Il Soave e i suoi Cru hanno conquistato Roma - Prima parte

Il titolo di oggi sembra una frase fatta ma, chi ha partecipato, può assolutamente testimoniare il successo della due giorni di seminari organizzati presso il Wine Bar Trimani ed il Simposio di Costantini e tenuti dal bravissimo Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto Soave, al quale va tutta la mia gratitudine per aver creduto nel progetto.

Giovanni Ponchia

Tante le nozioni che abbiamo imparato da Giovanni, a partire dall'inquadramento della zona di produzione del Soave che è situata nella parte orientale dell'arco collinare della provincia di Verona (a nord dell'autostrada serenissima, tra il 18° e il 25° km tra Verona e Venezia). Essa comprende in tutto o in una parte i territori del comune di Soave, Monteforte, San Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane di Sotto, Caldiero, Colognola ai Colli, Illasi, Cazzano di Tramigna, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione e San Bonifacio.

Le denominazioni del Soave con relativa mappa

Non solo. Abbiamo scoperto che il Soave di qualità viene prodotto a partire da uve garganega (almeno 70%) e trebbiano di Soave (tra il 10% e il 30%) che trovano la loro massima espressione e identità grazie alla specifica identità geologica dei terreni di origine vulcanica con importanti affioramenti calcarei la cui carta di identità è stata presentata dallo stesso Ponchia e che io, con grande piacere, vi fornisco grazie all'immagine sottostante

I suoli del Soave. Clicca per ingrandire immagine


Creando un match tra le due cartine soprastanti è facile comprendere come, nell'areale del Soave, la qualità sia espressamente legata alle caratteristiche pedologiche ed ambientali del territorio tanto da creare una vera e propria Piramide della Qualità del vino.


Alla base, come possiamo vedere, c'è il Soave Doc, prodotto da uve coltivate in pianura su suoli di carattere alluvionale che, dati del Consorzio alla mano, viene prodotto in 40 milioni di bottiglie rappresentando, da sempre, la testa di ponte verso i mercati esteri grazie al suo ottimo rapporto q/p.
Al di sopra, poi, troviamo la denominazione Soave Classico Doc, ottenuto nella fascia collinare dei comuni di Soave e Monteforte d'Alpone, territori nei quali si trova la zona originaria più antica, detta "zona storica" e delimitata già nel 1931, il cui suolo, così come possiamo vedere dalla cartina, è formato da un substrato di rocce vulcaniche. 
Infine, al vertice qualitativo della piramide, c'è il Soave Superiore, DOCG nel 2001, la cui zona di produzione è limitata alla sola area collinare del territorio coincidente con la denominazione Recioto di Soave Docg. Ovviamente, come si può notare dal grafico soprastante, il Soave Superiore, che può avere anche la menzione Classico, ha maggiori parametri qualitativi rispetto al Soave Classico Doc e al Soave Doc soprattutto in termini di resa per ettaro e affinamento prima dell'immissione al consumo.





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