Note di gusto al Pomigliano Jazz Festival 2013


Alla sua XVIII edizione il Pomigliano Jazz Festival rinnova la formula itinerante con concerti in programma nei siti di interesse archeologico e storico culturale dell’areale  vesuviano e dell’alto nolano. Il Festival conferma quindi la grande volontà di utilizzare la musica come potente strumento non solo culturale e di aggregazione, ma anche di promozione del territorio. Musica, storia, cultura ed eno gastronomia compongono quindi il patrimonio sul quale fare leva per creare sviluppo economico e turistico.  A questo fine il programma Note di Gusto  prevede  itinerari eno gastronomici organizzati in collaborazione con le condotte Slow Food Vesuvio e Agro Nolano.

Già lo scorso anno si è intrapresa questa strada con grande successo: protagonista fortunatissima degli eventi del gusto è stata la papaccella napoletana, tipico ortaggio della zona. Il riscontro sul pubblico e sulla diffusione commerciale di questo peperone riccioluto e gustosissimo è stato molto incoraggiante. Forti di tale esperienza, quest’anno il programma delle condotte Slow Food Vesuvio e Agro Nolano, partners del festival, è più ricco ed articolato e vede protagonisti i prodotti dell’orto vesuviano. Come è ben noto, la produzione agricola che cinge il Vesuvio è  ricca di bio diversità e particolarmente saporita, grazie al suolo vulcanico ricco di sali minerali che le dà vita. Torna quindi tra i banchi di degustazione la papaccela, essendo figlia della stagione in corso, insieme a tutti gli altri ortaggi ed al rinomato pomodorino del piennolo – richiestissimo ormai nelle cucine dei grandi chef italiani ed internazionali. Pertanto il calendario di appuntamenti musicali sarà affiancato da quello dal sapore buono, pulito e giusto. Ad ogni artista sarà abbinato uno chef che offrirà in degustazione i suo piatti ispirati ai prodotti dell’orto del Vesuvio. Inoltre lo spazio dedicato alla cucina sarà affiancato da stands di agricoltori vesuviani. Sarà quindi possibile degustare ed acquistare i prodotti di contadini autentici e fedeli alla tradizione agricola del territorio: Azienda Agricola Madrenatura: la giovane Marialuisa Squitieri, laureata in Storia Medievale, ha ritrovato con fiducia le radici contadine della propria famiglia a Poggiomarino. Con energia ed entusiasmo ha aperto un punto vendita nel cuore del centro storico di Napoli, proponendo la filiera corta dei tanti prodotti agricoli della sua della sua terra e tante altre colture campane realizzate in regime biologico.

Vincenzo Egizio a Brusciano è il re della papaccella, il peperone di Napoli, tondo, riccio e costoluto. Lo ha salvato dall’estinzione e rilanciato con successo insieme ad altre colture dell’area vesuviana.
Libera Feola, anche lei contadina che resiste con passione e caparbietà all’invadenza del cemento e della grande distribuzione. E’ specializzata nella produzione di confetture di frutta e succhi realizzati con metodi naturali e nel pieno rispetto dell’ambiente.
L’Associazione Pomodorino del Piennolo del Vesuvio presieduta da Saverio Bifulco, piccolo agricoltore di San Giuseppe Vesuviano, si sono occupati di riportare il giusto valore al proprio mestiere di custodi della terra e di pregiati artigiani dell’oro rosso del Vesuvio.
Itinerario Enogastronomico del Pomigliano Jazz festival.

Domenica 15 settembre Anfiteatro di Avella: alle ore 10 percorso con guide di Legambiente nel Parco Nazionale del Vesuvio con partenza  dal parcheggio antistante il Palazzo Mediceo di Ottaviano. Il percorso dura 4 ore e termina al ristorante Villa Giovanna con degustazione di piatti realizzati con le produzioni stagionali dell’orto vesuviano. Segue visita all’azienda agricola Saverio Bifulco, produttore di pomodorini del piennolo, via Profica Paliata San Giuseppe Vesuviano, mob. 3336275495.
Alle ore 21
l’anteprima con il concerto di Ludovico Einaudi, che presenta per la prima volta in Campania, all’Anfiteatro Romano di Avella (AV), il suo recente lavoro “In a time lapse”. Accompagnato da un ensemble di archi, percussioni ed elettronica. Chef della serata è Antonella Rossi del ristorante Napoli Mia(Napoli), abile interprete della cucina napoletana ben articolata tra tradizione e innovazione.

Mercoledì 18 settembre appositamente per Pomigliano Jazz e per la settecentesca Villa Cappelli a Pollena va in scena con un progetto inedito realizzato Trocchia (NA). Tre tra i migliori jazzisti campani – il sassofonistaMarco Zurzolo, il chitarrista Antonio Onorato e il pianista Francesco Nastro – danno vita ad una performance sospesa tra  jazz, fusion, sonorità mediterranee e improvvisazione, ispirata dalle suggestioni del golfo di Napoli e del Vesuvio.
Chef della serata  è Raffaele Vertolomo del ristorante O Primm’ammore di Pompei: giovane chef fortemente motivato a far diventare l’elegante ristorante della città di Pompei un punto di riferimento importante nell’area vesuviana.
Giovedì 19 settembre ore 21 il Palazzo Mediceo di Ottaviano (NA) accoglie Franco D’Andrea con il progetto “Three – Traditions and Clusters”. Un trio atipico che vede il pluripremiato pianista di Merano dialogare con il clarinetto di Daniele D’Agaro  e il trombone di Mauro Ottolini, per un live ispirato al jungle style ellingtoniano, tra riff, contrappunti improvvisati, poliritmie e astrazioni contemporanee.
Al trio è abbinato lo chef Ivan Paradiso del  Cieddì di Portici, il ristorante dotato di orto personale che ama proporre i prodotti del mare insieme a quelli della terra .

