L'annata 2012 del Rossese di Dolceacqua? Promettente!!!

L'estate è un periodo bellissimo per visitare Dolceacqua e dintorni e, come ogni anno, mi sono precipitato in questo angolo remoto di Liguria per cercare di capire qualcosa di più dell'annata 2012 del Rossese, l'ultima prodotta. In commercio, come saprete, si trova attualmente solo il "Classico" mentre per la versione "Superiore", come stabilisce il disciplinare, occorre aspettare almeno fino al primo novembre di questo anno. Nessun divieto, però, di degustare questi vini in anteprima dal produttore che, se avvertito per tempo, sarà ben lieto di farveli degustare direttamente dalla vasca. 
Io, ovviamente, ho i miei produttori di riferimento perciò, nonostante la rilevanza qualitativa del campione, ciò che scriverò dovrà essere preso con le dovute cautele. Come sempre del resto....

MACCARIO-DRINGENBERG

La 2012 per Giovanna Maccario è un'annata particolare visto che in commercio, oltre ad un "Classico" base, sono previsti ben quattro Cru: Posaú, Luvaira (già conosciuti dagli appassionati), Brae e....il "mitico" Curli
Il Classico, già bevuto più volte quest'anno, rappresenta un ottimo approccio alla tipologia in quanto i toni peposi e mediterranei sono ben sviluppati e complessi.
Il Rossese di Dolceacqua Classico Brae 2012, figlio di una vigna situata in zona Apricale a circa 500 metri, è sicuramente il Rossese più esile e floreale prodotto dalla Maccario. Per la sua eleganza e la sua prontezza è un vino paragonabile ad una ballerina che danza sulle punte.



Il Rossese di Dolceacqua Superiore Posaú 2012, spillato direttamente da vasca, dopo il millesimo 2010, rappresenta un'altra versione memorabile di questo Cru. Nonostante sia ancora in affinamento è già ben espresso, pieno, speziato e fruttato. E' un vino  che prende le forme mitologiche della Sirena per il suo richiamo sensuale e dannato.
Il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2012, anch'esso spillato direttamente da vasca, come al solito è in ritardo rispetto al Posaú dal quale si differenzia per una superiore eleganza e per una austerità che rendono questo Cru quasi cerebrale. Quest'annata, a mio parere, dona a questo Rossese importanti tratti minerali e vegetali, quasi di erbe officinali. Fulgido come il sole che sorge, va atteso e bramato. 
Rossese di Dolceacqua Superiore Curli 2012 è l'ultima scommessa di casa Maccario-Dringenberg. Il vigneto, definito da Veronelli come la "Romanée italiana", e che tempo prima era di proprietà di Croesi, sindaco di Perinaldo, ha sempre dato vini dalla grande longevità per cui Giovanna avrà l'onere e l'onore di proseguire per questa strada anche se gli ostacoli non sono pochi. Il Curli, sempre spillato da vasca, sembra non tradire le attese visto che, rispetto a tutti gli altri vini dell'azienda, sembra esser quello con un X Factor innato che prende la forma di una struttura caratterizzata da un tannino e da una forza acida maggiori e migliori rispetto a tutti i Rossese precedenti. Ancora chiuso allo stato odierno è un vino che può esplodere da un momento all'altro e sarà in quel momento che Giovanna lo metterà in commercio.


Vigneto Curli
Giovanna e il Curli. 

KA MANCINE'

In attesa di una sorpresona che dovrebbe prendere vita a fine anno (la foto qua sotto può dare un'idea), Maurizio Anfosso in cantina mi ha fatto degustare i suoi due Cru, Galeae e Beragna che, essendo due "Classico", sono già in commercio da qualche mese.





