I vini della Turchia. Terza parte: le principali uve

EMIR (Pronuncia : Eh-mere)

ORIGINI: Anatolia Centro Meridionale (Nevşehir / Cappadocia). Luva Emir è unuva bianca nativa della Cappadocia e molti vitigni si trovano nella Provincia di Nevşehir. Il suo nome ha origine (Emir = Sovrano, Signore) dal fatto che era un vino Abbastanza noto sulle tavole dei signori locali. Era usato fin dallepoca Romana per creare vini freschi, dissentanti. Luva Emir produce vini di colore giallo paglierino con riflessi verdi; intenso il bouquet, di mela verde e di minerali. Al palato rende i vini vivaci, freschi. I vini sono: di corpo medio leggero, di colore giallo tenue, con alta acidità e delicati. Luva Emir è usata nella produzione di vino frizzante e liscio. Non si abbina con il legno di quercia e generalmente è da consumarsi in 1-2 anni, non malolattico.

ACINO: Luva Emir ha acini leggermente ovali, giallo-verdi, di media dimensione, su grappoli conici di media dimensione. Maturazione: metà stagione.

AROMA: Mela, ananas, kiwi, limone, arancia rossa, rosa bianca.

ABBINAMENTI CIBO VINO: Salmone e altro pesce grasso, frutti di mare, asparagi, pollo con salse di pomodoro, pasta con salse bianche cremose, insalate senza aceto, sushi.

Fonte: Vinotolia.com

  NARINCE (Pronuncia: Nah-rin-djeh)


 ORIGINI: Anatolia Centro Meridionale (Tokat). Narince significa “delicatoin Turco. Coltivata principalmente nel territorio di Tokat e lungo il fiume Yeşilirmak. Vini secchi semi-secchi possono essere prodotti con luva Narince. Ha un colore giallo-verde ed un sofisticato sapore fruttato. Dal momento che il livello acido è alto, il vino sviluppa un ricco bouquet con linvecchiamento. Luva Narince produce vini di colore giallo paglierino con note floreali, con un bouquet di frutta gialla e agrumi. Al palato produce vini rotondi, di corpo da medio a pieno, bilanciati da una buona acidità. È di solito trattato con legno di quercia.

ACINO: Luva Narince ha acini larghi, ovali, giallastro-verdi, con sfumature di color bronzo, con grandi grappoli conici, con una o due orecchie. Maturazione: la vendemmia delluva Narince si effettua nella seconda metà di settembre.

AROMA: Arancia, pompelmo, lime, ananas bianco, cotogna, fiori, frangipani, acacia, fiori di alberi da frutto, basilico, mela verde matura, noce.

ABBINAMENTI CIBO VINO: Pesce grasso grigliato, pollo speziato, insalata di melanzane, piatti con cipolla, antipasti.

Fonte: Vinotolia.com

I vini della Turchia. Seconda parte: l'attuale produzione

La produzione di vino in Turchia è di circa 75 milioni di litri all’anno. L’esportazione del vino costituisce il 2,62% del totale della produzione ovvero 3.64 milioni di litri per un valore di 7.800.000 $ ( Dollari USA ).

La Turchia si posiziona al 6° posto nella produzione di uva con 3.850.000 tonnellate prodotte annualmente e al 6° posto per la superficie agricola destinata a tale produzione, ovvero circa 486.000 ettari, dopo l’Italia, la Cina, gli USA, la Francia e la Spagna.


In Turchia solo il 2% della produzione totale di uva è destinata alla produzione del vino e questo si spiega con l'ingente quantità di uva passa prodotta (1° Paese al mondo) e da tavola.
La Turchia ha più di 1200-1500 varietà di uva di cui 600-800 geneticamente differenti. Tra queste ci  sono 30 varietà di uva da vino decisamente notevoli. 

Di seguito si elencano le varietà di uve  autoctone o internazionali che sono più diffuse nel territorio: Adakarası, Alicante Bouchet, Boğazkere, BornovaMisketi, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carignan, Chardonnay, Cinsault, Çalkarası, Çavuş, Dimrit, Emir, Gamay, Grenache, Kalecik Karası, Karalahna, Kuntra,Malbec, Merlot, Narince, Öküzgözü, Papazkarası, Petit Verdot, Pinot Noir, Riesling, Sangiovese, Sauvignon Blanc, Semillon, Shiraz, Sultaniye, Tempranillo, Vasilaki, Viognier.

Fonte: Turchia.it

La Turchia e il vino. Prima parte: la storia

Questa è una guida molto utile per chi vuole approcciare il vino in Turchia. Io che ci sto in vacanza testerò a breve la bontà del vino locale.

Secondo gli archeo-botanici, la vite fu scoperta per la prima volta nell’Anatolia Orientale durante il Periodo Neolitico. La Vitis Vinifera cresce comunque in un territorio molto vasto, un’area  di circa 6.000 km tra il Medio Oriente ed il Portogallo e 1.300 km tra la Crimea e l’Africa Occidentale. La Turchia si trova tra il 30° ed il 50° parallelo ed è quindi il vero cuore del Grande Terroir.