Venerdì 20 settembre  il Parco delle Acque di Pomigliano vede esibirsi in prima serata, nella sua unica data italiana, il leggendario sassofonista statunitense Archie Shepp con il suo quartetto (Tom Mc Clung al pianoforte, Darryl Hall al contrabbasso e Steve Mc Craven alla batteria) in un concerto inedito con l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja.
Alle note di Shepp sono abbinati i piatti di Inghermarck Guida di Tenuta Montecorbo di Massa Lubrense, giovane chef che ama utilizzare con fantasia e grande conoscenza delle tecniche di cucina i prodotti dell’orto che coltiva personalmente.

Sabato 21 settembre:  alle ore 10 viaggio attraverso 2000 anni di storia vitivinicola imponente all’ombra del Vesuvio. Visita guidata  al cellarium di Villa Augustea a Somma Vesuviana e incontro con il produttore  alla cantina contemporanea Cantine Olivella di Sant’Anastasia con degustazione vini; via Zazzera San’Anastasia, tel. 081 5311388.  In serata, sempre al Parco delle Acque di Pomigliano, tocca ad un altro mito assoluto del sax alto: Benny Golson. L’ottantaquattrenne compositore statunitense (già al fianco di Dizzy Gillespie e Art Blakey) nella sua unica data al sud Italia, si presenta con un quartetto. In apertura il giovane pianista Francesco Villani presenta in trio il suo ultimo lavoro “Il premio di consolazioneinedito con ospite speciale il pianista Antonio Faraò. A completare la formazione il contrabbassista Aldo Vigorito e il batterista Claudio Romano. A seguire, l’esibizione di Jaques Morelembaum and the Cello Samba Trio con ospite la cantante Paula Morelembaum, per uno spettacolo affascinante tra samba, bossa nova e musica da camera. Infine, il giovane pianista Mario Nappi presenta in trio il suo ultimo lavoro “Thank You”, tra brani originali e rivisitazioni di classici partenopei.

Alla ricchissima serata musicale arriva da Capri lo chef Eduardo Estatico del ristorante J Kitchen del J K Place Capri, talento emergente nella gastronomia campana fortemente impegnato nella valorizzazione dei prodotti tipici dei vari territori della regione.
Domenica 22 settembre: alle ore 10 percorso nel Parco Regionale del Partenio con partenza da Roccarainola. Segue degustazione di prodotti e piatti dell’agro nolano offerta dall’Hosteria Le Gourmet di Avella, deliziosa osteria dall’aria retro.
In serata  gran finale alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile (NA) con l’omaggio di Enrico Rava e dellaPMJLab (band di 10 elementi prodotta dalla Fondazione Musica per Roma) all’indimenticabile Lester Bowie. In apertura l’interessante duo Soupstar, ovvero Giovanni Guidi Gianluca Petrella, entrambi vincitori del premio top jazz.

Grande chiusura anche di Note di Gusto con l’oste Mimmo De Gregorio del ristorante Lo Stuzzichino di Sant’Agata sui Due Golfi, famosissima chiocciola Slow Food.

Tre Bicchieri 2014 Valle d'Aosta

Poco meno di 400 ettari vitati (250 a denominazione) da Morgex a Donnas e una fetta importante della produzione controllata dalle cantine sociali, che mantengono un buon livello qualitativo, ma con una proposta statica.
I vini locali sono molto noti nella regione, meno al di fuori di essa. Le nuove generazioni di produttori puntano ad ampliare gli impianti dei numerosi vitigni autoctoni, soprattutto rossi - vuillermin, mayolet e cornalin - per rimanere sempre più legati al territorio. Un approccio interessante che apre buoni margini di crescita. Il presente fornisce importanti conferme, anche per quanto riguarda grandi passiti e ottimi bianchi.

Valle d'Aosta Chardonnay ’12 Di Barrò
Valle d'Aosta Petite Arvine ’12 Château Feuillet
Valle d'Aosta Petite Arvine ’12 Elio Ottin
Valle d'Aosta Pinot Gris ’12 Lo Triolet

Il vino naturale non esiste?!?

I discorsi stanno a zero, ormai quando si parla di vini naturali deve sempre scoppiare la polemica. Se poi questa viene alimentata da un politico, allora son guai seri.

