Omaggio ad Antoine Gaita e al suo grande Fiano di Avellino

Ero passato a trovare Antoine Gaita circa 3 anni fa durante il mio giro in Irpinia. Ci ha accolti a casa sua come se ci conoscessimo già da tanto tempo. Ricordo ancora i suoi discorsi sulla chimica del vino, le sue risate e le sue speranze per il Fiano di Avellino. Ci mancherà davvero Antoine. Di seguito quello che avevo scritto subito dopo la mia visita in cantina.

Montefredane, provincia di Avellino, Antoine e sua moglie Diamante posso vantare un terroir d’eccezione per il loro vigneto di Fiano, circa tre ettari a conduzione biologica, le cui radici si incuneano tra strati di argilla e roccia, definita in zona “sassara”, che affiora nella vigna vecchia e che si interpone col suolo argilloso

In cantina non si filtra, non si chiarifica, si usano lieviti selezionati, si affina quasi esclusivamente in acciaio e lunghe permanenze sul feccino di fermentazione. Il vino deriva dall’uva che si è vendemmiata per cui questo deve avere pregi ed eventuali difetti dell’annata e del lavoro del vignaiolo.

Antoine Gaita - Foto: Luciano Pignataro

Il Fiano di Avellino “Vigna delle Congregazione” è il simbolo di Villa Diamante, un vino derivante da un leggero appassimento in vigna dell’uva la cui prima annata, la 1997, mi dicono essere ancora in splendida forma. Con Antoine abbiamo degustato tre annate: 

Vigna della Congregazione 2009 Fiano di Avellino Docg: praticamente un pupetto in fasce che però rivela fin da subito il suo carattere dotato di forte mineralità fusa a nota più “dolci” di camomilla, paglia, erbe officinali e frutta gialla. Bocca caratteristica, sapida, fresca, tesa, dotata insomma di tutti gli attributi per sostenere un bel finale lungo e fragrante. 

Vigna della Congregazione 2007 Fiano di Avellino Docg: l’annata calda ci svela un fiano “tondeggiante”, una bella signora mediterranea che ha fianchi pronunciati ed accoglienti. Miele, zenzero, cotognata sono le prime sensazioni olfattive che escon fuori accanto alla meno marcata ma immancabile mineralità. Bocca fresca, per nulla molle, che accompagna una bevuta più di pancia che di testa.

Vigna della Congregazione 2005 Fiano di Avellino Docg: sei anni cominciano appena a sentirsi, le essenze aromatiche si fanno più complesse, voluminose, c’è la mela renetta, il mallo di noce, la speziatura del curry, il rosmarino e l’immancabile tocco di roccia. Al sorso la struttura del vino è ben retta dalla trama acido-sapida che, anche stavolta, sovrintendono in finale pieno e persistente su percezioni di frutta, fiori, erbe e mineralità fumè.

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