Le prime tracce di coltivazione della vite e di produzione del vino in Anatolia risalgono a 7.000 anni fa. Il vino aveva un ruolo indispensabile nella vita sociale delle più antiche civiltà anatoliche,  gli  Hatti  e  gli  Ittiti.  Era  la  principale  offerta  agli  dei  durante  i  rituali  a  cui partecipavano  la  famiglia  reale  e  gli  alti  dignitari.  Le  disposizioni  per  proteggere  la viticoltura  nella  legge  Ittita  e  l’abitudine  di  celebrare  ogni  vendemmia  con  una  festa evidenziano quanto il vino fosse  importante nell’antichità sia per  l’economia che  per le pratiche culturali.

Per i Frigi, che vissero in Anatolia dopo gli Ittiti, il vino era una parte essenziale della vita quotidiana ed un importante elemento della dieta insieme all’olio d’oliva, al pesce e al pane. I Frigi introdussero il vino presso i coloni Greci che si erano stabiliti sulla costa occidentale della Penisola  Anatolica e nel VI secolo a.C. il vino era già stato esportato in Francia e in Italia dai centri di produzione di Tabae (Tavas, vicino all’odierna Pamukkale) e Klazomenai (vicino Urla) nella Regione  Egea meridionale e di Ainos (Enez) nella parte settentrionale. Knidos (l’attuale Datça), sulla costa mediterranea sud-occidentale, e l’isola di Rodi erano altri due centri importanti per il mercato del vino. Una di queste prime uve anatoliche, il Misket, divenne nota con il nome di Moscato in Europa. Un’altra varietà di Smirne (l’attuale Izmir) fu usata nella produzione del famoso vino di Pramnios, che viene citato nell’Iliade di Omero.

Per quanto riguarda il Periodo Ellenistico, possiamo ricordare alcune famose citazioni. Su Izmir “Pramnios, prodotto nell’area di Izmir, era un vino secco e corposo con un alto tasso di tannino e di alcol” (Omero); su Gallipoli “La colonia fenicia di Lampsakos (Lapseki) era conosciuta per i suoi vini” (Strabone); sull’Anatolia Centrale “Lo Scybelites prodotto in Galazia mantiene sempre la sua freschezza così come il vino Halyntium della Sicilia” (Gaio Plinio Secondo).


Più tardi ancora, le popolazioni turche giunsero in Anatolia dall’Asia Centrale e anche loro bevevano il vino. La produzione del vino continuò anche dopo l’arrivo dell’Islam e un giusto equilibrio si sviluppò tra i residenti Cristiani e quelli Musulmani: i Cristiani producevano il vino  in   gran  parte;  entrambi  lo  consumavano.  Durante  il  lungo  periodo  dell’Impero Ottomano   (1299-1923),   la   produzione   ed   il   commercio   del   vino   venivano   gestiti esclusivamente dalle minoranze non Musulmane (Greci, Armeni, Siriani e altri). Quelle che al giorno d’oggi chiameremmo enoteche, situate normalmente nei quartieri Cristiani, erano comunque frequentate abitualmente anche dai Musulmani.

Durante l’Impero Ottomano, la generale atmosfera di tolleranza fu interrotta di tanto in tanto da divieti ufficiali nell’uso e nella vendita di alcolici. Le enoteche erano costrette a chiudere e pesanti sanzioni, in qualche caso anche la pena di morte, erano applicate per coloro che non obbedivano alle nuove regole. I divieti erano sempre di breve durata, ogni volta venivano in un primo momento allentati e poi definitivamente rimossi. Questo regolare capovolgimento della politica aveva una chiara ragione economica: le tasse ricavate con la vendita del vino erano una risorsa importante  per le entrare del tesoro Ottomano, quindi ogni divieto di vendere alcolici a lungo termine era in  contraddizione con l’interesse dello Stato. Anche durante i periodi di proibizione le vigne non venivano sradicate: la produzione dell’uva era semplicemente deviata verso altri tipi di consumo. Una scorta pronta di uva permetteva alla produzione di vino di recuperare velocemente dopo ogni interruzione.

Durante la seconda metà del XIX secolo, la produzione di vino raggiunse livelli record e i divieti  sugli  alcolici  cessarono,  in  una  atmosfera  di  tolleranza  e  libertà  giunta  con  il movimento di  modernizzazione Ottomano. Nello stesso momento le vigne europee erano devastate da un’epidemia di filossera, riducendo così drasticamente la produzione del vino. Per  andare  incontro   al  conseguente  aumento  di  domanda  da  parte  dell’Europa,  le esportazioni di vino  dell’Impero  Ottomano incrementarono notevolmente raggiungendo i 340 milioni di litri nel 1904.

Ci fu una considerevole produzione di vino prima della Prima Guerra Mondiale e della Guerra di Indipendenza della Turchia. Ma le guerre toccarono negativamente la produzione, specialmente in Tracia e nelle Regioni Egee.

La produzione delle bevande alcoliche passò sotto controllo del monopolio governativo nel1927, con l’eccezione del vino per il quale continuava ad essere permessa la produzione privata e lo sviluppo delle vigne. Questo fu esplicitamente fatto per sviluppare e proteggere la produzione del  vino. L’unica restrizione, che in termini attuali potrebbe essere definita “denominazione di origine regionale controllata”, era che i permessi per la produzione del vino venivano concessi solo nelle  regioni dove veniva prodotta l’uva stessa. Nel 1928 il governo cominciò a sostenere i produttori  di vino tramite la diffusione delle conoscenze tecniche  e  un  supporto  di  tipo  semi-finanziario.  Vi  era  inoltre  l’esenzione  delle  tasse d’esportazione e un supporto sul costo/kg.

