Benvenuto Brunello 2016: l'annata 2011 tra conferme e qualche sorpresa

Insomma, come è questo Brunello di Montalcino 2011?

Iniziamo dal comunicato ufficiale del 2012 del Consorzio con il quale si attribuiscono all’annata quattro stelle. Tante, infatti, ne sono state assegnate dalla giuria di esperti e produttori che hanno annunciato pubblicamente il loro responso sulla qualità della vendemmia. La decisione di raccogliere le uve 15 giorni prima del previsto ha bilanciato gli effetti dell’ondata di caldo che questa estate aveva colpito il territorio toscano, restituendo anche per il 2011 una vendemmi di alto livello qualitativo. Perciò, stando all’ufficialità, la 2011 è una bella annata anche se non eccellente come la 2010 a cinque stelle.


A volte, si sa, l’eccesso di amore verso una denominazione può determinare anche giudizi un po' affrettati perciò, volendo farmi una reale idea sulla 2011, sono andato preliminarmente a leggere alcuni appunti sparsi di vecchi volponi del giornalismo enoico italiano. 

Tra questi, uno dei miei preferiti, essendo un IGP toscano, è sicuramente Carlo Macchi che su Wine Surf ha così scritto:”Mi ricordo ancora le giornate passate nelle vigne di Montalcino ai primi di settembre del 2011. Nelle migliori delle ipotesi le uve (magari preventivamente sfogliate perché la stagione era stata fino ad allora fresca) erano in molti casi appassite in pianta. Durante la vendemmia, molto anticipata, addirittura alcuni produttori non riuscivano a spingere bene il mosto nelle vasche di fermentazione perché le pompe non avevano liquido (alias mosto) da spingere ma solo bucce e vinaccioli: una tragedia!

E’ chiaro, quindi, che una volta varcata la fatidica entrata della sala stampa del Chiostro Museo di Montalcino, la curiosità di testare con mano (meglio dire papille gustative?) questi sangiovese in purezza era davvero forte visto che, oltre al Rosso di Montalcino 2014, c’era anche la possibilità di testare l’attesissimo Brunello di Montalcino Riserva 2010.


Come al solito, non essendo il sottoscritto un degustatore seriale (dopo 80 campioni di vino la mia bocca arde….), ho scelto di “testare” solo i vignaioli che a me interessavano di più tralasciando, con molto rammarico, qualche new entry e qualche azienda che in passato non mi ha fatto mai impazzire.

Tralasciando per ora le considerazioni relative alla Riserva 2010, devo dire che, in linea generale, la 2011 risulta essere un’annata abbastanza pronta da bere con vini, come scrive sempre il mio amico Macchi, piacevoli, diretti, spesso di buona sapidità, freschezza e caratterizzati da un tannino abbastanza maturo. Ovviamente, non tutti i giornalisti presenti sono sulla stessa lunghezza d’onda: qualche “maligno” infatti ha descritto i Brunello 2011 come dei grandissimi Rossi di Montalcino mentre altri giornalisti, tra cui Speller, hanno insinuato di un “abuso” di acido tartarico che sarebbe stato aggiunto in fase di vinificazione per dare una maggiore spina dorsale ad un prodotto che, visto il caldo, ne sarebbe stato quasi privo.


Tra gli oltre quaranta campioni di Brunello di Montalcino 2011 le mie preferenze sono andate ai seguenti vini:

Tenuta Le Potazzine - Brunello di Montalcino 2011: in attesa della attesissima Riserva 2011 (attenzione, potrebbe dare dipendenza), Gigliola Giannetti ha fatto capire a tutti che anche il suo “base” ha una marcia in più grazie ad un olfatto complesso e vibrante e ad sorso fresco, teso, e di invidiabile progressione.

Fattoi – Brunello di Montalcino 2011: per complessità, piacevolezza ed equilibrio lo reputo senza dubbio il vino dal miglior rapporto q/p della manifestazione. Un’azienda ancora sottovalutata che spero con questa annata abbia il giusto riconoscimento a livello mediatico.

Le Ragnaie – Brunello di Montalcino 2011 Vecchie Vigne: Riccardo Campinoti gioca sempre le sue carte creando grandi sangiovese in sottrazione e dotati di rara eleganza. Notevole il suo Brunello base, superlativa la selezione Fornace ma questo VV per me  ha sempre qualcosa in più in prospettiva.


Podere San Lorenzo – Brunello di Montalcino 2011: intenso, dirompente ma al tempo stesso equilbrato, schietto e diretto come tutti i vini di Luciano Ciolfi.

Il Marroneto - Brunello di Montalcino 2011: ho preferito la “base” al Madonna delle Grazie per via di una maggiore piacevolezza di questa sangiovese davvero succoso ed amico della tavola.

Barbi - Brunello di Montalcino 2011 “Vigna del Fiore”: centralità di aromi fiori rossi, erbe aromatiche e bacche selvatiche. Solida struttura e freschezza da sangiovese al sorso. Chiude sapido e molto coerente.

Le Macioche - Brunello di Montalcino 2011: nuova linfa in azienda anche se la mano di Castelli rimane ben ferma da quasi 20 anni. Deciso e dal tipico olfatto ilcinese dove la ciliegia e la violetta la fanno da padroni. Dinamico ed appagante al sorso. Promette bene.

Corte dei Venti – Brunello di Montalcino 2011: mi era già piaciuto alla cieca durante una degustazione a cui ho presenziato a Roma (link) per cui non posso che confermare la scelta rispetto a questo sangiovese in purezza di eleganza un po’ d’antan.


Salvioni – Brunello di Montalcino 2011: ad oggi sembra un clone caratteriale di Giulio Salvioni ovvero è un sangiovese deciso, irriverente ed esuberante ma, al tempo stesso, profondo e di grande pulizia. Il futuro è dalla sua parte.

Per sapere tutto sulle Riserve 2010 dovete aspettare la prossima settimana. So che non ci dormirete stanotte.....

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