Tutti i premi di Radici del Sud 2015

Chiude a Bari la decima edizione di Radici del Sud, oggi lunedì 15 giugno. Quest’anno le aziende che hanno aderito alla grande kermesse che celebra e premia le migliori eccellenze vitivinicole del meridione sono state 181, un record assoluto dell’edizione 2015, rappresentata dai 20 produttori dalla Sicilia, 18 dalla Calabria, 10 dalla Basilicata, 36 della Campania e 97 dalla Puglia. I vini in concorso sono stati complessivamente 380 suddivisi in 21 categorie. I premi sono andati ai primi due che hanno ottenuto il punteggio migliore dalle due giurie, una nazionale e una internazionale, composte da 32 tra operatori, buyer, wine expert e giornalisti di settore italiani ed esteri (Per alcune batterie, con pochi vini, il premio è stato assegnato solo al primo classificato).
Quest’anno Radici del Sud ha realizzato e pubblicato un video all’interno del quale Nicola Campanile, organizzatore dell’evento, spiega le procedure del concorso. Un modo per far vedere la correttezza e trasparenza del concorso.

I vincitori

BOMBINO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 PANASCIO 2014 • CASTEL DEL MONTE DOC • AGRINATURA GIANCARLO CECI
2 MARESE 2014 • CASTEL DEL MONTE DOC • RIVERA

GIURIA NAZIONALE
1 PANASCIO 2014 • CASTEL DEL MONTE DOC • AGRINATURA GIANCARLO CECI
2 EX AEQUO MARESE 2014 • CASTEL DEL MONTE DOC • RIVERA
2 EX AEQUO RATINO 2014 • PUGLIA IGP • TENUTA COPPADORO

FALANGHINA

GIURIA INTERNAZIONALE
1 FALANGHINA DEL SANNIO 2013 • IGP CAMPANIA • TORRE VENERE
2 FALERNO BIANCO 2014 • FALERNO DEL MARSICO DOP • VILLA MATILDE

GIURIA NAZIONALE
1 FALANGHINA 2014 • BENEVENTANO FALANGHINA IGP • CANTINA SANPAOLO
2 FALANGHINA DEL SANNIO 2013 • CAMPANIA IGP • TORRE VENERE

MALVASIA

GIURIA INTERNAZIONALE
1 EX AEQUO MALACHÈ 2014 • PUGLIA IGP • CANTINA SOCIALE DI BARLETTA
1 EX AEQUO DONNA GIOVANNA 2014 • PUGLIA IGP • CANTINA TRE PINI

GIURIA NAZIONALE
1 30 MOGGE 2014 • SALENTO IGP • VAGLIO MASSA

CATARRATTO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 STELLA DI CORLEONE CATARRATTO 2014 • SICILIA DOC • PATRIA

GIURIA NAZIONALE
1 TERRE ROSSE DI GABBASCIO 2013 • TERRE SICILIANE IGP • CENTOPASSI


GRECO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 GRECO DI TUFO 2014 • GRECO DI TUFO DOCG • SOCIETÀ AGRICOLA NATIV
2 GRECO DI TUFO 2014 • GRECO DI TUFO DOCG • TERRE D’AIONE

GIURIA NAZIONALE
1 GRECO DI TUFO 2013 • GRECO DI TUFO DOCG • CANTINA SANPAOLO
2 EX AEQUO QUATTRO VENTI 2014 • GRECO DI TUFO DOCG • AZIENDA AGRICOLA PETILIA
2 EX AEQUO GRECO DI TUFO 2013 • GRECO DI TUFO DOCG • LE ORMERE

FIANO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 PIETRAINCATENATA 2013 • CILENTO FIANO DOC • LUIGI MAFFINI
2 FIANO DI AVELLINO 2014 • FIANO DI AVELLINO DOCG • AZIENDA AGRICOLA PETILIA

GIURIA NAZIONALE
1 ALESSANDRA 2010 • FIANO DI AVELLINO DOCG • DI MEO
2 QUARTARA 2012 • COLLI DI SALERNO IGP • LUNAROSSA VINI E PASSIONE


MINUTOLO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 MINUTOLO 2014 • PUGLIA IGP • PIETREGIOVANI
GIURIA NAZIONALE
1 MINUTOLO 2014 • PUGLIA IGP • PIETREGIOVANI

GRILLO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 LALUCI 2014 • SICILIA DOC • BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO
GIURIA NAZIONALE
1 ROCCE DI PIETRA LONGA 2013 • TERRE SICILIANE IGT • CENTOPASSI


GRUPPO MISTO VINI BIANCHI DEL SUD

GIURIA INTERNAZIONALE
1 PIETRAMARINA 2011 • ETNA BIANCO SUPERIORE DOC • BENANTI
2 MOSCATO DI NOTO 2014 • MOSCATO DI NOTO DOC • PLANETA
GIURIA NAZIONALE
1 CASE BIANCHE 2014 • TERRE SICILIANE IGT • TENUTA ENZA LA FAUCI
2 PIETRAMARINA 2011 • ETNA BIANCO SUPERIORE DOC • BENANTI