Emile  Bouffart  fu uno dei  primi  pionieristici  consulenti  che  esaminò  i vini e  le  regioni vinicole  della Turchia, segnalando le aree dove era necessario lo sviluppo delle aziende vinicole.

Nel 1946 in tutta la Turchia c’erano 28 aziende vinicole di piccola dimensione, che sotto il controllo del Monopolio Governativo esploravano le potenziali qualità della produzione di vino con differenti varietà e terreni. Anche Marcel Biron fu uno dei consulenti e lavorò per il Monopolio Governativo  identificando le differenti regioni vinicole e i vini della Turchia (1937-1947).

Negli anni Cinquanta, il governo cominciò a provare varietà di uva francese in Tracia e nelle Regioni   Egee.  Semillon,  Clairette,  Sylvaner,  Gamay,  Cinsaut,  Pinot  Noir  e  Cabernet Sauvignon sono alcune delle varietà di uva testate in quegli anni.

Il seguente calo della qualità cominciò con la non applicazione della regola “denominazione di origine regionale controllata” e con i cambiamenti politici degli anni Sessanta. I produttori privati   restarono  nel  mercato  durante  tutto  questo  periodo,  ma  rimasero  di  piccola dimensione.

Alla fine degli anni Ottanta, non appena l’economia turca cominciò ad integrarsi con le altre economie  internazionali  e  la  deregolamentazione  si  fece  più  incisiva,  il  settore  turistico cominciò a svilupparsi dando una sostanziale spinta alla vendita del vino. Questo fece sì che le  aziende   vinicole  cominciarono  ad  investire  in  moderne  tecnologie  e  macchinari,  a sviluppare le loro  strutture, ad investire nelle vigne e a piantare varietà di uva locale ed estera per raggiungere gli standard di qualità internazionali.

Fonte: Turchia.it

Istanbul e il vino. La mia estate la passerò in Turchia. Come farò?

Polemica a Istanbul, dopo che lunedì, a una donna che trasportava 4 bottiglie di vino durante il Ramadan, il mese del digiuno islamico, è stato imepdito di salire su un traghetto sul Bosforo. La Ido, la società che gestisce il trasporto via acqua nella megalopoli sul Bosforo, ha inviato una lettera di scuse, ma questo non è bastato a smorzare la polemica sui giornali. Lunedì mattina, Ceren Sungu, stava per imbarcarsi da Burgazada, isola al largo di Istanbul, verso Kabatas, fermata della parte europea della megalopoli. L'imbarco le è stato impedito da un addetto della Ido, che ha cominciato a urlare contro di lei perché stava trasportando vino durante il Ramadan e le ha impedito di salire sulla nave.

Istanbul Foto: Acam.com

La Ido ha inviato una lettera di scuse. Il quotidiano Hurriyet però ha riportato che, secondo la municipalizzata, si è trattato di un'imcomprensione. "Ido - si legge nella lettera - non ha alcuna restrizione sul trasporto di bevande in bottiglie chiuse. È stata avviata un'inchiesta dopo la denuncia. Ci scusiamo la consumatrice che è stata maltrattata per questo incidente".

Il fatto non è sfuggito alla stampa. Ieri Vedat Minor, giornalista del quotidiano di opposizione Milliyet, in un editoriale pubblicato ieri si chiedeva "Viviamo in Arabia Saudita o Iran? È proibito portare vino nelle nostre case? Siamo, come cittadini, non autorizzati a portare vino nelle nostre case?".

Fonte: TMNews

Scandalizzati per il vino di Hitler? Ma c'è anche Mussolini, Che Guevara, Stalin, Tito....

A leggere certe notizie mi sorge il dubbio se certi magistrati e certi sindaci vivano sulla Terra oppure no. La notizia dell'estate è che qualcuno si è accorto e si è offeso del fatto che in giro ci sono vini (?) con le etichette così definite storiche. Ma Buongiorno!!

A far scoppiare il caso è stata una coppia di coniugi ebrei statunitensi che hanno raccontato a 'L'Arena di Veronà il loro forte senso di smarrimento nello scoprire che in un supermercato a Garda, dove erano in vacanza, hanno trovato le bottiglie di vino con Hitler ripreso in più pose, con un richiamo anche al 'Mein Kampf', assieme ad altre con Giovanni Paolo II sull'etichetta.

Ad accorgersi delle bottiglie 'hitleriane' è stato il marito, Matthew Hirsch, avvocato a Philadelfia, entrato nel negozio per comprare un po' di frutta, dell'acqua e del vino. "Mi ha scioccato" ha raccontato, dicendo di aver chiesto spiegazioni al negoziante ma di aver ricevuto come risposta che era solo storia "come il Che Guevara". 

La moglie Cindy, ha sottolineato che quelle immagini sulle bottiglie "non sono solo un affronto agli ebrei, anche sei io sono ebrea come mio marito, ma e' - riporta l'Arena di Verona - un affronto all'umanita' tutta".

