Tintore di Tramonti: il suo riconoscimento
ufficiale è avvenuto giusto dieci anni fa anche se coltivato da sempre nel
comune di Tramonti. Secondo le ricostruzioni scientifiche, si tratta di un
vitigno nato dall'incrocio dell'Aglianico con la Tintora avvenuto molti secoli
fa. Per comprendere la sua storia bisogna immaginare la Costiera Amalfitana
come un'isola che si poteva raggiungere solo via mare dall'inizio dei primi
insediamenti umani sino al 1800 quando i Borbone fecero costruire la prima
carrozzabile unendo vari pezzi, una strada che è ancora oggi la stessa che
percorriamo in auto da Vietri a Positano.
Vigne di Tintore a Tramonti |
Questo isolamento, particolarmente catastrofico dopo
il crollo della Repubblica Marinara di Amalfi, ha però consentito di preservare
in campagna un immenso patrimonio di biodiversità, dai frutti ai legumi ancora
oggi ci troviamo sempre di fronte a qualcosa di particolare quando entriamo
nelle case. Una agricoltura povera, poverissima, che ha spinto la maggioranza
della popolazione a scappare dalla fame emigrando nel Nord Italia e in America.
Il cuore dell'agricoltura è il comune di Tramonti, un comune che non c'è, nel
senso che è solo l'unione amministrativa di tredici frazioni, ciascuna delle
quali ricche di storia, monumenti e resti di antiche chiese rupestri.
Solo l'apertura del Valico di Chiunzi, un tempo
confine della Repubblica Amalfitana a 880 metri di altezza, al traffico
veicolare alla fine dell'800, ha consentito di ridurre l'isolamento della zona.
Tramonti è dunque un vero e proprio paradiso ampelografico dove il Tintore si è
affermato nel tempo come unico vino rosso, coltivato a piede franco perchè il
Vesuvio ha soffiato tanta cenere e materiali vulcanici nel corso dei millenni
sino a ricoprire il primo stato del terreno roccioso. Confuso con l'Aglianico
per tutti questi anni grazie alle caratteristiche sostanzialmente simili in
campagna come nel bicchiere (tannini e acidità a go go): ha grappoli conici,
dall’aspetto spargolo e allungato, con una foglia dal profilo increspato e una
pelosità della pagina inferiore che al tatto si presenta assai vellutata. È
un’uva tardiva, vista l’altitudine, vigorosa, ricca di antociani (da cui il
nome), con un’invaiatura precoce rispetto alle altre varietà rosse presenti in
zona, in particolare l’Aglianico, ma con un periodo di vendemmia che parte
dalla terza decade di ottobre in poi.
Ecco le testimonianze letterarie sulla Tintora da cui
ha avuto origine il Tintore:
Giuseppe dei Conti di Rovasenda (1877) cita nel suo
“Saggio di una ampelografia universale” unaTintiglia Nera di provenienza
napoletana, una Tintora di Ischia e una Tintora di Lanzara o VernacciaNera
originaria di Salerno. Ma la Tintora descritta da Bordignon (1964) non corrisponde
al Tintore di Tramonti, poiché la Tintora descritta possiede solo fiori
femminili, caso rilevato solo nel 4% dei vitigni coltivati (dati INRADomaine de
Vassal, Francia) e oggi giorno rarissimo. Ciò la rende facilmente
distinguibile dal Tintore di Tramonti, suo diretto discendente. Infine la
Tintora descritta da Pierre Galet (2000) è quella presente nella Collezione di
Vassal, a fiorifemminili e che corrisponde geneticamente alla madre della
pianta da noi analizzata in questo studio.
Le condizioni pedoclimatiche sono ben distanti da
quelle che si potrebbero supporre: siamo al Sud, certo, e la luminosità non
manca. Ma le escursioni termiche sono molto accentuate, l'agricoltura e la
viticoltura si volgono su terrazzamenti faticosamente strappati alla roccia che
sono sempre a rischio durante le piogge. Non è rara, siamo nel cuore dei Monti
Lattari, la nebbia e persino la neve negli inverni più rigidi. Possiamo dunque
tranquillamente definire la viticultura di Tramonti una viticultura del freddo.
I venti di mare e di terra si alternano in continuazione lungo le vallate che
risalgono al Valico di Chiunzi e questo consente una viticoltura faticosa sul
piano logistico, ma abbastanza favorevole da punto di vista della sanità delle
uve e del terreno.
Nelle verticali sin qui eseguite (soprattutto quella
completa della 'A Scippata nel 2016 ea Ravello) , il Tintore di Tramonti
dimostra una longevità incredibile: non bastano dieci anni a far rientrae
l'acidità ed è per questo che lo si consiglia su piatti solidi e robusti della
tradizione contadina.
Il Tintore ha quattro piccoli grandi protagonisti e
taglia il traguardo dei 20 anni di produzione.
Giuseppe Apicella
Il Vino in questione si chiama 'A Scippata Costa
d'Amalfi doc, ed è la prima etichetta realizzata da Prisco Apicella dopo
aver studiato Enologia ad Alba e rientrato nell'azienda fondata dal padre Giuseppe
negli anni '70. Nasce nel 2000. La prima ad imbottigliare il vino che
altrimenti veniva venduto sfuso ai mediatori napoletani che lo facevano
diventare Gragnano. Qui il Tintore è insieme al Piedirosso, secondo un blend
classico che rende più leggeri tannino e acidità. Dopo la vinificazione in
acciaio si eleva in botti grandi e poi fa un anno in vetro. L'ultima produzione
è di appena 2700 bottiglie a 30 euro circa in enoteca.
Giuseppe Apicella |
Monte di Grazia
Come Apicella, anche questa piccola azienda nel suo
Monte di Grazia Rosso assembla tintore e piedirosso. 3300 bottiglie a 20 euro
circa.
Alfonso Irpino - Monte di Grazia |
Reale
Il vino si chiama Borgo di Gete ed è stato il
primo Tintore in purezza, realizzato da Gigino e Gaetano Reale in
collaborazione con l'enologo Fortunato Sebastiano. Matura in legno grande e
vetro. La prima vendemmia è del 2005 Solo 1700 bottiglie a 40 euro circa in
enoteca.
Gaetano Reale - Foto: Roberto Sammartino |
Tenuta San Francesco
E' Iss Prefilloxera il secondo Tintore in
purezza prodotto nell'areale di Tramonti. Così chiamato per le viti giganti
tipiche di questo vitigno che sono ancora a piede franco e che coprono interi
versanti delle colline. Prima annata 2003. In questo caso sono 4000 bottiglie
a 35 euro in enoteca.
Pur nella diversità di interpretazioni il Tintore
mantiene delle caratteristiche molto chiare anche con il passare degli anni. Il
colore rosso rubino tiene perfettamente, così come l'acidità che resta scissa a
lungo, soprattutto quando è in purezza.
Vigne di Tenuta San Francesco: che vista!! |