InvecchiatIGP: Copertinum - Copertino Rosso Doc Riserva 2008


di Stefano Tesi

Avevo nascosto un paio di queste bottiglie talmente bene nella mia cantina che non avevo più idea di dove fossero finite. E lì avrebbero potuto restare, se cercando altro non le avessi scovate. Fosse stata una sola, l’avrei rimessa al suo posto e festa finita. 

Ma erano appunto due. E il buon uomo che in fondo è in me ha pensato: come posso negare ai miei amici IGP e ai lettori un assaggio di questo che rimane, per finezza, qualità e rapporto qualità/prezzo, uno dei miei vini preferiti? 

Così l’ho preso e – con malincuore misto a curiosità – gli ho tirato il collo. 


Si tratta di un classico salentino che non stanca mai e che, pur avendolo ribevuto tante volte, non finisce mai di sorprendermi. Nemmeno stavolta, che malignamente l’ho lasciato candire per quattordici anni. Negroamaro al 95% e Malvasia nera da vecchie vigne coltivate ad alberello. Il vino si fa poi otto anni di cemento vetrificato. Non mi perdo in altri dettagli tecnici, perché è il bicchiere che conta. 

Tappo perfetto. Colore rubino caldo medio, un po’ aranciato. 

Al naso dà un’immediata sensazione di resina, poi di variegata macchia mediterranea, quindi si apre in accenni terziari ma mai preponderanti: cuoio, funghi, tartufi, liquirizia. Riaffiora un frutto tenue ed elegantissimo, maturo ed etereo, che fa da mattatore. 


In bocca è anche meglio, un velluto delicato che se non fosse morbido parrebbe severo, pulitissimo e duraturo, di una godibilità agile che invoglia a bere, complici anche i vibranti tredici gradi che anche in estate preservano dai colpi di calore. 

L’ortodossia lo vorrebbe bevuto con carni rosse e formaggi. Io me lo sono goduto a 18° sulle penne di grani antichi condite col sugo di polpo saltato in padella. 

Datemi retta, quando il vino è buono – e questo era buonissimo – degli abbinamenti fregatevene. 

Avviso finale agli amici: l’ultima bottiglia è sotto chiave fino al 2025 almeno, inutile blandirmi.

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