Soave Versus 2016: la Top Five di Percorsi di Vino

Soave Versus 2016 è stata decisamente una edizione da record, non solo per le 50 (!!) cantine presenti alla manifestazione ma anche, e soprattutto, per la qualità media delle centinaia interpretazioni del Soave declinato nelle tipologie Classico, Superiore e Recioto che hanno fatto letteralmente "impazzire" i tanti degustatori presenti visto che era impossibile assaggiarli tutti in poche ore.

Questa mia (mini)classifica, perciò, non può essere esaustiva ma rappresenta, dopo un centinaio di Soave degustati, una sorta di lista, assolutamente personale ed istintiva, dei cinque Soave che sono corso comprare in enoteca una volta uscito dal Palazzo della Gran Guardia di Verona. Pronti per i miei consigli per gli acquisti?

Corte Mainente - Tovo al Pigno 2015: Davide e Marco Mainente sono l'ultima generazione di questa interessante azienda famigliare, situata a due passi dal castello di Soave, che oggi può vantare circa 12 ettari di vigneto coltivati quasi esclusivamente a garganega. Il Tovo al Pigno rappresenta il loro Cru (1 ettaro circa) che nasce nella zona del Soave Classico appena sotto il vulcano Foscarino. Da questi terreni composti da basalto, da qui il nome Tovo, nasce questa garganega in purezza che è un inno alla sapidità e al carattere del territorio.



Fornaro - Capitello del Tenda 2014: Damiano lo avevo conosciuto allo scorso Soave Versus e da subito, forse complice la sua giovane età, mi era piaciuta la sua interpretazione del Soave che trova la sublimazione del Capitello del Tenda, vigneto di circa un ettaro, che in questa seconda annata di produzione si caratterizza per tanta freschezza associata ad una complessità che, visto il millesimo in questione, non ti aspetteresti. Credetemi, sto ragazzi va seguito!


Le Battistelle - Roccolo del Durlo 2014: questo Cru, uno dei più belli del Soave Classico e appartenente una volta alla nobile famiglia dei Durlo, si trova localizzato nella parte alta del monte Castellaro ("Roccolo" ovvero cima della montagna) e si caratterizza per l'estrema ripidità dei vecchi vigneti di garganega, piantati su roccia basaltica, la cui età spesso travalica il secolo. Il vino che ne deriva è di chiara matrice vulcanica anche se il corredo olfattivo viene impreziosito da soffi di pompelmo rosa, mughetto e resina. Palato scorrevole, salmastro e ricco di personalità.


Coffele - Alzari 2014: come ogni anno i vini presentati al banco da Chiara Coffele si distinguono per i loro tratti distintivi ben definiti e questo Alzari ne è un chiaro esempio visto che che cattura il palato senza eccessi nonostante un chiaro stampo modernista (il 40% delle uve compie un appassimento per circa 40 giorni a cui segue una maturazione del vino in botti di rovere francese da 15 hl per 10 mesi). L'ottima integrazione del legno, il fine bilanciamento e la persistenza sapida di questo vino fanno dell'Alzari un Soave Classico da prendere ad esempio per tutti quelli che vorrebbero interpretare il territorio in chiave trendy.



Gini - La Froscà 2014solo due grandi vignaioli come Sandro e Claudio Gini potevano tirar fuori un grande Soave Classico da una annata piovosa come la 2014 e da un Cru "freddo" come il Froscà. Questa garganega in purezza è un gioiello dalla mille sfaccettature fruttate e floreali il cui cuore, però, pulsa di animo nobile e territoriale che rimanda senza sconti al terreno tufaceo della collina dove sono piantate le vecchie vigne che oggi hanno mediamente 80 anni di età. La grana e la dirompente persistenza del vino, su note di pietra focaia, dovrebbe essere brevettata e posta come esempio di classe a tutti i corsi per sommelier di Italia.



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