Villa Montosoli Rosso 2013 - Pietroso: l'altro sangiovese -- Garantito IGP

Di Roberto Giuliani

Ho incontrato molte volte di sfuggita Gianni Pignattai, ma non avevo mai avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con lui. L'occasione è arrivata a Benvenuto Brunello di quest'anno e, successivamente, a Terre di Toscana in Versilia. Conoscevo e ho sempre apprezzato sia il Rosso che il Brunello di Montalcino, ma non avevo ancora avuto un incontro con il Villa Montosoli.



Nato nel 2010 questa è la quarta vendemmia, non so quindi come fossero i precedenti ma posso dire che il 2013 è davvero grande. Parlando con Gianni ho saputo che il vigneto, che si trova nel punto più alto della storica collina di Montosoli a Montalcino, nel 2016 è stato totalmente spiantato, a malincuore, ma necessitava di un totale rinnovo, per poter impostare la vigna in modo più ergonomico, adottando fra l'altro il guyot al posto del tradizionale cordone speronato.

L'obiettivo è di ottenere in futuro un cru di Brunello e di ripartire anche con questo Igt. L'uvaggio con cui è stato ottenuto il Villa Montosoli, ha quasi un profilo chiantigiano, infatti ha una quota maggioritaria di sangiovese, a cui si accompagnano piccole percentuali di colorino, canaiolo nero, ciliegiolo e addirittura una minima quantità di trebbiano, ovvero tutto ciò che offriva questo appezzamento di circa un ettaro.


Ma veniamo al 2013, che si è giovato di una macerazione a temperatura controllata per circa tre settimane, con periodici rimontaggi e follature, la fase di maturazione si è svolta in tonneaux per due anni, a cui è seguito un periodo di alcuni mesi di affinamento in bottiglia.

Esaltante sin dai profumi, dove regnano note di rosa e viola, ciliegia matura, sottobosco, fogliame, radici, ginepro, cardamomo, sbuffi pepati. Il meglio arriva all'assaggio: un trionfo di sapori, un'energia tangibile che ti coinvolge ed emoziona, fatta di una miscellanea di frutta e spezie in perfetta armonia, la freschezza e un tannino di splendida fattura accentuano il piacere gustativo, in un finale quasi terroso, profondo e duraturo, con una chiusura di liquirizia e ciliegia davvero piacevolissima.

Azienda Agricola Pietroso di Pignattai Gianni
Podere Pietroso 257, 53024 Montalcino (SI)
tel./fax 0577 848573


La smentita di Walter Massa: "Nessuna joint venture con Farinetti e l'azienda Borgogno di Barolo!!"

La differenza tra un "si dice" e la ricerca della verità la fa una telefonata al diretto interessato, quel Walter Massa che può piacere oppure no ma al quale non possiamo addebitare il reato di "amicizia farinettiana" rivolgendogli vagonate di social-merda. Quale sarebbe la sua colpa? Essere vicino di casa della Borgogno? Aver attirato importanti investimenti nell'areale del Derthona V.B.? Prima dare risposte affrettate io, prima di tutto, mi leggerei attentamente quanto mi ha voluto riferire ieri Walter Massa.
Con questo prolisso comunicato intendo chiarire la posizione della mia azienda che e’ onorata di aver come prossimo collega di avventura e confinante di terreni l’azienda Borgogno di Barolo. I vigneti Massa dal 1879 sono della mia famiglia e oggi sono ancora serenamente posseduti al 50% da mia sorella Paola e per il resto dal sottoscritto, entrambi abbiamo competenze specifiche e ruoli ben chiari nella conduzione.Tra le altre cose, mai e stato preso inconsiderazione di variare l’assetto societario al di fuori della famiglia. Proprio per questo, dopo aver letto alcune notizie su internet, vorrei smentire categoricamente di aver in corso operazioni finanziarie, societarie, consulenze scientifiche e collaborazioni di vigna e cantina con la Borgogno, con la famiglia Farinetti, con Eataly. 
Ritengo l’azienda Borgogno strutturata, rodata con risorse umane ed intellettuali tali da per continuare a dare valore aggiunto all'economia italiana e, da oggi, contribuire a dare la giusta visibilità alle mie colline e valli, culla naturale del vitigno timorasso.Collaborare per noi vuol dire stare bene al mondo, con noi stessi e con gli altri. Quando uno scambio non reca negatività e può a chi dona e donar sollievo a chi lo riceve, perché non dare, negarsi e negarci.Approfitto di questo illogico polverone per esternare il mio pensiero per il prossimo futuro del vitigno timorasso, le strategie  e gli obiettivi del Derthona V.B.Ciao a tutti.
Walter Massa


Il mondo, tutto  sta cambiando….

Il mondo del vino sta cambiando alla velocità della luce…
Il vino sta cambiando il mondo, con consumi salubri, ludici, culturali… sempre più consapevoli, sempre meno da sballo
       …..con il vino si è capito che non si “deve mai essere “contro” ma “versus”, è la stessa roba, ma molto più fine, direi civile.
Il mio mondo , le mie colline tortonesi non sono mai cambiate, sono sempre state spremute, direi “munte” senza  riconoscenza per  4.000 anni,  pur con 4.000 anni di storia di agricoltura , di vigna e di cantina.
Io, per rispetto, forse amore verso di loro , 40 anni  or sono o forse più ho detto
…………………………………………………………………………………………..B A S T A SOPRUSI, MILLANTAZIONI, VIOLENZE, legge del taglione,………………………ce la debbo fare………………………………………………………
Io, sono stato fortunato e premiato……, dovrò pur essere riconoscente verso chi  pur essendo come me,  non ha avuto i miei privilegi; ho avuto un genoma su cui costruire un percorso imprenditoriale, enologico, culturale positivo.
Madre Natura e Sorella Cultura mi han dato un genoma da plasmare a mia immagine e somiglianza, ed io, non solo  parafrasando Erasmus da Rotterdam so che “il vino e’ il riflesso della mente”;
quel genoma si chiama TIMORASSO, che e’ il nome di un’uva che io coltivo dagli anni ottanta  con cui , meglio “da cui” ottengo un vino che per volontà popolare senza targhe ed essere taggato si chiama DERTHONA V.B.

