Quest'anno la presentazione della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso è stata presentata allo Sheraton Rome Hotel and Conference Center dove, al'interno di una unica sala, era possibile degustare tutti i 423 vini che hanno conseguito i fatidici Tre Bicchieri all'interno dei quali svettava il Barolo che in questa edizione vantava ben 23 riconoscimenti portando così il Piemonte in testa tra le Regioni più premiate.
Ovviamente, non potendoli degustare tutti, ho cercato di scremare la mia "lista dei preferiti" iniziando proprio dal nebbiolo piemontese per poi, man mano, spostarmi fino al sud Italia e le isole.
Riporto, in basso, le mie note di degustazione relativamente ai vini che mi hanno maggiormente colpito.
Barolo Le Rocche del Falletto Ris. 2008 Bruno Giacosa: ho iniziato con questo gioiello perchè avevo la sana paura che dopo pochissimo sarebbe finito. Paure che sono svanite appena messo il naso nel bicchiere e dopo aver bevuto questo nebbiolo. Difficile dare giudizi oggettivi perchè l'emozione può giocare brutti scherzi. Se vi dico che è un vino che sa di luce ed infinito mi prendete per pazzo?
Barolo Monvigliero 2010 – G. B. Burlotto: una esplosione di fruttini e fiori rossi che può conquistare anche i palati meno esigenti
Barolo Cannubi 2010 – Marchesi di Barolo: tra il floreale ed il minerale. Giovanissimo, deve integrarsi per poter dare il meglio di sé.
Barolo Cannubi 2010 – E. Pira & Figli-Chiara Boschis: quando la menta è applicata al nebbiolo. Da bere in caso di raffreddore o di voglia di grande Barolo.
Barolo Vigna Rionda Riserva 2008 – Massolino: bevendolo mi è apparso Ron che cantava "Vorrei incontrarti fra cent'anni". Grande carattere comunque!
Barolo Ginestra 2010 – Paolo Conterno: l'ennesima riprova che la 2010 è una grandissima annata e, come in questo caso, ha dato vita a Barolo ottimi ora e grandissimi in divenire.
Barbaresco Rabajà 2011 – Bruno Rocca: tra un agrume e un soffio di sale si conferma il solito, grandissimo, Rabajà, un Cru che non delude mai.
Barbaresco Rabajà 2011 – Giuseppe Cortese: potenza e raffinatezza allo stato puro.
Bramaterra 2010 – Odilio Antoniotti: non conoscevo il produttore ma, appena mi ha detto che la sera doveva partire perchè il suo vino l'aspettava in cantina, ho cominciato ad amarlo. Il suo Bramaterra, piccola DOC dell'Alto Piemonte, è un piccolo gioiello, puro e sincero come i suoi occhi da vignaiolo.
Roero Mombeltramo Riserva 2010 – Malvirà: vino cristallino e di grande raffinatezza. Stefania, che ha fatto da sommelier al produttore, durante tutto l'evento ne ha aperto solo una bottiglia. Non lo voleva nessuno sto vino e da questo presupposto partirò la mia battaglia contro l'ignoranza...
Colli Tortonesi Barbera Elisa 2011 – La Colombera: si è detto che Elisa Semino era una grande produttrice di Timorasso, che era la degna erede di Massa e così via. Non tutti, forse, sanno che fa anche un grandissimo Barbera che ho trovato succoso e di grande equilibrio. Brava!
Costa del Vento 2012 – Vigneti Massa: quando Walter mette in campo vini di questo tipo non ce ne è per nessuno, o quasi, in Italia. Il miglior bianco bevuto durante la manifestazione e uno dei migliori Costa del Vento di sempre.
Dolceacqua Galeae 2013 – Ka’ Manciné: esuberante, intenso e brioso. Dal Cru più caldo dell'azienda un vino creato ad immagine e somiglianza del vignaiolo.
Dolceacqua Bricco Arcagna 2012 – Terre Bianche: altro vino "specchio" del produttore. Riflessivo, equilibrato e mentale. Prontissimo oggi.
Bolgheri Sassicaia 2011 – Tenuta San Guido: setoso, cesellato e prontissimo. Una grande versione per un vino a cui fare solo applausi.
Brunello di Montalcino 2009 – Casanova di Neri: è buono davvero e già questa è una notizia.
Chianti Classico 2011 – Val delle Corti: un grande Chianti Classico, una delle bandiere di Radda e del vino italiano. Sono di parte, lo so.
Vernaccia di S. Gimignano Albereta Riserva 2011 – Il Colombaio di Santa Chiara: i fratelli Logi, anno dopo anno, stanno diventando sempre più bravi e ormai la loro Vernaccia è un punto di riferimento per tutta la denominazione.
Offida Pecorino Artemisia 2013 – Tenuta Spinelli: attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità. attenzione è un pecorino dalla sferzante mineralità
TUTTA LA BATTERIA DEI VERDICCHI, NESSUNO ESCLUSO
Orvieto Classico Superiore Luigi e Giovanna Villa Monticelli 2011 – Barberani: il discorso fatto per il fratelli Logi di S. Gimignano vale in tutto e per tutto con i fratelli Barberani che col loro Luigi e Giovanna puntano in alto, molto in alto. Grande prova per un vino che darà soddisfazioni tra almeno dieci anni.
Cesanese del Piglio Superiore Hernicus 2012 – Coletti Conti: la rivincita dei numeri due. Era ora che si premiasse questo vino che nel corso degli anni ha sempre avuto una qualita (alta) costante.
Grechetto Latour a Civitella 2011 – Mottura: sapidità e struttura per un grande vino del Lazio che ritorna in guida.
Fiano di Avellino 2012 – Rocca del Principe: Ercole Zarrella sta diventando sempre più bravo e con questo Fiano ha raggiunto una maturità davvero invidiabile. Giovanissimo ma già ottimo.
Fiano di Avellino 2013 – Pietracupa: la personalità inserita all'interno di un bicchiere di Fiano.
Sannio Falanghina Fois 2013 – Cautiero: la principale sorpresa campana ha il viso di questo giovane produttore che, zitto zitto, ha dato vita ad una Falanghina dai tratti minerali che è ben lontana dai sapori anni '90....
Taurasi Riserva 2006 – Perillo: uno dei produttori e dei vini più sottovalutati di Italia. Se ne parla poco dei suoi grandissimi Taurasi. Troppo poco....
Primitivo di Manduria Es 2012 – Fino: il mio Primitivo di Manduria
Aglianico del Vulture Titolo 2012 – Fucci: Elena non sbaglia un colpo e, anno dopo anno, dalle sue vecchie vigne tira fuori sempre il meglio del Vulture.
Cannonau di Sardegna Barrosu Franzisca Riserva 2011 – Montisci: lontano da certi eccessi, non può che rappresentare il perfetto binomio tra vitigno e territorio. Per molti il miglior assaggio della manifestazione.