L'annata 2012, con i suoi equilibri e la sua ricchezza, è stata come al solito letta in maniera egregia dai due terroir. In particolare, il Rossese di Dolceacqua Beragna 2012 si mostra molto disinvolto nella sua consueta veste salmastra che esalta  il lato sapido ed introverso del Rossese di casa Anfosso che, a mio parere, è quello che richiede un maggior affinamento in bottiglia per poter svelare al mondo tutto il suo potenziale. In bocca ha un equilibrio perfetto, è salino, dotato di slancio e di una chiusura fresca con finale di erbe mediterranee.
Il Rossese di Dolceacqua Galeae 2012 rispecchia come al solito la personalità di Maurizio Anfosso: è solare, giocoso, gioioso, rispetto al Beragna la componente fruttata è prevalente, è un vino dagli aromi nettamente primari grazie ad una vinificazione che ha previsto l'uso di una macerazione carbonica per una piccola percentuale dell'uva portata in cantina (140 kg su 20 quintali). Bocca dinamica, immediata e di grande beva. E' il Rossese più Lucignolo che conosca, fatevi portare nel Paese dei Balocchi!





TENUTA ANFOSSO


Alessandro Anfosso sono passato a trovarlo una domenica sera appena prima di cena, una visita che, nonostante il poco tempo a disposizione, è riuscita a confermare l'ottima materia che la piccola azienda ligure ha ancora in affinamento visto che, come sappiamo, il nostro vignaiolo fa uscire i suoi vini con almeno un anno di ritardo rispetto a quanto stabilito dal disciplinare.
La 2012 mi ha comprovato l'assoluta cristallinità del Rossese di Dolceacqua Classico 2012 che sembra essere pura espressione e derivazione dei piccoli frutti di bosco. Palato finissimo, equilibrato, con ritorni di fiori e frutta croccante. Persistente il finale.
Le sorprese, ovviamente, riguardano i due Cru: Poggio Pini e Luvaira.
Il primo, attualmente, sembra un bellissimo cavallo nero andaluso dove eleganza, muscoli e dinamismo forniscono al Rossese, pur giovanissimo, una fierezza ed una temperanza degna delle vecchie vigne da cui proviene.
Il Rossese di Dolceacqua Luvaira 2012 è senza dubbio il vino di Alessanro che mi ha incantato di più di tutti. Rispetto al Poggio Pini sembra il classico cavallo bianco delle favole che ti rapisce per purezza, eleganza e nobiltà d'animo. Ancora in divenire, è un concentrato di limpida e fulgida mineralità che rende inesorabilmente luminoso e squillante ogni sorso. Non vedo l'ora che esca, se mantiene le promesse sarà una grande bottiglia.


Alessandro Anfosso. Foto: www.acquabuona.it 


TERRE BIANCHE


Filippo Rondelli non sono riuscito ad andarlo a trovare in cantina ma, con altri "loschi figuri", ci siamo visti a cena in un ristorante poco lontano la sua azienda.
In quel contesto ho potuto degustare il suo Rossese di Dolceacqua Classico 2012 più un fuori programma di color bianco. Il primo, complice l'annata che ha aiutato la "mano felice" di Filippo, regala un vino di grande eleganza e mineralità che, alla cieca, potrebbe dare del filo da torcere ad alcuni village di Borgogna. Il paragone potrà far storcere il naso ma chi conosce casa Rondelli sa che certi voli pindarici hanno il loro perchè. 



Visto il millesimo, siamo tutti in attesa del Bricco Arcagna 2012 che, ci auguriamo, non sparisca troppo presto come quello targato 2010 che ad oggi è diventato un vino "mito".
Il fuori programma di cui accennavo prima era rappresentato dall'Arcana Bianco 2010 (pigato 100%) proveniente da vigne situate in zona Terre Bianche. Il Pigato di Filippo Rondelli devo dire che mi ha conquistato per gioventù, dinamismo ed intelaiatura minerale. Curioso di provare la 2012 per capire se anche sui bianchi la nuova annata possa creare ottime aspettative.

CONCLUSIONI (?)

Lungi da voler dare giudizi definitivi ma, dopo una 2010 quasi mitica, una 2011 che ha sofferto un caldo eccessivo nel finale di stagione che, inevitabilmente, si percepisce anche nei vini, l'annata 2012 si propone di essere per certi versi gemella alla 2010 visto che l'equilibrio e la purezza dei Rossese degustati in questi giorni me la fanno ricordare. 
I produttori non si sbilanciano ancora ma dal loro sorriso, quando ci parli, riesci a capire perfettamente che le loro attese e le loro speranze quest'anno saranno ampiamente ripagate. Per mettere il bollino di garanzia si aspetta solo l'imbottigliamento dei Superiore. A Novembre sapremo....


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