GRUPPO MISTO VINI ROSATI DEL SUD

GIURIA INTERNAZIONALE
1 PUNTALICE 2014 • CIRò ROSATO DOP • SENATORE VINI
2 SAVÙ 2014 • CALABRIA DOP • iGRECO

GIURIA NAZIONALE
1 TENUTA PARAIDA 2014 • COPERTINO DOP • AZIENDA VITIVINICOLA MARULLI
2 I TRE VOLTI 2013 • SAN SEVERO DOC • LEONARDO PALLOTTA

NEGROAMARO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 LE BRACI 2007 • SALENTO DOC • SEVERINO GAROFANO VIGNETI E CANTINE
2 NEGROAMARO 2011 • SALENTO IGP • VIGNETI CALITRO

GIURIA NAZIONALE
1 PIROMAFO 2010 • SALENTO IGP • VALLE DELL’ASSO
2 LI CUTI 1489 2013 • ALEZIO DOC • CANTINA COPPOLA 1489

GAGLIOPPO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 DOM GIUVÀ 2012• CIRÒ CLASSICO SUPERIORE DOC • VINI DU CROPIO
2 CATÀ 2012 IGT CALABRIA I GRECO

GIURIA NAZIONALE
1 CIRÒ ROSSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2012 • TENUTA DEL CONTE
2 GAGLIOPPO 2014 • CALABRIA IGT • STATTI

MAGLIOCCO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 LIBICI 2011 • CALABRIA MAGLIOCCO IGP • CASA COMERCI 
GIURIA NAZIONALE
1 EX AEQUO ROSSO VIOLA 2012 • CALABRIA IGP • CANTINE VIOLA
1 EX AEQUO LIBICI 2011 • CALABRIA MAGLIOCCO IGP • CASA COMERCI 

AGLIANICO DEL VULTURE

GIURIA INTERNAZIONALE
1 ORAZIANO 2009 • AGLIANICO DEL VULTURE DOC • MARTINO VINI
2 ROTONDO 2011 • AGLIANICO DEL VULTURE DOC • PATERNOSTER

GIURIA NAZIONALE
1 CASELLE 2009 • AGLIANICO DEL VULTURE DOC • VINICOLA D'ANGELO
2 EX AEQUO NOCTE 2011 • AGLIANICO DEL VULTURE DOC • TERRE DEI RE
2 EX AEQUO ROTONDO 2011 • AGLIANICO DEL VULTURE DOC • PATERNOSTER

AGLIANICO CAMPANIA

GIURIA INTERNAZIONALE
1 AGLIANICO 2009 • COLLI DI SALERNO IGT • MILA VUOLO
2 BORGOMASTRO 2009 • COLLI DI SALERNO IGP • LUNAROSSA VINI E PASSIONE

GIURIA NAZIONALE
1 TERRA DI LAVORO 2013 • CAMPANIA IGT • GALARDI
2 RASOTT 2010 • CAMPI TAURASINI DOC • BOCCELLA 

NERO DI TROIA

GIURIA INTERNAZIONALE
1 PUER APULIAE 2009 • CASTEL DEL MONTE DOC • RIVERA
2 OTTAGONO 2011 • CASTEL DEL MONTE RISERVA DOCG • TORREVENTO

GIURIA NAZIONALE
1 DONNA CLELIA 2012 • SAN SEVERO DOC • LEONARDO PALLOTTA
2 SERRE AL TRONO 2013 • MURGIA DOC • BOTROMAGNO

NERELLO

GIURIA INTERNAZIONALE
NERELLO MASCALESE 2014 • TERRE SICILIANE IGT • PRINCIPE DI CORLEONE

GIURIA NAZIONALE
ROVITTELLO 2011 • ETNA DOC • BENANTI

PRIMITIVO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 MASSERIA VECCHIA 2013 • PRIMITIVO DI MANDURIA DOP • TENUTE CERFEDA DELL'ELBA
2 SANT’ANASTASIA 2013 • PRIMITIVO DI MANDURIA DOP • SOCIETÀ AGRICOLA BEATO

GIURIA NAZIONALE
1 ACINI SPARGOLI 2011 • PRIMITIVO DI MANDURIA DOC • ANTICO PALMENTO
2 PRIMITIVO 2011 • GIOIA DEL COLLE DOC • FATALONE

NERO D’AVOLA

GIURIA INTERNAZIONALE
1 NARKE’ 2014 • TERRE SICILIANE IGP • PRINCIPE DI CORLEONE
2 EX AEQUO CERASUOLO DI VITTORIA DOCG 2013 • AGRIVINICOLA PORTELLI
2 EX AEQUO DON LUCA 2012 • CONTESSA ENTELLINA DOC • ENTELLANO

GIURIA NAZIONALE
1 CERASUOLO DI VITTORIA DOCG 2013 • AGRIVINICOLA PORTELLI
2 STELLA DI CORLEONE 2012 • DOC SICILIA • VINI PATRIA

GRUPPO MISTO VINI ROSSI DEL SUD

GIURIA INTERNAZIONALE
1 ZOLLA MALVASIA NERA 2013 • PUGLIA IGP • VIGNETI DEL SALENTO
2 PIEDIROSSO 2013 • CAMPI FLEGREI DOC • AGNANUM