La vicenda, come detto all'inzio, sembra aver risvegliato dal torpore sia il sindaco di Garda, che ha annunciato che interverrà per ritirare le bottiglie, sia il procuratore Schinaia che oltre all'intervento della magistratura spera di trovare una soluzione "nella cultura e nella coscienza delle persone. Ma la stupidità umana sembra non avere limiti". 

Ma buongiorno!! Ci voleva una coppia di attempati americani per far emergere lo schifo di queste bottiglie che girano, non solo in Italia, da anni? Hitler, Mussolini, Che Guevara, Lenin, Tito, sono solo una parte delle etichette oscene che possiamo trovare in vendita, non solo nei negozietti di souvenir, ma anche in Rete. Non ci credete? Ecco a voi una rapida carrellata di quello che ho trovato su internet in cinque minuti. Sul sito de I Nostalgici è possibile acquistare:


Anche sul sito vini Lunardelli è possibile fare un corso di storia a 360° passando tra i vini del Ventennio, la Cummunist Collection, Hitler, l'800 (imperdibile il vino di Napoleone) con punte sul vino padano e il vino del Carabiniere d'Italia.

Queste bottiglie sono solo marketing per chi ha un quoziente di intelligenza pari a quello di un girino. Non posso pensare diversamente perchè, oltre alle discutibili etichette, quello che proprio non capisco è come si faccia spendere 5-6 euro per un vino di incerta provenienza e di pessima qualità.

Un vino, per me, proprio del Cazzo



Fonte: Ansa
Foto tratte da I Nostalgici e Panoramio.com


Ferran Adrià mette all'asta i vini di El Bulli

Ferran Adrià, dopo la chiusura nei mesi scorsi del suo ristorante tristellato Michelin El Bulli, ha deciso di mettere all’asta, che sarà battuta da Sotheby’s, la cantina che alimentava la sua colossale carta dei vini (139 pagine), del valore stimato intorno al milione di dollari, fatta da 10.000 bottiglie per 1.600 etichette differenti.

Foto: tierra.it

La bottiglia più costosa di quella che è già stata ribattezzata la “El Bulli’s Collection”, secondo i rumors, sarebbe un Domaine de la Romanée-Conti Romanée Conti del 1999 da 5.359 euro.
Ancora sconosciuti i dettagli su dove e quando l’incanto andrà in scena, ma i collezionisti, intanto, sono avvisati.

Fonte: Economiaweb.it

Solidarietà a Paolo Cantele

Con Paolo Cantele ci siamo incontrati di persona solo una volta in Puglia a casa di amici comuni. Sicuramente mi sono più famigliari i suoi vini che bevo regolarmente ogni volta che ho voglia di Salento nel bicchiere.
Purtroppo la sua azienda in questi giorni è salita agli onori della cronaca non per l'ennesimo premio vinto ma, purtroppo, per un vile furto. 28.000 bottiglie (44 pallets) di Amativo, Teresa Manara e la gamma Varius. 
Un furto su commissione, studiato da ladri professionisti che con quell'atto osceno non solo hanno commesso un grave reato ma, soprattutto, hanno cercato di distruggere i sogni di un uomo e della sua famiglia. 

Paolo Cantele - Foto: Pignataro Wine Blog

Che fine faranno quelle bottiglie? Sicuramente, in questo momento, staranno in qualche lurida cantina oppure al caldo su qualche losco TIR. 
Probabilmente qualcuno le avrà prenotate, magari tra un pò faranno bella mostra in qualche enoteca o ristorante senza scrupoli. Pertanto, ragazzi, teniamo alta l'attenzione e se vedete locali dove "miracolosamente" i vini di Cantele diventano popolari......segnalatelo. 28.000 bottiglie potrebbero passare non troppo inosservate.

Fortunatamente Paolo Cantele è un uomo forte e il furto ha solo scalfito la sua voglia di andare avanti. Anzi, dalle pagine del suo blog mi pare più che mai determinato nel proseguire il suo lavoro. Più forte di prima. 

Bravo Paolo! Da Percorsi di Vino tutta la solidarietà possibile.

Intanto, mi permetto di copiare ed incollare il suo ultimo post. Molto esplicativo.

Al tempo dei nostri genitori veniva rubato il vino sfuso. Capitava. Era una roba da scavezzacollo, da malandrini. Ma anche una bravata che colpiva al cuore la gente che lavorava nelle cantine, e anche tanta gente che non ci lavorava, perché significava privarla del frutto di un lavoro che, in una terra come la nostra, è talmente sotto gli occhi di tutti che è parte imprescindibile non solo del territorio, in senso lato, ma anche del paesaggio.
Oggi, che la gente ama sempre più distinguere fra bottiglie ed etichette, e che la cultura del bere è diventata parte di tutti noi quanto quella del mangiare o del viaggiare, anche i ladri di vino sembrano essersi raffinati nei gusti, evoluti nelle scelte, organizzati nel delinquere. E, quando decidono di forzare le porte di una cantina, come è successo alla nostra qualche notte fa, lo fanno non senza essersi prima dotati di precise nozioni sui vitigni e sulle annate, e di un paio di tir. Sono stati né più né meno che ladri intenditori la banda criminale che, qualche notte fa, in trenta minuti ha portato via dalla nostra cantina di Guagnano qualcosa come 28.000 bottiglie (44 pallets). Scegliendo, soprattutto, con competenza impeccabile l’Amativo, il Teresa Manara, i Varius Merlot e Syrah: la gamma “alta” di Cantele Vini.

