Vino e agricoltura naturale per combattere la crisi?


 Domenica 22 Aprile a Roma presso il Circolo Forte Fanfulla dalle ore 11
VINO E AGRICOLTURA NATURALE PER SFIDARE LA CRISI
L’iniziativa è promossa da Ass. Contadini critici, Fanfulla Finest Wine, Arci Forte Fanfulla

Vino naturale e biodinamico, un’agricoltura che rispetti il pianeta, l’ambiente, i lavoratori e le tradizioni migliori come veicolo per affrontare la crisi.
E’ il concetto su cui si basa l’iniziativa: “I Contadini Critici incontrano gli altri soggetti della filiera”, in collaborazione con il Fanfulla Finest Natural Wine, in programma il 22 Aprile presso il Circolo Arci Forte Fanfulla del Pigneto, in contemporanea al consueto mercato mensile dei “Contadini critici/Critical Wine( un’intera giornata di degustazioni - con possibilità d’acquisto - di vini naturali da agricoltura biologica e biodinamica, ma anche di olio, pasta, pane, miele, frutta e tanto altro ancora)

Per quel che riguarda il vino il produttore biodinamico Emilio Falcione sottolinea come: “per produrre un vino convenzionale ormai si possono utilizzare in cantina oltre 300 diversi prodotti ( ovvero additivi alimentari – legali - utilizzabili in cantina per "correggere" il vino, o meglio costruirlo); questo  vino non è quindi più un frutto della terra ma un prodotto industriale, una merce che ha perso il suo valore di alimento per gli esseri umani. Parafrasando Pasolini la civiltà di un popolo si misura dalla sopravvivenza di un ambiente in cui sopravvivano lucciole e farfalle”

In una società che fatica a trovare modelli di sviluppo alternativi a quelli dominanti, l’agricoltura biodinamica è fondamentale per salvare l’agricoltura contadina, elemento peraltro essenziale in un mercato sempre più attento ai valori della qualità e rispetto dell’ambiente.

La più grande ricchezza di un agricoltore è, come ricorda Falcione, la fertilità della terra che coltiva, che oggi diventa strumento per sperimentare economie diverse, qualità nuove, solidarietà originali, ridando vita ad un settore attraverso la produzione di cibi e bevande sani in una campagna che non sia sfruttata in modo indiscriminato.

Oltre trent’anni fa Luigi Veronelli dichiarava che “ il peggior vino contadino è migliore del miglior vino d’industria…”, oggi oltre a saper riconoscere il prodotto naturale è necessario mettere in relazione produttori e consumatori per la definizione di un prezzo “equo” che sia rispettoso anche delle condizioni di lavoro e della sostenibilità ambientale.
A questo si affianca il grande tema dei prezzi dei prodotti naturali, su cui spesso si concentra il dibattito: sono troppo cari? Un discorso che vale in primo luogo per i vini, e che sarà affrontato in dettaglio nel corso della Tavola Rotonda, tenendo conto che oltre alle certificazioni ufficiali, una produzione “naturale” deve sempre perseguire la salubrità e vitalità dei prodotti, senza praticare lo sfruttamento del lavoro nero.

L’idea fondante dell’iniziativa è quella di puntare tutto sulla ricerca di un modello diverso per cibo e bevande pregiati, biologici e biodinamici, rifiutando l’idea che dalla crisi globale si possa uscire solo tagliando costi e diritti.
 PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

A partire dalle ore 11 inizio degustazioni a base dei prodotti di: “Contadini Critici/Critical Wine ” (sarà possibile degustare ma anche acquistare, vini naturali, olio, pane, pasta e tanto altro ancora)

Dalle 13 alle 15 pranzo a base di prodotti biologici (costo 10 euro).

Seguiranno le degustazioni, con cantine aperte per tutto il pomeriggio (fino alle ore 20)

Alle ore 18 TAVOLA ROTONDA dal titolo: “Vini naturali  tra guide, disciplinari e Mercato” con:

Giovanni Bietti - Autore guida vini naturali
Emilio Falcione – Produttore biodinamico e portavoce ass. Contadini Critici
Emanuele Giannone- Sommelier e giornalista
Michele Lorenzetti – Enologo
Andrea Petrini - Slow Food Roma
Barbara Pulliero - Sorgente del Vino
Marco Serventi - Vicepresidente Demeter


1 commento:

  1. Se ne sentono tante, ma ora giustificare che i vini biodinamici costano di più degli altri perchè non ricorrono al lavoro in nero (e quindi gli altri sì?) mi pare proprio un'enormità.

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