La verticale storica del Faro Bonavita dal 2006 al 2012

Giuro, non sapevo come iniziare il post ma, scorrendo tra i tanti scatti della serata, questa foto mi è sembrata troppo emblematica per non partire da qui.


Un padre e un figlio, il primo che guarda il secondo con amore ed orgoglio perchè quel piccolo sogno, nato quasi per gioco nel 2004, è diventato realtà concretizzandosi in quelle sette bottiglie di Faro Doc che Giovanni Scarfone ha voluto personalmente aprire e coccolare assieme a suo padre Carmelo.

Da Bologna, dove si è laureato in agraria, a Faro Superiore, il passo non è certo breve soprattutto per quei pochi come lui che tornano e non scappano dalle sue radici ben piantate in quel lembo di terra a due passi dallo Stretto di Messina che accoglie vecchie e nuove vigne, circa due ettari, di Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e Nocera abbarbicate su una collina vista mare e protetti a sud da un bosco di querce e castagni secolari che proteggono l'uva dal caldo e umido Scirocco.

La famiglia Scarfone, da generazioni, da sempre in vigna ha avuto un approccio "naturale" che, al di là di certificazioni varie, significa grande rispetto per tutto l'ambiente circostante che viene tutelato bandendo erbicidi ed insetticidi ed utilizzando solo ramo e zolfo per difendersi dalle varie malattie della vite.


Comincio a servire i vino (eh sì' mi è toccato anche questo) mentre Giovanni continua a parlare come un fiume della vinificazione del suo Faro Doc le cui uve, ci spiega, vengono fermentate in acciaio separatamente attraverso medio/lunghe macerazioni che, in qualche caso, sono durate anche 40 giorni. L'affinamento, tradizionalmente, è avvenuto in vecchie barrique e tonneaux per circa 16 mesi anche se, ci confida Givanni, dall'annata 2013 i vini provenienti dal vecchio vigneto di Contrada Bonavita avranno un passaggio in botti grandi da 30 HL. Quattro mesi di bottiglia e il vino è pronto per essere commercializzato.


Il vino è pronto nei bicchieri, si parte!

Faro Doc 2012: è un'anteprima visto che verrà commercializzata solo tra qualche mese ma, nonostante questo, sembra avere ben presente quali dovranno essere i suoi compiti futuri ovvero riempire (per ora) il naso di aromi di macchia mediterranea e spezie e convincere il palato che questo non è un vino piacione ma bensì un liquido oscuro che ama essere svelato. Quando la giovinezza cederà il passo alla maturità scopriremo anche che questa, nonostante il caldo, sarà un'annata da ricordare per il Faro di Giovanni Scarfone.

Faro Doc 2011: ex post non capisco perchè questo vino non sia stato apprezzato come doveva visto che la maggior parte dei presenti alla degustazione non lo ha messo tra i preferiti. Eppure il mio Moleskine parla di una grande eleganza olfattiva giocata su note di iodio, tamarindo, frutta rossa di rovo e arancia sanguinella. Al sorso rivela freschezza, sapidità e un tannino ancora graffiante, basi tutte di una struttura il cui calore dell'annata si fa sentire solo in fase di chiusura ma, come dice Giovanni, è giusto che sia così perchè non si vuole nascondere nulla.


Faro Doc 2010: rispetto ai precedenti ma,in generale, rispetto a tutti i vini in degustazione, questo Faro si differenzia dagli altri per una maggiore luce a livello olfattivo che si compone di sensazioni balsamiche purissime accompagnate da vere e proprie "mitragliate" minerali accompagnate da lampi di fiori e piccoli frutti rossi. Il sorso è il grande preludio al Faro maturo dove tutte le componenti dure sembrano essere mirabilmente domate per regalare al degustatore un abito in pura seta rossa siciliana. Piccola annotazione: è la prima annata in cui entra a far parte del blend anche la nuova vigna del 2007.


Faro Doc 2009: dopo una 2010 così estroversa ed accattivante è difficile confrontarsi soprattutto se la fragranza dei profumi risulta tutta su toni molti bassi dove la sensazione ematica e di frutti neri derivano il vino in una inedita e scabrosa versione dark. Sorso di grande struttura e balsamicità che risulta leggermente sgradevole nel tannino non propriamente messo a fuoco. Finale come di consueto sapido con tratti salmastri.


Faro Doc 2008: come un novello stregone, Giovanni sembra aver creato questo vino gettando nel calderone magico tutte le componenti aromatiche che definiscono un grande Faro aggiungendo un tocco di eleganza e sostanza. In principio ha il profumo della brezza marina, poi, pian piano, svela il timo, la salvia, la menta, i fiori rossi selvatici, il tabacco, la frutta di rovo, il cuoio, le spezie nere, la mineralità e, infine, il rabarbaro e il ginepro. Al sorso è perfettamente equilibrato, succoso, goloso e dotato di quella espressività territoriale che fanno di questa annata la migliore in assoluto.


Faro Doc 2007: l'annata è stata davvero difficile e lo ammette lo stesso Giovanni che ci confida in estate le temperature hanno superato anche i 45° portando alla fine il vino ad avere un grado alcolico di circa 14°. Probabilmente la mia bottiglia non era al 100% ma la sensazione pseudocalorica che ho percepito, sia al naso che in bocca, era tale da confondere tutte le altre componenti del vino che stranamente poteva essere equiparato ad un surrogato del mon cheri. Dilemma: da aspettare ancora o da bere subito?

Faro Doc 2006: dopo due vinificazioni casalinghe di prova questa è stata la prima annata prodotta da Giovanni che parla di questo annata e di questo vino, lo ammette lui stesso, con una enfasi particolare visto il carico di ansia e sogni che lo accompagnavano. Il risultato dipende dalla bottiglia che era in degustazione. La mia, la prima di due, conteneva un Faro abbastanza ordinario e franco i cui aromi di tamarindo, tabacco e cuoio sembrano precursori di una evoluzione abbastanza repentina ed inaspettata che viene confermata anche al sorso la cui tessitura sembra tenuta in vita solo da uno scheletro acido ancora abbastanza pimpante che rende la beva comunque sicura e piacevole. La seconda bottiglia, quella del tavolo di amici a mio fianco, pare sia stata talmente performante che il voto più basso al vino è stato 90. 


Conclusioni: Giovanni Scarfone e tutta la sua famiglia, anno dopo anno stanno diventando sempre più bravi tanto che le possibili sorprese rispetto al Faro Bonavita potrebbero essere proprio le annate 2013 e 2014 che, ci confessa il vignaiolo, sono state più fresche e, pertanto, più nelle corde di un grande Faro Doc. 

Il  mio podio: 2008-2010-2012

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