Quello che ci è capitato, per giunta in pieno agosto, prova che il furto del vino può essere un business da pianificare, di cui studiare costi e guadagni. Rubare in così grandi quantitativi un prodotto come il vino, che produce emozioni impareggiabili in chi lo beve come in chi lo produce, non può che realizzarsi nel modo freddo, distaccato, ipnoticamente coreografato come abbiamo visto nei filmati delle camere a circuito chiuso.
Una cosa del genere non era mai successa, dalle nostre parti. Non sappiamo se questa novità dei ladri di vino in bottiglia sia semplicemente un’altra di quelle notizie che testimoniano l’imbarbarimento dei tempi che corrono, come la perdita della facoltà di mettere la freccia in automobile o l’abitudine di chiedere scusa quando ci si urta, nella folla. Certo è che, a guardare il volto del nostro magazziniere in questi giorni, sembra proprio che un altro tabù di inciviltà sia stato appena infranto.

Il nostro dolore più grande è che l’Amativo 2009 è finito del tutto (i ladri hanno portato via le ultime 5.000 bottiglie). Non esiste oggi, per enoteche, distributori e ristoranti, un modo legittimo di procurarsi una nuova bottiglia della stessa annata. Chi ne possiede una in casa o in enoteca, sappia che quell’Amativo è ancora più speciale: è un sopravvissuto.

La gioia più grande, d’altra parte, è che i vini Cantele sono ancora qui. Ci chiedete in tanti, allarmati, se i nostri vini ci sono ancora, e vi rispondiamo con un sorriso. E’ stato un duro colpo. Diciamo pure che siamo incazzati non poco. Ma ci vuole ben altro per metterci in difficoltà, perché per fortuna, pur dovendo lasciare ad altri il compito di definirci o no una grande cantina, siamo perlomeno una cantina grande, e produciamo ogni anno un numero di bottiglie decisamente più alto di quello che ci è stato sottratto con lo scasso.

Il furto è capitato al momento giusto. I corrieri, infatti, non avrebbero fatto consegne in questo periodo di agosto. Solo i tir dei ladri intenditori lavorano, in questi giorni. Da lunedì 20 agosto saremo già pronti – commercialmente ed emotivamente – a soddisfare tutte le vostre esigenze, perché è vero che quei ladri hanno rubato 28.000 bottiglie di vino, ma di certo non l’anima e tantomeno la voglia di lavorare con ancora più motivazione, affinchè quel vuoto di casse e di pedane sia colmato il prima possibile. Malgrado il grosso furto infatti, le scorte consentono di continuare a garantire la presenza sul mercato. Gli imbottigliamenti già cominciati permetteranno di reintegrare entro 15 giorni il vino scomparso. Per l’Amativo ci vorrà qualche settimana in più: l’annata 2010 sarà disponibile non prima della fine di settembre.
Non solo l’anima di Cantele Vini è perfettamente intatta, ma quei ladri ci hanno regalato qualcosa che non si può comprare (né, dunque, rubare): la voglia di fare ancora di più e meglio.

Percorsi di Vino in inglese su Webflakes!

Finalmente ho trovato un antidoto alla mia pigrizia circa il tradurre i miei post in inglese.
Sarebbe stato doveroso farlo in passato per aumentare di un pò la visibilità di Percorsi di Vino.
Parlo al passato perche da qualche giorno c'è Webflakes!!

Cos'è? E' sostanzialmente un sito di professionisti che traduce in lingua anglofona i contenuti di alcuni blog selezionati. 
I contenuti sono vari e spaziano dall'architettura alla moda fino ad arrivare, ovvio, al cibo e al vino.

Se siete curiosi di leggere il mio blog in inglese passate da queste parti!!


Uva:Vino=Pomodoro=Vino????

Pomodori al posto dell’uva per fare il vino? E’ possibile. Almeno secondo quanto sostiene il canadese Pascal Miche. L’uomo, secondo quanto riportano i media americani, ha raccontato di aver perfezionato una ricetta segreta tramandata per quattro generazioni dalla sua famiglia, di origine belga, e di essere il primo ad aver venduto con successo questo prodotto.

Il suo ‘Omerto’, un vino bianco di colore chiaro con una gradazione alcolica del 18%, per ora e’ in commercio solo in Canada, ma Pascal Miche vuole espandersi e presentare il suo prodotto anche negli Stati Uniti e in Europa. “Volevo portare a termine cio’ che il mio bisnonno ha iniziato”, ha spiegato dalla sua piantagione di Charlevoix, situata a circa 400 chilometri da Montreal.

Miche dice di scegliere i suoi pomodori con la stessa cura che i viticoltori usano a selezionare le uve migliori, e segue anche le medesime procedure. Miche ha tuttavia dovuto convincere le autorita’ che il pomodoro puo’ essere considerato un frutto, passo necessario per chiamare il suo prodotto ‘vino’. La scienza e’ dalla sua parte, in quanto – botanicamente parlando – il pomodoro contiene i semi della pianta.

