Web e Vino: arriva la guerra sui domini

Dominio www.brunello.wine in mani cinesi, americane o australiane? L'ipotesi è concreta, da un anno toglie il sonno a viticoltori italiani, francesi e spagnoli, ma ora Bruxelles ha preso una posizione ufficiale. Il commissario (uscente) all'Antitrust, Neelie Kroes, ha scritto all'Icann (la società privata americana che dal '98 assegna i ".com") di non assegnare i domini "personalizzati" (ammessi da un anno) .wine e.vin a chiunque purchè paghi, senza criteri nè controlli su chi siano, dove si trovino, cosa producano e vendano i soggetti che quei web-domini richiedono. Con buona pace della tutela dei marchi dop, dei fatturati di un intero settore europeo e, non secondaria, della salute di consumatori. E infatti già 4 aziende estranee al settore vinicolo avrebbero richiesto l'uso dei domini. 

Foto:www.riccagioia.com

Posto che Bruxelles non può vietare l'utilizzo di suffissi emessi dall'Icann – che per ora attende l'esito dei negoziati tra i rappresentanti europei del vitivinicolo e le aziende che hanno richiesto il dominio – deve però mettere in campo tutto il suo peso specifico – soprattutto nel semestre di presidenza italiano della Ue – per tutelare la qualità del suo alto di gamma alimentare. E all'orizzonte si affacciano i domini .pizza, .moda, .roma. Non sono solo a rischio fette di fatturati. Si profila un furto di identità in grande stile, ai danni proprio di quel patrimonio culturale che noi fatichiamo a far fruttare ma che potrebbe arricchire mani abili e senza scrupoli.

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