Sono intervenuto nella coltivazione della vite, meglio, direi nella gestione del vigneto, nell’approccio in cantina mettendo a punto un protocollo di produzione che esalta l’interazione TERRENO TORTONESE E VITIGNO, poi la comunicazione, e li, colpo di fortuna all’ennesima potenza, la storia ci ha donato il nome DERTHONA V.B. per DIFENDERE il vino di uva timorasso ottenuto nella sua culla originale, le valli del Borbera, Curone, Grue, Ossona, Scrivia e Spinti.  Con 240 euro ho registrato il marchio all’ufficio brevetti  per la categoria merceologica Vini Spiriti e Liquori e questo nome contribuisce da 15 anni a comunicare al mondo e nel mondo la bellezza delle nostre colline, e  se per una parte troppo piccola, la gioia delle nostre colline, da un verso immensamente grande la tristezza, l’abbandono dei nostri villaggi.

In sintesi, la ricchezza dei cimiteri, la povertà dei battisteri.

Il derthona V.B. è da qualche lustro considerato tra i migliori vini bianchi d’Italia, risultato ottenuto nel Tortonese, con le uve di timorasso e prodotto da una squadra di aziende e di vignaioli autoctoni.
Questa alta considerazione può risultare sorprendente per i “normali”, ma non appagante per chi vuole, per chi sa, per  chi può osare……perché  crescita e dialogo vanno a braccetto per portare sorrisi, cultura, economia, appartenenza in tutto il territorio tortonese, direi italiano.
Noi, e quando scrivo NOI, intendo i vignaioli, i viticoltori, gli imprenditori vinicoli, la cantina cooperativa di Tortona che,  tutti tortonesi fino al midollo abbiamo dimostrato che si puo’….

Oggi si “deve” fare il salto per dimostrare e collocare il vino derthona nell’olimpo dei piu’ grandi vini  bianchi del mondo.

Non e’ detto che vinca anche questa partita, quella che darà anche senso quantitativo alla mia vita, ma è dovere, e per rispetto all'umanità che devo, dobbiamo provarci.
La  Scuderia Ferrari, icona del made in Italy, dopo una partenza a fine anni '40 con tecnici, meccanici, piloti italiani, per essere competitiva verso Lotus, McLaren, Mercedes, Williams e C. ha assunto, piloti, manovalanze e tecnici anche stranieri, per un certo periodo anche il portavoce.
L’internazionale F.C., per ritornare sul trono d’Europa  45 anni dopo, ha dato ad un’allenatore portoghese una rosa di calciatori cosmopoliti e multirazziali.
Il mio tortonese per affrancarsi nel salotto buono del vino mondiale, ossia nelle migliori enoteche, sulle carte vini dei ristoranti che pagano e contano,  nelle più importanti cantine private del mondo e battuto alle aste del vino in tutti i continenti deve crescere.
Il mio tortonese da sempre coltiva in maniera significativa 7 cultivar da sempre presenti sulle colline e coltiva ancora  circa 2.000 ettari di vigneto, negli anni '50 erano oltre 5.000.
5000 ettari di grandissima potenzialità per uve bianche e nere a disposizione dell’umanità da bere, e delle imprese da coltivare, per produrre uva, vino, ma su tutto P.I.L.
Senza andare in Portogallo, Francia, Brasile, Germania, Inghilterra, il tessuto umano del tortonese si e’ arricchito innestando la conoscenza, la cultura, l’amicizia, la rodata struttura di tre aziende piemontesi.  eccoci pronti a partire verso mete, che farebbero felice Martin Luther King,  la realizzazione di un sogno.

Una serie di concause, tra cui anche una anche triste, ha fatto sì che tre aziende piemontesi con vigne e cantine in Langa e Monferrato, con  presenza commerciale in oltre 50 nazioni al mondo investissero nel tortonese, coltivando il timorasso e ampliando  la loro  prestigiosa gamma con la referenza Derthona V.B.

Le tre aziende in rigoroso ordine alfabetico sono: Borgogno di Barolo, la Ghersa di Moasca, Alfredo e Luca Roagna, di Barbaresco.

Io rimango nella mia bergere di Monleale, correndo nelle mie vigne, nella mia cantina, e partecipando a tutti i consessi del vino che mi vorranno, con la libertà produttiva, imprenditoriale e culturale che mi ha accompagnato per oltre 40 anni di vita produttiva, con altri sogni, come poter portare gente di tutte le etnie a parlare DIALETTO tortonese sulle colline tortonesi, perché con i se, i ma, le cinture di castita’ e le vessazioni ed i preconcetti abbiamo toccato il fondo.

Intanto, il genoma del timorasso interessa altri territori, spero non ci credano per moda, ma per qualità e forza espressiva. Spero che chi comunicherà il frutto di queste nuove interazioni abbia la cultura, la saggezza di comunicare il vitigno tra gli ingredienti perché a furidi comunicare il vino con gli ingredienti e non con il territorio, delocalizzeremo in altri continenti  pure vigneti ed a questo punto sarà la fine della nostra agricoltura, quella etica. Rimarrà quella estetica, ma per rimediare gli sbagli quella epica non e’ sempre a disposizione.

Sveglia ITALIA.

Walter Massa

Biondi Santi - Rosso di Montalcino Fascia Rossa 2014 è il Vino della Settimana di Garantito IGP

Di Andrea Petrini


Jacopo Biondi Santi, vista l'annata che ha ricordato il clima fresco e umido della Borgogna, ha deciso per questa annata di non produrre Brunello ma solo questo Rosso di Montalcino Fascia Rossa utilizzando tutti i suoi vigneti. Sangiovese delizioso e luminoso come la primavera che incanta per purezza espressiva. Che buono, mamma mia!


