Molta curiosità intorno a brand come Cirò e Terre di Cosenza, due marchi importanti per l’enologia meridionale che dimostra di anno in anno qualità produttiva e che hanno brillato in questa kermesse del gusto, dando ai visitatori l'opportunità di scoprire la ricchezza e l'autenticità dei vini della regione.
Come sottolinea Gennaro Convertini presidente Enoteca Regionale: “Guardando alle tendenze in atto, riteniamo utile essere presenti in questo genere di eventi che sdoganano il vino dal mondo chiuso degli esperti per portarlo ad una dimensione di convivialità e maggiore fruibilità anche verso i gruppi più giovani di consumo, meno esperti e alla ricerca di piacevolezza e divertimento. Abbiamo pertanto scelto in questi dieci giorni di comunicare non solo il vino ma l’intero territorio calabrese, cercando di stabilire un rapporto empatico con il pubblico, raccontando un territorio accogliente, in cui il buon cibo e il buon vino si fondono con tutta le ricchezza di storia, territorio e biodiversità che la Calabria offre. La collaborazione tra i due consorzi, Terre di Cosenza DOP e Cirò DOP, che hanno condiviso lo stand e gestito in comune le attività, dimostra inoltre la volontà di tutti di fare emergere un prodotto “Calabria”, caratterizzato da elementi di novità, bellezza, ospitalità e supportato da grande qualità delle produzioni, prerequisito indispensabile per esistere oggi nel mondo del vino.”
Non ha dubbi sull’importanza di partecipazione Raffaele Librandi, presidente del Consorzio di tutela dei vini Cirò e Melissa, che dichiara: “Questo è il nostro secondo anno al Vinoforum e per questa edizione abbiamo voluto con impegno una presenza più ampia, più lunga e sicuramente sinergica e più attiva. Ecco perché abbiamo realizzato un unico stand e un unico calendario di proposte culturali e di promozioni sui vini calabresi con Terre di Cosenza Dop. Roma è un palco di grande appeal, che guarda con entusiasmo eventi di questo genere, una città vitale, aperta e inclusiva, che sta dimostrando grande interesse e curiosità sempre crescente verso i nostri vini e su cui come Consorzio vogliamo investire sempre di più con una presenza costante e di promozione per l’intera regione Calabria, che necessità di una conoscenza più attenta e meno stereotipata”.
Tre giorni di promozione enogastronomica
Terre di Cosenza Dop e Cirò Doc sono stati i veri protagonisti in particolare nell’ultimo weekend con tre giorni di attività di promozione enogastronomica. Tre giorni di degustazioni dedicate per raccontare e far conoscere meglio le denominazioni di Cirò Doc e Terre di Cosenza Doc, atraverso un focus sui due territori e sulla tradizione enologica calabrese alla scoperta di Gaglioppo e Magliocco, dei bianchi antichi come il Greco e la Malvasia e dei rosati di tradizione.
Tre le aree dedicate all’interno dello stand dei Consorzi: il consueto desk dove hanno sfilato numerose etichette delle cantine aderenti ai due consorzi e attivo dal primo giorno, un’area tasting e un’area food.
La prima pensata come un salotto del vino dove si sono susseguite degustazioni originali e informali con il racconto ogni sera dei due Consorzi e delle loro attività, della storicità del territorio e del lavoro di promozione che stanno sviluppando per far conoscere sempre di più il vino di Calabria. Le degustazioni sono state curate da Andrea Petrini (storico wineblogger con il suo Percorsi di Vino) che ha raccontato il Cirò in Rosa e i bianchi raffinati di Terra di Cosenza e dal giornalista enogastronomico Luca Grippo, nominato ambasciatore del Cirò nella scorsa edizione del Cirò Wine Festival, che ha condotto il pubblico presente in un viaggio dal Gaglioppo al Magliocco alla scoperta di due grandi vini rossi della Calabria.