GIURIA NAZIONALE
1 MEGALE HELLAS 2012 • PUGLIA IGT • LE VIGNE DI SAN MARCO
2 JOHE 2011 • PUGLIA IGT • TENUTA VIGLIONE

TAURASI

GIURIA INTERNAZIONALE
1 TAURASI DOCG 2007 • BOCCELLA 
2 VIGNA PIANO D’ANGELO 2006 • TAURAS DOCG • CANTINA MARTINO

GIURIA NAZIONALE
1 TAURASI RISERVA DOCG 2009 • CANTINA SANPAOLO
2 LOGGIA DEL CAVALIERE 2008 • TAURASI RISERVA DOCG • TENUTA CAVALIER PEPE

BIOLOGICO

GIURIA INTERNAZIONALE
1 LIBICI 2011 • CALABRIA MAGLIOCCO IGP • CASA COMERCI 
2 MASSERIA VECCHIA 2013 • PRIMITIVO DI MANDURIA DOP • TENUTE CERFEDA DELL'ELBA

GIURIA NAZIONALE
1 GIOIA DEL COLLE DOC PRIMITIVO 2011 • FATALONE
2 GIOIA DEL COLLE DOC RISERVA 2012 • CANTINA TRE PINI

Le giurie

GIURIA INTERNAZIONALE

Debra Meiburg Hong - Kong Master of Wine
Susan Hulme, Regno Unito Master of Wine
Alfonso Cevola, USA
Matthew Waldin, Regno Unito
Steffen Maus, Germania
Richard Baudains, Regno
Wojciech Bonkowski Polonia
Ewa Wielezynska Polonia
Magnus Reuterdahl Svezia
Paul Balke, Olanda
Luzia Schrampf, Austria
Michael Wising, Svezia
Paolo Ponghellini, Hong Kong
Frederik Kreutzer
Beata Gawęda Polonia
Patrick Lelievre Belgio
Mirek Kudlik Polonia
Henk Van de Scheur Paesi Bassi
Hon Wai CHAN Hong-Kong importatore
Hiroto Sasaki Giappone


GIURIA NAZIONALE

Alessandro Bocchetti, gamberorosso.it
Andrea De Palma, Guide Touring Club
Enzo Vizzari, Espresso Guide
Fabio Giavedoni, slowine.it
Filippo Gastaldi, enoteche Vinarius
Francesca Ciancio, La Repubblica – Croneche di Gusto - Gazzagolosa
Francesco Muci, slowine.it
Lorenzo Colombo, vinealia.org
Mauro Giacomo Bertolli, italiadelvino.com / www.ilsole24ore.com 
Pierluigi Gorgoni, gruppoespresso.it
Ugo Baldassarre, tigulliovino.it

Umberto Gambino, wining.it / Vini Buoni d’Italia

Il VINerdì di Garantito igp: Lambrusco Incantabis di Fondo Bozzole

Nel dialetto mantovano l’incantabiss è l’incantatore di serpenti. A Poggio Rusco chiamavano così Arnoldo Mondadori. Ora è il nome di un vino che ne onora la memoria. Un Lambrusco Mantovano bio fatto con la varietà Ruberti. Ha il frutto carnoso e la vena tannica adatti alla cucina di quelle parti.


Testo e foto: Angelo Peretti

I cinque Muscadet scelti da Angelo Peretti per Garantito IGP

Non so se abbiate la mia stessa impressione, ma, lemme lemme, flemmaticamente, di sottecchi (ah, se mi piace utilizzare queste desuete espressioni lessicali!), c’è un vino bianco francese che si sta facendo largo anche qui da noi Italia. Nelle proposte a bicchiere dei locali di tendenza, nelle liste dei ristoranti, sugli scaffali dei supermercati, perfino degli hard discount. Sarà per via della crisi, ché quando i margini si contraggono occorre guardarsi intorno e trovare qualcosa di buono che abbia prezzi umani e nel contempo stupisca almeno un po’. Questo qui è un vino che in genere il prezzo ce l’ha umanissimo. In più, sa stupire, e funziona per l’aperitivo disimpegnato, ma anche per la cucina leggera, estiva, e soprattutto per il crudo di pesce, di crostacei, da molluschi. Ecco, è un vino da ostriche.

Ora, so che l’ho tirata lunga, ma dovevo cercare di dargli dignità al Muscadet della Loira. Vino a lungo reietto, e in effetti ce n’è innumerevole produzione che ancora oggi si può classificare nel novero delle inconsistenze enoiche. Tuttavia, da quei vigneti di sabbie salse che si protendono verso l’oceano stanno arrivando anche cose buone, e talvolta buonissime, e qualche volta da spellarsi le mani per gli applausi. Etichette che pian piano si fanno strada anche qui da noi. E te le ritrovi, queste bottiglie, dove meno te l’aspetti, dal banco dell’ipermercato alle fiere dei cosiddetti vini naturali, perbacco.