Inforno, ad Ostia (Roma) è sbarcata la buona pizza

Rotonda, quadrata, napoletana, romana, cotta a legna o al forno elettrico, noi italiani adoriamo la buona la pizza che, soprattutto, piace al nostro caro Giovane Promettente Luciano Pignataro che da sempre sul suo blog si occupa di recensire le migliori pizzerie di Italia.

Caro Luciano, stavolta però ti ho battuto sul tempo perchè fino ad oggi, probabilmente, non conoscevi Infornointeressante realtà localizzata a Lido di Ostia, due passi da Roma, la cui vicinanza con Red Fish, uno dei ristoranti di pesce più promettenti del litorale laziale, fanno di Corso Duca di Genova 22 uno degli indirizzi gourmet più importanti della mia Regione.

Dai ragazzi di Inforno ci sono passato dopo che un caro amico mi aveva segnalato questa pizzeria per la bontà dei loro impasti e delle materie prime scelte che spesso annoverano anche Presidi Slow Food. 



Nel locale, ad accogliere i clienti, ci sono sempre Paolo Graziani e Andrea Averardi che nel 2015, spinti dalla passione per le cose buone, decidono di aprire inizialmente una rosticceria di qualità sfidando una realtà, come quella di Ostia, non propriamente abituata ad una offerta enogastronomica del genere. 
Il successo, arrivato con grande dedizione e fatica, nel corso del tempo ha spinto Paolo e Andrea a rimodulare la loro proposta commerciale trasformando Inforno in un vero e proprio locale dove il cliente può mangiare seduto senza doversi per forza portare a casa la cena anche se il bancone dedicato al take away è rimasto anche se molto più piccolo rispetto al passato.

Lo staff al completo
Ciò che ti colpisce di Inforno, oltre alla bontà delle pizze, rigorosamente tonde e cotte al forno elettrico, è la passione dei titolari che non smettono mai di perseguire l'eccellenza: "Per molto tempo - mi spiega Paolo Graziani - ho fatto uno studio approfondito sulle farine da usare nel mio locale in quanto, tranne rare eccezioni, non ero mai troppo convinto di quelle che normalmente si usano nelle altre pizzerieGirando tra i vari molini artigianali italiani mi sono innamorato del Mulino della Riviera Dronero, piccola perla nascosta nella Val Maira, che ancora oggi, così come nel lontano passato, fa muovere le macine di pietra non con l'energia elettrica ma con la sola forza dell'acqua del fiume Maira che, azionando le ruote idrauliche, inizia a macinare i semi (rigorosamente interi) fino a tramutarli in farina "viva" di eccellente qualità in quanto contiene ancora le fibre, le vitamine idrosolubili e tutti gli oligoelementi di cui è naturalmente composto il chicco.


Per le nostre pizze, dopo varie prove, abbiamo scelto di utilizzare farine integrali (crusca, segale, farro, Kamut®Moringa®) o comunque scarsamente raffinate (grano tenero Tipo 1 e 2 e grano duro antico Senatore Cappelli) per poter dare ai nostri prodotti un profilo “ancestrale”  e un sapore che richiami quello del grano. L’alta digeribilità del nostro prodotto, inoltre, deriva dalla tecnica di impasto che prevede lo scarso utilizzo di lievito (1,3 gr per Kg di impasto), l’utilizzo contenuto del sale, la lunga lievitazione con almeno 60 ore di permanenza a temperatura controllata e altri piccoli accorgimenti. Il prodotto ottenuto è un impasto perfettamente lievitato che è base per la nostra pizza, che ha uno spessore compreso tra i 7 e i 9 millimetri, percepibile al morso e che si fonde perfettamente con i sentori del condimento per il quale scegliamo sempre materie prime altamente selezionate e, quando è possibile, a km 0".


Curioso di tutto questo antefatto, chiedo ai ragazzi di Inforno di poter testare i differenti tipi di impasto e, per centrare l'obiettivo, mi faccio aiutare da Stefania visto che le pizze, che si possono dividere in due in termini di condimenti, hanno un diametro di circa 40 e da soli è veramente difficile terminarne una.

Da bere, per ora, non c'è vino ma tanta buona birra artigianale, sia italiana che estera, che viene personalmente selezionata da Paolo Graziani. Per la cena, ad esempio, abbiamo scelto una bottiglia di "AMA BIONDA" del birrificio artigianale romagnolo Amarcord che ha realizzato questa Golden Belgian Ale in collaborazione con il grande Garret Oliver, birraio della Brooklyn Brewery di New York.


Nel menù la parte del leone la fanno gli antipasti (imperdibili i fritti) e le pizze (Gourmet, Vegetariane e Classiche) mentre una sezione speciale è dedicata alla proposte del giorno e agli hamburger artigianali prodotti con carni rigorosamente locali.



Per iniziare prendiamo un supplì cacio e pepe e uno con ripieno di 'nduja. La panatura è asciutta, croccante e il riso risulta ben cotto ed integrato nel suo insieme. 


La prima pizza che prendiamo ha un impasto di farina integrale ed è condita con pomodorini gialli, mozzarella e olive taggiasche. L'impasto, nè alto nè basso, è leggero, croccante e decisamente goloso soprattutto per uno come me che ama molto le materie prime poco raffinate.


La seconda pizza che mi arriva, una ortolana con friarielli e pachino su crema di pesto alla genovese, ha un impasto composto da farina di Molinga Olifera che è una pianta medicinale originaria delle zone tropicali ed equatoriali che, in virtù delle sue proprietà antiossidanti, è soprannominata pianta magica o pianta della vita. L'impasto con questa farina, caratterizzata da lievi sfumature verdi, risulta leggermente più alto del precedente ma ancor di più soffice e digeribile.


La terza pizza, una classica diavola, ha invece un impasto multicereali decisamente elastico e croccante.


Per concludere ci vengono offerti due amari artigianali al luppolo molto particolari di cui uno proveniente dall'Antico Liquorificio Trappisti delle Tre Fontane (Roma) mentre l'altro nasce in Svizzera (Appenzeller Ipa) ispirandosi ad una ricetta di famiglia ancora gelosamente custodita.


