Wine Blogger e Guide del vino: amici o nemici?


Internet contro carta stampata, wine blogger contro giornalisti professionisti, il nuovo che sfida il vecchio, ecco la sfida che da un pò di tempo sta animando la rete con conseguente strascico di polemiche.
A rilanciare l'argomento sulle pagine della rivista Slow Food, numero 46 per la precisione, ci pensa Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slowine, che scrive quanto segue:


Ancora una volta sembra di essere di fronte a guelfi e ghibellini, due fazioni contro che non possono coesistere perchè l'uno viene minacciato dall'altro. Soprattutto la carta stampata.

Ma questo mondo è davvero così? Provo a dire la mia da inguaribile ottimista sognatore.

Le guide e le riviste del vino, in un contesto come quello di oggi dominato dal web 2.0, possono e devono integrarsi con l'informazione proveniente da noi blogger perchè solo in questo modo il consumatore finale, il vero destinatario della nostra informazione, può avere un'informazione completa ed è libero di scegliere scientemente.

Perchè siamo nati noi wine blogger? Perchè la stampa non soddisfa pienamente il lettore, soprattutto quello più evoluto, le guide sul vino, per motivi editoriali, sono troppo sintetiche, schematiche, la passione e la storia del vignaiolo spesso è relegata a due fredde righe di commento.

Slowine sta cercando di invertire la tendenza ma non basterà, l'emozione del vino deve essere espressa con le giuste parole e con la giusta ampiezza ed è in questo momento che il wine blogger, spesso un "semplice" appassionato, si inserisce ed integra la guida cercando di dare un valore aggiunto al lettore che, spesso, ringrazia anche per il costo pari a zero.


I più autorevoli wine blogger, non io, saranno anche scomodi ai giornalisti di settore ma evviva l'integrazione e il 2.0 se tutto questo porta ad una informazione ampia, indipendente e soprattutto efficace per chi ci legge.

Voi che ne pensate? Sono solo un inguaribile sognatore?

7 commenti:

  1. C'è chi si ostina a negare l'evidenza, "l'informazione seria la fanno i professionisti". Qualcuno obbietta che i professionisti seri sono 3-4, in Italia. E che, inaffidabile per inaffidabile, tanto vale affidarsi alla rete gratuita dei blogger. Professionismo vs. passione. Secondo voi un appassionato si fida più di un altro appassionato che conosce o di un professionista che non ha mai incontrato di persona? :)
    Il professionista dice che si fidano più di lui... Aggiungo io... fino ad oggi, in mancanza di un serio coordinamento degli appassionati italiani. Le cose si stanno muovendo con velocità.
    Il prossimo passo, che sogno ormai da anni, è un repertorio o come vi pare (non chiamamola guida, e basta co 'ste guide, no?!) che sia fatto da appassionati per appassionati. I professionisti si facciano la loro per i professionisti. Noi facciamo la nostra. In realtà è già così, i blog rappresentano una rete nazionale, basterebbe solo un maggior coordinamento. Direi che è solo questione di tempo, la strada è questa. E, my two cents, ai professionisti conviene non snobbare gli appassionati... poi vedano loro. Alcuni non solo snobbano (lecito) ma offendono e denigrano. Ahiai, segno di debolezza... ;)

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  2. Scusa la sintesi, ma credo tutto questo sia un falso problema.

    Sentire dire dal curatore di una guida che ancora non esiste (più una pubblicazione, pare) che *internet fa loro una concorrenza spietata* fa francamente sorridere, ma tant'è. Sentire dire poi che l'intenzione è di fare *informazione ad un livello più alto ed in quantità maggiore* grazie ad un *gran numero di collaboratori*, *cosa che nessun blogger è in grado di fare* dimostra una visione un po' ristretta della faccenda. Ma tant'è, ancora.

