Sono in tremendo ritardo, odio far aspettare le persone. Queste parole risuonano in macchina per oltre mezz'ora, il tempo che ci vuole per andare da Cavallirio, zona di Boca DOC, fino a Masserano (località Cascina Cottignano) dove, invece, regna il Bramaterra DOC. Sono le 19 e, nonostante le rassicurazioni al telefono di Giacomo Colombera, non mi resta molto tempo per fare le foto per i vigneti.
Arriviamo e Giacomo, prontamente, scende ad accoglierci e ci conduce all'interno dei vigneti che sono stati piantati appena sotto la sua casa. Gli chiedo un po' della storia famigliare e di come hanno iniziato a produrre vino.
"Andrea, tutto nasce nel 1992 quando mio papà Carlo, che a breve ci raggiungerà, stufo di lavorare nei campi di riso del vercellese decide di acquistare questa proprietà, che prima era un rudere, con l'intento di produrre vino grazie a questa vigna che vedi qua. Ha avuto bravi maestri visto che in quegli anni, non so se lo sai, ha lavorato per Antoniolo come trattorista. Man mano che si appassionava, e quando c'era possibilità, acquistava altre vigne intorno a queste e così, nel 2001, dopo varie prove casalinghe, ha prodotto il suo primo vino etichettato. Nel 2010, invece, dopo aver studiato enologia ad Alba, sono entrato in azienda io e Cristiano Garella che è stato enologo in passato di Tenute Sella da cui facevo le vendemmie. Il nostro intento era quello di coadiuvare mio papà, maggiormente concentrato sul vigneto, nella gestione della cantina perchè i vini che produceva erano di grande potenzialità ma mancavano, forse, di un minimo di finezza".
Oggi Colombera & Garella possono lavorare uve che provengono da circa otto ettari di vigneto suddivisi in questo modo:
- 2 ettari in zona Cascina Cottignano, dove siamo ora, suddivisi a loro volta in più fazzoletti di terra dove risiedono anche piante vecchie 60 anni di nebbiolo, croatina e vespolina. Il terreno in questo caso è argilloso in superficie mentre in profondità troviamo porfido e quarzo. Da questa zona si produce il Bramaterra e il rosato Coste della Sesia
- 5 ettari a Roasio dove le vigne, di circa 30/35 anni, poggiano su suolo vulcano di colore giallo. Da questa vigna si produce il Coste della Sesia DOC;
- 1 ettaro a Lessona piantato nel 2006 su suoli ricchi di sabbia.
Mentre scendiamo velocemente in cantina, con Giacomo parliamo della filosofia aziendale in tema di vinificazione. La risposta è molto chiara:"In linea generale non usiamo lieviti selezionati ma, caro Andrea, noi viviamo col vino per cui in annate particolari come è stata la 2003 non potevamo non usare i Saccharomyces altrimenti la fermentazione non partiva. Non potevo mica buttare via un anno di lavoro così?".
Ha le idee chiare il giovane Colombera che mi mostra la sua piccola cantina di vinificazione e affinamento formato da vecchie botti di cemento, usate per il Bramaterra e il Lessona, e
vasche di acciaio usate per gli altri vini. Qua e là, sparse secondo un ordine ben preciso, vecchie barrique usate per affinamento dei vini più importanti.
Foto: http://gliamicidelbar.blogspot.it/ |
Se non voglio far mangiare Giacomo a mezzanotte come i vampiri dobbiamo rapidamente tornare su e cominciare a degustare i suoi vini o, meglio, quello che gli è ancora rimasto visto che fortunatamente non ha problemi di vendita. Anzi, l'idea è proprio quella di ampliarsi man mano senza fare passi avventati.
Il primo vino che degustiamo è il Coste della Sesia Rosato 2014 (100% nebbiolo) le cui uve provengono da una parte vigneto di fianco che appartiene ad un clone di nebbiolo che ha acini mediamente grandi che, mi confida Giacomo, sono molto profumati ma non garantiscono la struttura ideale per il Bramaterra. Ha ragione, il vino è intenso nei profumi che ricordano la viola e la terra rossa, vulcanica, da cui proviene. Berlo significa pensare ad un bicchiere d'acqua nel quale sono stati sciolti vari chicchi di sale rosa dell'Himalaya. Non lo consiglierei a chi ha problemi di pressione alta. A parte gli scherzi, sto vino va giù che è un piacere.
Passiamo al Coste della Sesia 2011 (nebbiolo 65%, croatina 20%, vespolina 15%), un vino che si caratterizza per la brillantezza, non solo del colore, ma anche dei profumi che richiamano il blu e il rosso della frutta e dei fiori. Sorso in pieno equilibrio per finezza e corpo. Finale sapido e corroborante. Si trova in giro a circa 10/11 euro. Ecco, se lo trovate fatene dovuta scorta perchè a questo prezzo è davvero un regalo ma, acqua in bocca, non ditelo a Giacomo.
Il Bramaterra 2011 (nebbiolo 70%, croatina 20%, vespolina 10%) ha profumi ricchi e articolati che esprimono sensazioni di rosa, ciliegia, arancia sanguinella, timo, terra rossa e spezie. Grande valore anche al gusto dove la struttura rivela un notevole apporto sapido-tannico che Cristiano e Giacomo sono riusciti a rendere snello e dall'andamento elegante.E' un vino che non smetteresti mai di bere per l'assenza assoluta di pesantezze e piacionerie. Solo territorio al 100% e tanta voglia di stupire. Bravi ragazzi!
Mentre beviamo l'ultimo sorso di Bramaterra arriva Carlo Colombera che, tra una chiacchera e l'altra, tira fuori due bottiglie. La prima riguarda il Lessona 2011 mentre l'altra, non etichettata, è un "vecchio" Bramaterra che produceva prima dell'avvento di Giacomo e Cristiano. "Prima di cenare" - mi dice - "questi vanno provati!".
Il Lessona 2011 ha un naso che si distingue per ricchezza fruttata intrisa di toni ematici e tocchi di erbe medicinali. La bocca è autorevole, salata con tannini levigati ma compatti e una persistenza molto ricca e profonda. Come prima annata non c'è male. Peccato che in azienda sia praticamente finito...
Carlo ha tracciato la strada al futuro che, sono sicuro, sarò di Giacomo e Cristiano. Due stelle in più nel firmamento dei grandi vini dell'Alto Piemonte!
Il Lessona 2011 ha un naso che si distingue per ricchezza fruttata intrisa di toni ematici e tocchi di erbe medicinali. La bocca è autorevole, salata con tannini levigati ma compatti e una persistenza molto ricca e profonda. Come prima annata non c'è male. Peccato che in azienda sia praticamente finito...
Carlo Colombera ha voluto lasciare il SUO vino per ultimo, non ricordo nemmeno che anno è anche perchè è stata scaraffata da una bottiglia non etichettata. Carlo guarda non solo me e Stefania ma anche suo figlio Giacomo che ha iniziato il suo progetto lavorativo proprio avendo come riferimento proprio questo Bramaterra. Bevendolo non gli si può che dar ragione, è vibrante, spontaneo, puro e, nonostante certe irruenze, di ottima personalità.
Carlo ha tracciato la strada al futuro che, sono sicuro, sarò di Giacomo e Cristiano. Due stelle in più nel firmamento dei grandi vini dell'Alto Piemonte!