Conto finale caratterizzato dall'ottimo rapporto qualità/prezzo.


INFORNO

Corso Duca di Genova 22L - Ostia
Aperto la sera dalle 18.30
www.inforno.eu

Nel cuore di Treviso nasce il Vino del Signore a base merlot e cabernet

Davvero interessante questo articolo a firma Federico de Wolanski che ho trovato su La Tribuna di Treviso. Un pezzo di Italia nascosto, lontano dal mondo social, che vale la pena di scoprire. 
Il colore è rubino, il sapore deciso e il profumo pungente come lo è solo quello di un vino prodotto in casa, a mano. Ma ha una marcia in più: è un vino toccato da Dio. Nasce in un’oasi nascosta nel cuore della città, protetta da una cinta di alte mura eretta a fine Ottocento quando sul vecchio terreno detto “del Lazzaretto” iniziò l’edificazione del convento dei Padri Carmelitano Scalzi.


A riposo in ampie damigiane stivate nell’antica cantina a due metri sotto il livello del suolo, il vino viene travasato in bottiglioni di vetro verde senza etichetta, casalinghi, perchè quel vino non ha certo problemi ad essere riconosciuto. Chiamatelo il “vino del Signore” e non sbaglierete. I suoi filari che negli ultimi cent’anni sono sopravvissuti al crescere della città e della sua frenesia, protetti dall’elegante facciata della chiesa di San Giovanni della Croce, lungo il Put.


Pochi conoscono l’esistenza di questo giardino e delle sue seicento piante coltivate per anni e con cura prima dai frati del convento, ora da fedeli che contribuiscono al mantenimento dell’unica vigna nella città. Piantata sulla scorta della tradizione carmelitana delle “vinea carmeli che dal 1200 ha affiancato ai conventi dei frati ettari di campi coltivati e pascoli, oggi accoglie uve cabernet e merlot, piante di decine d’anni e nuovi innesti che insieme producono oltre 70 quintali di uva pronta per diventare vino.


Un tempo i vinaioli erano i frati stessi, facendo riposare il mosto nelle cantine dei sotterranei del convento e poi nelle botti. Oggi l’uva viene raccolta e trattata fuori, perchè i frati di casa sono solo otto e il lavoro enorme per chi deve anche guidare una comunità che negli anni è andata crescendo.


Ma il vino ritorna sempre a casa, in convento, ed alimenta tutto l’anno le tavolate nel refettorio e qualche donazione ad amici accolti dall’ospitalità dei frati guidati da Padre Giuseppe.

È un piccolo tesoro che racconta una storia antica e bellissima, fatta di terra zappata, di fatica, di un convento che fino a qualche anno fa ospitava anche un incredibile e bellissimo orto (più stalle e animali) che purtroppo ha dovuto cedere il passo davanti alle necessità di una comunità che assediava la pace conventuale con le richieste della vita moderna; prima fra tutte quella di parcheggi per i fedeli della messa.


La la vigna del Signore ha resistito diventando un’unicità incredibile e irreplicabile in città. «In tanti si propongono per curarla» racconta il priore, padre Giuseppe, «e la vigna è diventata così anche un’occasione di coesione, di impegno. Vi partecipano fedeli, ma anche pensionati che vengono da altre parti della provincia». Ricompense? Nessuna se non la pace naturale di un luogo protetto e nascosto, anche se aperto. Pensare che a due passi corra forsennatamente il Put o che sul vigneto svetti la facciata modernista del Tribunale rende il contrasto ancor più evidente. Eppure la benedizione dei frati da sola non basta a proteggere questo luogo. La vigna oggi rischia di trovarsi invischiata nella pratiche che regolamentano l’attività e la produzione di vigneti dichiarati ed estranei alle zone di produzione ufficiali. Burocrazia, catasti, doc e docg che mal si sposano con una tradizione antica come l’ordine del Carmelo.

Credit immagini: http://tribunatreviso.gelocal.it

Vignoble de l’Orpailleur - L’Orpailleur Blanc Vidal et Seyval Blanc 2014 è il Vino della settimana di Garantito IGP

di Angelo Peretti



Ora, se qualcheduno mi dice che lui di bianchi fatti con le uve di vidal e di seyval blanc ci pasteggia un giorno sì e uno no, be’, mica gli credo, a meno che sia canadese del Québec, perché questo vino viene da là, ed ha freschezza infinita e agrumi e fiori. Insomma, di bottiglie buone se ne trovan dappertutto.


Marilena Barbera, se dentro al vino ci trovi la Sicilia - Garantito IGP

Di Angelo Peretti


Mi chiamo Marilena Barbera e sono una vignaiola. Vivo e faccio il vino a Menfi, in Sicilia, insieme a mia madre e ai miei ragazzi”.


Ecco, io Marilena Barbera mica la conoscevo, né come persona, né come produttrice, e nemmeno avevo mai bevuto i suoi vini. Però leggendo quel che scriveva su Facebook mi sono incuriosito parecchio e allora sono andato anche a vedere il suo sito, che comincia con le parole virgolettate che ho riportato qui sopra e che mi hanno confermato in una convinzione: questa donna è una che bada al sodo, pochi fronzoli e tanta concretezza. Del resto anche i suoi interventi sui social sono così, che potresti prenderli, farci un taglia e incolla e tirarci fuori degli utilissimi trattatelli sul mondo che gira intorno alle vigne e al vino. Chissà se un giorno scriverà qualcosa di suo per davvero. 

Ma sto divagando.

Ordunque, incuriosito, ho voluto assaggiare alcuni dei vini di Marilena Barbera, per vedere se le premesse trovassero conferma caratteriale anche nella bottiglia.
Com’è andato l’assaggio lo dico qui di seguito, precisando che più d’un assaggio s’è trattato di gaudente bevuta, alla fine.