    Slow Wine sembra un gran progetto. Avrà un grande successo e tutto questo non ha niente a che fare con eventuali diatribe tra rete e carta stampata. Sono campi da gioco diversi, che fanno una tipologia di informazione diversa e che, almeno in parte, si rivolgono a pubblici diversi. Per usi diversi delle informazioni veicolate dalla guida.

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  3. Jacopo, non solo non è un problema, ma mi sembra una buona notizia. Una guida fa il suo esordio sostenendo che hanno dato fondo a tutte le loro capacità, per tenere il passo degli appassionati auto-organizzati. Mi sembra una dichiarazione di rara onestà intellettuale. Quanti sono gli appassionati di vino che scrivono su internet quotidianamente? Qualche migliaio. Quanti sono i collaboratori di una guida? Al massimo 100-200. E non necessariamente più competenti degli appassionati. Anzi, questi collaboratori sono essi stessi appassionati. La chiusura del cerchio e una rappresentazione concreta della massima: "Se non puoi batterli, fatteli amici"...
    Anche se non lo ammetterà mai, Cernili la pensa allo stesso modo. E lo dimostra la sua costante presenza su internet, in blog, forum e siti vari, un confronto-scontro che in certi periodi è quotidiano. Con interventi non sempre ben centrati, fra l'altro... Quello che gli fa onore è che si mette in gioco, pur con tutti i suoi limiti caratteriali.

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  4. Esiste davvero sta concorrenza tra guida e blog? non parlo della diatriba tra giornalisti e blogger perchè si entra in una polemica che non finisce più, però dal mio punto di vista la guida ha il limite della sintesi, troppa, e per scelte editoriali magari sono tenuti fuori produttori interessanti. parlo di vignaioli che magari producendo 2000 bottiglie sono out vista la virtualità della loro produzione.
    Il futuro per me sono le guide on line con link di approfondimento

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  5. Ciao a tutti, probabilmente estrapolando un tralcio del mio pezzo non è stata compreso il senso del mio discorso. Come dice Davide intendevo dire che Internet è uno strumento incredibile che ci mette a disposizione un mondo di commenti su ogni argomento umano, compreso il vino. Se noi vogliamo fare buon giornalismo (da professionisti, altrimenti non ci guadagnamo la pagnotta...) dobbiamo fornire così tante informazioni da convincere un lettore ad acquistare la nostra guida. Per far questo abbiamo un'unica possibilità: visitare, visitare e visitare le aziende. Informarci, raccontare, degustare facendo gruppo. Dobbiamo anche aggiornarci con l'aiuto di agronomi ed enologi, che ci insegnino i trucchi del mestiere e le domande giuste da porre. Se poi creiamo un piccolo esercito, abbiamo la possibilità di mappare con grande cura tutto il territorio italiano. Non volevo denigrare con questo i blog, che il più delle volte hanno tante persone che intervengono, ma un solo gestore, o al massimo un piccolo gruppo.
    Tra l'altro un buon numero di blogger ci ha aiutato a fare la guida tra questi il bravissimo Andrea Petrini... Nessuna guerra santa tra carta e web! Piuttosto una fruttuosa collaborazione.

    Ciao a tutti Giancarlo Gariglio

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  6. Ciao Giancarlo, l'approccio mi pare valido, è un grande merito quello di avvicinarsi con umiltà e curiosità verso chi il vino lo fa, spesso rischiando tutto. Il produttore onesto merita rispetto, anche quando fallisce il proprio obbiettivo. Più che il risultato finale (che conta ma è effimero, il vino buono viene tutto venduto e bevuto e si riparte da capo ogni anno...), conta molto la volontà di tirare fuori il meglio da quello che si ha in vigna, con etica e lealtà. Con questo tipo di visione, il produttore che non molla ce la farà. E il vostro atteggiamento aperto potrà consentirvi di capire se un produttore è grande, prima ancora che faccia un grande vino.
    Salvaguardiamo i produttori "etici", non di rado sono quelli con le maggiori difficoltà economiche, soprattutto in questo periodo...

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