Da vini quotidiani a prodotti d'eccellenza, questa la sfida intrapresa dal Lazio, dove pur con qualche lentezza si continua l'opera di valorizzazione dei vitigni che più caratterizzano il territorio. Con il bel risultato della biancolella a Ponza.
In gran parte concentrato su vini di buona fattura, dal prezzo corretto e rassicuranti per il consumatore, il Lazio vitivinicolo - pur mantenendo un andamento costante e senza rivoluzioni – continua con impegno l'opera di valorizzazione di uve caratteristiche del territorio. Malvasia puntinata, bellone, aleatico, grechetto, nero buono di Cori fino ai vari cesanese, sono oggetto di riscoperta e di lavoro, anche da parte di diverse aziende biologiche e biodinamiche e piccoli produttori che presentano vini di carattere, anche se in alcune aree di produzione si combatte contro un'inveterata tradizione di vino quotidiano difficile da sradicare.
Molto si muove nella zona del cesanese, a cavallo delle province di Frosinone e Roma, il Viterbese stenta a prendere il volo come potrebbe, considerando anche la presenza di alcuni tra i migliori viticoltori della regione, mentre buoni risultati li sta dando la biancolella nella piccola Ponza. Segnaliamo invece, con curiosità e malcelata perplessità, la nuova denominazione di origine Roma.
Baccarossa 2011 Poggio Le Volpi
Cesanese del Piglio Romanico 2011 Coletti Conti
Ferentano 2011 Falesco
Montiano 2011 Falesco
Poggio della Costa 2012 Sergio Mottura
e Le Coste di Antonuzzi dov'è?
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