In particolare, credo vada prestata attenzione ad alcuni vini dell’enorme appellation Muscadet de Sèvre et Maine (450 mila ettolitri, mica scherzi), soprattutto quando son fatti sur lie, con prolungata permanenza sui lieviti. In quel caso, i bicchieri migliori sono entusiasmanti, credetemi. Ma anche tra le produzioni meno orientate all’eccellenza enoica capita di rintracciare buone cose. A prezzi leggeri, sovente.
Dunque, voi che fate Fiano e Soave, Verdicchio e Gavi, sappiatelo e cominciate a farci i conti, col questo Muscadet che fa finta di niente, e intanto prende spazio.
Qui di seguito ne fornisco quattro esempi, del Muscadet. Quattro vini di differente pretesa, ma comunque di piacevole e qualche volta strepitosa beva.
Ah, a proposito: solo un’altra annotazione. L’uva con cui si fa il Muscadet si chiama melon de Bourgogne. Forse veniva, come dice il nome, dalla Borgogna, ma là adesso coltivano chardonnay, o al massimo aligoté. Il melon ora lo si alleva nella Loira, per farci, appunto, il Muscadet: lì ce n’è qualcosa come 13 mila ettari.
Adesso i vini.

Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château La Perrière
Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château La Perrière
Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château La Perrière

Scattante, pietroso e salino. Grintoso. Lo bevo e lo ribevo, sempre con soddisfazione. È un 2012, e il Muscadet, quand’è ben fatto, ci guadagna a essere bevuto a qualche anno dalla vendemmia. Per me, vale 90 punti su 100, ché quand’è buono, anche un vino “piccolino” può esser “grande”. Del resto, fu tre stelle e coup de coeur (il massimo dei massimi) sulla guida Hachette 2014 dei vini francesi. Da quelle parti costa – tenetevi forte – meno di 5 euro.

Muscadet Sèvre et Maine Selection Le Houx Sur Lie 2011 Jo Landron
Muscadet Sèvre et Maine Selection Le Houx Sur Lie 2011 Jo Landron
Muscadet Sèvre et Maine Selection Le Houx Sur Lie 2011 Jo Landron
Questo invece è un Muscadet importato in Italia, e dunque è abbastanza facile da trovare. Ce l’ha in catalogo Proposta Vini, che lo vende (ai ristoratori) intorno agli 8 euro più iva. Insomma, un po’ più costoso. Ma, attenti, quello che ho bevuto io era un 2011 e sono rimasto a bocc’aperta da quant’era giovane: altro che vinello, il Muscadet. Freschissimo e sapido, salato, marino, iodato. Poi sa di fiori e agrumi, di cedro, di mandarino tardivo. Altro 90.

Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château de La Botinière
Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château de La Botinière
Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie 2012 Château de La Botinière

A volte mi domando come facciano certi vini ad arrivare nei punti vendita della grande distribuzione. Questo, per esempio, l’ho trovato in mezzo a un Vermentino di Gallura e un Etna Bianco al supermercato dell’Iper Orvea, ad Affi, vicino all’uscita della Brennero-Modena. Salato, marino, agrumato, lunghissimo, felicemente persistente. Un calice tira l’altro. Per me vale almeno 88 punti. Ce n’erano sei bottiglie, a 5,90 euro. Peccato non averle prese tutte.

Muscadet Côtes de Grandlieu Fief Guerin 2013 Domaine des Herbauges
Muscadet Côtes de Grandlieu Fief Guerin 2013 Domaine des Herbauges
Muscadet Côtes de Grandlieu Fief Guerin 2013 Domaine des Herbauges

Questo l’ho comprato – udite udite! – alla Lidl. Sì, in un negozio della catena degli hard discount tedeschi, dalle mie parti, sul lago di Garda. È un vino di non grande impegno, magari anche un po’ semplice, ma ha retto incredibilmente bene a bottiglia aperta: il giorno dopo non faceva una piega. Tanto limone, qualche frutto bianco croccantino, un fondo gradevolmente affumicato. Non posso dargli un votone (diciamo 82 punti?), ma costa 3,99 euro.

Garantito IGP passa da 5 a 7 autori

Dall’11/6 la rete di giornalisti e blogger del vino “IGP” (I Giovani Promettenti) si allarga ad Angelo Peretti eAndrea Petrini, che vanno ad affiancare gli storici Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Roberto Giuliani, Stefano Tesi e Lorenzo Colombo. E alla rubrica del giovedì il giorno seguente se ne aggiunge un’altra: ilVINerdì IGP.
Sono Angelo Peretti di Internetgourmet.it e Andrea Petrini di Percorsidivino.com le new entries che portano a 7 il numero dei membri del gruppo IGP, il network di testate web e di blog dedicati all’informazione enogastronomica che già da anni riuniva Carlo Macchi (Winesurf.it), Luciano Pignataro(Lucianopignataro.it), Roberto Giuliani (Lavinium.com), Stefano Tesi (Alta-fedelta.info) e Lorenzo Colombo (Vinealia.com).


La storica decisione, assunta al termine di un sobrio convivio al “Magazzino” fiorentino di Luca Cai, mira ad ampliare la portata di un progetto finora rivelatosi vincente nel settore della critica indipendente: una formula a più voci in cui ognuno mantiene la propria identità, ma periodicamente ospita un articolo degli altri, nel quadro di una filosofia condivisa.
La nuova formazione a 7 si apre giovedì 11/6 con il pezzo d’esordio di Angelo Peretti, cui il 18/6 seguirà quello di Andrea Petrini.

Ma ci sono anche altre novità.

