Ma che bello il vino (italiano) di Hong Kong!!

Prendi qualche bella tonnellata di uva, congelala, mettila dentro un fantastico container e spediscila in Asia. All’arrivo prendi i grappoli, decongelali e, una volta pressati, fai fermentare, maturare e miscelare il tutto. E voilà, il fantastico vino made in Hong Kong!!
Leggengo qua e là mi sono imbattuto in questa notizia: quest’anno la The 8th Estate Winery ha creato in assoluto il primo vino Made in Hong Kong nonostante non abbia nemmeno una vite di proprietà. Vabbè ma dove sta la notizia visto che anche nel nostro Paese ci sono aziende che imbottigliano vini prodotti da uve comprate da altri vignaioli?
La prima cosa che fa storcere non poco il naso è sicuramente un problema di qualità della materia prima, congelare e decongelare l’uva non è certo il massimo perché, dal mio punto di vista, tale pratica fa perdere molte della sostanze polifenoliche presenti nel chicco d’uva con evidenti ripercussioni negative sulla qualità del vino. Non oso poi pensare alla possibilità che durante il lungo viaggio i grappoli possano decongelarsi….
Ma la “grande” notizia è che Lysanne Tusar, direttore dell’azienda, ha affermato che quest’anno tutte le uve, sia per i bianchi che per i rossi, sono state acquistate in Italia!! Ah però!
Saranno contenti questi anonimi conferitori di uva visto che la 8th Estate Winery produce circa 100.000 bottiglie all’anno di cui 60.000 già prenotare ed il resto lasciate in cantina a maturare.
Che l’uva congelata e decongelata sia la nuova frontiera dell’enologia mondiale?
Chissà, intanto in Italia qualcuno sta festeggiando….

2 commenti:

  1. Avevo scritto della notizia dtempo fa, contattando direttamente l'azienda che mi inviò anche del materiale fotografico. Se vuoi seguire la discussione che ne è nata, ecco il link: http://vino24.tv/post/771/8th-estate-winery-la-prima-urban-winery-di-hong-kong. I pareri sulla notizia sono discordanti: c'è a chi piace, c'è a chi non piace.

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  2. Se a me assicurano che le uve non perdono le loro caratteristiche organolettiche e tutto è fatto nel massimo rispetto delle norme igieniche...perchè no? Soprattutto come hai detto te, farlo in certi luoghi può essere un primo passo verso una maggiore cultura del vino.

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