Foto: Sorgente del Vino

Secondo quanto riportato dall'Ansa, Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura dell’attuale Governo Letta, ha annunciato lo scorso 9 settembre una interrogazione parlamentare avente come oggetto i vini naturali sostenendo che:“Occorre fare chiarezza su cosa significa ‘vino naturale’: molte bottiglie con questa etichetta stanno invadendo il mercato italiano. Si tratta di una definizione ad oggi autodisciplinata che rischia di disorientare i consumatori e penalizzare i produttori. Se da un lato la produzione e la commercializzazione di vino ‘naturale’ sta continuamente aumentando (sono nate associazioni di viticoltori, consorzi di aziende e fiere specifiche), gli uffici competenti del dicastero dell’Agricoltura stanno, al tempo stesso, intensificando le indagini e le ispezioni nei punti vendita intimando il ritiro delle bottiglie con tale denominazione. Per questo motivo abbiamo chiesto al ministro Nunzia De Girolamo di assumere una posizione chiara e coerente, per tutelare in primo luogo i cittadini e le aziende del settore: o si definisce una norma specifica per la dicitura ‘vino naturale’ o va vietato, per legge e senza eccezioni, il commercio in Italia di vino che presenti aggettivi, nelle confezioni, negli imballaggio o nelle etichette, riferiti a disciplinari di produzione non ufficialmente regolamentati”.

Ovviamente, non si sono fatte aspettare le repliche: la prima, banale, è che Fiorio è quanto meno disattento visto che da tempo sulle etichette c'è il divieto di scrivere "vino naturale". 

Il caso Bulzoni ce lo siamo già dimenticato?

Anche il sito Puntarella Rossa non si è fatto sfuggire l'occasione di dire la sua intervistando l'amico Antonio Marino de Les Vignerons il quale ha controbattuto in maniera acuta alle parole di Fiorio che ha poi replicato sostenendo quanto segue:"Vorrei tranquillizzare chi ritiene che l'interrogazione nasca dal tentativo di difendere grandi gruppi, anzi nasce dall'esigenza di tutelare produzioni coraggiose. Vedo imballaggi e promozioni che utilizzano la definizione "vino naturale" per vini prodotti in modo convenzionale".

Foto: Puntarella Rossa

Il dibattito, ovviamente, è andato avanti e ha previsto, oltre che la controreplica di Marino, anche due commenti assolutamente intelligenti e condivisibili di Paolo Rusconi e Francesco Romanazzi

Il primo, nel suo intervento, ha chiesto a Fiorio il motivo per cui il termine naturale debba essere vietato solo sul vino mentre in altri prodotti alimentari è assolutamente legale (vedi ad esempio acqua minerale naturale addizionata di acido carbonico).

Romanazzi, invece, ha ribadito un concetto che sento ripetuto spesso dai piccoli vignaioli c.d. naturali:"La regolamentazione è di per sé un'arma a doppio taglio, che potrebbe aprire la strada non tanto all'invasione del naturale di cui parli tu, ma a quella del finto-naturale che temiamo noi".

Anche su Facebook la discussione è stata accesissima e, in questo contesto, mi permetto di trascrivere integralmente quanto scritto da Marilena Barbera, produttrice siciliana di rara saggezza, che ha pubblicato il suo sfogo sul proprio profilo. Da leggere tutto di un fiato..

Gentile Onorevole Fiorio,

io capisco l’esigenza di chiarezza di cui Lei parla, davvero. Poi, però, ho letto le Sue dichiarazioni, come ampiamente riportate dalle agenzie, e ho iniziato a mettere in discussione alcune mie convinzioni.

Pensavo, certo a torto, che il consumo di alimenti con meno additivi o con nessun additivo fosse preferibile al consumo di alimenti cosiddetti “convenzionali”, ai quali – nel caso del vino - può essere aggiunta legalmente (e senza obbligo di dichiarazione in etichetta) una innumerevole quantità di differenti sostanze di sintesi.

Pensavo, e sicuramente mi sbagliavo, che lo sforzo di molti vignaioli nell’offrire un alimento il meno possibile manipolato e il più possibile fedele alla materia prima di provenienza fosse una scelta produttiva da supportare e favorire, in quanto si pone nella direttrice del rispetto del diritto alla salute dei cittadini che la Repubblica Italiana riconosce e protegge (nel caso non lo ricordasse, all’art. 32 – un po’ in fondo, ma vabbé).

Pensavo, e a questo punto dovrò rivedere le mie convinzioni, che l’articolo 2 della nostra Costituzione, postulando il principio dell’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, si riferisse anche al dovere di protezione del ruolo che i piccoli contadini e vignaioli naturali (non me ne voglia, ma un altro termine non lo trovo) svolgono – nel loro piccolo, certamente – nel perseguimento dell’interesse generale per il benessere [alimentare] della nostra nazione.

Ed infine pensavo, ma evidentemente la mia impressione di fondo è sbagliata, che un Paese nel quale si effettuano trivellazioni petrolifere senza i necessari approfondimenti sulle conseguenze per la salubrità dei mari, dove proliferano discariche abusive, dove si installano dispositivi emettenti radiazioni poco o nulla compatibili con la salute, dove si autorizza lo sventramento di montagne, lo scempio di boschi, l’azzeramento di comunità, dove si sottace e si minimizza l’impatto di stabilimenti altamente inquinanti, fosse un Paese nel quale – a dispetto delle enunciazioni di principio - chiunque potesse fottersene, in realtà, dell’altrui salute e benessere.

Per questo mi meravigliano non poco le sue dichiarazioni, perché delle due l’una: o tuteliamo la salute oppure no. Vietare, come riportato, “per legge e senza eccezioni, il commercio in Italia di vino che presenti aggettivi, nelle confezioni, negli imballaggi o nelle etichette, riferiti a disciplinari di produzione non ufficialmente regolamentati” mi pare una sonora stronzata.
Anche se per affermarla Lei ha, non me ne voglia se mi riesce difficile crederci, tirato in ballo il presunto interesse dei piccoli produttori a non subire la (presunta) sleale concorrenza di prodotti importati.