La prima è che, da venerdì 12/6, il gruppo IGP parte anche con una nuova rubrica: il VINerdì IGP, minirecensione vinicola che in pratica elegge il “vino della settimana” dell’autore del “Garantito IGP” del giorno precedente. “Un vino in un distico”, ha sancito il fondatore/ideatore Carlo Macchi.
Per il resto c’è tempo, ma le promesse dei promettenti vanno prese sul serio. Ad esempio quella di cooptare presto una giovane promettente…

Château L'Angélus 2005

Pur appartenente alla famiglia Boüard de Laforest da quattro generazioni, è solo nel 1976, con Hubert de Boüard de Laforest, che Château L'Angélus, oggi chiamato semplicemente Angélus, conosce una decisa e netta escalation qualitativa grazie all’adozione di pratiche colturali molto restrittive in vigna e a notevoli investimenti, non solo tecnologici, in cantina. 

Foto: Wine Searcher
L'azienda, il cui nome fa riferimento al suono delle tre campane di Saint-Emilion udibili chiaramente in vigna durante le lavorazioni, grazie ai continui sforzi in termini di qualità, nel 1996 viene promossa da Grand Cru Classé a Premier Grand Cru Classé (B) mentre nel 2012 c'è stato il definitivo e meritato passaggio a Premier Grand Cru Classé (A).

Foto: Idealwine.net

Château Angelus 2005, bevuto recentemente, è un blend composto da Merlot (60%) e Cabernet Franc (40%) e si presenta nel bicchiere con un colore rubino intenso che fa presagire, già alla vista, una elevata estrazione polifenolica. Mettendo il naso nel bicchiere si capisce subito che ci troviamo davanti ad una girandola olfattiva di grande finezza ed eleganza. Inizialmente percepiamo i piccoli frutti di bosco, poi ciliegia, prugna, cioccolato fondente, sottobosco, caffè tostato, vaniglia, spezie, eucalipto, china, brezze mentolate e una vena minerale che fa venire in mente la selce, la grafite, il ferro.

Foto: Cellartracker
Quando bevo il vino mi rendo conto di averlo fatto troppo presto per poterlo apprezzare come meriterebbe. La cosa che lascia sbalorditi, comunque, nonostante sia giovanissimo, è la finezza dei tannini la cui tessitura è pura seta in bocca, un tappeto rosso che scivola suadente e che rimane nella memoria grazie anche ad una persistenza davvero notevole. 

Prezzo? 300 euro di puro piacere edonistico!


Il Montepulciano d'Abruzzo è Edoardo Valentini ed Edoardo Valentini è il Montepulciano d'Abruzzo

Descrivere i vini di Edoardo Valentini è sempre difficilissimo, almeno per me, perchè ho sempre il timore di cadere in una certa retorica o in un probabile déjà vu visto che della sua figura, del territorio di Loreto Aprutino e del suo vino hanno già scritto i migliori wine writer del mondo.
Da piccolo wine writer di periferia posso aggiungere solo che Valentini è stato una sorta di visionario perchè, in tempi non sospetti, ha creduto in vitigni "minori" come il montepulciano d'abruzzo e il trebbiano quando tutto attorno a lui era deserto. 

Per rendere omaggio a questo grande vignaiolo italiano, la cui eredità è stata egregiamente raccolta dal figlio Francesco, tanto tempo fa, parliamo del 2012, è stata organizzata una verticale storica del suo Montepulciano d'Abruzzo nelle seguenti annate: 2001, 1997, 1985, 1970 e 1968. Pure emozioni che, con colpevole ritardo, speriamo io possa riuscire a trasmettervi con le mie parole.

FOTO: ANDREA FEDERICI

Montepulciano d'Abruzzo 2001 Edoardo Valentini: l'annata è calda e il vino, inizialmente, si apre su toni di pomodoro secco, patè di olive, erbe aromatiche. Simpaticamente l'ho ribattezzato il vino "bruschetta". Col tempo, però, cambia volto e diventa infinitamente più elegante ed equilibrato con un naso luminoso di ciliegia nera, viola, sottobosco, pepe, legno, bastoncino di liquirizia, grafite.  Al sorso ha una acidità quasi agrumata ed è dotato di un tannino leggiadro e di un alcol, siamo a 14%, perfettamente integrato nella struttura. Nota mentolata nel finale. Ottimo esordio.

Montepulciano d'Abruzzo 1997 Edoardo Valentini: dopo oltre 15  anni il vino ha una giovinezza cromatica davvero invidiabile. Inizialmente carnoso e polposo grazie alla massiccia presenza aromatica di frutta rossa matura, il Montepulciano, col tempo e la giusta ossigenazione, diventa quasi austero rilasciando con slancio ricordi di cenere, sandalo, incenso, giaggiolo, rosa appassita e un tocco vegetale finale, quasi impercettibile, che ricorda le piante officinali. Al palato il vino è rotondo, cremoso, lo slancio giovanile fatto di freschezza ed impalcatura tannica si capisce che, pian piano, si sta placando lasciando un sorso ben bilanciato, sapido e dalla chiusura balsamica. Da bere oggi con grande gioia.


Montepulciano d'Abruzzo 1985 Edoardo Valentini: rispetto agli altri vini in batteria il colore di questo è meno concentrato. Al naso è serrato, integro, di superba concretezza: caffè, ruggine, nocciola, orzo, tabacco, asfalto, menta, olive, note cosmetiche sono i primi descrittori che segno sul mio Moleskine. Un delirio di complessità e profumi. Berlo significa entrare in una sorta di trance mentale dove l'aggettivo più cattivo che posso usare è....vibrante. Oggi questo '85 è di un equilibrio perfetto e invade la bocca con forza minerale e sapida davvero stupefacente. Chiude setoso, lunghissimo. Un grande senza se e senza ma.


