Valutazioni e acronimi negli appunti di degustazione

Qualche giorno, fa leggendo un simpatico articolo sul The Telegraph circa i modi di prendere appunti durante un wine tasting, ho cercato di pensare a cosa faccio io quando sono di fronte ad un bicchiere di vino che andrebbe valutato in pochi istanti. Questo accade, ad esempio, quando si è all'interno di una Anteprima enologica dove nel giro di pochissimo tempo devi (dovresti) bere e dare un punteggio a gran parte dei vini di tutta la denominazione (campioni di botte inclusi).

In questi casi, con la giusta fretta, non possiamo certo copiare il "grande maestro" Luca Maroni. Già, ci metteremmo troppo tempo se celebrassimo ogni vino in virtù della sua turgidità e polposità di frutto. 

Per andare incontro al problema, perciò, bisogna trovare un rimedio che badi alla sinteticità di linguaggio, occorre inventare o personalizzare quelli che nel Regno Unito chiamano "evocative descriptions", cioè acronimi o parole estremamente espressive che poi, più in là, ci permettano di ripensare a quel vino e giudicarlo a  mente fredda.




Leggendo l'articolo di Victoria Moore ho scoperto che spesso i grandi wine tasters anglosassoni usano acronimi molto eloquenti come NDIFM (Not Doing It For Me) oppure LTWTL (Losing the Will To Live)
Tra le sigle più suggestive c'è sicuramente l'acronimo TLIID (They’ll Like It, I Don’t) ad indicare sicuramente un vino che non piace a chi lo sta degustando ma che, a suo modo di vedere, sarà sicuramente un successo commerciale visto magari un certo stile di vinificazione.

Tornando in Italia e andando a spulciare tra i miei appunti, ho notato che ciò che scrivo io durante le degustazioni è nettamente più colorito rispetto ai miei "colleghi" anglosassoni con una netta prevalenza di evocative descriptions quando trattasi di vini dal profilo gustativo non eccezionale. 

Provo a inserire qualche descrizione espressiva e pittoresca da me ritrovata sul mio Moleskine.

Barbacarleggiante: in riferimento ad un vino dal profilo rustico con accenni di rifermentazione in bottiglia;

Kriptonite: avete presente il legame tra Superman e la famosa sostanza immaginaria? Ecco, è lo stesso effetto che mi fa quel vino...

Condom: praticamente è un vino che non fa trapelare emozioni...

WC: penso che non abbia bisogno di spiegazioni...

Ikea: vino segheria, ha più legno lui che la famosa catena di mobili svedese..

Credit: http://www.sentio.it

Quando un vino mi piace molto, invece, uso una serie di disegnini tipo "pollice in su" o uno smile anche se, a volte, ho scritto riccio per dire che il vino mi faceva godere come un riccio...

Comunque, a parte poche divagazioni folcloristiche, mi rendo conto che la maggior parte dei vini da me testati sono stati etichettati con i classici valori numerici prendendo in considerazione la scala in centesimi. Valutazioni più aride ma immediate, soprattutto se bisogna escludere qualche vino dal gruppone dei contendenti.

E voi? Avete delle personali  "evocative descriptions"? 


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