P.S.: ho chiesto allo stesso Fiorio se mi rilascia una dichiarazione sul tema, attendo...

Tre Bicchieri 2014 Calabria

Una tradizione vitivinicola millenaria e un passato recente non brillante che solo da una decina d'anni ha ripreso nerbo, con ottimi risultati. Prova ne sia il fatto che quest'anno i Tre Bicchieri assegnati alla Calabria sono quattro, con il comprensorio di Cirò, ovvero tutto il crotonese, a far da traino, con grandi numeri e livello qualitativo in impennata costante. In crescita anche il Cosentino che registra un'evoluzione decisiva di anno in anno.

Cirò Rosso Duca Sanfelice Ris.’11 Librandi
Grisara ’12 Roberto Ceraudo    
Masino ’11 iGreco    
Moscato Passito ’12 Luigi Viola   

Fulvio Bressan: a Londra si distruggono le sue bottiglie

A Londra, si sa, sono molto più pragmatici di noi italiani e dalle parole sono passati ai fatti. 

Jacob Kennedy, proprietario del ristorante Bocca di Lupo, sta passando alla storia come il primo ad aver distrutto le bottiglie prodotte dall'azienda di Fuvio Bressan in risposta alle frasi razziste comparse su internet un pò di tempo fa.

Kennedy, secondo quanto riportato dal London Evening Standard, avrebbe rotto ben cinque bottiglie di vino sostenendo che:"Fulvio Bressan, non solo sei un razzista, sei anche un furbetto visto che hai cercato di rimangiarti le parole per salvare il tuo culo.

Ecco il video che sta facendo furore su YouTube!


Ovviamente Percorsi di Vino dice NO a queste stronzate fatte solo a fini pubblicitari!

Tre Bicchieri 2014 Puglia

Una regione in costante miglioramento, la Puglia, col primitivo sul podio come vitigno più rappresentativo e una bella e ricca espressione di rossi e rosati. Sulle cui potenzialità questi si potrebbe credere ancora di più. Anticipazione ufficiale per i Tre Bicchieri pugliesi.
Continua la crescita della Puglia nelle preferenze dei consumatori e nella qualità dei suoi vini. In aumento valorizzazione delle caratteristiche dei vari territori, ricerca e alla salvaguardia delle vecchie viti ad alberello, la conoscenza delle differenti caratteristiche delle varie zone. Anche se la strada da fare è ancora lunga, per esempio per le denominazioni minori che faticano a trovare una propria identità.
Il primitivo è il vitigno di riferimento per l’intera regione che si esprime al meglio nei rossi, mentre i vini bianchi continuano a oscillare tra vitigni internazionali e vitigni autoctoni mentre i rosati restano una ricchezza e una specificità pugliese, e potrebbero raggiungere risultati ancora più importanti.

Castel del Monte Rosso V. Pedale Ris.’10 Torrevento
Gioia del Colle Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto ’10 Chiaromonte
Gioia del Colle Primitivo 17 ’10 Polvanera
Gioia del Colle Primitivo Et. Rossa ’11 Plantamura
Masseria Li Veli ’10 Masseria Li Veli
Merula ’11 Carvinea
Primitivo di Manduria Dunico ’10 Racemi
Primitivo di Manduria Es ’11 Gianfranco Fino
Primitivo La Signora ’10 Morella
Salice Salentino Rosso Ris. ’10 Leone de Castris
Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. ’10 Cantine Due Palme
Torcicoda ’11 Tormaresca
Torre Testa ’11 Rubino

La Sicilia di Cantine Barbera

Ci siamo incrociati molte volte in Rete ma l'occasione buona per incontrarci dal vivo è stata la mia partecipazione a Terroir Vino., manifestazione genovese organizzata magistralmente da Filippo Ronco.
Era mattina presto e le nostre papille gustative erano prontissime a conoscere la Sicilia di Marilena Barbera che inizialmente ci presenta la sua azienda famigliare situata a Menfi in un contesto, sottolinea, dove il sole, il mare e il caldo vento che spira dall'Africa non possono non marcare l'anima delle uve che rimane decisamente salmastra e mediterranea.



Nella Tenuta Belicello vengono coltivati diversi vitigni, sia a carattere internazionale come Chardonnay, Merlot, Petit Verdot e Cabernet, sia a vocazione decisamente locale come Inzolia, Grillo, Nerello, Perricone e Nero d'Avola. I primi sono stati impiantati trenta anni fa quando ancora si vendevano le uve a terzi mentre i secondi, gli autoctoni, sono quelli amati e coccolati dalla stessa produttrice e senza dubbio rappresentano la sua idea di vino siciliano. Scopriamoli assieme!

