A Pancia Piena, lo street food fiorentino tra lampredotto e champagne


La tradizione del “cibo da strada” in Italia esiste e resiste da secoli, fortissima in alcune zone, andando a tratteggiare nel profondo non solo la storia gastronomica, ma in generale la fisionomia stessa di alcuni luoghi. Firenze ne è un esempio e la piccola realtà di “A pancia Piena” rappresenta l’evoluzione contemporanea del conservare tradizioni andando ad aggiungere, con ingegno e qualità, alternative gourmet e, soprattutto, una proposta di vini di alto livello che spaziano dallo Champagne ai vini toscani locali.


Truck-chiosco lungo la statale che attraversa il piccolo borgo delle Sieci in provincia di Firenze, Iuri Ronchi ed Emanuele Nenci, soci e fondatori di “A Pancia Piena”, hanno fatto crescere nel tempo una proposta gastronomica di tutto rispetto, aggiungendo al tradizionale panino al Lampredotto, rivisitato anche in differenti gustose versioni, deliziosi primi piatti e una selezione accurata di vini. Questo percorso di ricerca di innovazione della “cucina da strada”, pur conservando la precisa identità dello street food, li ha portati a conquistare di recente il titolo di Campioni Regionali Toscani nella guida del Gambero Rosso Street Food 2024. “Un’emozione incredibile visto il ricco panorama toscano che vanta nello street food una tradizione che si perde nei secoli mantenuta in vita grazie a tantissimi chioschi”, dichiarano Iuri ed Emanuele.


Diciannove anni fa, la nostra amicizia e la voglia di creare qualcosa insieme ci ha portato a realizzare A Pancia Piena. Uno street food, senza pretese, ma che offrisse qualità, prodotti di stagione e che con semplicità parlasse con schiettezza e “toscanità”, un luogo dove entrambi, mettendoci ai fornelli potessimo offrire ristoro a chi passava per le Sieci”, racconta Iuri Ronchi.


Mantenere in vita la cucina povera toscana è sempre stato il loro obiettivo e farla apprezzare anche ai più giovani per conservare la memoria sul gusto di un tempo che ha fatto grande la storia della cucina toscana. Oltre a trippa, bollito e lampredotto, panini dall’alto profilo qualitativo con l’utilizzo creativo di ingrediente locali. Fatica l’inverno e fatica l’estate ma sempre con il sorriso sulle labbra perché offrire ristoro è per loro offrire molto di più.


Ingrediente segreto del successo un’ineguagliabile simpatia e ironia tipica toscana, anche nella scelta dei nomi dei panini, che li ha portati ad essere conosciuti e amati. Andare a mangiare “A Pancia Piena” per molti è andare da amici, sentirsi a casa. “La nostra clientela è composta da persone che si muovono per lavoro, passanti di ogni genere e tipo, persone del luogo che ci conoscono e che sono nostri clienti e amici da quando abbiamo parcheggiato qui la prima volta” continua Iuri. “Poi, per noi, funziona tanto il passa parola. È comune sentirci dire da un cliente che è lì perché lo ha consigliato un amico. Passa parola che, nel tempo, ha portato anche ad una clientela che appositamente si muove per venire qui e questa è certamente una grande soddisfazione”.


Ma non solo panini o piatti gourmet, la particolarità che rende forse unico questo Food Truck è la possibilità di abbinare ai piatti un’ampia scelta di vini al calice, un’enoteca all’aria aperta che accontenta i degustatori più esigenti, dallo Champagne ai vini locali come il Chianti Rufina: “Negli anni in cui partiva il progetto di “A Pancia Piena”, cresceva anche la mia passione per il vino – spiega Emanuele Nenci – mi fu regalata da un amico una bottiglia di Montesodi che all’epoca fu davvero una scoperta. Da lì ho iniziato a cercare di assaggiare più Sangiovese possibile, andando con il tempo a costruirmi una piccola cantina composta dai principali IGT e denominazioni della toscana. Poi nel 2008 ho fatto il mio primo viaggio in Borgogna e Champagne e dà lì è partito tutto, ho scoperto decisamente un nuovo gusto, un nuovo stile di fare vino che mi ha letteralmente conquistato e in questo mio viaggio ho portato anche Iuri.”


Essere sulla rotonda significa continuare ad evolvere sempre senza fermarsi mai. Come dice Emanuele infatti, “ci sentiamo due persone aperte alle novità e al cambiamento. La nostra amicizia, che potremmo definire un matrimonio, ci ha portato davvero lontano, rispetto a quello che pensavamo. Credo che questo camioncino sia la nostra identità, questa rotonda è come casa, e se è vero che la mente e la volontà sono la forza più grande che possediamo, guardando da qui, lì dove c’è la rotonda c’è il mare e dietro ci sono le dolomiti… Forse ci ingrandiremo, forse svilupperemo nuovi progetti, di certo non c’è niente, ma una cosa è certa: per noi aver sconvolto le regole del “cibo da strada” con una selezione di vini tipica di un ristorante è stato rivoluzionario e questa rivoluzione non finirà mai”.

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