Natale mi ha portato una sorpresa, di quelle inaspettate e, pertanto, di quelle più gradite. No, non si tratta dell'ultima annata di La Tache, ma di una etichetta minore, di quelle che 99 persone su 100 avrebbero buttato via tanto tempo fa.
Di che vino si tratta? Prima il prologo!
Non mi ricordo esattamente il giorno ma a Stefania serviva un vino bianco per sfumare della carne che stava cucinando.
Non mi ricordo esattamente il giorno ma a Stefania serviva un vino bianco per sfumare della carne che stava cucinando.
Mi chiede:"Non ne abbiamo così tanti ma, ti prego, cerca in cantina qualche vino da poco che mi possa essere utile in cucina".
Le dico:"No, non serve che vada in cantina, ti porto quella boccia là che tanto...."
Mezza impolverata, riposta da chissà quanto tempo sopra un davanzale assieme ad altri presunti cadaveri enologici, era la classica bottiglia di spumante che non ricordi nemmeno come hai avuto, magari sarà stata inserita in qualche pacco natalizio aziendale, prima della crisi ne giravano tanti.
"Non mi guardare così Stefy, lo so, non è un bianco fermo, magari non sarà l'ideale ma questo passa il convento, altrimenti scendo e vado di Tavernello...."
Guardo la bottiglia e leggo la dicitura SBOCCATURA 2005. Caspita, da quanto tempo è qui? Elimino la capsula e la gabbietta. Comincio a muovere il tappo, convinto che l'anidride carbonica rimasta sia minima. Non mi aspetto il classico "botto" ed invece lo schioppo è secco, rumoroso, il gatto vicino a me fa un salto guardandomi con odio. Non è il solo.
"Scusa, pensavo fosse sgasato....Per curiosità, mi passi un calice?"
Col sorriso da beone di chi crede di saperla lunga, verso il vino nel bicchiere e, prima sorpresa, la spuma c'è ed è viva e cremosa. Ah, però...
Il colore del vino, come da foto, è bellissimo, un giallo dorato intenso che fa molto birra artigianale. Cominciano a cadere alcune certezze. Dai, mi dico, non può essere.
Metto il naso nel bicchiere e, sorpresa, il vino c'è. Eccome se c'è. Il corredo olfattivo è da grande spumante invecchiato. C'è tanto miele, poi sentori di mela cotogna, zenzero, albiccocca secca, burro, crema pasticcera. Ok, non ci sono le sfumature dei grandi metodo classico però, cavolo, questo è un Ferrari Brut base. L'ho detto! Quello che compri al supermercato per 10 euro e che mai e poi mai penseresti possa avere così lunga vita.
Anche al sorso, nonostante denunci una ossidazione abbastanza spinta, è ancora vivace, intenso, con un perlage fine ed una beva piacevolissima.
Anche Stefy non ci credeva, e visto che eravamo tanto "scettici", abbiamo finito la bottiglia in un attimo con tanti saluti alla carne che, per questa volta, non è stata sfumata.
Consiglio del giorno: mai fidarsi delle apparenze e tenere sempre una vino bianco per cucinare di scorta!