Dietro Le Case 2012 (100% inzolia): la vigna Dietro le Case, il cui impianto è datato 1970,  è piantata su terreno prettamente calcareo e ciottoloso ed è considerata giustamente da Marilena un vero e proprio Cru. Figlio del mare e del vento di Sicilia, ha nella sua cruda sapidità, accompagnata da con un contorno aromatico di fiori gialli selvatici e frutta non troppo matura, il suo timbro di fabbrica difficilmente replicabile. Note tecniche: macerazione pellicolare per circa 24 ore, pressatura soffice e decantazione statica a freddo. Fermentazione con lieviti indigeni in vasche di acciaio a circa 18 °C. Maturazione: 5 mesi in acciaio. Affinamento: Almeno 3 mesi in bottiglia 




Coste al Vento 2012 (100% grillo): le coste di Menfi, ovvero i pendii delle colline che lentamente degradano verso il mare, accolgono i vigneti di grillo piantati nel 2000 su terreni rossi di matrice ferrosa. Il vino, pur mantenendo un DNA marino, si caratterizza per un profilo aromatico di frutta estiva succosa e matura e per sfumature di erbe mediterranee, zagara e glicine. In bocca è seducente, teso, sapido e con un finale lungo e minerale. Note tecnichemacerazione pellicolare per circa 36 ore. Avvio della fermentazione da pied de cuve di lieviti autoctoni sulle bucce per circa 5 giorni, quindi svinatura e prosieguo della fermentazione fino a secco. Maturazione: 2 mesi in tonneaux di Allier e 4 mesi in acciaio, con batonnages settimanali. Affinamento: Almeno 3 mesi in bottiglia. 



La Bambina 2012 (100% nero d'Avola): questo rosato ha una storia particolare visto che Marilena per produrlo in autonomia (la mamma era contraria) ha dovuto acquistare le uve dalla stessa sua azienda. Una sfida ed un sogno che, a mio parere, sono stati ampiamente ricompensati visto che il vino, derivante da nero d'Avola vendemmiato anticipatamente dalla Vigna La Costa, è fresco e fragrante e dotato di sensazioni succose di lampone, melagrana e anguria. Corpo scorrevole e beva "assassina". Che altro? Note tecniche: macerazione sulle bucce direttamente in pressa per circa 5 ore. Decantazione statica a freddo e fermentazione in vasche d’acciaio ad una temperatura di 15-18 °C. Maturazione: 5 mesi in acciaio. Affinamento: Almeno 3 mesi in bottiglia. 



Nero d'Avola 2012 (100% nero d'Avola): Dotato di grinta siciliana senza rinunciare alla freschezza e alla scorrevolezza di beva. Vino non caricaturale che ridà onore a tante versioni oltraggiate che trovo al supermercato. Il prezzo è davvero commovente e, a mio parere, rappresenta  uno dei migliori rapporti q/p che potete trovare in giro. Note tecniche: 7-10 giorni di permanenza sulle bucce in vasche di acciaio inox termoregolate. Fermentazione a 25-28 °C. Maturazione: 5 mesi in acciaio. Affinamento: 3 mesi in bottiglia 



Microcosmo 2010 (90% perricone, 10% nerello mascalese): è il vino "masculo" di tutta la batteria, il perricone graffia, ha struttura e personalità nonostante i vigneti giovani che non superano i 7 anni di età. Profondo, compatto, ha finale persistente e speziato. Un vino di grande calibro che richiede adeguati piatti in abbinamento come il trionfo di anelletti con i fegatelli. Consiglia Marilena Barbera. Note tecnichemacerazione sulle bucce per circa due settimane. Fermentazione alcolica in vasche di acciaio a 25 -28 °C. Fermentazione malolattica: spontaneamente in barriques lungamente usate, ed è interamente svolta. Maturazione: 12 mesi in tonneaux. Affinamento: 6 mesi in bottiglia.



Marilena verrà presto a Roma a trovarmi, con l'occasioni ci siamo promessi di organizzare una bella degustazione presso Bancovino. Manca circa un mese. Siete pronti?


Marilena Barbera


Tre Bicchieri 2014 Trentino


Il Trentino si muove. E si muove bene. Tiene banco il metodo classico, il Trento: 39 cantine, 7 milioni di bottiglie, prendono luce nuove cuvée, affinano in stile e identità le etichette classiche. E cresce il Trentino dei vini fermi. Cominciamo con una novità, per la prima volta in Trentino un Müller Thurgau si aggiudica i Tre Bicchieri, con un vino che racchiude al meglio una visione e uno stile di freschezza, finezza e tensioni dolomitiche.
Ottima prova per i vini da uve teroldego: la 2011 ha donato vini succosi, centrati, molto godibili, cui si aggiungono anche altri grandi rossi. Ma premi al Trenino arrivano anche da altri vini rossi.

Carmenère ’07 Tenuta San Leonardo
Fratagranda ’10  Pravis
Granato  ’10 Foradori
Pinot Nero Rodel Pianezzi ’09 Pojer & Sandri
Teroldego Rotaliano Pini ’09  Roberto Zeni
Trentino Müller Thurgau Vigna delle Forche ’12 La Vis/Valle di Cembra
Trento Brut Altemasi Graal Ris. ’06 Cavit
Trento Brut Domini ’08 Abate Nero
Trento Brut Letrari Ris. ’08 Letrari
Trento Extra Brut Perlé Nero ’07 Ferrari
Trento Rotari Flavio Ris.’06 MezzaCorona

Tre Bicchieri 2014 Emilia Romagna

Emilia Romagna: specializzazione territoriale, quantità e qualità in netta crescita. Con grande merito delle cantine cooperative. Vale per l’Emilia, con il Lambrusco, e vale anche per la Romagna dove la produzione più importante resta quella di Sangiovese. Ma se anni fa le migliori espressioni di questo vitigno erano tutte tra le Riserva oggi tra i premiati anche diversi Superiore.
Successo senza precedenti per il Lambrusco che ora deve crescere, accettare oneri e onori dell’annata indicata in etichetta - ancora troppi non la riportano - osare su macerazioni più lunghe, e lavorare sull’opportunità della rifermentazione in bottiglia senza sboccatura, metodo qui più convincente del metodo classico.
Se Modena e Reggio sono le provincie del Lambrusco, Parma si può affermare come territorio di Barbera frizzante, mentre i Colli Bolognesi oggi sono un grande laboratorio sul pignoletto.