La seconda dedicata ai primi piatti della tradizione calabrese ha visto la partecipazione dello chef Maurizio Vainieri del ristorante Brace e Gusto a Roma che ha preparato tre primi piatti abbinati rispettivamente a delle etichette selezionate, come le Casarecce alla Calabrese in abbinamento ai rosati di gaglioppo e Magliocco il venerdì 16; lo Spaghettone Alici e Mollica in abbinamento ai bianchi (Greco Bianco e Malvasia per Terre di Cosenza e Cirò Bianco) il sabato 17 e per l’ultimo giorno domenica 18 I Paccheri Cacio e ‘nduja in abbinamento ai due vini simbolo Cirò Rosso e Magliocco.
Curiosità e successo per i vini dei due Consorzi calabresi
Entrambi i consorzi hanno portato in degustazione una selezione di vini che rappresentano appieno il carattere distintivo della Calabria. Il Cirò, con la sua longeva tradizione vinicola, ha deliziato il palato degli ospiti con le eleganti note di vini rossi e bianchi di grande complessità. Terre di Cosenza, invece, ha stupito con la sua vasta gamma di vini dal Magliocco Rosso, molto apprezzato, al rosato passando dallo storico Greco Bianco e Malvasia, l’espressione variegata del suo ampio territorio e delle sue numerose sottozone.
Durante l'evento, i rappresentanti dei consorzi hanno avuto l'opportunità di incontrare il pubblico appassionati di vino, offrendo loro una profonda conoscenza del territorio e dei vitigni autoctoni. La passione e l'entusiasmo dei produttori hanno catturato l'attenzione del pubblico, suscitando curiosità e interesse per le tradizioni vinicole calabresi.
Consorzio di Cirò e Melissa e Terre di Cosenza si affermano come grandi protagonisti dunque di un grande interesse - con oltre 2500 presenze al desk durante la manifestazione, a cui si aggiungono tutti i partecipanti alle degustazioni guidate e quelle nell’area food - e su cui si impegnano nel continuare a crescere e a promuovere questo movimento del vino del Sud Italia. Come racconta la stessa responsabile Terre di Cosenza in questo Vinoforum 2023, Barbara Fasano: “E’ stata senza dubbio una manifestazione partecipata, nonostante i primi giorni di pioggia che hanno costretto alla sospensione delle attività. Il pubblico molto giovane dimostra una grande voglia di conoscere il mondo del vino e abbiamo registrato grande interesse nei confronti dei vini del Terre di Cosenza. La percezione è che il magliocco, molto richiesto nel corso delle serate, sia ormai un vitigno che indentifica in modo netto le nostre produzioni, segno che il lavoro svolto in questi anni dal consorzio sta dando buoni frutti (nonostante la “giovane età” del consorzio stesso, nato solo nel 2014) così come il lavoro svolto dai nostri ristoratori che stanno contribuendo a far conoscere la Calabria del buon vino e del buon cibo al di fuori dei confini regionali. Menzione particolare per lo stupore che sempre accompagna la degustazione dei nostri bianchi, che appaiono come una grande novità per il grande pubblico, abituato a considerarci una terra di vini rossi. Vinoforum ci lascia ancora una volta la consapevolezza che i vini di Terre di Cosenza sanno stupire e appassionare e soprattutto che il riconoscimento e il consumo del buon vino non è esclusivo appannaggio di esperti e intenditori, bensì un piacere universale.”
Presente in questi giorni di promozione dei due Consorzi a Vinoforum 2023 anche Paolo Ippolito, consigliere del Consorzio di Cirò e produttore che ha incontrato winelover, giornalisti e semplici curiosi per raccontare il suo territorio storico, una produzione enologica millenaria e un vino che è identitario per la regione Calabria.
“Di questi tre giorni – racconta – mi porto dietro la consapevolezza e la conferma che il Cirò e più in generale il vino della Calabria è stato sdoganato dai confini regionali. Da alcuni anni ci stiamo impegnando sul territorio e fuori a promuovere la doc, i nostri vini e un’area di produzione con una storia lunga, oserei dire invidiabile, ma che spesso non si conosce come altre zone italiane. Il nostro impegno come Consorzio e come produttori deve essere quello di raccontarci, di comunicarci per farci conoscere e apprezzare in eventi come questo pensati per il grande pubblico così come in quelli più di settore e prettamente commerciale, perché serve dare voce alla Calabria e ai suoi vignaioli appassionati”.
