Di Lorenzo Colombo
L’occasione era quella di presentare alla stampa ed agli addetti ai
lavori il nuovo prodotti aziendale, il “Quor 2910”, un Franciacorta Extra Brut
in edizione unica, un vino che vedrà quest’unica produzione e non sarà più
replicato. 10.000 bottiglie sboccate a giugno 2018 e che entreranno in
commercio a novembre di quest’anno, in occasione delle festività natalizie.
“Quor” sta per “cuore”, un errore ortografico commesso da nonno Fiore
in una lettera indirizzata all’amata moglie Gina. Più complessa da decifrare la
sigla “2910” che assume diversi significati: 9 sta per 2009, anno della
vendemmia delle uve (65% chardonnay e 35% pinot nero), 10 sta per 2010, anno
del tirage, mentre 2910 sta per i giorni di sosta sui lieviti, ovvero 95 mesi. Si
tratta di un Extra Brut con meno di 4,5gr/l di zucchero residuo, un vino dal
color paglierino dorato luminoso. Intenso al naso, fresco, agrumato, con
sentori di pesca gialla. Fresco e verticale anche al palato, decisamente
sapido, minerale, con spiccata vena acida, alla bocca si colgono note d’agrumi
leggermente acerbi, mentre la lunga persistenza chiude su leggere note
vegetali.
Quello appena descritto è il vino che ha chiuso una degustazione
particolare, un qualcosa che, nonostante le migliaia di vini assaggiati non avevamo
ancora provato.
Capita infatti di assaggiare una bottiglia di Metodo Classico, frutto
della medesima annata e con uguale data di “tirage” ma con diverso periodo di
sboccatura e di notare che i due vini sono diversi, spesso si tratta di
sboccature con pochi mesi di differenza, ma le modificazioni all’interno della
bottiglia seguono l’andamento delle stagioni, da qui le differenze.
Ma ciò che ci aspettava, a Villa Baiana, sede de La Montina, era
qualcosa di decisamente più spinto, ossia l’assaggio di due diversi Franciacorta,
entrambi di due diverse annate, con sboccature assai diverse, non differenze di
mesi, ma anni.
Le nostre impressioni le trovate di seguito, qui volevamo unicamente sfatare
una volta per tutti uno dei tanti luoghi comuni che girano attorno al vino,
agli spumanti in questo caso, ovvero che, dopo la sboccatura il vino inizia
pian piano a morire, da qui l’assunto che gli spumanti non vadano conservati
nel tempo. Non è assolutamente vero. Dopo la sboccatura inizia a vivere, con la
parabola tipica di tutti gli esseri viventi, prima è come se il vino si
trovasse ancora nel ventre materno, in uno stato di pre-vita. Ebbene,
assaggiando queste quattro coppie di vini, e rileggendo le note di
degustazione, vediamo che le differenze sono notevoli e, in tre casi su quattro
il vino che abbiamo preferito è stato quello con la sboccatura più recente,
ovvero quello che ha goduto di una lunga sosta sui lieviti.
Diversamente è stato per la coppia di Saten 2004, dove, il vino
sboccato a suo tempo ci è piaciuto molto più dell’altro, anzi, è il vino che
più c’è piaciuto in assoluto, dotato com’era di una freschezza decisamente
inaspettata. Tutti gli otto vini degustati, con le dovute differenze, erano
ancora bevibilissimi, oltre al già citato Saten 2004, sboccatura ottobre 2007,
i vini che abbiamo maggiormente apprezzato sono stati nell’ordine: Millesimato
2004 con sboccatura giugno 2018 e Millesimato 2002 con sboccatura giugno 2018.
Ecco per concludere le nostre sintetiche impressioni (l’annata tra
parentesi indica quella della vendemmia, anche se il vino non è stato
presentato come Millesimato):
Saten (2002)
Chardonnay in
purezza, tiraggio maggio 2003
Sboccatura
novembre 2005 (30 mesi sui lieviti)
Color oro
antico tendente al ramato. Intenso al naso, sentori di crosta di pane e scorza
d’arancio, accenni tropicali, caramella al rabarbaro, note tostate e leggeri
accenni ossidativi.
Cremoso al
palato, sapido, con spiccata vena acida, leggere note tostate ed accenni di
caramella al rabarbaro, lunga la persistenza.
Sboccatura
giugno 2018 (181 mesi sui lieviti)
Oro antico,
intenso e luminoso, tendente al ramato.
Intenso al
naso, sentori di confettura di mele cotogne, note di brioche ripiena di
marmellata d’albicocche.
Decisa
l’effervescenza al palato, succoso, con buona vena acida, sentori di mela,
lunga la persistenza.
Saten (2004)
Chardonnay
in purezza, tiraggio maggio 2005
Sboccatura
ottobre 2007 (29 mesi sui lieviti)
Color
paglierino luminoso.
Buona
l’intensità olfattiva, fresco, pulito, agrumato, elegante.
Intenso alla
bocca, fresco, cremoso, agrumato, con bella vena acida e lunga persistenza.
Impressionante la sua freschezza.
Sboccatura
giugno 2018 (157 mesi sui lieviti)
Paglierino
luminoso.
Intenso al
naso, pulito, sentori di mela matura e d’albicocca, leggere note tropicali.
Buona
l’intensità gustativa, fresco, agrumato, cremoso, succoso, con leggeri accenni
tostati.
Brut
Millesimato 2002
60%
Chardonnay, 40% Pinot nero, tiraggio maggio 2003
Sboccatura
aprile 2007 (47 mesi sui lieviti)
Color oro
antico, luminoso.
Intenso al
naso, tostato/affumicato, sentori di crosta di pane.
Cremoso alla
bocca, intenso, con bella vena acida, sentori di mela matura e crema
pasticcera, leggeri accenni ossidativi, lunga la persistenza.
Sboccatura
giugno 2018 (181 mesi sui lieviti)
Color
paglierino luminoso di buona intensità.
Discreta
l’intensità olfattiva, si percepisce una pesca gialla e succo di pesca,
elegante.
Intenso alla
bocca, cremoso, con bella vena acida, torna il sentore di pesca, questa volta
sciroppata, buona la persistenza.
Brut
Millesimato 2004
60%
Chardonnay, 40% Pinot nero, tiraggio maggio 2005
Sboccatura
febbraio 2008 (33 mesi sui lieviti)
Color
paglierino luminoso tendente al dorato.
Buona
l’intensità olfattiva come pure l’eleganza, si colgono sentori di crema
pasticcera e zabaione, uniti a leggeri accenni tostati.
Intenso alla
bocca, cremoso, sapido, con bella vena acida e leggeri accenni ossidativi che
ricordano la buccia di mela, lunga la sua persistenza.
Sboccatura
giugno 2018 (157 mesi sui lieviti)
Paglierino
tendente al dorato.
Intenso al
naso, elegantissimo, si colgono sentori di frutta gialla maura (pesca gialla),
note tropicali e leggeri accenni tostati.
Mediamente strutturato, con decisa effervescenza alla bocca, sapido, cremoso,
con bella vena acida, tornano i sentori di pesca gialla.