Albana di Romagna Passito Regina di Cuori Ris. ’10 Gallegati
Lambrusco di Sorbara del Fondatore ’12 Chiarli 1860
Lambrusco di Sorbara Rimosso ’12 Cantina della Volta
Lambrusco di Sorbara V. del Cristo ’12 Cavicchioli U. & Figli
Reggiano Lambrusco Concerto ’12    Ermete Medici & Figli
Sangiovese di Romagna I Probi di Papiano Ris.’10 Villa Papiano
Sangiovese di Romagna Longiano Primo Segno ’11 Villa Venti
Sangiovese di Romagna Sup. Limbecca ’11 Paolo Francesconi
Sangiovese di Romagna Sup. NatoRe Ris. ’10 Maria Galassi
Sangiovese di Romagna Sup. Ora    ’12 San Patrignano
Sangiovese di Romagna Sup. V. del Generale Ris.   ’10 Casetto dei Mandorli

L'annata 2012 del Rossese di Dolceacqua? Promettente!!!

L'estate è un periodo bellissimo per visitare Dolceacqua e dintorni e, come ogni anno, mi sono precipitato in questo angolo remoto di Liguria per cercare di capire qualcosa di più dell'annata 2012 del Rossese, l'ultima prodotta. In commercio, come saprete, si trova attualmente solo il "Classico" mentre per la versione "Superiore", come stabilisce il disciplinare, occorre aspettare almeno fino al primo novembre di questo anno. Nessun divieto, però, di degustare questi vini in anteprima dal produttore che, se avvertito per tempo, sarà ben lieto di farveli degustare direttamente dalla vasca. 
Io, ovviamente, ho i miei produttori di riferimento perciò, nonostante la rilevanza qualitativa del campione, ciò che scriverò dovrà essere preso con le dovute cautele. Come sempre del resto....

MACCARIO-DRINGENBERG

La 2012 per Giovanna Maccario è un'annata particolare visto che in commercio, oltre ad un "Classico" base, sono previsti ben quattro Cru: Posaú, Luvaira (già conosciuti dagli appassionati), Brae e....il "mitico" Curli
Il Classico, già bevuto più volte quest'anno, rappresenta un ottimo approccio alla tipologia in quanto i toni peposi e mediterranei sono ben sviluppati e complessi.
Il Rossese di Dolceacqua Classico Brae 2012, figlio di una vigna situata in zona Apricale a circa 500 metri, è sicuramente il Rossese più esile e floreale prodotto dalla Maccario. Per la sua eleganza e la sua prontezza è un vino paragonabile ad una ballerina che danza sulle punte.



Il Rossese di Dolceacqua Superiore Posaú 2012, spillato direttamente da vasca, dopo il millesimo 2010, rappresenta un'altra versione memorabile di questo Cru. Nonostante sia ancora in affinamento è già ben espresso, pieno, speziato e fruttato. E' un vino  che prende le forme mitologiche della Sirena per il suo richiamo sensuale e dannato.
Il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2012, anch'esso spillato direttamente da vasca, come al solito è in ritardo rispetto al Posaú dal quale si differenzia per una superiore eleganza e per una austerità che rendono questo Cru quasi cerebrale. Quest'annata, a mio parere, dona a questo Rossese importanti tratti minerali e vegetali, quasi di erbe officinali. Fulgido come il sole che sorge, va atteso e bramato. 
Rossese di Dolceacqua Superiore Curli 2012 è l'ultima scommessa di casa Maccario-Dringenberg. Il vigneto, definito da Veronelli come la "Romanée italiana", e che tempo prima era di proprietà di Croesi, sindaco di Perinaldo, ha sempre dato vini dalla grande longevità per cui Giovanna avrà l'onere e l'onore di proseguire per questa strada anche se gli ostacoli non sono pochi. Il Curli, sempre spillato da vasca, sembra non tradire le attese visto che, rispetto a tutti gli altri vini dell'azienda, sembra esser quello con un X Factor innato che prende la forma di una struttura caratterizzata da un tannino e da una forza acida maggiori e migliori rispetto a tutti i Rossese precedenti. Ancora chiuso allo stato odierno è un vino che può esplodere da un momento all'altro e sarà in quel momento che Giovanna lo metterà in commercio.


Vigneto Curli
Giovanna e il Curli. 

KA MANCINE'

In attesa di una sorpresona che dovrebbe prendere vita a fine anno (la foto qua sotto può dare un'idea), Maurizio Anfosso in cantina mi ha fatto degustare i suoi due Cru, Galeae e Beragna che, essendo due "Classico", sono già in commercio da qualche mese.





