Il Brut 130 di Casa Valduga ovvero lo spumante brasiliano col cuore italiano!

Durante i recenti mondiali di calcio ho rotto così tanto le scatole per poter degustare un vino brasiliano di qualità che alla fine il mio amico Gianluca Zucco, wine consultant residente  a San Paolo, per soddisfare la mia curiosità mi ha portato lo scorso Natale l'agognato regalo: uno spumante metodo classico made in Brazil!!!

Gianluca mi avverte subito, non devo aspettarmi grandi cose soprattutto se il target di riferimento è lo Champagne, il Franciacorta o il Trentodoc anche se in Brasile, è chiaro in questo, la qualità media dei prodotti si sta alzando notevolmente e questo metodo classico ne è un chiaro esempio.

Casa Valduga, l'azienda non mi è nuova e il nome fa trapelare chiaramente le origini italiane dei fondatori che, leggo sul sito internet, sono partiti da Rovereto (Trentino Alto Adige) arrivando in Brasile nel 1875 dove hanno coltivato i primi vigneti all'interno dello Stato del Rio Grande do Sul.

Casa Valduga, oggi, è gestita dai fratelli Erielso, Juarez e João Valduga ed è diventata nel tempo sempre più importante tanto che rappresenta la più grande cantina di vino spumante in America Latina col merito, indiscusso, di aver dato vita al primo progetto enoturistico in Brasile grazie ad investimenti strutturali molto importanti nella Valle dei Vigneti (Vale dos Vinhedos Region) che si trova a circa 120 km da Porto Alegre ad una altezza di oltre 600 metri s.l.m.

Erielso, Juarez e João Valduga
Il Brut 130, prodotto a partire da uve chardonnay e pinot nero, è un metodo classico in tutto e per tutto ed affina sui lieviti per almeno 30 mesi prima del processo di dégorgement che, nel caso della mia bottiglia, è avvenuto nel 2014.

Foto: alicevarajao.wordpress.com

La veste cromatica del vino, come si vede (spero) anche dalla foto, è rappresentata da un giallo dorato abbastanza carico che suggerisce immediatamente fragranze di pesca gialla e frutta esotica assieme a sensazioni di glicine, mimosa ed echi tostati.


Al sorso non tradisce le aspettative giocando più sulla morbidezza che sulle durezze che, in tal caso, sono caratterizzate più dalla freschezza acida che dalla mineralità abbastanza latente. Persistenza non certo da record.

Considerazioni finali: aveva ragione Gianluca, non siamo certo ai livelli dei migliori spumanti europei, ma il Brut 130 mi è comunque piaciuto soprattutto per il suo non prendersi troppo sul serio e per la sua bevibilità che rimane il suo più grande pregio grazie anche ad una gradazione alcolica limitata (12%). Casa Valduga, inoltre, nonostante le dimensioni non certo artigianali, ha dalla sua una qualità media, non solo per gli spumanti, davvero invidiabile ed è una delle aziende brasiliane da tenere sott'occhio nel prossimo futuro.

Gianluca, tutto questo per dire che la prossima volta che rientri in Italia può portare dell'altro :)))


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