Corte Mainente e quel progetto social chiamato Soave Classico Netrroir

Marco e Davide, rispettivamente agronomo e enologo di Corte Mainente, li ho conosciuti durante lo scorso Soave Versus e, come ho scritto, sono rimasto decisamente incuriosito dal loro Soave Classico "Tovo al Pigno" che ha meritato di essere incluso nella mia poco affidabile classifica dei cinque migliori vini bevuti durante la manifestazione veronese. 

Con grande rammarico per i fratelli Mainente, quell'assaggio mi ha spinto a chieder loro di passare in cantina il giorno dopo per provare, senza problemi di ressa, tutta la loro produzione e magari fare anche un giro per i vigneti.

Davide, nonostante la stanchezza da fiera si facesse sentire, mi aspetta all'entrata della sua azienda che si trova a pochi passi dal castello scaligero di Soave che, dall'alto, sembra vegliare su questa antica corte agricola iniziò la sua attività nel lontano nel 1939 quando Virgilio Mainente (nonno di Marco e Davide) decise di acquistare alcuni vigneti e i fabbricati che ospitano la cantina. 




Generazione dopo generazione il patrimonio vitivinicolo è cresciuto e così oggi l'azienda si estende su circa 12 ettari di vigneti di cui 10 nella zona DOC mentre altri 2 ettari sono localizzati nella zona del Soave Classico, più precisamente nelle zone Pigno e Monte Tenda. Non tutta garganega perchè Davide mi parla anche del possesso di due piccoli impianti di chardonnay (circa 1 ettaro) e trebbiano di Soave (2000 mq).


Dopo un breve giro all'interno dei vigneti di pianura adiacenti all'azienda, tra cui spicca una parcella sperimentale trattata con prodotti naturali a basso contenuto di rame, Davide ci porta in cantina dove troviamo serbatoi di acciaio e vasche di cemento e una piccola saletta dove sono contenute poche barrique usate sia per l'affinamento del loro Recioto di Soave (ottimo!) sia per per la produzione del loro Soave Classico di maggior struttura che, scopro, ha un nome davvero strano: Netrroir.







Davide, probabilmente intuendo lo stupore, mi chiarisce subito le idee: "Netrroir nasce dall'incontro tra il concetto di Terroir e la Rete (Net). Dietro questo vino c'è anche un progetto social con tanto di sito web dove tutti coloro che berranno questo vino, prodotto in quantità limitata, potranno raccontare le loro sensazioni dopo aver degustato, da soli o in compagnia, questo Soave Classico. Visto che anche te sei un blogger, ti va di fare una piccolissima verticale di Netrroir? La 2009, la prima annata, non ce l'ho disponibile ma possiamo prendere in considerazione, visto che ho quantità maggiori, le annate 2012, 2013 e 2014".

Affare fatto ma ho un'ultima curiosità da chiedere a Davide che ancora una volta, intuendo la mia domanda, mi anticipa e mentre stappa la 2014 mi spiega questo Soave Classico, le cui uve sono tra le migliori selezionate tra i vari vigneti aziendali, ha il suo punto di forza nella struttura che viene data sia da un passaggio un legno (circa metà della massa????) sia da un leggero ripasso del vino sulla garganega usata per produrre il Recioto di Soave.



Arriva nel bicchiere il Soave Classico Netrroir 2012 che all'olfattiva, fin da subito, fa capire di che è pasta è fatta questa garganega in purezza che sprigiona raffinati aromi di anice stellato, mela golden, pesca matura e un tocco di liquirizia in polvere. Sorso grasso ma equilibrato grazie ad un dispiegamento acido/sapido che tende a smussare l'ostentata ricchezza del vino.

Il Netrroir 2013 si esprime in maniera esplosiva grazie ad un contributo fruttato di tutto rispetto dove possiamo ritrovare la pesca matura, il melone bianco, l'arancia amara, la susina gialla e il mango. Giovane e scalpitante anche in bocca che si configura di grande prestanza, stabilmente in equilibrio grazie a massa cremosa, sprazzi sapidi e viva freschezza. Lunghissima la chiusura.



Il Netrroir 2014 nonostante l'annata non propriamente felice a Soave riesce a non deludere gli amanti di questo Soave Classico che ha un impianto olfattivo molto deciso e profondo grazie ad una ricca base aromatica dove emerge la frutta tropicale, la pesca gialla, le spezie gentili e il miele millefiori. All'assaggio è come sempre vispo e sostanzioso, giovane ed invitante grazie ad una scia sapida finale di grande aristocrazia.


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