di terra, meno di mezz’ettaro, caratterizzato da terreno prevalentemente argilloso e da vigne di otto anni di età piantate a guyot bilaterale che, grazie ad una densità per ettaro di

Già al colore il vino si mostra “anticonvenzionale” con il suo colore a metà strada tra il rosa chiaretto e il giallo dorato intenso (mi ricorda la tonalità di alcuni vecchi rosati della zona francese del Bandol), ma è il naso quello che stupisce di più coi i suoi sentori di frutta secca, miele di castagno, cera d’api, camomilla e noce moscata. Bocca che non tradisce, ampia, complessa di sfumature gustative e dotata di un equilibrio da applausi in quanto la componente alcolica del vino, e parliamo di 14,5%, è supportata ottimamente dalla freschezza e dal tannino (!) tipico dell’uva Verduzzo. Finale di buona persistenza e personalità che lascia in bocca delicati aromi di frutta secca, miele e spezie dolci.
Gambero Rosso e Slow Food. Fine di un amore?
- il cambiamento di proprietà e amministratori della società editrice del Gambero Rosso (la GRH spa) la cui quota di capitale è detunuta da una fiduciaria (e sui reali proprietari si sono fatte molte ipotesi tra le quali quelle di Paolo Panerai di Milano Finanza e l’imprenditore vinicolo Zonin, ma che da questi sono sempre state seccamente smentite;
- l'estromissione dal Gambero Rosso di Stefano Bonilli;
- la nascita della Federazione Vignaioli Indipendenti, la cui costituzione è stata ampiamente supportata da Slow Food che in tal modo abbandona le logiche dei grandi marchi per venire incontro ai piccoli vignaioli che spesso sulle guide trovano poco spazio.
Il futuro? E' tutto da vedere, intanto sul forum del Gambero Rosso ho aperto un topic per capire cosa ne pensano di tutto questo gli enoappassionati. Chissà che non mi risponda Cernilli...
(http://www.gamberorosso.it/grforum/viewtopic.php?f=13&t=58115&sid=c446951ce7b3a58b39e4d0c76a31fcb4)
Gli anni '80 e gli anni '90 di Josko Gravner

Iniziamo col Riesling Italico 1988. Colore dorato intens

Il Pinot Grigio 1989, con tutte le distinzioni del caso, sembra un vino alsaziano, sia

La Ribolla Gialla
Con il Sauvignon 1992 siamo davanti ad un vero e proprio capolavoro. Ha sedici anni ma

Le note dolenti iniziano e finiscono con lo Chardonnay 1994, un vino che sicuramente è stato conservato male visto che non posso pensare che un vitigno del genere non possa reggere il tempo (vedi alla voce Chardonnay di Borgogna). Magari anche Gravner ci avrà messo del suo, non so, ma questo vino è totalmente ossidato, a cominciare dal colore ambra scuro, per proseguire col naso, i cui aromi sembrano quelli del passito di Pantelleria, per finire con la bocca, totalmente “andata” e priva ormai della sua spina dorsale. Mi piacerebbe sentire un'altra bottiglia per fare il confronto.