Sicilia Grillo Coste al Vento 2015 Cantine Barbera
“In Sicilia – leggo sul sito -, ‘costa’ è il fianco delle colline che digradano dolcemente verso il mare”. È lì che viene coltivata l’uva grillo. Orbene, questo bianco è vino che davvero interpreta il mare, perché è salatissimo e iodato, e quando ne prendi un sorso ti viene in mente da subito anche la Sicilia e questa è infatti l’impressione comune della decina di persone che assaggiavano con me. Tesissimo e caratteriale. Sì, prima conferma. (92/100)

Menfi Bianco Superiore Arèmi 2015 Cantine Barbera
Gli arèmi sono i denari nel gioco delle carte, dorati come gli acini del catarratto, che maturano “a poche centinaia di metri dal Mediterraneo” da un vigna di neanche un ettaro su argilla che era fondo marino. Bianco fascinosissimo, che del Mediterraneo porta con sé il sole e l’aria salmastra, e se si tratta di suggestione, ebbene non è stata solo mia, ma anche degli altri che bevevano al mio tavolo. Interminabile, infinito come un orizzonte marino. (94/100)


Sicilia Rosso Perricone Nerello Mascalese Microcosmo 2013 Cantine Barbera
Un rosso che viene da una vigna nella quale convivono ceppi di perricone e di nerello mascalese in proporzione di dieci a uno, ma “il vigneto viene trattato come un’entità unica ed interdipendente”, e dunque è una sorta di microcosmo, e questa è la spiegazione del nome in etichetta. Tannino e frutto e un che di lauro e fiori (tanti, proprio tanti), ma io e gli altri miei accoliti abbiamo trovato che ad ora il legno faccia un po’ da freno. (86/100)


Menfi Alicante Ciàtu #2 2015 Cantine Barbera
Il giorno dopo, ho contattato Marilena Barbera e le ho domandato se fosse normale che il suo Ciàtu mi ricordasse i rossi spagnoli del Priorat e m’ha detto che alicante è il nome dato in Sicilia alla garnacha, e dunque sì, la somiglianza ci sta. Ebbene? Ebbene, è uno dei più affascinanti ed eleganti e avvincenti rossi della mia ultima manciata d’anni. Capperi, sale, mirto, acciughe, pomodoro secco, Sicilia, Mediterraneo, sole, festa, vita, calore, gioia.(96/100)


200 vignaioli lanciano la campagna di protesta contro la dematerializzazione dei registri vitivinicoli. Percorsi di Vino è con loro!


LETTERA APERTA

Al sig. Ministro dell'Agricoltura On. Maurizio Martina
Presso MIPAAF Roma
                                                                         
                                                                         
Italia, 05 marzo 2017

Oggetto: dematerializzazione registri vinicoli e burocrazia
Il vino buono non si fa con la burocrazia che uccide i piccoli
produttori
Non accettiamo l'imposizione dei registri dematerializzati! Non vogliamo
alimentare un'economia virtuale e parassitaria. E' necessaria
un'inversione di tendenza, una rivoluzione delle norme; dobbiamo dire
forte e chiaro che bisogna interrompere questo stillicidio di procedure,
obblighi, corsi, patentini, registri che stanno strangolando le nostre
aziende.

CHI SIAMO

Siamo duecento Vignaioli, agricoltori di ogni Regione. Siamo innamorati
della terra, del cielo, delle piante e del nostro lavoro che vorremmo
continuare a svolgere.

LA SITUAZIONE ATTUALE

In Italia ci sono 52 mila produttori e di questi
48 mila imbottigliano meno di 1000 ettolitri, il 53% della produzione è
ottenuta dalle cantine cooperative, mentre la superficie media è di soli
1,6 Ha. Rappresentiamo quindi circa il 90% dei produttori e non più del
30% della produzione totale. Perché allora non pensare un sistema adatto
alle esigenze del maggior numero di produttori?   Siamo quelli che
abitano e conservano i borghi rurali e i loro territori che, senza di
noi, andrebbero irrimediabilmente in abbandono. La burocrazia sta
uccidendo le nostre aziende e il nostro sistema agricolo, fatto 
esclusivamente  di micro imprese.  Crediamo che si debba rallentare
questa corsa alla burocratizzazione estrema, dove per ogni azione
concreta sono richieste decine di pezzi di carta e gigabyte che tanti di
noi non hanno la possibilità di seguire, di compilare e di pagare: i
nostri piccoli numeri ci impongono delle scelte, e noi alla fine
dobbiamo scegliere sempre la terra, la pianta, il vino. Inoltre, non
siamo più disposti a dover pagare corsi e consulenti per poter fare il
nostro lavoro. In pratica, non vogliamo mantenere un’economia virtuale e
parassitaria, spesso rappresentata dalle associazioni di categoria,
sindacati o società di consulenza.
Il tutto col beneplacito di chi avrebbe dovuto difendere la nostra vita
e il nostro lavoro: si chiamino associazioni di categoria, sindacati o
altro ancora, di antica o recente costituzione. Vogliamo
reagire, rispondere, non per ottenere qualche mediocre compromesso, ma
per imporre la nostra idea di lavoro, di rapporti umani; per
riappropriarci del nostro tempo. A questo si aggiunge il fatto che
delegare tutti gli adempimenti a servizi on line richiede una
connessione potente e veloce e forse non ci si rende conto di quale sia
lo stato delle ADSL nelle campagne italiane. Non si comprende perché le
uniche esenzioni concesse siano a favore delle piccole produzioni che
effettuano vendita diretta in azienda o per quelle fino a 1000/hl che
non imbottigliano. Sembra che l'obiettivo sia quello di ostacolare la
partecipazione delle piccole aziende al Mercato Globale, riservandolo
così alle grandi imprese.