Montepulciano d'Abruzzo 1970 Edoardo Valentini: l'annata non sarà stata delle migliori ma, nonostante questo, questo vino ha raggiunto la sua veneranda età in grande forma. E' terziarizzato, certo, ma non ossidato. Avete presente un bel vecchietto che fa ancora la maratona di New York? Proprio così, ha i capelli bianchi ma riesce ancora a sprintare meglio di certi giovanotti. Roteando il bicchiere si percepiscono profumi di the nero, ebanisteria, liquirizia, noce, frutta secca, catrame, ferro, tamarindo e una copiosa ventata balsamica. Al palato, dopo 42 anni, è ancora elegante dato che le sue durezze e morbidezze sono perfettamente fuse dando vita ad un nettare sinuoso ed esile allo stesso tempo. Finale iodato, ferroso. Ah, ce ne fossero....


Montepulciano d'Abruzzo 1968 Edoardo Valentini: il mio amico Davide Bonucci si innamorerebbe a prima vista di questo Montepulciano d'Abruzzo che vanta una terziarizzazione da manuale, didattica, visto che si rincorrono nel bicchiere odori di ferro e sangue che, con l'ossigenazione, virano verso la frutta nera disidratata, il concentrato di pomodoro, i legni aromatici, fino ad arrivare al tartufo di Langa, all'inchiostro e al rabarbaro. Bevendolo, magari alla cieca, ti stupiresti della sua perfetta integrità. Anzi, rispetto al 1970, ha un tannino ancora graffiante che emerge fiero e rustico all'interno di una struttura ancora ben salda e coesa. Chiude saporito con ricordi di erbe aromatiche e prugne secche. Un Montepulciano di grande nostalgia e fierezza contadina.


Vino e social: a che punto sono le nostre grandi aziende?

Le cantine italiane devono fare sempre più i conti con il grado di digitalizzazione del mercato enologico e dei consumatori. Presidiati il mobile e i social network più collaudati; restano aperte grandi opportunità legate al search marketing, alla strategia social e all’e-commerce gestito direttamente dai siti web delle aziende (solo 2 su 25).
Questi in sintesi i risultati della seconda edizione della ricerca condotta da FleishmanHillard, società di consulenza strategica con oltre 80 offici nel mondo e parte del Gruppo Omnicom, che ha analizzato nel mese di aprile 2015 la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’ultima indagine Mediobanca di marzo 2015.

L’analisi ha preso in considerazione parametri sia qualitativi che quantitativi delle principali società del settore del vino Made in Italy - comparto che, secondo i più recenti dati rilasciati da Coldiretti, genera un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro (8% dell’industria alimentare nazionale) e un export di 5,1 miliardi (+1,4% sul 2013).
Rispetto al 2014, resta al top della classifica Compagnia De’ Frescobaldi; al secondo posto, guadagnando posizioni rispetto allo scorso anno, si posiziona Casa Vinicola Zonin, seguita da Masi Agricola, che perde una posizione rispetto al 2014,  da Gruppo Banfi, in risalita di 7 posizioni, e da P. Antinori, stabile in quinta posizione.


Tra i principali aspetti emersi dall’analisi:

1. A livello di siti web, l’e-commerce “diretto” è ancora appannaggio di pochissimi.

o   Resta quasi del tutto non presidiata, con 2 sole aziende sulle 25 analizzate, la disponibilità sul sito corporate di un servizio di e-commerce “diretto”. La difficoltà di adeguare l’intera struttura aziendale e logistica è ancora percepita come ostacolo, mentre online shop di prodotti eno-gastronomici e aggregatori sono in costante crescita. Secondo l’ultimo Osservatorio eCommerce BtoC promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano (2014), l’e-commerce in Italia ha raggiunto un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, +17% rispetto al 2013 in relazione alle vendite da siti italiani (verso consumatori italiani e stranieri). I device mobili, in particolare, sono sempre più protagonisti dell’e-commerce italiano: l’incidenza delle vendite da questi dispositivi (smartphone e tablet) ha raggiunto il 20% del totale e-commerce del nostro Paese.

o   Quasi tutte le aziende hanno compreso la necessità di presidiare il mobile. La partita della digitalizzazione e dell’export si gioca soprattutto su questo aspetto, per entrare in contatto con generazioni sempre più abituate a navigare da smartphone e tablet: secondi i più recenti dati rilasciati da Audiweb, il tempo totale speso online è generato per ben il 62,4% dalla fruizione di internet da device mobili.

o   E’ tutt’oggi solo parzialmente sviluppata l’ottimizzazione dei siti esaminati, sia in termini di creazione di contenuti ottimizzati che di link autorevoli che rimandano al sito, fattori che favoriscono la presenza del sito stesso nelle primissime pagine dei motori di ricerca.