CONSORZIO VINI CIRÒ E MELISSA - Costituito nel 2003, dai produttori e vignaioli di Cirò e poi nel 2007, la tutela e la valorizzazione viene estesa anche alla DOC Melissa, territorio contiguo alla DOC Cirò. E’ uno strumento di tutela, di tracciabilità e di concreto sostegno alle produzioni vitivinicole locali, il Consorzio opera con l’intento di tutelare e valorizzare un vino, la cui identità è legata alla storia, alla cultura di un territorio, da sempre definito “terra di vini”. Uno dei suoi principali impegni è quello di garantire al consumatore una maggiore sicurezza sui metodi di produzione. Le Terre delle DOC, Cirò e Melissa, nella provincia di Crotone, sono da sempre, da quando si hanno le prime testimonianze, scritte e tramandate dalla tradizione, terre di Vigneti, Vitigni e Vini. L’antico e profondo legame fra queste terre e la Viticoltura si evince da continui scavi archeologici che portano alla luce resti fossilizzati di foglie di vite preistoriche e di antichi Palmenti. Le terre del Cirò e del Melissa sono un distretto vitivinicolo che affonda le sue radici nell’antichità, quando Crotone, detta anticamente Kroton, era città egemone della Magna Grecia. I primi coloni greci che approdarono in queste terre s’incantarono per il clima e la bellezza dei luoghi. Le coste ioniche della Calabria apparvero così propizie e amene agli occhi degli antichi “viaggiatori” da indurli a risiedere in queste terre e chiamarle “Magna Grecia”. L’unicità dei vini Cirò e Melissa è strettamente legata al territorio ed ai suoi vitigni autoctoni. Ed è proprio l’insieme di: suolo, clima, vitigno, conoscenze contadine, tecniche agronomiche ed enologiche sottoposti a un lungo e lento processo evolutivo, a differenziare un vino, rendendolo irripetibile. I vignaioli operano nel pieno rispetto della tradizione e dell’ambiente. I vigneti, posati su dolci colline a ridosso del mare Ionio, esposti ai venti di scirocco e tramontana, beneficano di un clima secco e ventilato. I terreni del Cirotano, sabbiosi e profondi permettono di ottenere un vino di grande struttura ed eleganza. Procedendo verso sud, nel territorio del Melissa, i terreni diventano freschi e argillosi e danno vita a vini più delicati e aromatici. La collocazione tra mare e montagne della Sila crea escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questo fa sì che i grappoli maturino lentamente, raggiungendo in tal modo il pieno sviluppo degli aromi e del gusto.
CONSORZIO DI TUTELA VINI DOP TERRE DI COSENZA - Terre di Cosenza DOP nasce ufficialmente nel dicembre del 2014 attraverso la parte numerose aziende vitivinicole della provincia. La sua costituzione segna una tappa importante del percorso di valorizzazione delle produzioni viticole del territorio iniziate da un gruppo cosentini attraverso il recupero di tradizioni che le Terre di Cosenza vantano da secoli. Percorrere le vigne del territorio cosentino è come entrare in un suggestivo caleidoscopio di uve: quelle nere del e del Mantonico Nero dell’Esaro, dell’Arvino e del Greco Nero del Savuto, quelle bianche come il Greco, la Malvasia, il Moscatello di Saracena, il Mantonico Bianco, la Guarnaccia Bianca e il Pecorello. Uno scenario ricco e diversificato che si sviluppa su un paesaggio altrettanto variegato, con il Pollino a nord, il gruppo dell’Orsomarso che dirada verso la costa tirrenica ad ovest e la ionica ad est, la Valle del Crati a sud e la Valle del Savuto nella estrema fascia meridionale. Qui la coltura della vite risale abitanti di queste terre prima della colonizzazione greca dell’VIII secolo a.C., che porta con sé nuovi vitigni e conoscenze produttive. In questo percorso millenario la tradizione agricola si incontra con la tecnologia e con un nuovo fermento imprenditoriale che nel XX secolo ha dato nuovo produzione che ha portato al riconoscimento della DOP Terre di Cosenza.