QUESTI GLI ENTI E ORGANISMI CHE CI CONTROLLANO

1- ICQRF
2- Guardia Forestale
3- Organismo controllo per certificazione Dop, Igp
4-Organismo controllo per certificazione Bio
5- HACCP controllo igiene in cantina
6- Sicurezza sul lavoro: organismi vari
7- Agea ed Enti regionali collegati./CAF.
8- Asl: normative sanitarie.
9- Province, esistono ancora e spesso hanno mantenuto le deleghe per la
viticoltura.
10- Valoritalia, TCA, ecc.
  Organismi o Enti diversi che ci richiedono sempre le stesse cose, di
produrre sempre gli stessi documenti .

QUESTI ALCUNI DEI VARI PATENTINI CHE DOBBIAMO CONSEGUIRE:
Alimentarista, HACCP, utilizzo fitosanitari. taratura botte irrorazione,
patentino guida trattore…
Poi ci sono i Consorzi di Tutela, le Associazioni, i Sindacati ecc.
Questo impegno corrisponde in termini temporali a quasi un mese di
lavoro ed indicativamente a 2000-3000€ ogni anno, una cifra troppo
importante per chi fattura poche decine di migliaia di euro.

COSA CHIEDIAMO

E' urgente unificare quanto più possibile i vari Enti deputati al
controllo: è auspicabile un unico organismo che esegua tutti i
controlli. Per tutto ciò chiediamo:
1) Abolizione dei registri di cantina: ognuno di noi è obbligato a
compilare ogni dicembre la denuncia di produzione delle uve e a fine
luglio la dichiarazione di giacenza del vino. Se a questi due documenti
affianchiamo le fatture di vendita, abbiamo tutte le informazioni
necessarie per effettuareil controllo delle produzioni. Senza
considerare che tutte queste informazioni vengono ripetute nei documenti
del Sistema di Controllo del Biologico, nei manuali HACCP,Valor Italia,
TCA ecc
Per i piccoli produttori (entro i 1000 Hl/anno) che non acquistano vino
i registri non servono.
In subordine proponiamo di mantenere i registri cartacei ed agevolarne
la tenuta al produttore che non acquista vino, posticipando il termine
ultimo per la compilazione del registro di vinificazione al momento
della dichiarazione di produzione; per imbottigliamento e tagli al
momento della denuncia di giacenza. Proponiamo inoltre di eliminare
l'obbligo di tenuta del registro di commercializzazione sotto i 1000 hl:
è un duplicato del registro di vinificazione/imbottigliamento e dei
movimenti già tracciati con altri documenti.
2) Anche per l'olio extra vergine di oliva chiediamo di portare il
limite per l'esenzione dalla compilazione dei registri telematici dagli
attuali 350 Kg a 3500 Kg/annui di produzione di olio.
3) Chiediamo per chi è Imprenditore Agricolo a titolo Professionale da
almeno 5 anni di sostituire con un’autodichiarazione i corsi e i
relativi patentini per guida trattori. Se lo scopo dichiarato è
aumentare la sicurezza dei lavori in campagna, allora si diano
contributi diretti per l'adeguamento delle macchine.
4) Esenzione totale dal patentino fitofarmaci nel caso in cui si
utilizzino esclusivamente fitofarmaci a base di sali di rame e/o zolfo.
5) Eliminazione delle prestazioni viniche obbligatorie che sono misure
anacronistiche. Inoltre, eliminando la distillazione obbligatoria delle
vinacce (cioè regalare le vinacce alle distillerie) si creerebbe un
valore di mercato per tutti i prodotti agricoli destinati alla
distillazione. Proponiamo di eliminare l'obbligo di dichiarazione
preventiva, incentivando il procedimento di smaltimento agronomico delle
vinacce.
6) Proponiamo la semplificazione del modello INTRASTAT (basterebbe un
elenco delle fatture inviate con PEC) e scadenza annuale per i vignaioli
che producono meno di 1000 hl.
7) Chiediamo che in vendemmia e per la raccolta delle olive si possa
ricorrere alla manodopera parentale e amicale con assicurazioni
agevolate, con un forfettario assicurativo proporzionato alle dimensioni
aziendali.
8) Chiediamo che su base volontaria e non obbligatoria sia possibile
riportare nelle etichette del vino la lista degli ingredienti.

Comunichiamo che se  non otterremo quanto richiesto, avvieremo una
Campagna di DISOBBEDIENZA CIVILE invitando tutti i vignaioli italiani a
non ottemperare alle richieste di adeguamento ai registri telematici.

Il cuore della nostra protesta è comunque quello di mettere in evidenza
il ruolo centrale che le piccole aziende svolgono nella salvaguardia
dell’ambiente e del territorio nel suo complesso. Il soffocamento di
queste piccole realtà non potrà che passare la mano ad un tipo di
agricoltura che inevitabilmente distruggerà la risorsa primaria.

Egregio Ministro, in pochissimi giorni su questa proposta abbiamo
raccolto 200 adesioni; con altrettanto poco tempo siamo certi di poter
coinvolgere migliaia di agricoltori.

VIGNAIOLI UNITI contadinicritici@inventati.org
Seguono le adesioni dei titolari 200 aziende agricole


