Gianfranco e Simona Fino ed ES, un binomio vincente che ormai tutti gli appassionati di vino hanno imparato a conoscere grazie anche ai tanti premi ricevuti negli ultimi anni.
Quello che forse non tutti sanno è che coniugi Fino non si sono limitati a produrre solo grande Primitivo di Manduria visto che l'ES, da quasi otto anni, ha un fratello chiamato JO (100% negramaro) che di minore ha solo l'età.
Simona Fino |
La nobiltà di questo vino, la sua storia, inizia infatti nel 2005 con la ricerca del vigneto, faticosissima, perchè in zona Agro di Manduria è cosa rara trovare qualcosa diverso dal primitivo che, spesso, è stato impiantato sostituendo proprio quel negramaro che Fino cercava e che ha trovato, bontà sua, in zona San Pietro in Bevagna (Contrada Marina), a circa 800 metri dal mare. Un ettaro di vigna ad alberello di oltre 40 anni di età le cui radici affondano sulla terra rossa, di medio impasto, producendo mediamente 800 grammi di uva che viene vinificata in tini di acciaio da 70 hl per una durata che va dalle due alle tre settimane. Dopo la svinatura, il vino passa in barrique di rovere francese, nuove per il 50%, per circa 10 mesi prima di essere messo in bottiglia ed affinare altri sei mesi. Produzione media pari a 2500/3000 bottiglie.
Lo scarso timore reverenziale verso il fratellone ES l'ho potuto constatare qualche tempo fa a Roma, presso il St Regis, dove è stata organizzata una bellissima verticale di JO partendo dalla prima annata, la 2006, fino ad arrivare all'ultima, la 2012. Il millessimo 2009 non è stato mai prodotto visto che le uve, causa maltempo, non sono state ritenute idonee a produrre il vino. La 2007, invece, non è stata messa in degustazione in quanto merce rarissima anche nella cantina personale del produttore.
JO 2012 - Gianfranco Fino: l'annata, dai Fino, è considerata molto promettente e dopo aver messo il naso nel bicchiere non alcun dubbio circa le loro previsione. Ventaglio aromatico ricco e lussureggiante che sembra tirare dentro di sè la macchia mediterranea che da tempo immemore circonda la vigna da cui proviene il vino. Difficile non sentire il mirto, il timo, la maggiorana, l'origano, il cappero selvatico, la frutta rossa bella croccante e un pizzico di salsedine che ci ricorda la vicinanza del mare. Il sorso inizialmente ha un attacco morbido che, subito dopo, viene bilanciato dalle durezze acido/sapide del negramaro che, complice un tannino ben definito nonostante la gioventù, continua la sua elegante spinta in bocca che termina regalando una persistenza sapida, quasi marina, che disegna i contorni unici di un terroir unico come quello dell'areale di Manduria.
JO 2011 - Gianfranco Fino: rispetto al precedente il quadro olfattivo è meno "irruento" e la macchia mediterranea cede il passo a sentori leggermente più austeri di mineralità rossa che si completa stavolta con ampi tratti iodati e salmastri ben mitigati col passare del tempo da una nota di fiori rossi da diario di grande eleganza. La bocca, sempre rispetto la 2012, ha un profilo più rigoroso grazie soprattutto ad un tannino che ancora ruggisce donando una struttura più maschia al vino. Finale caldo, avvolgente, su toni "capperosi" e salamastri. Ha ancora tanta, ma tanta strada da fare questo JO...
JO 2010 - Gianfranco Fino: immaginate ora di prendere tutte le sensazioni più belle ed espressive descritte nei precedenti vini e di fonderle, usando una formula alchemica, all'interno di un unico vino aggiungendo classe, stile e purezza senza tempo. Un piccolo capolavoro dove la frutta rossa, le erbe aromatiche, i fiori rossi, le spezie, i legni orientali, la mineralità, la liquirizia raggiungono al naso equilibri circensi per poi esplodere letteralmente al sorso caratterizzato da tannini fittissimi e setosi, freschezza marina e da una persistenza balsamica infinita. Credetemi, un grandissimi negramaro, un grandissimo vino e uno dei migliori assaggi del 2013. Chapeau!
