L'Aglianico per eNOI

Col mio gruppo di degustazione, chiamato Enoi, abbiamo organizzato una bella ricognizione alla cieca sull'Aglianico, grande vitino del sud Italia che, a seconda del territorio, prende forme ed espressioni diverse. Abbiamo organizzato apparentemente alla rinfusa tutte le varie zone di produzione e, di seguito, trovate ciò che ne è scaturito.

Prima Batteria

Azienda Agricola Case Bianche - Cupersito Aglianico del Cilento 2008: Naso molto semplice, fruttato. Bocca coerente, abbastanza evanescente il finale.


Torre del Pagus - Aglianico del Sannio 2008: Rispetto al precedente sento molto più alcol ed un olfatto sempre fruttato, semplice, ma leggermente più "sporco". Sorso che non mi affascina, lo trovo squilibrato e poco persistente.


Seconda Batteria

Mastroberardino - Taurasi Radici Riserva 2000: olfatto solare composto da frutta rossa sotto spirito, prugna, pomodori essiccati e tratti balsamici. Il sorso evidenzia una struttura ben robusta sorretta da un tannino, almeno per me, troppo ruvido e graffiante. Finale caldo, speziato. Il vino del Maestro stavolta non mi ha particolarmente impressionato ma, forse, aveva bisogno di tempo nel bicchiere.


D'Angelo - Aglianico del Vulture Caselle Riserva 2003odorare il bicchiere significa entrare all'interno di una stanza con un bel camino appena spento sullo sfondo. Chiudi gli occhi e senti la cenere, il calore che ti scalda l'anima senza impossessarsi di lei. Tutto sembra ben mediato, anche il sorso che è di grande equilibrio, sapidissimo, con timbro tannico ben definito ma allo stesso tempo austero. Lungo. Dopo aver scartato la bottiglia mi sono meravigliato esclamando:" Ah, un 2003?!!?"


Perillo - Taurasi Riserva 2001: naso estremamente elegante dove ad un incipit di grande austerità con predominanza di sensazioni di mineralità scura, humus e tabacco, si contrappone col passare del tempo un bella risonanza di frutta rossa di rovo e spezie. Ha grande equilibrio, tannini serrati, bella spina acida che avvolge senza indurire i tratti del vino che chiude lungo e sapido.


Terza Batteria

Masseria Felicia- Falerno del Massico 2008: Naso accattivante, speziato, mediterraneo, ci sento il timo, il dragoncello, la salvia, poi tanta frutta rossa croccante seguita da un bel mazzo di fiori secchi. Bocca di grande impatto e struttura, tannino graffiante forse un filo slegato dal resto dell componenti del vino che sembra soffrire di questo mancato legame sopratutto in termini di bevibilità che non risulta così dirompente. Da abbinare più che da bere da solo.


Elena Fucci - Aglianico del Vulture Titolo 2008: aromaticamente è senza dubbio un vino del Vulture, sono ben riconoscibili le note "vulcaniche" di questo vino che più di altri mi sembra contemporaneo, immediato, di grande equilibrio tra la parte minerale e la parte fruttata. Sorso bilanciato in maniera virtuosa, l'acidità è ancora irradiante e il tannino quasi bordolese. Chiusura di esemplare nitore e sapidità.


Taurasi "Poliphemo" 2007 - Tecce: come può accadere in amore, anche per un vino può scattare un colpo di fulmine immediato che viene generato da una scintilla che ha il profilo intrigante della terra irpina e la classe innata di un produttore talmente controcorrente che probabilmente nemmeno sa quanto grande è diventato questo vino. E' un Taurasi viscerale, dall'equilibrio circense dove ogni componente, dura e morbida, sembra essere perfettamente inserita in un mosaico che prende il viso di Luigi Tecce. 


Quarta Batteria

Aglianico del Vulture Damaschito 2009 - Grifalco: davanti a me ho un Aglianico di grande presenza fisica, caldo, avvolgente, di decisa profondità grazie alle sensazioni minerali contornate da tocchi di prugna secca e visciole a cui seguono sprazzi di tabacco e timo. Bocca di notevole impatto, tutte le componenti della struttura sono decise e in divenire. Persistenza che vive di tante sensazioni, dai ricordi minerali a quelle di humus e frutta nera. Giovanissimo ma al tempo stesso intrigante come una donna matura.


Taurasi Nativ 2009 - Azienda Agricola Nativ: eccolo, per ultimo, l'aglianico che spiazza tutti con un profili quasi da Amarone della Valpolicella tanto sono evidenti le sue note dolci e suadenti. Bocca molto piaciona, morbida, sensuale. Ho altre idee dell'Aglianico, per fortuna o...purtroppo!


Conclusioni: beh, posso dire che sono contento dei risultati ottenuti con questa degustazione alla cieca visto che, tranne rare eccezioni, sono riuscito a individuare senza alcun dubbi le aree di origine dell'Aglianico, segno questo che il concetto di territorialità per questa uva sta emergendo molto bene grazie soprattutto all'impegno dei produttori, presenti al tasting o meno, che stanno cercando di trovare una loro strada senza facili scorciatoie. Avanti così!

Alla prossima!


1 commento:

Andrea Petrini ha detto...

Ciao li conosco benissimo, non erano presenti alla degustazione per puro caso