L'annata 2012, con i suoi equilibri e la sua ricchezza, è stata come al solito letta in maniera egregia dai due terroir. In particolare, il Rossese di Dolceacqua Beragna 2012 si mostra molto disinvolto nella sua consueta veste salmastra che esalta  il lato sapido ed introverso del Rossese di casa Anfosso che, a mio parere, è quello che richiede un maggior affinamento in bottiglia per poter svelare al mondo tutto il suo potenziale. In bocca ha un equilibrio perfetto, è salino, dotato di slancio e di una chiusura fresca con finale di erbe mediterranee.
Il Rossese di Dolceacqua Galeae 2012 rispecchia come al solito la personalità di Maurizio Anfosso: è solare, giocoso, gioioso, rispetto al Beragna la componente fruttata è prevalente, è un vino dagli aromi nettamente primari grazie ad una vinificazione che ha previsto l'uso di una macerazione carbonica per una piccola percentuale dell'uva portata in cantina (140 kg su 20 quintali). Bocca dinamica, immediata e di grande beva. E' il Rossese più Lucignolo che conosca, fatevi portare nel Paese dei Balocchi!





TENUTA ANFOSSO


Alessandro Anfosso sono passato a trovarlo una domenica sera appena prima di cena, una visita che, nonostante il poco tempo a disposizione, è riuscita a confermare l'ottima materia che la piccola azienda ligure ha ancora in affinamento visto che, come sappiamo, il nostro vignaiolo fa uscire i suoi vini con almeno un anno di ritardo rispetto a quanto stabilito dal disciplinare.
La 2012 mi ha comprovato l'assoluta cristallinità del Rossese di Dolceacqua Classico 2012 che sembra essere pura espressione e derivazione dei piccoli frutti di bosco. Palato finissimo, equilibrato, con ritorni di fiori e frutta croccante. Persistente il finale.
Le sorprese, ovviamente, riguardano i due Cru: Poggio Pini e Luvaira.
Il primo, attualmente, sembra un bellissimo cavallo nero andaluso dove eleganza, muscoli e dinamismo forniscono al Rossese, pur giovanissimo, una fierezza ed una temperanza degna delle vecchie vigne da cui proviene.
Il Rossese di Dolceacqua Luvaira 2012 è senza dubbio il vino di Alessanro che mi ha incantato di più di tutti. Rispetto al Poggio Pini sembra il classico cavallo bianco delle favole che ti rapisce per purezza, eleganza e nobiltà d'animo. Ancora in divenire, è un concentrato di limpida e fulgida mineralità che rende inesorabilmente luminoso e squillante ogni sorso. Non vedo l'ora che esca, se mantiene le promesse sarà una grande bottiglia.


Alessandro Anfosso. Foto: www.acquabuona.it 


TERRE BIANCHE


Filippo Rondelli non sono riuscito ad andarlo a trovare in cantina ma, con altri "loschi figuri", ci siamo visti a cena in un ristorante poco lontano la sua azienda.
In quel contesto ho potuto degustare il suo Rossese di Dolceacqua Classico 2012 più un fuori programma di color bianco. Il primo, complice l'annata che ha aiutato la "mano felice" di Filippo, regala un vino di grande eleganza e mineralità che, alla cieca, potrebbe dare del filo da torcere ad alcuni village di Borgogna. Il paragone potrà far storcere il naso ma chi conosce casa Rondelli sa che certi voli pindarici hanno il loro perchè. 



Visto il millesimo, siamo tutti in attesa del Bricco Arcagna 2012 che, ci auguriamo, non sparisca troppo presto come quello targato 2010 che ad oggi è diventato un vino "mito".
Il fuori programma di cui accennavo prima era rappresentato dall'Arcana Bianco 2010 (pigato 100%) proveniente da vigne situate in zona Terre Bianche. Il Pigato di Filippo Rondelli devo dire che mi ha conquistato per gioventù, dinamismo ed intelaiatura minerale. Curioso di provare la 2012 per capire se anche sui bianchi la nuova annata possa creare ottime aspettative.

CONCLUSIONI (?)

Lungi da voler dare giudizi definitivi ma, dopo una 2010 quasi mitica, una 2011 che ha sofferto un caldo eccessivo nel finale di stagione che, inevitabilmente, si percepisce anche nei vini, l'annata 2012 si propone di essere per certi versi gemella alla 2010 visto che l'equilibrio e la purezza dei Rossese degustati in questi giorni me la fanno ricordare. 
I produttori non si sbilanciano ancora ma dal loro sorriso, quando ci parli, riesci a capire perfettamente che le loro attese e le loro speranze quest'anno saranno ampiamente ripagate. Per mettere il bollino di garanzia si aspetta solo l'imbottigliamento dei Superiore. A Novembre sapremo....


Tre Bicchieri 2014 Alto Adige


La specializzazione territoriale è il presente di questa regione che prepara il suo futuro attraverso un salto di qualità nella lettura del mosaico di terroir. Il Pinot Bianco (mai tanti Tre Bicchieri come in questa edizione) è da considerarsi un autoctono a tutti gli effetti tanto è l’adattamento e la precisione nella lettura dei diversi territori: affumicato nella Val Venosta, torbato nella zona di Appiano, fine e longevo a Terlano. Discorsi analoghi per il Gewürztraminer a Termeno e il Riesling in Val Venosta. I rossi sono altrettanto importanti: la schiava è ormai considerato, a ragione, un grande vino, con produzioni pensate in direzione della qualità già dalla vigna. Mentre i vitigni internazionali, cabernet sauvignon in testa, regalano vini eleganti e profondi dall’incredibile capacità di evolvere in bottiglia. In chiusura il pinot grigio, molto diffuso ma poco valorizzato, anno dopo anno trova interpretazioni sempre più nitide e convincenti, con vini che sorprendono per tipicità ed eleganza.