2. A livello di canali social, in termini di presenza delle aziende, YouTube ha raggiunto Facebook, a dimostrazione, a distanza di un anno, della maggiore consapevolezza acquisita circa il potere dei contenuti video.

o   Le aziende analizzate mostrano in generale, come presenza, un buon presidio dei principali social network: conducono la classifica a pari merito Facebook e YouTube, utilizzati da 17 aziende su 25, seguiti da Twitter con 12 aziende.

o   Instagram e Pinterest, due social network più giovani ma dalle grandi potenzialità per il settore enologico, vedono entrambi la presenza di 6 sole aziende delle 25 prese in esame.

o   Osservando il presidio dei social network dal punto di vista qualitativo, l’analisi della frequenza di aggiornamento ha evidenziato ritmi un po’ altalenanti, pur non mancando casi di eccellenza. Buona la situazione per Facebook dove, tra le 17 aziende con un account, 13 hanno pubblicato un post sulla propria pagina negli ultimi 7 giorni presi in esami, alcuni con cadenza quasi giornaliera; per YouTube, solo 3 delle 17 aziende con un canale hanno pubblicato un video nell’ultimo mese, mentre 8 solo nell’arco degli scorsi 6 mesi. Piuttosto positivo l’aggiornamento in Twitter, considerando che 8 aziende tra le 12 con un account twittano notizie con una frequenza pressoché quotidiana.

“La seconda edizione di questa ricerca, pubblicata a un anno di distanza dalla prima, conferma la volontà d’innovazione del settore vinicolo italiano, ma mette in luce un processo di digitalizzazione del business ancora in consolidamento”, ha commentato Alessandra Fremondi, Senior Consultant e responsabile dell’area Food&Beverage di FleishmanHillard Italia. “Tra i segnali positivi sicuramente emerge il presidio del mobile e dei principali social Facebook e YouTube, quest’ultimo in crescita rispetto allo scorso anno del 13%. Le principali opportunità sono legate soprattutto all’ottimizzazione dei siti, alla consapevolezza del valore a medio-lungo termine di una piattaforma ecommerce proprietaria e alla possibilità di esplorare social network nei mercati locali: tutti aspetti che possono diventare un mezzo per moltiplicare il business e creare dialogo con i consumatori nei Paesi di riferimento”.

3.       In particolare, tra le opportunità:

o   Sito web: il web design e il racconto del prodotto, con un approccio editoriale curato e mirato, rivestono un ruolo fondamentale nel coinvolgimento dell’utente e nel rendere unica la sua esperienza di navigazione, valorizzando al meglio l’immagine del prodotto e del brand.  Un sito web che risponde alle necessità dell’utente di reperire online informazioni e di fruire di contenuti in multicanalità rappresenta il primo step verso una presenza online strategica del brand.

o   Ottimizzazione dei contenuti: in termini di search marketing, l’opportunità principale per le aziende vinicole è legata alla creazione di contenuti ottimizzati e di link autorevoli che rimandano al proprio sito, favorendone la visibilità nelle primissime pagine dei motori di ricerca. Inoltre, attraverso una strategia più avanzata di ottimizzazione per motori di ricerca locali, ad esempio Yandex nel mercato russo o Baidu in quello cinese, la visibilità del proprio sito può creare nuove opportunità in Paesi strategici da presidiare.

o   Strategia social mirata: diventa sempre più rilevante affinare la strategia di presenza sui canali social dal punto di vista qualitativo proponendo, secondo tempistiche di aggiornamento ideali per ogni singolo social network, contenuti rilevanti in grado di creare dialogo, informare, educare e coinvolgere l’utente. Questo approccio riguarda in primis i principali social network già presidiati come presenza dalla maggior parte delle aziende analizzate, quindi Facebook, YouTube e Twitter; rientra in una strategia social più ampia anche l’opportunità di presidiare canali come Instagram e Pinterest o strumenti locali in mercati strategici, ad esempio QZone o Weibo in Cina o V Kontakte in Russia.

o   E-commerce: l’Osservatorio eCommerce BtoC promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ha messo in luce nel 2014 il contributo rilevante di alcuni comparti, poco significativi in passato ma con un potenziale online notevole, tra cui il Food&Wine ‘gastronomico’, che nel 2014 ha raggiunto in Italia in termini di e-commerce un valore di oltre 200 milioni di euro, in crescita del 30%. Accanto a questo dato significativo, l’Osservatorio ha però evidenziato la quasi totale assenza di aziende eno-gastronomiche italiane che utilizzano l’e-commerce in ottica export. Questo dato viene confermato dalla ricerca FleishmanHillard e apre il dibattito sulle interessanti potenzialità a medio-lungo termine di una piattaforma e-commerce “diretta” in ottica di sviluppo del business, soprattutto in un anno strategico come quello dell’Expo a Milano.


Il Gambellara è una felice scoperta

In questi giorni non si fa che parlare di vini del vulcano e, nel momento in cui sto scrivendo, mi è arrivato il gradito invito per partecipare alla nuova tappa di Volcanic Wines che si terrà ad Orvieto e che poi proseguirà  in giro per l'Italia in base al format prestabilito.

Tra i territori vulcanici italiani, uno dei più suggestivi è sicuramente quello di Gambellara che, in posizione panoramica sulla pianura veneta, si estende tra le province di Verona e Vicenza attraverso le sue morbide e antichissime colline, mai al di sopra dei 500 metri s.l.m., che recenti studi hanno fatto risalire al primo periodo del Terziario come riflesso agli imponenti movimenti e scorrimenti degli strati geologici e ai corrugamenti che hanno dato origine alla cerchia Alpina. 


