Siamo a Gennaio e, forse, parlare di vini bianchi a qualcuno farà venire freddo ma, credetemi, possiamo fare un'eccezione per lo Chenin Blanc, uno dei grandi vitigni autoctoni francesi che in Italia, purtroppo, è ancora poco conosciuto.
Lo Chenin Blanc, vitigno originario dell'Angiò dove pare fosse coltivato già nel IX secolo, deve sicuramente il suo nome al lavoro di ricerca di Denis Briçonnet, abate di Cormery, che nel XV secolo nella proprietà di
Mont-Chenin, sulle pendici dell’Echaudon, piantò alcune varietà di viti tra cui il Plant
d’Anjou che ben presto si acclimatò con successo e che, verosimilmente, prese il nuovo nome di Chenin.
Oggi lo Chenin Blanc nella Loira è coltivato nelle zone di Anjou e Saumur e Touraine.
L’Anjou e Saumur hanno una AOC di ricaduta (Anjou), delle AOC territoriali come Coteaux-de-l’Aubance, Anjou Coteaux-de-la-Loire, Savenniéres, Coteaux-du-Layon, Saumur, Saumur-Champigny e tre AOC
comunali (solo per vini dolci) denominate Bonnezeaux, Chaume e Quarts-de-Chaume.
Le denominazione
Bonnezeaux e Quarts-de-Chaume sono famose per produrr grandi vini muffati grazie all'incontro dei fiumi Layon e Loira che creano le condizioni ideali per la formazioni delle nebbie propedeutice alla formazione della Botrytus.
Nella zona del Savennières, la più famosa per lo Chenin Blanc, si
trovano i maggiori Cru: la Roche-aux-Moines e il
Coulée-de-Serrant.
Piccola curiosità: la zona, geologicamente, vede suoli sono divisi in due categorie: “Anjou Noir” ovvero scisti e rocce primarie
del Massicio armoricano e “Anjou Blanc” composto da rocce ricche di calcare.
AOC Anjou e Saumur |
La Touraine
ha una AOC regionale Touraine divisa in nove AOC comunali: Bourgueil,
Saint-Nicolas-de-Bourgueil, Chinon, Montlouis, Vouvray,
Touraine-Azay-le-Ridéau, Touraine-Amboise, Touraine-Mesland, Touraine
Noble Joué.
Zone di grande qualità per lo Chenin Blanc sono Vouvray e Montlouis
I suoli sono caratterizzati dalla presenza maggioritaria di tufo, con intrusioni di argilla, sabbia e talvolta silice.
AOC Touraine |
Tornando a cose più "pratiche", assieme ad un nutrito gruppo di TDC abbiamo bevuto e, conseguentemente, scoperto le seguenti chicche:
Saumur Blanc Breeze 2001 - Clos Rougeard: iniziare la batteria con questi vino è un pò imparare a guidare una macchina partendo dalla Ferrari. Ha 13 anni ma non li dimostra, nè al colore che si mantiene vivissimo, nè all'olfattiva dove questo chenin blanc sembra appena svinato. Nettissima è la nota citrina, agrumata del vino a cui seguono i caratteristici aromi di mela, in questo caso grattata, e acacia. Forse l'età viene tradita da una piccola sensazione di pasticceria ma si tratta di poco. Col tempo il vino si apre, muta, e diventa floreale, mettere il naso nel bicchiere significa entrare in un campo primaverile di fiori gialli.
Al sorso il vino è teso, vibrante, ha tutta l'anima del vitigno e progredisce da manuale. Che volere di più?
Montlouis Les Choisilles 2010 2000 - François Chidaine: ci spostiamo a Vouvray ed in particolare nella piccola AOC Monlouis. Questo produttore, biodinamico dal 2003, coltiva solo chenin blanc con piante che vanno dai 40 agli 80 anni. Questo vino, che non fa parte dei suoi Cru, ha un naso e uno stile che a qualcuno di noi ha ricordato quello di Gravner, sembra un vecchio Collio macerato con le classiche sensazioni di miele, castagna, camomilla. Questo naso "grasso" e un pò stanco si scontra con una bocca totalmente diversa, il sorso è acido, affilato, minerale.
Montlouis Les Choisilles 2010 2000 - François Chidaine: ci spostiamo a Vouvray ed in particolare nella piccola AOC Monlouis. Questo produttore, biodinamico dal 2003, coltiva solo chenin blanc con piante che vanno dai 40 agli 80 anni. Questo vino, che non fa parte dei suoi Cru, ha un naso e uno stile che a qualcuno di noi ha ricordato quello di Gravner, sembra un vecchio Collio macerato con le classiche sensazioni di miele, castagna, camomilla. Questo naso "grasso" e un pò stanco si scontra con una bocca totalmente diversa, il sorso è acido, affilato, minerale.
Vouvray sec Clos Naudin 1998 - Philippe Foreau: sempre nella zona di Vouvray troviamo questp importante produttore che ha uno stile molto puro e scarsamente interventista. Naso intrigante e ancora giovanile, la purezza del frutto si intreccia con una fervida mineralità che a tratti si trasforma in salinità. Il tempo fa uscire una strana mediterraneità nel bicchiere visto che percepisco il cappero e l'oliva. Il miele esce col tempo. Al sorso il vino è leggermente seduto ma rimane comunque minerale ed ampio. Bella la persistenza finale.
Savennieres Coulee de Serrant 1989 - Nicolas Joly: ohhhhhhhh Joly, tutti ad aspettare il vino di questo importante produttore biodinamico e..............il vino è talmente strano ed evoluto che tanti decidono di dargli un bel NG. Non giudicabile da chi lo ha bevuto spesso e pensa che questo chenin blanc possa dare molto di più. Ok, ma come era sto vino? Colore oro quasi ambrato, naso tostato, caffettoso, qualcuno ha esordito dicendo che era un ottimo Caffè Borghetti. Col tempo evolve, sa di pan di zenzero, caramella d'orzo, futta secca per arrivare ad sentori da whisky torbato. Bocca leggermente slegata ma bella piena a compressa. Bottiglia sfigata? Boh, non so, dicono di sì e mi fido.
Foto: Andrea Federici |
Saumur blanc L'Insolite 2009 - Domaine des Roches Neuves: Thierry Germain, giovane vignaiolo bordolese trapiantato in Loira dal 1991, conduce la sua azienda con metodi biodinamici. L'Insolite nasce da un piccolo vigneto di chenin blanc di circa 75 anni. L'uva trasportata in cantina subisce una fermentazione in botti di legno da 400 e 250 litri, un terzo di un anno e due terzi di due anni. Segue affinamento in botti grandi da 1200 litri per circa un anno. Il vino, a dire il vero, non mi ha entusiasmato moltissimo, ha grande verticalità, è acido e agrumato, teso, affilato ma, forse, un pò troppo monocorde. Sicuramente è giovanissimo, aspetteremo!