Il Rosso Conero: il vino "marino" da rilanciare

Studio Marche, dopo essersi occupato di Verdicchio dei Castelli di Jesi, per la seconda puntata ha deciso di cambiare colore occupandosi di una delle DOC più rappresentative della Regione: il Rosso Conero.

Questa storica denominazione, che interessa i comuni di Ancona, Camerano, Numana, Sirolo, Osimo, Offagna Castelfidardo, ha come riferimento geografico il promontorio del monte Conero, unico promontorio della costa italiana Adriatica compresa tra Trieste ed il Gargano, che si erge sul mare e le colline che discendono dallo stesso verso l’entroterra.

Riviera del Conero - Foto: Turismo.it

Il territorio di produzione del Rosso Conero DOC, perciò, è un piccolo fazzoletto di terra di circa 350 ettari che, partendo ad est, ovvero dalla costa Adriatica, si inoltra per qualche chilometro verso ovest, all’interno delle colline retrostanti il rilievo montuoso del Conero, dove una morfologia dolce ed omogenea e un clima temperato creano condizioni ambientali uniche, caratterizzate da un’esposizione esemplare alla luce e alle brezze marine. La composizione dei terreni, in prevalenza calcareo argillosi a bassa fertilità, assicura inoltre la piena maturazione delle uve soltanto con un contenuto carico di grappoli per vite.

Territorio della DOC

Prima di addentrarci nella degustazione e nelle considerazioni finali, bisogna sottolineare che il disciplinare del Rosso Conero DOC prevede che questo vino sia prodotto con almeno l’85% di montepulciano al quale si può aggiungere a saldo un 15% di sangiovese.

Come sempre Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, durante la diretta zoom ci ha presentato sei vini, tutti montepulciano in purezza, e queste sono le mie brevi note di degustazione

Foto: Enzo Radunanza per Gazzetta del Gusto

Marchetti – Rosso Conero “Castro di San Silvestro” 2019: questa azienda storica, fondati ai primi dell’800 dall’Onorevole Giovanni Bonomi e ora seguita da Maurizio Marchetti (agronomo ed enologo), con il recente aiuto dell’amico Lorenzo Landi, ha presentato questo montepulciano in purezza dai caratteri fruttati e speziati. Peccato per una certa rusticità di fondo che toglio alla beva un filo di eleganza. Affinamento: acciaio e cemento.

Conte Leopardi Dittajuti – Rosso Conero “Fructus” 2018: l’Azienda Agricola Conte Leopardi Dittajuti è di proprietà dell’antica famiglia Leopardi Dittajuti ed è stata tramandata di padre in figlio per moltissime generazioni. Il vulcanico Piervittorio Leopardi, attuale proprietario assieme a Lidia, ci ha presentato il suo Rosso Conero dal naso giovanile e fruttato pur lasciando una scia di macchia mediterranea che ne prolunga la persistenza. Sorso vigoroso, con tannini ordinati e sostenuto da sensibile vena di freschezza sapida nel finale. Affinamento: barrique per due mesi.

Umani Ronchi – Rosso Conero “San Lorenzo” 2018: l’azienda, che non ha bisogno di presentazioni, ha portato in degustazione questo Rosso Conero che nasce da uve prodotte da un unico vigneto, il San Lorenzo, piantato nel comune di Osimo. E’ un vino molto complesso, vigoroso di aromi di amarena, prugna, mora, macchia marina e spezie orientali. Corpo robusto, sostenuto da tannini di razzza e adeguata verve acida. Invecchiamento: per 18 mesi in botti grandi (da 15 a 27 hl) di rovere francese e di Slavonia.

Fattoria Le Terrazze – Rosso Conero 2018: nella batteria dei sei vini presentati, lo anticipo, questo Rosso Conero prodotto da Antonio Terni è stato quello da me preferito, vuoi per la sua eleganza e leggiadria, vuoi per il suo grandissimo equilibrio, figlio anche di un tannino assolutamente cesellato, vuoi per un finale sapido che esalta la beva di questo montepulciano in purezza che berrei a secchi anche d’estate dopo un leggero passaggio in frigo. Il Rosso da pesce per antonomasia! Affinamento: 12 mesi in botti di legno 30 hl.

La Calcinara – Rosso Conero “Il Cacciatore dei Sogni” 2018: l’azienda, diretta dai fratelli Paolo e Eleonora, rispettivamente classe ‘81 e ‘87, prende il nome perché situata sul poggio più calcareo e aperto del paese di Candia. Questo Rosso Conero ha un naso ricercato e ricco di sfumature, con spunti di frutti di bosco ma soprattutto di resina, ginepro e iodio. La bocca è una vertigine di sensazioni articolate e territoriali che rendono questo montepulciano piacevolissimo e di grande sapidità marina. Affinamento: acciaio e botti grandi.

Moroder – Rosso Conero 2017: la nascita del complesso agricolo risale alla metà del ’700, quando i Moroder, originari della Val Gardena, si spostano ad Ancona e acquistano i terreni sui quali oggi sorge l’azienda. Questo vino, il primo e unico presentato del 2017, fa capire le grandi possibilità evolutive di un Rosso Conero in quanto ancora oggi, a tre anni dalla vendemmia, è assolutamente vivace e complesso nei suoi richiami olfattivi di more, mirtilli, corteccia, china, spezie nere e ritorni balsamici. Al gusto è carnoso, di grande equilibrio grazie ai suoi tannini morbidi supportati da una spina dorsale acido-sapida di grande potenza. Ottima la progressione gustativa. Affinamento: per 18 mesi in botti grandi (da 15 a 27 hl) di rovere francese e di Slavonia.

Considerazioni finali

Durante la degustazione con i sei vignaioli ed Alberto Mazzoni è uscita fuori la problematica circa l’identità attuale del Rosso Conero che andrebbe fortemente rilanciata anche per via del suo ottimo rapporto qualità\prezzo. Come fare? La mia proposta è abbastanza semplice ed è qualcosa che è stato attuato in passato anche dallo stesso Consorzio di Tutela ovvero agganciare fortemente la denominazione al terroir di riferimento rievocando l’incontro tra il mare Adriatico, con le sue splendide spiagge, e la viticoltura del Conero. 

Foto: La Stampa

Un terroir unico che può creare un brand tale da considerare il Rosso Conero come il vino rosso da pesce per eccellenza non solo per la costa Adriatica ma anche per tutta l’Italia. Come arrivare a questo risultato? Cercando di produrre meno, meglio, cercando di alleggerire il montepulciano da ogni orpello, magari evitando un sontuoso uso del legno, così come ha fatto, per esempio, Fattoria Le Terrazze col suo Rosso Conero. Bisogna puntare sulla piacevolezza di beva, su vini diretti e croccanti, lasciando al Conero DOCG l’ambizione di essere il rosso più importante e complesso delle Marche.

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