Qualche problema secondo gli esperti si porra’ invece se Miche decidera’ di tentare l’esportazione in Francia, dove solo le bevande alcoliche a base di succo d’uva fermentato possono essere denominate come vino.

Fonte: Alberghiera.it


Come scegliamo il vino? Un sondaggio ce lo dirà

Marco Remondono, ricercatore universitario presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Genova e professore presso la SAA, Scuola di Amministrazione Aziendale dell'Univerfsità di Torino, mi ha proposto di collaborare con lui per capire i parametri secondo i quali le persone scelgono il vino.

A tal proposito ha instituito un sondaggio on line, totalmente anonimo, dove bisogna rispondere a 10 domande molto semplici. Un minuto e il gioco è fatto.

Che ne dite? Diamo una  mano a Marco? Io già ho risposto!!

Il link per il sondaggio è il seguente: SONDAGGIO


 

DiVino Etrusco dal 3 al 5 Agosto a Taquinia

Imperdibile come ogni anno torna DiVino Etrusco,  la festa del vino che si tiene passeggiando per le vie di Tarquinia, dove si degusta la bevanda nelle sue declinazioni locali e  si impara l'arte del bere e con gusto. Dalle ore 20 percorso enogastronomico, degustazioni guidate, musica e convegni.

PROGRAMMA COMPLETO DIVINO ETRUSCO 2012

Giovedì 2 Agosto Prospettive Etrusche - Anteprima del DiVino Etrusco A cura dell’Associazione Archeologicamente Onlus. Ara della Regina sul Pianoro della Civita Ore 20,00 -
Visita guidata del sito Ore 20,30 – Vincenzo Zitello “Talismano” : concerto di arpa celtica e arpa bardica. Al termine performance di Carlo Brignola e Massimo Luccioli. In contemporanea, presso il “decumano”, Mostra d’Arte e di Artigianato dei maestri Massimo Luccioli e Giovanni Calandrini. Degustazione di vini locali.

In tutte e tre le serate 3/4/5 agosto - Ore 20,00 – 01,00 

“La Tarquinia Divina” Il Percorso Storico Apertura straordinaria di Chiese e Monumenti del Centro Storico “Intrecci d’Incanto”
 Pizzi d’arte e di artigianato a cura della Scuola di merletto a tombolo
 della Società Tarquiniense d’Arte e Storia – Corso Vittorio Emanuele “Tarquinia, una passeggiata nel tempo fra passato e presente” Artigianato, modernariato e hobbistica a cura dell’Ass. Tarquinia Viva – Piazza Cavour e Piazza G. Matteotti IV Concorso Fotografico Memorial "Emilio Valerioti" A cura dell’Ass. Tarquinia Viva in collaborazione con l'Università Agraria Tarquinia – Via Garibaldi Esposizione di disegni a cura di Andrea Olimpieri e Francesco Rotatori – Via Umberto I “NUDE” Mostra di disegni di Guido Sileoni -Sala D. H. Lawrence, Via Umberto I “Cake&Art” a cura di Virginia Bertucci – Palazzo Bruschi, Via Umberto I “dE.V.O.to Etrusco”, Gli Extravergine della Dodecapoli - Palazzo Bruschi, Via Umberto I “Libri DiVini” a cura della Libreria Caffè “La Vita Nova” – Via delle Torri “Le verità del vino” Mostra collettiva a cura dell’Ass. La Lestra – Piccola casa dell’arte e della cultura - Ex lavatoio, Via delle Torri “Trattato di Anatomia” Mostra a cura dell’ Ass. Zinghereria – Chiesa di Santo Spirito Apertura straordinaria della “Cantina del passato” di Corrado Generali – Via San Giuseppe “L’Arte del mobile antico” Esposizione di mobili d’epoca fatti rigorosamente a mano da Memme Sacripanti – Via Santa Lucia Filippini “Le mani di Franca” a cura di Franca Passamonti – Via Santa Lucia Filippini “Clart – Oggetti Riciclati” a cura di Claudia Boninsegna - Alberata Dante Alighieri Mostra collettiva di Pittura e Accessori