ABRUZZO
-        Stefano De Fermo – Az. Agr. De Fermo
-        Mariapaola Di Cato – Az. Agr Di Cato Francesco
-        Lorenza Ludovico – Az. Agr. Ludovico
-        Sofia Pepe – Az. Agr. Emidio Pepe
-        Stefania Pepe – Az. Agr. Stefania Pepe
-        Enrico Gallinaro – Az. Agricola E. Gallinaro
-        Massimiliano D’Addario – Az. Agr. Marina Palusci
BASILICATA
-        Antonio  Cascarano – Az. Agr. Camerlengo
-        Elisabetta   - Az. Agr. Musto Carmelitano
CALABRIA
          -   Santino Lucà  -  Az. Agr. Cantine Lucà
         -    Luigi Viola -   Az. Agr. Cantine Viola
CAMPANIA
-        Giovanni Ascione - Az. Agr. Nanni Copè
-        Ennio Romano Cecaro – Az. Agr. Canlibero
-        Elisabetta Iuorio – Az. Agr. Casebianche
-        Raffaello Annicchiarico – Podere Veneri Vecchio
-        Fortunato Rodolfo Arpino – Az. Agr. Montedigrazia
-        Salvatore Magnoni – Az. Agr. Prima La Terra
-        Diana Iannacone – Az. Agr. I Cacciagalli
-        Sandro Lonardo – Az. Agr. Contrade di Taurasi
EMILIA ROMAGNA
-        Alberto Carretti – Podere Pradarolo
-        Laura Cardinali – Az. Agr. Cardinali
-        Vittorio Graziano – Az. Agr. Graziano
-        Mirco Mariotti – Az. Agr. Mariotti
-        Elena Pantaleoni – Az. Agr. La Stoppa
-        Federico Orsi – Vigneto S.Vito
-        Denny Bini – Az. Agr. Podere Cipolla
-        Francesco Torre – Az. Agr. Il Maiolo
-        Marco Cordani – Az. Agr. Cordani
-        Stefano  Malerba - Az. Agr. Gualdora
-        Vanni Nizzoli – Az. Agr. Cinque Campi
-        Katia Babini – Az. Agr. Vigne dei Boschi
-        Paolo Francesconi – Az. Agr. Francesconi
-        Roberto Maestri – Az. Agr. Quarticello
-        Andrea Cervini – Az. Agr. Il Poggio
-        Massimiliano Croci – Az. Agr. Tenuta Croci
-        Flavio Cantelli – Az. Agr. Maria Bortolotti
-        Erica Tagliavini –Soc. Agr. Bedogni Barbaterre
-        Romano Mattioli – Az. Agr. Terraquilia
-        Ettore Matarese – Az. Agr. Il Palazzo
-        Gianni Storchi – Az. Agr. Storchi
-         Paolo Crotti  -  Az. Agr. Podere Giardino
-        Alberto Anguissola – Az. Agr. Casè
-         Flavio Restani - Az. Agr. Il Farneto
-        Antonio Ognibene – Az. Agr. Gradizzolo
-        Manuela Venti – Az. Agr. Villa Venti
-        Susanna Diamanti – Az. Agr. Oro di Diamanti
-        Andrea Berti – Soc. Agr. Folesano
-        Marco Rizzardi – Az. Agr. Crocizia
FRIULI
-        Gaspare Buscemi – Az. Agr. Buscemi
-        Federica Magrini – Az. Agr. Vignai da Duline
-        Franco Terpin – Az. Agr. Terpin
-        Silvana Forte – Az. Agr. Le Due Terre
-        Dario Princic – Az. Agr. Princic
-        Fausto De Andreis – Az. Agr. Le Rocche del Gatto
-        Fulvio L. Bressan – Az. Agr. Bressan Nereo
-        Denis Montanar – Az. Agr. Denis Montanar
-        Andrea Rizzo – Az. Agr. Feudo dei Gelsi
LAZIO
-        Giuliano Salesi – Az. Agr.Podere Orto
-        Andrea Occhipinti – Az. Agr. Occhipinti
-        Chiara Bianchi – Az. Agr. Cantina Ribelà
-        Daniele Manoni – Az. Agr. Il Vinco
-        Marco Marrocco – Az. Agr. Palazzo Tronconi
-        Antonio Cosmi – Az. Agr. Casale Certosa

LIGURIA
-        Stefano Legnani – Az Agr. Legnani
-        Andrea Marcesini – Az. Agr. La Felce
-        Aris Blancardi – Az. Agr. Selvadolce
LOMBARDIA
-        Emanuele Pelizzati Perego – Ar.Pe.Pe. srl
-        Antonio Ligabue – Az. Agr. Ligabue
-        Giacomo Baruffaldi – Az. Agr.Castello di Stefanago
MARCHE
-        Alessandro Bonci – Az. Agr. La Marca di S. Michele
-        Paolo  Beretta - Az. Agr. Fiorano
-        Maria Pia Castelli – Az. Agr. Maria Pia Castelli
-        Corrado Dottori – Az. Agr. La Distesa
-        Rocco Vallorani – Az. Agr. Vigneti Vallorani
-        Igino Brutti – Az. Agr. Fontorfio
-        Enrico Gabrielli – Az. Agr. Aurora
-        Natalino Crgnaletti – Az. Agr. Fattoria S. Lorenzo
MOLISE
-        Rodolfo Gianserra – Az. Agr. Vinica
PIEMONTE
-        Guido Zampaglione – Tenuta Grillo
-        Paolo Laiolo – Az. Ag. Laiolo Reginin
-        Alessandro Barosi – Az. Agr. Cascina Corte
-        Nicoletta Bocca – Az. Agr. San Fereolo
-        Stefano Marelli e Enzo Kizito Volpi -Az. Agr. Corte Solidale
-        Eleonora  Costa  - Az. Agr. Crealto
-        Ezio Trinchero – Az. Agr. Trinchero
-        Nadia Verrua – Cascina Tavijn
-        Lucesio             Az. Agr. Rocca Rondinaria
-        Carlo Daniele Ricci – Az. Agr. Cascina S. Leto
-        Paola e Elena Conti – Cantine del Castello Conti
-        Andrea Fontana – Az. Agr. Platinetti Guido
-        Claudio Rosso – Az. Agr. Cascina Roera
-        Daniele Oddone – Az. Agr. Cascina Gentile
-        Paolo Malfatti – Az. Agr. Cascina Zerbetta
-        Daniele Saccoletto – Az. Agr. Saccoletto
-        Fabrizio Iuli – Az. Agr. Iuli Fabrizio
-        Rizzolio Giovanna – Az. Agr. Cascina delle rose
-        Stefania Carrea – Az. Agr. Terre di Matè
-        Paolo     Veglio  - Az. Agr. Cascina Roccalini
-        Chiara Penati – Az. Agr. Oltretorrente
-        Marta Rinaldi – Az. Agr. Rinaldi
-        Guido Corino – Az. Agr. Case Corini
-        Claudio Cepollina – Az. Agr. Casa Wallace
-        Alfio Cavallotto – Tenuta Bricco Boschis
PUGLIA
-        Natalino Del Prete – Az. Agr. Natalino Del Prete
-        Francesco Marra – Az. Agr. Francesco Marra
-        Marta Cesi – Az. Agr. Dei Agre
-        Mimmo            - Az. Agr. Pantun
SARDEGNA
-        Alessandro Dettori – Tenute Dettori
-        G. B. Columbu – Az. Agr. Malvasia Columbu
-        Giovanni Montisci – Az. Agr. Cantina G. Montisci
-        Francesco Sedilesu – Az. Agr. Giuseppe Sedilesu
-        Maurizio Altea – Az. Agr. Altea Illotto
SICILIA
-        Pierpaolo Badalucco – Az. Agr. Dos Tierras
-        Gianfranco Daino – Az. Agr. Daino
-        Guglielmo Manenti – Az. Agr. Manenti
-        Giovanni Gurreri – Cantina Gurrieri Az. Agr. Battaglia Graziella
-        Marco Sferlazzo – Az.Agr.Porta del Vento
-        Alice Bonaccorsi – Az. Agr. A. Bonaccorsi
-        Bruno Ferrara Sardo – Az. Agr. Bruno Ferrara
-        Davide Bentivegna – Az. Agr. Etnella
-        Paola Lantieri – Az. Agr. Punta dell’Ufala
-        Nino Barraco – Az. Agr. Barraco
-        Giovanni Scarfone – Az. Agr. Bonavita Faro
-        Francesco Guccione – Az. Agr. Guccione
-        Francesco Fenech – Az. Agr. F. Fenech