I vigneti di Gambellara e la Chiesa di S. Marco

La caratteristica principale di Gambellara riguarda sicuramente il suo suolo formato in gran parte da basalti e tufi terrosi basaltici di origine vulcanica che, nella zona di monte San Marco, sono stati talmente consistenti che in passato si è aperta una cava per estrarli ed usarli per le massicciate ferroviarie o come materiale per costruzioni locali. 
Di quel giacimento naturale, purtroppo, non è rimasto quasi nulla se non un parco, che ha sostituito la vecchia cava, e qualche roccia basaltica a testimoniare antichi splendori perduti.


I basalti di Gambellara prima....
...e dopo

Parlando di viticoltura, a Gambellara la regina delle uve è la Garganega che sembra essere presente in questo territorio fin da tempi antichissimi visto che lo stesso Pier de Crescenzi, nel suo trattato "De Agricoltura" menziona questo vitigno osservando acutamente alcune caratteristiche distinguendola tra una sottovarietà Femina, molto fruttifera, ed una Mascula, praticamente sterile. In particolare la Garganega, allevata storicamente a pergola veronese, in questo territorio trova le sue zone di elezione tra i comuni di Gambellara, Montorso Vicentino, Montebello Vicentino e Zermeghedo dove, grazie a circa ottocento ettari di vigneto, sono prodotte due Denominazioni: il “Gambellara DOC”, nelle tipologie “Gambellara” (anche Spumante), “Gambellara Classico” e “Gambellara Vin Santo” e il “Recioto di Gambellara DOCG” nelle tipologie “Spumante” e “Classico”.


Ospite del dinamico Consorzio Tutela Vini Gambellara, istituito nel 1972 e oggi presieduto da Giuseppe Zonin, ho partecipato ad un press tour dove, oltre a calpestare di persona le bellissime vigne di Garganega piantate su suoli di natura basaltico/tufaceo, ho potuto degustare nelle splendide sale delle le Barchesse del Vino di Gambellara (Palazzo Cera) alcune delle migliori espressioni del Gambellara DOC e del Recioto DOCG in modo da farmi una idea su una denominazione e un territorio che, a mio avviso, è ancora troppo sottovalutato e per certi versi ancora all'ombra dei vini della vicina Soave i cui vini hanno gli stessi meriti di quelli prodotti a Gambellara e dintorni.

Durante la due giorni veneta, grazie anche all'organizzazione in contemporanea di "Garganica, alla scoperta dei vini vulcanici del Gambellara Doc" ho potuto degustare molti ottimi vini che ora vado a descrivervi.



Non avevo molta fiducia sugli spumanti a base garganega visti i deludenti assaggi di qualche tempo fa ma questo metodo charmat di Roberto Zonin mi ha fatto un po' ricredere grazie al suo ottimo perlage e alla sua vigoria minerale. E' un vino semplice e diretto ma rappresenta un ottimo approccio alla territorialità di Gambellara.



Il Gambellara Classico 2014 di Sordato Lino rappresenta, a mio modo di vedere, tutto ciò che dovrebbe avere un Gambellara fermo vinificato in maniera semplice e pulita. Didattico il naso dove spiccano gli aromi di biancospino, pesca bianca, agrumi e fredda mineralità. Impianto gustativo agile, fruttato ma non banale dove la scia sapida finale rappresenta una degna chiusura per un vino che non fai fatica a finire in un attimo.



Natalina Grandi è una piccola grande realtà che siamo andati a trovare di persona in cantina e, tra i vari vini fermi, il Gambellara "Solo Lei" 2013 è sicuramente quello dalla maggiore personalità. Più complesso rispetto al precedente ha nel sorso fresco e nella affilata sapidità le sue armi di seduzione che vengono amplificate grazie anche ad un ad finale proporzionato e sfizioso. 



Virgilio Vignato è un piccolo vignaiolo che dovrebbe avere maggiore spazio tra i vari wine blog perchè produce vini davvero interessanti tra cui questo Gambellara Classico "Capitel Vicenzi" 2013 che pur nella annata non facile riesce a trasmettere una sobria eleganza che ha per sfondo l'odore del basalto e per contorno una macedonia di frutta bianca e mazzi di fiori bianchi di campo. L'approccio al sorso è fruttato ma decisamente fresco e minerale. Chiude gradevole con un evidente eco floreale.



L'ultimo vino, il Gambellara Classico "Creari" 2010 di Cavazza l'ho scelto per due motivi: era l'unico un po' vecchiotto e, cosa ancora più particolare, era l'unica garganega in purezza le cui vigne sono piantate su un terreno anomalo per la vulcanica Gambellara visto che la sottozona Creari ha composizione prevalentemente calcarea. Rispetto agli altri è questo Gambellara DOC è sicuramente il più eterogeneo ma anche il più rotondo e generoso caratterizzandosi per un incipit olfattivo dove la frutta gialla matura e i sentori di mimosa sembrano ben integrarsi con un impianto gustativo suadente e dalle sfumature quasi salmastre.

Chiudo questo post ringraziando il Consorzio per il gentile invito con la speranza che i vini di Gambellara siano sempre più valorizzati e comunicati perchè, se fatti con Amore, non sono mai secondi a nessuno.

Alla prossima!