Quante volte avete sentito dire che l’annata 2002 è stata piovosa e che i vini di quell’anno sono indecenti? Quante volte avete sentito i vari guru del vino dire che nel 2003, annata molto calda, sono usciti solo vini cotti?
Spesso, prima di dire stupidaggini, bisogna capire che il nostro paese, l’Italia, non è tutto uguale: l’influenza del mare, dei laghi, delle montagne, la reale difformità paesaggistica determina inevitabilmente la creazione di molteplici microclimi, anche a distanza di pochissimi chilometri, che rendono l’attività agricola del tutto disomogenea. Mai sentito parlare di macchia di leopardo? Il clima in Italia è tutto fuorché globalizzato.
Questa premessa, per molti inutile, serve a farci capire la futilità di certe affermazioni generalizzate, soprattutto di un 2002 piovoso dappertutto con un’uva che non è giunta a giusta maturazione. Chiacchere da bar anche perché, a tutto questo, dovete aggiungerci anche il cosiddetto “manico” del produttore.
Non pensate male, non è un termine osceno, sto parlando in questo caso dell’abilità del vignaiolo di interpretare al meglio qualsiasi annata attraverso la perfetta comprensione del suo ambiente pedoclimatico.
Intervenire in vigna tempestivamente è fondamentale per la sanità dell’uva.
Gianfranco Soldera da Case Basse è uno di quelli col “manico”, capisce la terra, la sua terra, come pochi altri in Toscana e forse in Italia.
Il suo Brunello di Montalcino Riserva 2002 è fumo negli occhi per i detrattori del millesimo incriminato, è il Sangiovese che sconfessa la loro fede, imparata a memoria tra giornali di settore e presunte stelle date da sedicenti Consorzi di Tutela.
Rigorosa selezione delle uve, vinificazione naturale e 65 mesi di botte di rovere di Slavonia hanno dato vita a 6.650 bottiglie il cui contenuto lascia cappottare olfatto e papille gustative.
Non c’è esplosione aromatica, tutto è sussurrato, lieve come la brezza di primavera, il sottobosco lo sento da subito, poi esce la dolcezza fruttata della ciliegia, della mora di rovo, della viola appassita. Tocchi di erbaceo. In bocca l’attacco è ampio, il vino si allarga sul palato donando finezza e piacevolezza infinita. Colpisce al sorso soprattutto l’equilibrio del Brunello, davvero da Accademia del Circo, con un tannino perfetto che asciuga la bocca come fosse un velluto. Persistenza da Oscar del Vino.
Che altro aggiungere? Ah sì, è un 2002, un’annata da vini diluiti….
Questa premessa, per molti inutile, serve a farci capire la futilità di certe affermazioni generalizzate, soprattutto di un 2002 piovoso dappertutto con un’uva che non è giunta a giusta maturazione. Chiacchere da bar anche perché, a tutto questo, dovete aggiungerci anche il cosiddetto “manico” del produttore.
Non pensate male, non è un termine osceno, sto parlando in questo caso dell’abilità del vignaiolo di interpretare al meglio qualsiasi annata attraverso la perfetta comprensione del suo ambiente pedoclimatico.
Intervenire in vigna tempestivamente è fondamentale per la sanità dell’uva.
Gianfranco Soldera da Case Basse è uno di quelli col “manico”, capisce la terra, la sua terra, come pochi altri in Toscana e forse in Italia.
Il suo Brunello di Montalcino Riserva 2002 è fumo negli occhi per i detrattori del millesimo incriminato, è il Sangiovese che sconfessa la loro fede, imparata a memoria tra giornali di settore e presunte stelle date da sedicenti Consorzi di Tutela.
Rigorosa selezione delle uve, vinificazione naturale e 65 mesi di botte di rovere di Slavonia hanno dato vita a 6.650 bottiglie il cui contenuto lascia cappottare olfatto e papille gustative.
Non c’è esplosione aromatica, tutto è sussurrato, lieve come la brezza di primavera, il sottobosco lo sento da subito, poi esce la dolcezza fruttata della ciliegia, della mora di rovo, della viola appassita. Tocchi di erbaceo. In bocca l’attacco è ampio, il vino si allarga sul palato donando finezza e piacevolezza infinita. Colpisce al sorso soprattutto l’equilibrio del Brunello, davvero da Accademia del Circo, con un tannino perfetto che asciuga la bocca come fosse un velluto. Persistenza da Oscar del Vino.
Che altro aggiungere? Ah sì, è un 2002, un’annata da vini diluiti….
Assolutamente concorde sulla premessa: chi ha lavorato bene in vigna ha ottenuto vini ben più che solo dignitosi, anche da un'annata "difficoltosa" come il 2002.
RispondiEliminaChe, ad ogni modo, non è stata uguale in tutta Italia. Basti pensare a quello che il millesimo 2002 ha rappresentato per i "chiavennasca" di Valtellina, o no?!
Che mi consigli di bere della Valtellina?
RispondiEliminaE del Monfortino 2002 vogliamo parlarne?
RispondiEliminaCon il 2002 in Valtellina caschi molto bene, non farti scappare ad esempio il Valtellina Superiore Grumello Rocca De Piro Riserva di Arpepe, una vera chicca:
http://www.lavinium.com/cgi-bin/visuvinlav.cgi?IDvino=7858
Io di AR.PE.PE berrei sempre tutto e in tutte le annate..una delizia per il palato.
RispondiEliminaTra un pò metto anche qualche outsider per l'annata "calda" 2003...
Faccio nomi nuovi... a parte ar.pe.pe. e negri, ti consiglio i valtellina superiore di Le Strie e Dirupi e gli sfursat di Nobili e Marsetti
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