“Nasciamo contadini e lo siamo ancora, nulla è cambiato rispetto alle nostre origini, soprattutto il nostro vino, da sempre immediato e conviviale perché ci poniamo l’obiettivo di allietare il più possibile le tavole degli italiani”.
Esordisce così, mentre mi aspetta presso Baldovino, il suo agriturismo, Valentina Di Camillo che, assieme a suo fratello Luigi, gestiscono da qualche anno Tenuta I Fauri, l’azienda vitivinicola di famiglia portata avanti da loro padre Domenico, vignaiolo schietto, estroverso e con un amore decisamente importante per la sua terra: le colline teatine.
Quella che vi racconto oggi è una storia tutta abruzzese che prende vita all’interno di un territorio, quello della provincia di Chieti, racchiuso tra le vette delle Maiella e il mare Adriatico dove la famiglia Di Camillo, in zona chiamati i Baldovino, per tantissimi anni ha portato avanti un modello agricolo basato sulla coltivazione delle uve da destinare esclusivamente al conferimento presso la più vicina cantina sociale. Al massimo, ogni tanto, si tentava la vinificazione per vendere qualche cisterna qua e là.
La crisi del modello cooperativo, lo scandalo del metanolo ed altre vicissitudini personali misero fortemente in crisi Domenico Di Camillo che, vista l’esigenza, iniziò ad imbottigliare il proprio vino anche se, racconta Valentina, al tempo non era molto convinto. Erano i primi anni 2000, bisognava dare una svolta all’azienda vinicola, il mercato stava cambiando, c’era bisogno di qualità e comunicazione, c’era la necessità di prendere al volo certi treni che altrimenti non sarebbe più ripassati. Luigi e Valentina, nonostante papà e mamma avessero per loro altri progetti di vita, capiscono che quello era il momento giusto per fare la loro parte e, dopo gli studi in enologia, cominciano a lavorare con il padre per portare avanti e non interrompere il mestiere di famiglia, quello che hanno sempre ascoltato e visto fare.
Oggi, Tenuta I Fauri, è una vera e propria squadra composta da Luigi, responsabile di cantina, Valentina, anima rock della comunicazione e del commerciale mentre a papà Domenico spetta la supervisione dei vigneti che, attualmente, si estendono per circa 35 ettari suddivisi in 12 parcelle sparse nei Comuni di Ari, Villamagna, Miglianico, Bucchianico, Chieti e Francavilla al Mare.
Le vigne, condotte secondo metodo biologici certificati (2021), hanno una altezza che varia tra i 150 e i 250 metri s.l.m. e sono allevate sia a filare che a tendone. I vitigni coltivati, ovvero trebbiano, pecorino, passerina, montepulciano, sono per lo più autoctoni anche se c’è qualche parcella di chardonnay e pinot nero che vengono usati per produrre le due tipologie di spumante.
Per quanto riguarda la cantina, Tenuta I Fauri può contare su due strutture: ad Ari, c’è la cantina di vinificazione ed affinamento composta sia da moderni tini d’acciaio che da vecchie vasche di cemento recentemente rimodernate. A Chieti, invece, si svolgono le operazioni di imbottigliamento e stoccaggio del vino prodotto. Quando le chiedo del perché non si usano legni in cantina, Valentina mi risponde così:”Una volta non si avevano i soldi per comprare le botti e oggi, che potremmo permettercele, abbiamo deciso di continuare a non utilizzarle perché a noi interessa fare il vino come si faceva in passato ovvero senza troppe sovrastrutture!”.
Ci mettiamo seduti intorno ad un tavolo e Valentina inizia ad aprire le sue bottiglie iniziando, ovviamente, dai vini bianchi che nasconderanno più di qualche sorpresa.
Tenuta I Fauri – Colline Teatine IGT “Passerina” 2020 (100% passerina): la rusticità contadina, quella bella, dei Di Camillo comincia subito ad intravedersi con questa passerina in purezza che olfattivamente si fa apprezzare per i suoi richiami che rimandano alla terra, al fieno, alla camomilla romana fino ad arrivare al melone bianco invernale e agli agrumi. Al palato è di grande bell’equilibrio e freschezza e, con solo 12,5 gradi, è un vino che si lascia bere senza pensieri tanto che la bottiglia finisce in un amen.
Tenuta I Fauri – Abruzzo DOC “Pecorino” 2014 (100% pecorino): se il “manico” del vignaiolo si vede nelle annate difficili come questa, allora posso dire che i Di Camillo sono ampiamente promossi perché tutto mi aspettavo meno che questo pecorino vivo, intrigante nel suo bouquet di frutta a polpa gialla, mimosa, agrumi canditi, rifiniture balsamiche e salmastre. Al sorso è ancora pieno, fresco, non cede di un millimetro soprattutto nel finale elegante e ben sintonizzato al naso.
Il colore del 2014! |
Tenuta I Fauri – Abruzzo DOC “Pecorino” 2017 (100% pecorino): L’annata calda e siccitosa, così come accaduto al precedente vino, è stata interpretata al meglio regalando un pecorino in purezza succoso e “pacioccone” grazie ai richiami aromatici che vanno dalla pesca nettarina al bergamotto fino ad arrivare al miele e alle spezie dolci orientali. Palato di grande equilibrio tra sostanza alcolica e sferzante freschezza. Non ha grande persistenza ma ad avercene di bianchi del 2017 ancora così!
Tenuta I Fauri - Trebbiano di Abruzzo DOC “Baldovino” 2020 (100% trebbiano): si fa apprezzare per un profilo aromatico molto personale dove ritrovo sentori di buccia d’uva, felce, mela limoncella, maggiorana corredati da un velo di agrume e cenni di nocciola. Al gusto è ricco, bilanciato, ha chiosa fruttata e succosa che esalta la bevibilità di un vino contadino fino al midollo.
Tenuta I Fauri - Cerasuolo d’Abruzzo DOC “Baldovino” 2019 (100% montepulciano): vino di grande piacevolezza che profuma di fragoline di bosco, ribes, melagrana e tenui soffi floreali e minerali. Al palato si esprime con freschezza, sapidità misurata e relativa facilità di approccio. Una lieve presa tannica dà volume e concretezza ad un finale generosamente fruttato.
Tenuta I Fauri - Montepulciano d’Abruzzo DOC “Baldovino” 2019 (100% montepulciano): arredo olfattivo che regala note di prugne della California, more, talco, pepe nero e lieve liquirizia. Sorso vigoroso, vivace, con trama tannica abbastanza scalpitante e persistenza piacevole e succosa che sfuma in sentori di frutta di bosco.
Tenuta I Fauri – Montepulciano d’Abruzzo DOC “Ottobre Rosso” 2018 (100% montepulciano): interessantissimo al naso dove sprigiona sensazioni di confettura di ciliegie, rabarbaro, ginepro, fiori rossi, chiodi di garofano e grafite. Al gusto è pieno, avvolgente, con ottimo equilibrio tra le parti, offre percezioni stuzzicanti ed una trama tannica gradevole e levigata che favorisce la beva di questo montepulciano in purezza che sa fornire un tocco “easy” ad un vitigno non semplice da domare.