TOSCANA

-        Antonio Giglioli – Az Agr Casale Giglioli
        -     Giovanni Borella – Az. Agr. Casale
-        Valentina Baldini Libri – Fattoria Cerreto Libri
-        Arnaldo Rossi – Taverna Pane e Vino
-        Stefano Gonnelli – Az. Agr. Borgaruccio
-        Giovanna Tiezzi – Az. Agr. Pacina
-        Gabriele Buondonno – Az. Agr. Casavecchia alla Piazza
-        Gabriele Da Prato- Az. Agr. Podere Concori
-        Giuseppe Ferrua – Az. Agr. Fabbrica di S. Martino
-        Francesco Carfagna – Az.Agr. Altura
-        Stella di Campalto – Az. Agr. Podere S.Giuseppe
-        Francesca Padovani - Az. Agr.Podere Fonterenza
-        Marzio   Politi  - Coop. Agr. Voltumna
-        Olivier Paul Morandini – Az. Agr. Fuorimondo
-        Paolo Marchionni – Az. Agr. Vigliano
-        Alessio Miliotti – Az. Agr. Tenuta di Sticciano
-        Fabrizio Zanfi – Podere La Mercareccia
-        Paolo Giuli – Az. Agr. Al Podere di Rosa
-        Riccardo Papni – Az. Agr. La Pievuccia
-        Francesco De Filippis – Az. Agr. Cosimo Maria Masini
-        Sergio Falzari – Az. Agr. Il Giardino
-        Carlo Parenti – Az. Agr. Macchion de Lupi
-        Stefano Amerighi – Az. Agr. Amerighi
-        Umberto Valle – Az. Agr. Poggio Trevvalle
-        Francesco Anichini – Az. Agr. Vallone di Cecione
-        Roberto Bianchi – Az. Agr.Podere Val delle Corti
-        Luca Orsini – Az. Agr. Le Cinciole
-        Monica Raspi – Az. Agr. Fattoria Pomona
-        Patrizia Bruni – Az. Agr. Villa Bruni
-        Marco Tanganelli – Az. Agr. Tanganelli
-        Susanna Grassi – Az. Agr. I Fabbri
-        Nadia  Riguccini  - Az. Agr. Campinuovi
-        Maurizio Comitini  - Az. Agr. Croce di Febo
-        Luca Tomassini – Az. Agr. Sangervasio
-        Paolo Socci – Az. Agr. Fattoria di Lamole
-        Rossella   Bencini   - Az. Agr. Terreamano
-        Massimo Pasquetti – Az. Agr. I Mandorli
-        Michele Braganti – Az. Agr. Monteraponi
-        Paolo Cianferoni – Az. Agr. Caparsa
-        Jacy Farrel – Az. Agr. Monte Bernardi
-        Moreno Panattoni – Az. Agr. Montechiari
-        Giorgio Secchi – Az. Agr. Palmo di Terra
-        Piero Tartagni – Az. Agr. Fattoria Colleverde
-        Michele   Guarino - Az. Agr. Tenuta Lenzini
-        Stefano Grandi – Az. Agr. Canneta
-        Emilio Falcione – Az. Agr. La Busattina
-        Alessandro Sderci – Az. Agr. Podere il Palazzino
-        Jan Hendrik Erbach – Az. Agr. Pian dell’Orino
-        Katia Nussbaum – Az. Agr. San Polino
TRENTINO
-        Stefano Bailoni – Az. Agr. Cantina Bionatura
VENETO
-        Maurizio Donadi – Az. Agr. La Basseta
-        Maia Gioia Rosellini – Az. Agr. Ca’ Orologio
-        Carlo Venturini – Az.Agr. Monte Dall’Ora
-        Giovanni   Masini - Az. Agr. Cà de Noci
-        Franco Masiero – Az. Agr. Masiero Verdugo
-        Daniele Piccinin -  Az. Agr. Le Carline
-        Marinella Camerani – Az. Agr. Corte Sant’Alda
-        Daniele D. Delaini – Az. Agr. Villa Calicantus
-         Ernesto Cattel -  Az. Agr. Costadilà

UMBRIA
-        Paolo Bolla – Az Agr. Fontesecca
-        Rocco Trauzzola – Fattoria Mani Luna di
-        Jacopo Battista – Az. Agricola Ajola

-        Clelia Cini – Az. Agr. La Casa dei Cini