Parte oggi una rubrica tutta nuova che vuole esplorare il mondo dei vini del supermercato, prodotti venduti in grande quantità e che troviamo sulle tavole della maggior parte degli italiani (sempre che sia vero che in Italia la gran parte dei vini venduti abbia un prezzo entro gli 11 euro).
Curioso di verificare se sotto il negozio di casa mia vendano delle piccole grandi chicche enologiche dal fantastico rapporto qualità/prezzo, ho deciso di valutare su Percorsi Di Vino solo i vini venduti in offerta promozionale all'interno dei supermercati.
La mia scelta a questo punto non poteva non cadere su questo Nero d'Avola Barone di Bernaj venduto alla modica cifra di 1.90 euro e pubblicizzato con mega poster in tutto l'esercizio. commerciale.
Arrivato a casa non faccio altro che stappare e versare nel mio fidato calice questo vino siciliano. Risultato? Bene, direi che alla vista questo nero d'avola si presenta con un colore rosso rubino con riflessi violacei, mentre al naso come unico aggettivo mi viene solo vinoso. Caspita, dico tra me e me, sembra chiuso, possibile? E che cavolo, nemmeno fosse un Monfortino del 1947! Aspetto un altro pò, faccio girare e rigirare il vino nel calice ma...nulla, il vino rimane col suo odore vinoso, forse una leggera marasca ma nulla di più. Vabbè, penso io, magari sarà meglio in bocca. Disastro!! Alla gustativa posso paragonare questo nero d'avola ad un bicchiere di acqua addizionato di alcol e un goccio di succo di uva rossa. Deglutisco e via, sembra di aver non bevuto il nulla, persistenza pari a zero così come complessità ed eleganza che al confronto un Tavernello sembra un barbaresco di Gaja.
Ok, penso io, ma che vuoi aspettarti da un vino da nemmeno due euro? E no!!! Perchè sono proprio questi vini che rovinano l'immagine enologica italiana. Cosa deve pensare un comsumatore medio quando vedrà in enoteca un Don Antonio a 16 euro? Semplice, che è pazzo colui che per un vinello come quello che ha comprato al supermercato spende quasi otto volte di più.La mia scelta a questo punto non poteva non cadere su questo Nero d'Avola Barone di Bernaj venduto alla modica cifra di 1.90 euro e pubblicizzato con mega poster in tutto l'esercizio. commerciale.
Arrivato a casa non faccio altro che stappare e versare nel mio fidato calice questo vino siciliano. Risultato? Bene, direi che alla vista questo nero d'avola si presenta con un colore rosso rubino con riflessi violacei, mentre al naso come unico aggettivo mi viene solo vinoso. Caspita, dico tra me e me, sembra chiuso, possibile? E che cavolo, nemmeno fosse un Monfortino del 1947! Aspetto un altro pò, faccio girare e rigirare il vino nel calice ma...nulla, il vino rimane col suo odore vinoso, forse una leggera marasca ma nulla di più. Vabbè, penso io, magari sarà meglio in bocca. Disastro!! Alla gustativa posso paragonare questo nero d'avola ad un bicchiere di acqua addizionato di alcol e un goccio di succo di uva rossa. Deglutisco e via, sembra di aver non bevuto il nulla, persistenza pari a zero così come complessità ed eleganza che al confronto un Tavernello sembra un barbaresco di Gaja.
Sono davvero contenti di queste bottiglie i produttori seri di nero d'avola oppure sarebbe opportuno che si crei un consorzio per tutelare il prestigio del vino?
Buongiorno,
RispondiEliminaè il mio primo commento sul blog.
Mi avvicino da poco al mondo della degustazione e anche io per molto tempo sono stato un assiduo cliente dei supermercati (per la scelta dei vini).
Mi sembra impietoso l'articolo, scegliere un vino da 1.90 in bottiglia è già un assurdo di suo.
Non conosco le differenze di costo di packagging ma un vino in bottiglia dal costo così basso mi pensare che forse sono i disciplinari che permettono una tale speculazione alle spalle di consumatori poco attenti e poco inclini ad assaporare ma piuttosto a dissetarsi.
Francesco
Francesco anzittuto grazie mille per il suo interesse al blog. Purtroppo l'articolo è impietoso perchè lo è il vino che, secondo me, danneggia i produttori seri di nero d'avola
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