Venerdì 3 Agosto -Alberata Dante Alighieri Inaugurazione e Saluto delle Autorità
Ore 19,30 -
Museo Nazionale Etrusco
 Percorso enogastronomico con degustazioni di vini provenienti dalle 12 città etrusche e prodotti tradizionali. 
Ore 20,00 – 01,00 -
Piazze e Vie del Centro storico “CREATIVA” Incontro tra performance artigianali, arte, laboratori didattici , degustazioni, musica e area dedicata ai più piccoli a cura dell’Associazione Caere Tarkna, in collaborazione con l’Ass. La Lestra 
Dalle ore 20,00 – Torre Barucci, Via delle Torri “Le Eccellenze del Territorio” Presentazione con degustazione delle Aziende di Produttori Locali di Tarquinia. Dalle ore 20,30 – Chiostro delle Benedettine, Via Umberto I Caracca Tamburi itineranti Dalle ore 20,30 – Piazze e vie del centro storico “L’ora della protesta” Spettacolo di teatro, danza contemporanea e pizzica a cura dell’Ass. Evolution Media in collaborazione con D.O.A. Dante Opera Aperta Ore 21,00 - Lizza della Torre di Dante, Piazzale Europa. II Edizione Torneo di Bridge della Città di Tarquinia sotto le stelle A cura dell’Associazione Gli Assi nel Mondo Ore 21,00 – Piazza San Giovanni “Tuscia Operafestival” - MESSA dell’INCORONAZIONE K. 317 e LAUDATE DOMINUM K. 339 di W. A. Mozart a cura dell’Associazione Viterbo Artemusica Ingresso: posto unico non numerato € 10,00 Ore 21,00 – Chiesa Santa Maria in Castello “Cristallofonia” Concerto per bicchieri musicali a cura di Robert Tiso Dalle ore 21,00 – Chiostro della Chiesa di San Francesco “Teatro Bus” a cura della Compagnia Girovago E Rondella www.girovagoerondella.com 
Dalle ore 21,00 – Piazza Trento e Trieste “La magia dell’Hang”, Concerto per Hang a cura di Paolo Borghi 
Dalle ore 21,00 – Via Santa Lucia Filippini “Per imparare a bere con consapevolezza” Accenni di tecnica di degustazione con Carlo Zucchetti enogastronomo, blogger, Presidente Enoteca Provinciale Tuscia Viterbese 
Ore 21,30 – Chiostro del Palazzo Vipereschi, Università Agraria, Via Garibaldi 17 Poesia, Contact Juggling e danza a cura del Duo Alegrè Dalle ore 21,30 – Via Garibaldi Accademia Blu - Concerto 
Ore 21,30 – Piazza Soderini “I vini della dodecapoli” Degustazione guidata da Giampaolo Gravina, vice curatore della “Guida i Vini d’Italia” de L’Espresso. 
Ore 22,00 - Museo Nazionale Etrusco “Aquarela do Brasil” Eleonora Bernabei Trio - Concerto Ore 22,00 – Piazza Duomo Drumless Trio – Concerto Ore 22,00

Sabato 4 Agosto – Alberata Dante Alighieri 

Percorso enogastronomico con degustazioni di vini provenienti dalle 12 città etrusche e prodotti tradizionali. 
Ore 20,00 – 01,00 -
Piazze e Vie del Centro storico Notti nell’Ade Visita notturna al fondo Scataglini e Aninas con degustazione. Info e prenotazione obbligatoria: Antiche Tradizioni 392 9115430, Asfodeli Arte 0766 840110, Artetruria 331 8785257 Dalle Ore 20,30 – Necropoli Etrusca. “Le Eccellenze del Territorio” Presentazione con degustazione delle Aziende di Produttori Locali di Tarquinia. Dalle ore 20,30 – Chiostro delle Benedettine, Via Umberto I “Teatro Bus” a cura della Compagnia Girovago E Rondella www.girovagoerondella.com 
Dalle ore 21,00 – Piazza Trento e Trieste “Cristallofonia” Concerto per bicchieri musicali a cura di Robert Tiso 
Dalle ore 21,00 – Piazza Soderini “Il Ritorno di Paganini”, Concerto del Violinista Pierpaolo Ugolini 
Dalle ore 21,00 – Via Garibaldi “In volo con Zero” Spettacolo di danza della Compagnia Nuova Euroballetto, a cura di Mediascena Europa - Ingresso € 5,00 Ore 21,30 – Chiostro San Marco, Via Umberto I, 7 Eleonora Tufarolo - Concerto Ore 21,30 – Via Santa Lucia Filippini “Per imparare a bere con consapevolezza” Accenni di tecnica di degustazione con Carlo Zucchetti enogastronomo, blogger, Presidente Enoteca Provinciale Tuscia Viterbese 
Ore 21,30 – Chiostro del Palazzo Vipereschi, Università Agraria, Via Garibaldi 17 “ I vini della dodecapoli” Degustazione guidata da Paolo Zaccaria, giornalista enogastronomo co-fondatore di www.viadeigourmet.it. 
Ore 22,00 - Museo Nazionale Etrusco "SEA, SUN & SAND" Spettacolo di Sand Animation a cura di Silvia Emme Ore 22,00 – Torre Barucci, Via delle Torri Blue Elettrico - Concerto Ore 22,30 – Piazza Duomo G Band - Concerto Ore 22,30

