Tre vini bianchi per la prossima estate!

So benissimo che è difficile trovarli in circolazione però, se vi capita di entrare in enoteca, buttate un occhio sullo scaffale del Friuli Venezia Giulia o della Francia, ne potrebbe valere davvero la pena. Quelli recensiti di seguito sono tre vini bianchi davvero interessanti e freschissimi nonostante l'età. L'estate, scimmiottando una canzone dei Righeira, non sta finendo.....

Volpe Pasini - Pinot Bianco Zuc di Volpe 1999: è stato tre bicchieri nel 2001 e, a posteriori, i degustatori del Gambero ci hanno visto lungo date che a distanza di qualche anno il vino si conferma in ottima forma con le sue note di mela appena matura, pesca, agrumi e una viscerale scia minerale che segna il territorio inesorabilmente. In bocca si conferma ampio, a tratti grasso, e di buona persistenza. Potenza del grande Pinot Bianco italiano.


Château Rayas - Châteauneuf-du-Pape - Blanc 1999: 50% Granache Blanc e 50% Clairette per un vino espresso fin da subito nel mio bicchiere con intense note di mela matura, miele, cedro e una montagna di pietre frantumate che ti teletrasportavano nel centro esatto del terroir di Châteauneuf-du-Pape. Bocca anch’essa grassa, imponente, un filo alcolica che, comunque, rimaneva elegante e di buon equilibrio e persistenza.


Maison Trimbach - Clos St. Hune 1997: all’inizio parte un pò monocorde, l’impronta olfattiva non si discostava da una nota di idrocarburo e gomma pane che a molti di noi non piaceva particolarmente. Col tempo, però, il vino si pulisce ed esce tutta l’anima di questo riesling, forse la migliore espressione di questo vitigno al di fuori dei confini tedeschi. Il Clos St. Hune, minuto dopo minuto, diventa dinamico, esce la frutta matura, la grande mineralità e tutta una ricchezza organolettica che solo chi sa aspettare può godersi appieno. Lungo il finale, sostenuto da una brillante freschezza e sapidità.



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