Torno solo ora dal Wine Show di Torino, 700 Km di austrada ed eccomi qua davanti al mio portatile. Non ce l'ho fatta ad aggiornare prima, mi scuserete..
Riporto di seguito le principali novità che Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni hanno espresso durante la presentazione della guida:- rivalutazione del vino base: fino a qualche anno fa questa tipologia di vino era messa in damigiana e aveva caratteristiche organolettiche di scarsa qualità. Oggi, invece, sempre più cantine producono ottimi vini dal rapporto q\p eccezionale. Non è più una vergona andare dal piccolo produttore e chiedere per il nostro uso quotidiano il vino base, soprattutto se ha la complessità e la qualità totale dei vini in guida;
- concetto di locale: i consumatori devono essere spinti ad andare a comprare i vini direttamente dal produttore dando vita, in tal modo, ad una vera e propria economia locale. Questa idea di fondo è ben collegata al concetto di territorialità del vino;
- prezzo delle bottiglie inferiore alle 10 euro franco cantina: rispetto alla guida passata si è alzato il limite massimo di due euro e questo per il solo motivo di permettere anche alla aziende che sostengono, a parità di fattori, più costi delle altre (vedi ad esempio quella che fanno viticoltura eroica) di entrare in guida con vini di grande personalità.
- giudizi finali: espressi in stelle, da uno a due, ed etichette, massimo punteggio attribuito al vino quotidiano. Le cantine segnalate, di cui si raccontano la storia e lo stile di produzione - spiegano Gariglio e Giavedoni - sono 1700: per ognuna di queste sono indicati fino a tre vini con un rapporto molto favorevole qualita'-prezzo. Tra queste 4 mila etichette, 300 si sono aggiudicate il nostro massimo riconoscimento.
- dati delle aziende: forniti direttamente dai produttori in modo tale che si possa instaurare un rapporto di fiducia con Slow Food e, soprattutto, con il consumatore finale che poi dovrà giudicare l'attendibilità o meno degli stessi.
Mi trovo in sintonia con questi punti che definiscono la linea editoriale Slow Food; in futuro andrei anche oltre: ad esempio rivedere termini del tipo "vino base", per dare più concretezza e accessibilità alle produzioni di qualità.
RispondiEliminaciao
Rinaldo