Champagne Lenoble? Oui, merci!

Capita che un giorno, da Albano Laziale, un tuo caro amico alzi il telefono e ti dica:"Vieni da Danilo che oggi abbiamo una bella degustazione dedicata allo Champagne Lenoble".
Capita anche che al ciao di commiato io stia già prendendo le chiavi della macchina e sia pronto a partire!
Ad aspettarci. in una bella sala già pronta con i calici, c'era Antoine Malassagne che, assieme alla sorella Anne, rappresentano oggi la quarta generazione di una delle poche Maison ancora totalmente famigliari ed indipendenti.
Attualmente l'azienda gestisce in Champagne circa 18 ettari di vigneto suddiviso tra chardonnay proveniente da Chouilly, uno dei sei villaggi Grand Cru della celebre Côte des Blancs, pinot nero proveniente dal terroir di Bisseuil, zona di Premier Cru situata nelle Montagne di Reims e pinot meunier di Damery.
Anche il processo di vinificazione, a sentire le parole di Antoine, è tradizionale: dopo la vendemmia manuale, le uve arrivate in cantina vengono separate per provenienza e qualità e, successivamente, vengono pressate manualmente all'interno di torchi verticali in legno. 
Da quel momento in poi inizia la produzione delle varie cuvée della Maison.


Antoine Malassagne

Il primo champagne degustato è stata la Cuvée Nature (chardonnay 40%, pinot nero 30% e pinot meunier 30%) che, oltre a non avere dosaggio, si caratterizza per una assemblaggio di vini della vendemmia 2009 (80%) e vini di riserva delle annate 2008 e 2007 (20%) di cui un terzo fanno passaggio in legno. Il risultato è uno champagne di grande secchezza e verticalità, primario per le sue note di pane tostato e fiori bianchi. Bocca freschissima e diretta. Uno Champagne come piace a me!


La Cuvée Intense ha lo stesso assemblaggio del precedente solo che i vini hanno un anno di vendemmia in meno. E' un grande classico e, come tale, attesta le sue virtù su un grande equilibrio visto che la morbidezza che prende le forme della frutta gialla e degli agrumi al sole viene ben compensata da una decisa nota sapido-minerale. Al palato rimane composto, ampio, fresco e con una persistenza che termina su note di bergamotto e bianca mineralità. 



Le cose cominciano a farsi più "serie" quando Antoine ci versa il Grand Cru - Blanc de Blancs (100% chardonnay), assemblaggio di vini di riserva (2006 e 2007) di cui il 13% subisce un breve passaggio in legno. La nobiltà del vino la si capisce tutta già al naso che è il più austero di quelli sentiti fino ad ora grazie alle sue note "fredde" di gesso e sale. Col tempo, ossigenandosi e scaldandosi, offre sensazione di nespola e fiori bianchi. Bocca granitica, dura, fresca e ben misurata. A trovare un difetto, forse, manca un pò più di persistenza. Ma va bene già così!


La Cuvée Gentilhomme Grand Cru BdB 2002 (100% chardonnay) è uno champagne prodotto solo nelle grandi annate a partire da una accurata selezione delle uve provenienti dai vecchi vigneti situati a Chouilly. Sia al naso che in bocca il vino si caratterizza per il suo essere al tempo stesso ricco ed elegante, fresco e potente e dotato di aromi di frutta fresca che non fanno notare assolutamente gli oltre 10 anni di età del vino. Il passaggio in legno del vino, circa il 22%, rende il sorso piuttosto rotondo e setoso, con una persistenza molta lunga e calibrata. Bella scoperta!


Il Premier Cru BdN 2006 (100% pinot nero di Bisseuil) rappresenta l'omaggio della Maison Lenoble alla potenza del Pinot Nero. Un unico vitigno, un unico Cru ed un'unica annata che offrono un profilo gustativo tutto giocato sulla virilità e sulla freschezza del vino che al naso è ricco e coriaceo con un profilo aromatico di frutta gialla matura, cannella e sottobosco. Sorso di struttura, più orizzontale che verticale, e persistenza di anima cristallina grazie ad un dosaggio ridotto al minimo (3 g/l).


Terminiamo la degustazione con il "classico" Champagne Rosè che la Maison crea grazie ad un sapiente assemblaggio di pinot nero (11%) e chardonnay (89%) proveniente dalla riserve del 2008 e 2009. Al naso, alla cieca, potremmo scambiare il vino per un rosè provenzale visto che assume la stessa eleganza declinata negli odori di rosa e ribes. La bocca sorprende per complessità, mineralità e per un fine equilibrio che rende la beva affatto pesante. Finalmente uno Champagne Rosè non scontato che gioca tutte le sue carte sulla grande abbinabilità a tavola. 
















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