La “contessa-contadina” con occhi bellissimi da gatto, così è stata descritta Stella Viola di Campalto, figlia della nobiltà romana che, come tante altri suoi colleghi, non ha saputo resistere al richiamo bucolico (e monetario) della campagna di Montalcino, a pochi passi dall’Abbazia di Sant’Antimo, una delle chiese romaniche più belle d’Italia.
Proprio a pochi passi da questa meraviglia sorge l’azienda agricola San Giuseppe, un podere abbandonato negli anni ’40 che, grazie all’amore di Stella e di tutta la sua famiglia, oggi è un vero e proprio gioiello incastonato nella campagna ilcinese.
La voglia di abbracciare fin da subito il biologico (1996) e la grande intraprendenza giovanile di Stella di Campalto (aveva solo 25 anni quando ha iniziato) sono state le basi per porre in essere da subito una zonazione geologica del suo terreno individuando nei sei ettari di vigneto vari tipi di suoli con caratteristiche diverse. Nascono così sei singole vigne dove ognuna rappresenta uno specifico Cru.
Le vigne sono:
Vigna al Leccio: sud-ovest 340 s.l.m. iscritta D.O.C.G Brunello di Montalcino
Vigna Curva: sud-ovest 320 s.l.m. iscritta D.O.C.G Brunello di Montalcino
Vigna al Sasso: sud-est 290 SLM Iscritta D.O.C.G. Brunello di Montalcino
Vigna Bassa: sud 270 s.l.m. iscritta D.O.C.G Brunello di Montalcino
Vigna all'Ulivo: ovest 280 s.l.m. iscritta per 8000 metri D.O.C.G Brunello di Montalcino e per 5000 metri Rosso di Montalcino
Vigna al Bosco: sud 240 s.l.m. iscritta D.O.C. Sant'Antimo.
Convertendosi ai criteri biodinamici nel 2002, l’azienda ha inaugurato la moderna cantina nello stesso anno, una struttura situata su tre livelli con sistema a caduta - è stata concepita per valorizzare le potenzialità di ogni singola vigna: l'uva, raccolta a mano in piccole cassette una volta diraspata, cade nei sottistanti tini di legno da 30 qli. Nulla viene aggiunto prima, durante e dopo l'arrivo del grappolo eccetto solforosa in dosi minime.
Terminata la fermentazione alcolica, il "vino" scende nella sala di invecchiamento dove privilegiamo l'uso di piccole botti costituite da legni spessi; vengono anche usate barriques e tonnaux.
La sala di invecchiamento sui trova a 15 metri dalla superficie il che permette una temperatura costante e naturale; qui il vino riposa fino ad acquistare la sua maturità ottimale nel rispetto assoluto del nostro disciplinare di qualità.
Le bottiglie, colmate per caduta ad una ad una si mantengono in un ambiente con temperatura controllata, fino al loro migliore affinamento.
Stella di Campalto prima di uscire lo scorso anno col suo primo Brunello, annata 2004, non è rimasta con le mani in mano ma, anzi, ha dato vita ad una serie di Rosso di Montalcino di grandissima qualità, un vino frutto delle uve dei vari vigneti aziendali con l’eccezione dell’annata 2003 quando una piccola quantità di uve provenienti dal vigneto “Vigna Bassa” sono state vinificate ed imbottigliate in proprio dando vita al Rosso di Montalcino “Buontempo”. Dato che tutti questi vigneti (con l'eccezione della piccola fetta di Vigna All'ulivo) sono classificati per la produzione di Brunello, va da se che il Rosso di Montalcino di Stella di Campalto, se lo trovate ancora, sia uno dei migliori “second vin” prodotti in tutta Italia.
Tornando al Brunello di Montalcino, la mia attenzione si sposta sull’ultima annata in commercio, la 2005, un sangiovese di razza scalpitante dove ritrovo l’austera mineralità della ruggine, della ghisa, le sensazione ematiche, il tutto contornato da un abbraccio olfattivo più allegro, spensierato, dove i fiori rossi secchi, qualcuno direbbe da diario, la fanno da padrone insieme ad un frutto rosso ancora in fase di delineamento.
Al sorso c’è grande pulizia ed equilibrio, tornano le note ematiche e ferrose, i fiori secchi, un palato acceso da tutte le sfumature del rosso. Elegante e lungo il finale. Un Brunello da avere assolutamente.
grande Andrea....non potevi non andare da quella grandissima produttrice matta di Stella..!!!!
RispondiEliminaMichele
aspetta che passo da te e saranno guai :-)
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