Domenica 5 Agosto – Alberata Dante Alighieri  

Percorso enogastronomico con degustazioni di vini provenienti dalle 12 città etrusche e prodotti tradizionali. 
Ore 20,00 - 01,00 -
Piazze e Vie del Centro storico “Le Eccellenze del Territorio” Presentazione con degustazione delle Aziende di Produttori Locali di Tarquinia. Dalle ore 20,30 – Chiostro delle Benedettine, Via Umberto I Fire Dixie Street Band Musica itinerante stile New Orleans 
Dalle ore 20,30 – Piazze e vie del centro storico “Di poesie e di vino: les poètes maudits” ...per emozionarci con parole e suoni a cura dell’Ass. La Lestra Ore 21,00 – Piccola casa dell’arte e della cultura - Ex lavatoio, Via delle Torri “Se il tempo fosse un gambero” Spettacolo teatrale di Garinei e Giovannini a cura de I Giovani dell’Aquilone Ingresso libero a offerta Ore 21,00 – Chiostro San Marco, Via Umberto I, 7 “Teatro Bus” a cura della Compagnia Girovago E Rondella www.girovagoerondella.com Dalle ore 21,00 – Piazza Trento e Trieste “Cristallofonia” Concerto per bicchieri musicali a cura di Robert Tiso Dalle ore 21,00 – Via Garibaldi Franco Stefani e Marco Elisei - Concerto Ore 21,00 – Via Santa Lucia Filippini “Per imparare a bere con consapevolezza” Accenni di tecnica di degustazione con Carlo Zucchetti enogastronomo, blogger, Presidente Enoteca Provinciale Tuscia Viterbese 
Ore 21,30 – Chiostro del Palazzo Vipereschi, Università Agraria, Via Garibaldi 17 EF 2 Acoustic Duo Live - Concerto Ore 21,30 – Piazza Soderini “ I vini della dodecapoli” - Degustazione guidata da Sandro Sangiorgi giornalista enogastronomo, scrittore direttore della rivista “Porthos” 
Ore 22,00 - Museo Nazionale Etrusco Eventi Verticali - Acrobazie sulla Torre Campanaria del Palazzo Comunale Ore 22,00 – Piazza G. Matteotti Dog Byron - Concerto Ore 22,30 – Piazza Duomo Alessandro Bravo Quartet - Concerto 
Ore 22,30 – Alberata Dante Alighieri Eventi Verticali - Acrobazie sulla Torre Campanaria del Palazzo Comunale Ore 24,00 – Piazza G. Matteotti

Programma Degustazioni

Museo Nazionale Etrusco ore 22,00 Venerdì 3 Agosto “ I vini della dodecapoli” Degustazione guidata da Giampaolo Gravina, vice curatore della “Guida i Vini d’Italia” de L’Espresso. 

Sabato 4 Agosto “ I vini della dodecapoli” Degustazione guidata da Paolo Zaccaria, giornalista enogastronomo co-fondatore di www.viadeigourmet.it. 

Domenica 5 Agosto “ I vini della dodecapoli” Degustazione guidata da Sandro Sangiorgi giornalista enogastronomo, scrittore direttore della rivista “Porthos”. Costo singola degustazione 5,00€ E’ gradita la prenotazione 
Info: lucia@carlozucchetti.it 328 6624453 


Io ti assumo, te in cambio mi dai....quel vino

La notizia è fresca di stampa, la Perugina, ormai Nestlè, ha proposto ai suo dipendenti di San Sisto, padri o madri, di decurtarsi orario di lavoro e, conseguentemente, stipendio  in cambio dell'assunzione dei figli. 
In pratica si è chiesto ai lavoratori di rinunciare a 10 ore di lavoro settimanali, passando da 40 a 30 con riduzione di circa il 20% del loro stipendio, in cambio dell'assunzione del figlio con contratto di apprendistato con una retribizione media di 800 euro a patto che abbiano “un profilo professionale adatto alle esigenze della produzione”.

Questo, in tempo di crisi, è ciò che succede in Italia. Lavorare meno per lavorare tutti.

C'è chi, in tempo di austerity, propone un altro tipo di scambio.


A Mackay, in Queensland (Australia), un padre lancia un accorato appello sul quotidiano locale: "Birra gratis per 12 mesi. 50 cartoni in cambio di un contratto di apprendista elettricista per mio figlio di 19 anni".

Facendo due conti si tratta di un cartone a settimana per un costo totale che si aggira sui 1.700 dollari, un investimento che, stando alle ultime notizie, non è che abbia fatto molta presa sugli imprenditori locali. Finora, infatti, molti contatti ma nessuna proposta seria per il giovane disoccupato il cui padre, forse, dovrà cambiare metodo o birra in palio.

Ma, e la domanda sorge spontanea, se foste voi a decidere della sua assunzione, per quale vino sareste disposti a fargli sto benedetto contratto?

Fonte: TGCom

Della tossicità del vino e del qualunquismo becero e un pò radical-chic

Ieri sera mi sono sfogato su Facebook, non potevo tenermi dentro di me certe cose. 

La discussione: FACEBOOK

In sostanza, per chi è prigo o non ha "faccialibro", mi sono scagliato contro chi afferma continuamente e coscientemente che solo l'1% del vino in circolazione è sano mentre tutto il resto, e parlava del 99%, è da considerare TOSSICO in quanto deriva da pratiche agricole e tecniche ritenute industriali.

La sostanza in pratica è: se fai parte di un certo giro di "naturalisti" pubblicamente verrà esaltato il tuo vino elogiando tutti i difetti che questo eventualmente si porta dietro. Difetti di gioventù e, per questo, scusabili. Se non fai parte di quel giro, che è anche mediatico, allora sei un untore, sia che ti chiami Giacosa o Biondi Santi, sia che ti chiami Pinco Palla Wines che, pur facendo sana agricoltura, se ne frega di entrare in certe élite del vino o non ha mezzi economici e/o potere mediatico per entrare nella cerchia giusta.

Possibile che persone intelligenti debbano far passare certi messaggi qualunquistici e un filo "troppo" allarmistici? Mi sembrano i discorsi dei mariti traditi che vanno a dire in giro che tutte le donne sono put*****e.

Mi spiace anche che i produttori che sentano o leggano queste cose non alzino la mano dicendo che forse si sta un filo esagerando. Ma sì, tanto non si parla di loro per cui...mors tua vita mea.