Non mi
nascondo dietro un dito, per chi come me cerca di comunicare il vino in maniera
libera ed appassionata è decisamente stimolante scrivere di piccole realtà che
spesso non trovano la giusta valorizzazione in un mondo, come quello dell’enogastronomia,
dove per mille motivi magari ti ritrovi a parlare sempre delle stesse cantine
Oggi,
perciò, vi vorrei parlare di Santus, una piccola azienda il cui progetto
è stato elaborato, pensate un po’, tra i banchi universitari della facoltà di
Agraria di Piacenza dove si sono conosciuti Maria Luisa Santus e Gianfranco
Pagano, oggi marito e moglie e genitori di tre bambini, che duranti i loro studi
universitari avevano maturato un sogno di vita ovvero dedicarsi alla
viticoltura rispettando, nel contempo, la natura e i ritmi della terra in cui
viene praticata.
Il progetto è tutt’altro che utopistico ed inizia a prendere
forma agli inizi degli anni 2000 quando vengono piantate circa 60.000
barbatelle, sia chardonnay che pinot nero, su 10 ettari di terreno, localizzati
a Paderno Franciacorta, suddivisi su tre appezzamenti:
Tre Cortili - 1,5 ettari coltivati a chardonnay. La forma di allevamento è
il cordone speronato;
Colombaia - 3,5 ettari coltivati a Chardonnay. La forma di allevamento è
il guyot;
Albarello – 5 ettari totali di cui 3 coltivati a Chardonnay e 2 a Pinot
Nero. La forma di allevamento è il cordone speronato.
Fatto
questo, è tempo di pensare a come dar vita al loro primo vino! Maria Luisa e
Gianfranco vogliono che il loro Franciacorta manifesti la sua espressività fin
dalla prima uscita, pertanto l’uva dei primi quattro anni di produzione non
viene vinificata. Finalmente, nel 2005, decidono che è arrivato il momento di dar
luce alla loro prima annata producendo quasi in via sperimentale un
Franciacorta Brut, tiratura 4.300 bottiglie, che vedrà la luce solo tre anni
dopo.
Siccome alla
base della filosofia Santus c’è la convinzione che il compito dei piccoli
viticoltori sia quello di essere una avanguardia a difesa delle biodiversità,
Maria Luisa e Gianfranco nel 2016 fanno ancora un passo avanti, decisivo, ed
iniziano il percorso di certificazione biologica delle uve in modo che, a
partire dalla fine del 2021, tutti i Franciacorta Santus siano certificati
biologici e vinificati nella nuova cantina che dovrebbe essere pronta per la
fine di quest’anno.
Santus oggi
produce mediamente 50.000 bottiglie così suddivise:
Franciacorta
Brut – 25.000 bottiglie
Franciacorta
Satèn Brut Millesimato – 10.000 bottiglie
Franciacorta
Rosè Zero Millesimato – 8.000
bottiglie
Franciacorta
Dosaggiozero Millesimato – 5.000 bottiglie
Franciacorta
“Essenza” Millesimato – 2.000 bottiglie (prodotto solo in alcune
annate).
Io,
ovviamente, me li sono degustati tutti e vi porto la mia esperienza!
Santus –
Franciacorta Brut (80% chardonnay, 20% pinot nero):
paglierino luminoso e dal perlage fine. Ricco nel bagaglio aromatico di fiori
bianchi, crosta di pane, agrumi e lieve mineralità. Strutturato, composto,
piacevole al sorso che chiude con ritorni agrumati.
Maturazione:
6 mesi in acciaio inox e piccola parte in barriques di rovere francese.
Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 21 mesi.
Santus -
Franciacorta Satèn Brut 2015 (100%
chardonnay): paglierino luminoso e dal perlage fine. Impatto olfattivo molto
diretto e senza fronzoli dove si percepisce la pesca bianca, il pompelmo rosa,
l’erba cedrina a cui fa da sfondo una inconfondibile nota di gesso. Ottima
coerenza al palato, invitante e sapido, che chiude su una scia agrumata davvero
ragguardevole.
Maturazione:
6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti:
minimo 30 mesi
Santus –
Franciacorta Rosè Zero 2015 (100% pinot nero): è la
novità di questo anno in quanto questa tipologia ha preso il posto dell’extra
brut prodotto fino allo scorso anno. Colore rosa antico, brillante e dal
perlage fine e persistente. Si esprime deciso su sensazioni di lampone acerbo,
rosa, freisa, arancia sanguinella, pompelmo rosa. Il sorso è decisamente secco,
austero e coinvolgente per avvolgenza, equilibrio e lunghissima persistenza che
in questo caso, rispetto agli altri Franciacorta bevuti in precedenza, ha una
progressione minerale di grandissimo impatto.
Maturazione:
6 mesi in acciaio inox. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 40 mesi
Santus –
Dosaggiozero 2015 (70% chardonnay, 30% pinot nero): giallo
paglierino arricchito da un perlage numeroso, elegante e persistente. Approccio
olfattivo austero dove affiorano immediati i sentori freschi di mela verde, uva
spina, biancospino, scorsa di pompelmo che col tempo virano decisi su una nota
profondamente minerale, quasi di allume. Al gusto è tutto classe, consistenza,
slancio e sapidità. Da bere a secchi!
Maturazione:
6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti:
minimo 30 mesi.
Santus -
Franciacorta “Essenza” 2012: ottenuto da uve
Chardonnay 100% del vigneto aziendale Tre Cortili, raccolte a maturazione molto
avanzata ed attaccate da Botrytis Cynerea. Il risultato? Un Franciacorta fuori
dagli schemi, destabilizzante e di grande impatto, soprattutto olfattivo, che
si esprime su un bouquet composto da effluvi di frutta secca, bergamotto, pesca
sciroppata, nocciola e marzapane. Assaggio ricco, goloso e coerente con i
ritorni aromatici di pasticceria e frutta matura. Tra i cinque, per lo stile, è
quello che mi ha convinto di meno ma se amate l’avvolgenza e la morbidezza di
uno vino questo non potrà non essere il vostro Franciacorta di riferimento.
Maturazione:
6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti:
60 mesi