Vini Naturali a Roma 2010 - Seconda giornata

Vini Naturali a Roma 2010, sicuramente un grande successo anche se tanta gente a volte è deleteria per chi come me vorrebbe cercare di parlare qualche minuto col produttore preferito e magari prendere qualche appunto sul suo taccuino reso improponibile dalle tante botte delle persone che richiedevano l’ennesimo bicchiere di vino. Mission Impossibile.

Vabbè, detto questo, provo a buttar già qualche note dei vini che la scorsa domenica mi hanno colpito di più:

Franco Terpin – Sauvignon 2006: a me questi vini naturali fanno impazzire, sia dal colore che dai profumi non direi proprio si tratti di quel vitigno, alla cieca perderei alla grande. Colore ambrato e una complessità esplosiva che va dalla scorza di arancio allo zenzero, dal mallo di noce alla pietra minerale per eccellenza. Vino di grande struttura ed equilibrio grazie ad una sferzante acidità di fondo. Forse da meditazione o abbinato a qualche pesce molto grasso e strutturato.

Kristancic/Nando – Rebula 2004: la canzone “anvedi come balla Nando….” da oggi diventa “anvedi come vinifica Nando….”! Un estremista della macerazione sulle bucce questo Andrei Kristinacic che, con i suoi 5 ettari di vigneto posti a pochi passi dal collio italiano, tira fuori una ribolla esplosiva che ha un tannino quasi da sagrantino. Buono sicuramente, estremo, forse troppo per berne una bottiglia a tavola .

Oasi degli Angeli: Casolanetti mi doveva far provare il famoso Kupra però domenica non si è visto. M’ha dato la sòla!!! J

Ar.Pe.Pe.: qua non mi invento nulla, siamo di fronte ad un grandissimo produttore che, contrariamente ad ogni criterio commerciale, mette in vendita il suo vino quando lui pensa sia pronto. A parte un sempre grandissimo ed incantevole Sassella Rocce Rosse 1997, il mio palato e il mio cuore sono andati persi per il Grumello Buon Consiglio Riserva 1999, un vino timido che rilascia suadenti note di rabarbaro, chinotto, semi di papavero e una florealità di grande classe. Mi dicono che è ancora giovane ed inespresso…..

Azienda Agricola Antoniolo - Gattinara San Francesco 2004: più diretto ed essenziale rispetto al suo fratellone Osso San Granato, questo nebbiolo si fa sempre bere con grande gusto, trovo un frutto rosso perfettamente integrato con la componente floreale e speziata. Bocca solida, compatta, con un tannino di buona fattura e un finale ricco di acidità che richiama costantemente la mano verso l’ennesimo bicchiere.

Paolo Bea – Montefalco Rosso Riserva 2004: ebbene sì, rispetto al tanto osannato Sagrantino ho trovato questo vino di una categoria superiore, forse perché più pronto, forse perché dotato di una bevibilità disarmante. Intenso, frutta, fiori rossi e spezie sono armonicamente fusi all’interno di un registro olfattivo di grande personalità. Bocca calda, fresca, di ottima struttura tannica. Buoni i ritorni di frutta e spezie.

Il Cantante – Sicilia Igt Bianco 2007: da vigne di oltre 40 anni poste a 1200 metri di altezza nasce questo vino estremamente affascinante, di ottima spinta acido-sapida, che presenta un bouquet aromatico e gustativo fatto di fruttini gialli, mandorla e pietra bianca. Ottima la struttura e la persistenza finale. Da segnalare anche l’Etna Rosso 2002, da vigne di oltre cento anni di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio ottimamente combinati per dar vita ad un vino che ha tutta l’anima irrequieta del vulcano.

Altre ottime bevute:

Podere Le Boncie – Le Trame Chianti Classico 2006: ancora un vino oscuro, in divenire, che comunque rivela una struttura e una grinta da vero fuoriclasse. Da aspettare sicuramente.

Graci – Quota 600 Etna Rosso 2006: grande rosso da Nerello Mascalese, dotato di tanta frutta rossa, mineralità, terrosità e una persistenza da vero campione.


Alla prossima!

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