Charles Heidsieck - Champagne Charlie 1985

Il civico 1 di Rue del la Procession a Reims lo abbiamo cercato per almeno 10 minuti, vista l'adiacente Maison Pommery, con la sua entrata in stile Disneyland, ci aspettavamo quanto meno un cancello maestoso con su scritto "Charles Heidsieck" ed invece, gira che ti rigira, con nostra grande sorpresa, tutto ciò che ci troviamo di fronte è una piccola porticina appena socchiusa che, una volta oltrepassata, ci conduce all'interno di un delizioso giardino con al centro il Pavillon des Crayeres, un piccolo edificio in stile Liberty, disegnato da Alphonse Gosset, che una volta ospitava le feste del fondatore della Maison mentre oggi, più sobriamente, viene usato dalla proprietà solo ed esclusivamente per gli incontri professionali.


In questo "posto che non c'è" ad aspettarci, con ombrello di ordinanza visto la pioggia che cade incessante, troviamo Sophie Kuttten, international brand ambassador, che con grandi sorrisi, nonostante le 9.30 del mattino, ci accoglie in maniera calorosa risvegliandoci come per incanto da un torpore dovuto alle poche ore di sonno e dai numerosi assaggi del giorno prima.

Pochi passi in questo angolo verde e nascosto di Reims e Sophie apre un'altra porticina, situata vicino ad uno strano comignolo che sbuca dal terreno, la quale conduce a ripide scale in pietra che scendiamo per circa 20 metri fino ad arrivare alle storiche Crayères di Charles Heidsieck composte da 47 antiche cave di gesso di epoca gallo-romana, scavate oltre 2000 anni fa, che il fondatore della Maison ha acquistato nel 1867 al fine di conservare il suo Champagne visto le condizioni costanti di temperatura (10°), umidità e l'assenza di luce. 


"Charles-Camille Heidsieck non ha mai investito nell'acquisto dei vigneti che ha sempre lasciato in mano ai vignaioli locali ma ha speso soldi, tanti soldi, nell'acquisto di queste bellissime e storiche cantine perchè credeva nella maturazione del vino pensando che il tempo fosse un fattore determinante per dar vita ad un grande Champagne". 

Sophie, mentre passeggiamo lungo i cunicoli che collegano le varie cantine dove sono accatastate migliaia di bottiglie, ci racconta con un pizzico di orgoglio la storia della Maison e del suo fondatore che, a soli 29 anni, nel 1851 ha perseguito il suo sogno dando vita ad una azienda a sua immagine e somiglianza tanto da identificare lo Champagne prodotto col suo nome di battesimo. Dandy, visionario e con spirito cosmopolita, il giovane Charles-Camille Heidsieck non pone confini alla sua voglia di espansione commerciale e nel 1852 parte per gli Stati Uniti, fino ad allora un mercato inesplorato per lo Champagne, conquistando rapidamente tutta la borghesia dell'epoca diventando famoso con l'appellativo di "Champagne Charlie". 

Ritratto di Charles-Camille Heidsieck

Al suo ritorno in Europa, forte della fama oltreoceano, le sue etichette ben presto iniziano a brillare in tutte le corti reali fino ad arrivare in Russia e l'Extra Dry di Charles Heidsieck, in men che non si dica, viene venduto ovunque nel mondo. La coinvolgente vita di Charles-Camille termina nel 1893 ma le redini della Maison rimangono per oltre cento anni nella mani dei suoi discendenti fino agli anni '80 del secolo scorso quando la proprietà passa prima alla famiglia Hérisard-Dubreuil e poi nelle gruppo Remy Cointreau fino ad arrivare, nel 2011, assieme alla Maison Piper Heidsieck, alla famiglia Descours che sta rilanciando alla grande il marchio dopo anni di appannamento.


Con Sophie percorriamo centinaia di metri sottoterra arrivando man mano alle varie cantine di affinamento le cui sommità, per il ricambio d'aria, prendono esattamente la forma di quei comignoli che in precedenza avevo visto sparsi in tutto il giardino. Mentre ci guardiamo attorno arriviamo nei presso di una rampa di scalini che finiscono davanti ad un impolverato cancello di ferro la cui apertura ci conduce all'interno dell'Oenothèque Charles Heidsieck ovvero di una saletta, con tanto di bancone centrale, dove sono riposte le cuvée storiche della Maison compresi alcuni vecchi millesimi del mitico Champagne Charlie. Proprio di questa grande cuvée Sophie prende una bottiglia non sboccata, annata 1985, e se la mette sotto braccio. Sorride e, ovviamente, noi con lei.


Con fatica, visti i tanti gradini, risaliamo verso il Pavillon des Crayeres ed entrando non possiamo non notare la gigantesca lavagna a sinistra dell'ingresso dove sono annotate le disponibilità ed ordini (comprensivi di nome del destinatario) degli Champagne più rari della Maison. 


Con Sophie ci mettiamo seduti qualche metro più in là e mentre ci rilassiamo arriva al nostro tavolino la bottiglia, appena sboccata, di Champagne Charlie 1985 (45% pinot nero e 55% chardonnay) che è stato prodotto per la prima volta nel 1979 dal compianto Daniel Thibault (chef de cave della Maison dal 1979 al 2002) per il quale questo vino, un chiaro omaggio al fondatore, doveva sostituire la Cuvée Royal che fino al allora rappresentava lo Champagne di punta della Maison. 

Prodotto solo nelle annate 197919811983 1985, questo Champagne, come riportano le cronache locali del tempo, è figlio di un millesimo che non si dimenticherà facilmente: prima la neve, come se ne era vista raramente, poi le gelate, con temperature fino a -30°, che hanno danneggiato irrimediabilmente buona parte dei vigneti della Champagne. Solo i grappoli abbastanza forti da resistere hanno iniziato a maturare con grandissimo ritardo verso i primi giorni di luglio. Da quel momento in poi il ritmo di crescita è aumentato in modo repentino, grazie alle giornate di sole e caldo. Un settembre eccezionale con la giusta quantità di pioggia, ha consentito agli acini di acquistare volume e consistenza. La vendemmia, a partire dai primi giorni di ottobre, si è svolta in condizioni ideali e il raccolto è stato di qualità veramente straordinaria.



Nel bicchiere lo Champagne Charlie 1985 assume una pregiata ed intensa tonalità oro accesa da una infinità di bollicine che sorprendono per finezza e persistenza. Al naso lo Champagne incanta per stratificazione aromatica la cui composizione prende la forma dello zafferano, del miele di castagno, del tabacco, della frutta secca, della cenere, del pompelmo candito e del bergamotto i quali, abili strumentisti, sembrano coordinati ed esaltati da uno scenario minerale che funge da rigido ed austero direttore di orchestra.


La compagine gustativa è assolutamente espressa da una sorso lussureggiante ma al tempo stesso giovanissimo dove ritornano prepotenti tutti i ricordi olfattivi ai quali va aggiunta una intensa nota finale, quasi di alga marina, che anticipa una persistenza sapida di intramontabile persistenza.

Mentre scrivo queste note di degustazione ho ancora i brividi per questo Champagne Charlie 1985 che, senza dubbio, ha di fatto rivoluzionato la mia personale classifica dei migliori Champagne degustati in tutta la mia vita. 


Spero che un giorno, anche voi, possiate avere la mia stessa fortuna...



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