A. A. Cabernet Sauvignon Lafòa ’10 Cantina Produttori Colterenzio
A. A. Gewürztraminer Crescendo Aureus ’12 Tenuta Ritterhof
A. A. Gewürztraminer Kastelaz ’12 Elena Walch
A. A. Gewürztraminer Nussbaumer ’12 Cantina Tramin
A. A. Lago di Caldaro Cl. Sup. Leuchtenburg ’12 Erste+Neue
A. A. Lagrein Abtei Muri Ris. ’10 Cantina Convento Muri-Gries
A. A. Lagrein Taber Ris. ’11 Cantina Bolzano
A. A. Moscato Giallo Passito Serenade ’10 Cantina di Caldaro
A. A. Moscato Rosa ’11 Franz Haas
A. A. Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner zu Fennberg ’11 Tiefenbrunner
A. A. Pinot Bianco Passion Ris. ’11 Cantina Produttori San Paolo
A. A. Pinot Bianco Sirmian ’12 Cantina Nals Margreid
A. A. Pinot Bianco St. Valentin ’11 Cantina Produttori San Michele Appiano
A. A. Pinot Bianco Vorberg Ris. ’10 Cantina Terlano
A. A. Pinot Nero Mazzon ’11 Gottardi
A. A. Pinot Nero Trattmann Ris. ’10 Cantina Girlan
A. A. Santa Maddalena Antheos ’12 Tenuta Waldgries
A. A. Sauvignon Andrius Andriano ’11 Cantina Terlano
A. A. Terlano Pinot Bianco ’12 Ignaz Niedrist
A. A. Terlano Pinot Bianco Eichhorn ’12 Manincor
A. A. Val Venosta Pinot Bianco Sonnenberg ’12 Cantina Meran Burggräfler
A. A. Valle Isarco Pinot Grigio ’12 Köfererhof - Günther Kershbaumer
A. A. Valle Isarco Riesling ’12 Strasserhof - Hannes Baumgartner
A. A. Valle Isarco Riesling Kaiton ’12 Kuenhof - Peter Pliger
A. A. Valle Isarco Sylvaner Praepositus ’12 Abbazia di Novacella
A. A. Valle Venosta Pinot Bianco Castel Juval ’12 Tenuta Unterortl - Castel Juval
A. A. Valle Venosta Riesling ’12 Falkenstein - Franz Pratzner

Tre Bicchieri 2014 Sicilia

Bianco Maggiore ’12 Cantine Rallo

Contea di Sclafani Cabernet Sauvignon ’10 Tasca d'Almerita

Contrada G ’11 Passopisciaro

Etna Bianco A' Puddara ’11 Tenuta di Fessina

Etna Bianco Arcuria ’11 Graci

Etna Bianco Sup. Pietramarina ’09 Benanti

Etna Rosso Feudo ’11 Girolamo Russo

Etna Rosso Santo Spirito ’11 Tenuta delle Terre Nere

Etna Rosso V. Barbagalli ’11 Pietradolce

Frappato Carolina Marengo ’11 Feudi del Pisciotto

Il Frappato ’11 Occhipinti

Malvasia delle Lipari Passito Ris. ’10 Hauner

Marsala Sup. Ambra Semisecco Ris. ’85 Carlo Pellegrino

Noto Santa Cecilia ’10 Planeta

Passito di Pantelleria Ben Ryé ’11 Donnafugata

Rosso del Soprano ’11 Palari

Sàgana ’11 Cusumano

Saia ’11 Feudo Maccari

Santagostino Rosso Baglio Sorìa ’11 Firriato

Vino e pop corn: l'abbinamento al cinema è ora possibile!!

Amanti del cinema, amanti del vino, amanti del trash fast food, la notizia è per voi!!!

L'azienda Kim Crawford Wine, di proprietà di quel gigante chiamato Constellation Brands, assieme alla newyorkese Populence, hanno appena lanciato sul mercato un prodotto che non potete non comprare all'istante: i POP CORN AL VINO!!!

Al momento, il titolare della Populence, Maggie Paulus, ha studiato due varianti: Pinot Noir Chocolate Drizzle e Sauvignon Blanc Kettle. L'abbinamento, ovviamente, è con i rispettivi vini usati per la loro produzione e cioè il Kim Crawford Marlborough Pinot Noir 2011 e Kim Crawford Marlborough Sauvignon Blanc 2012.


Le rispettive aziende (sigh) sottolineano che il prodotto in questione non è considerato come una alternativa alla classica patatina dell'aperitivo. Noooooo!!! Loro parlano di una ricetta appositamente studiata per esaltare le proprietà organolettiche del vino in questione.
Cosa c'è di meglio del cioccolato per esaltare le caratteristiche di un vino rosso come il pinot nero?? 

Il costo, come per tutti i prodotti gourmet, non è certamente basso. Un pacco large size costa più di 37$ (!!) mentre la versione small dovrebbe essere in vendita per circa 6$. Tutto è acquistabile on line direttamente al punto vendita Populence al 1 West 8th Street (Greenwich Village) a Manhattan.


L'unico commento che mi viene in mente è il seguente:"Cavolo ma perchè Roumier non c'ha mai pensato??"