JO 2008 - Gianfranco Fino: dopo il "piccolo mostriciattolo" precedente sarebbe stata dura per qualunque vino ma questo negramaro, evidentemente, aveva un asso nella manica e se l'è giocato al meglio visto che mi ha affascinato col suo stile "minimal". Mi spiego: questo JO è pura sostanza ed essenzialità, ti parla di mare senza mostrarti le onde, ti rivela il volto segreto della terra di Manduria senza mostrarti le coordinate, è un vino spogliato di ogni eccesso, è la tua donna senza trucco. Sorso strutturato, di trama fitta ben sostenuta dalla morbidezza. Non cede nulla al tempo perchè il tempo l'ha già soggiogato. Vino mentale.
JO 2006 - Gianfranco Fino: le prime annate, per molti vignaioli, sono sempre un pò di prova, a volte sono drammatiche. Gianfranco Fino, probabilmente nella sua inconsapevolezza, è riuscito a creare un vino che, dopo quasi otto anni di affinamento, ha caratteristiche più da village di Borgogna che pugliesi. Rubino scarico nel colore, ha un ventaglio aromatico che prende la forma de ribes e del lampone, frutta freschissima e lievemente balsamica che trasforma il sorso in una deliziosa conferma dove la vibrante freschezza è punteggiata da una profonda impronta minerale e fruttata. E' un vino cristallino, leggero, sartoriale, dalla beva travolgente. Alla cieca potrebbe infinocchiare più di qualche grande degustatore. Voi, se ne avete una bottiglia in cantina, siete dei privilegiati!
JO 2011 - Gianfranco Fino: rispetto al precedente il quadro olfattivo è meno "irruento" e la macchia mediterranea cede il passo a sentori leggermente più austeri di mineralità rossa che si completa stavolta con ampi tratti iodati e salmastri ben mitigati col passare del tempo da una nota di fiori rossi da diario di grande eleganza. La bocca, sempre rispetto la 2012, ha un profilo più rigoroso grazie soprattutto ad un tannino che ancora ruggisce donando una struttura più maschia al vino. Finale caldo, avvolgente, su toni "capperosi" e salamastri. Ha ancora tanta, ma tanta strada da fare questo JO...
JO 2010 - Gianfranco Fino: immaginate ora di prendere tutte le sensazioni più belle ed espressive descritte nei precedenti vini e di fonderle, usando una formula alchemica, all'interno di un unico vino aggiungendo classe, stile e purezza senza tempo. Un piccolo capolavoro dove la frutta rossa, le erbe aromatiche, i fiori rossi, le spezie, i legni orientali, la mineralità, la liquirizia raggiungono al naso equilibri circensi per poi esplodere letteralmente al sorso caratterizzato da tannini fittissimi e setosi, freschezza marina e da una persistenza balsamica infinita. Credetemi, un grandissimi negramaro, un grandissimo vino e uno dei migliori assaggi del 2013. Chapeau!
JO 2008 - Gianfranco Fino: dopo il "piccolo mostriciattolo" precedente sarebbe stata dura per qualunque vino ma questo negramaro, evidentemente, aveva un asso nella manica e se l'è giocato al meglio visto che mi ha affascinato col suo stile "minimal". Mi spiego: questo JO è pura sostanza ed essenzialità, ti parla di mare senza mostrarti le onde, ti rivela il volto segreto della terra di Manduria senza mostrarti le coordinate, è un vino spogliato di ogni eccesso, è la tua donna senza trucco. Sorso strutturato, di trama fitta ben sostenuta dalla morbidezza. Non cede nulla al tempo perchè il tempo l'ha già soggiogato. Vino mentale.
JO 2006 - Gianfranco Fino: le prime annate, per molti vignaioli, sono sempre un pò di prova, a volte sono drammatiche. Gianfranco Fino, probabilmente nella sua inconsapevolezza, è riuscito a creare un vino che, dopo quasi otto anni di affinamento, ha caratteristiche più da village di Borgogna che pugliesi. Rubino scarico nel colore, ha un ventaglio aromatico che prende la forma de ribes e del lampone, frutta freschissima e lievemente balsamica che trasforma il sorso in una deliziosa conferma dove la vibrante freschezza è punteggiata da una profonda impronta minerale e fruttata. E' un vino cristallino, leggero, sartoriale, dalla beva travolgente. Alla cieca potrebbe infinocchiare più di qualche grande degustatore. Voi, se ne avete una bottiglia in cantina, siete dei privilegiati!
Bicchieri vuoti..... |