InvecchiatIGP: Ca’ Lojera - Lugana 2004


di Lorenzo Colombo

Conosciamo Ambra Tiraboschi da ormai molti anni, l’avevamo incontrata assieme alla figlia Alessandra in occasione di un evento dedicato al vino svoltosi su un battello in navigazione sul basso Lago di Garda, se non ricordiamo male si trattava di Calici di Stelle, la manifestazione, organizzata dal Movimento Turismo del Vino che si svolge da molti anni la sera del 10 agosto. Frequentavamo la zona del basso Lago di Garda da molti anni, dalla metà degli anni Settanta ed avevamo già assaggiato la maggior parte del Lugana prodotti – ricordiamo a tal proposito quello allora assai in voga, il Visconti Collo Lungo- ma non conoscevamo l’azienda Ca’ Lojera, da poco nata e di proprietà di Ambra e Franco Tiraboschi.


Fatto sta che durante la serata ci troviamo casualmente -mia moglie ed io- al tavolo con Ambra ed Alessandra, si chiacchiera, si parla di vino ed assaggiamo il loro Lugana che ci piace molto. 
Facciamo presente che frequentiamo la zona da molti anni ma che non conoscevamo né azienda né vino e ci ripromettiamo di fare una visita in azienda quanto prima. Da allora ne è nata un’amicizia, anche se negli ultimi anni, non frequentando più spesso il Garda ci si è un poco persi di vista.


L’azienda Ca’ Lojera nasce nel 1992, prima d’allora Franco Tiraboschi era un produttore d’ortaggi oltre che d’uva ed Ambra s’occupava di tutt’altro, ma da quell’anno il focus diventa il vino, con produzione propria. 
Da allora ne è passata d’acqua sotto i ponti, Ca’ Lojera è da tempo un marchio conosciuto e la qualità dei suoi vini, soprattutto i Lugana, è attestata dai numerosi riconoscimenti da parte di tutte le guide enologiche.


La cantina si trova a Rovizza di Sirmione mentre gli uffici ed il wine shop sono situati a Peschiera del Garda, il Località San Benedetto. 
Dai 20 ettari di vigneti si ricavano annualmente circa 160.000 bottiglie, non solo di Lugana (anche Superiore, Riserva e Spumante), ma anche di altri vini sia bianchi (da uve Chardonnay), che rossi (Merlot e Cabernet) che rosa.

Il focus aziendale rimane comunque il Lugana.


Il vino che abbiamo assaggiato per la rubrica InvecchiatIGP è un semplice Lugana, semplice nel senso che non si tratta né di Superiore né di Riserva, un vino d’annata, come suol dirsi, non concepito certamente per essere degustato a vent’anni dalla vendemmia, anche se i Lugana sono ben noti per la loro longevità.


Abbiamo aperto la bottiglia -frutto quasi certamente di una delle nostre prime visite in azienda - con una certa titubanza, avendo avuto cura di prepararne un’altra – di un vino rosso - nel malaugurato, ma possibile, se non probabile, caso di vino difettoso o ormai a fine carriera, ma così non è stato.


Il tappo è fuoriuscito intatto, senza alcuna fatica, bagnato per circa un terzo della sua lunghezza (la bottiglia è sempre stata conservata coricata), nel bicchiere abbiamo trovato un vino dal color giallo dorato, intenso e luminoso, molto bello.
Non molto intenso al naso, un poco chiuso, timido diremmo, con nessun evidente, seppur minimo, segno d’ossidazione, non male come inizio.


Man mano emergono leggeri sentori di frutta secca (nocciole e noci) e di fiori secchi e qualche leggerissimo accenno idrocarburico, sbuffi d’arancio completano il quadro olfattivo. Sapido ed asciutto alla bocca, integro, con leggere note di nocciole e di mela matura e qualche lieve sensazione tannica, col tempo cogliamo alcune note di distillato di mele, la vena acida (arancio maturo) gli dona ancora freschezza, la nota alcolica è ben presente mentre il corpo invece appare un poco magro al contrario della persistenza, in questo caso lunghissima.

Cosa voler di più da un vino con quasi vent’anni d’età? 

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