Tutta l'Essenza di Simone Nardoni - Garantito IGP

Non sono un critico gastronomico, probabilmente questo sarà il mio primo e unico articolo su uno chef e il suo ristorante ma, essendo un giovanissimo IGP, non potevo non esimermi dal consigliare tutti i lettori di prendere il prima possibile la macchina in direzione Pontina.....

E dove sta questo posto? Ma fino laggiù devo arrivare per mangiare bene?

Queste, probabilmente, sono alcune delle tante domande a cui deve rispondere lo chef Simone Nardoni, 27 anni compiuti, che da qualche anno, dopo essersi fatto le ossa tra i fornelli di importanti ristoranti in Italia e Spagna, ha deciso di prendere finalmente il toro per le corna e perseguire finalmente il sogno di avere un locale tutto suo con l'obiettivo di dimostrare al pubblico le sue capacità. 

A Simone, probabilmente, piacciono le grandi sfide perchè, come scrivevo prima, ha scelto di aprire il suo ristorante, che ha chiamato ESSENZA, a Pontinia, piccolo centro semi sconosciuto in provincia di Latina (100 km da Roma) dove il nulla cosmico, in tema enogastronomico, regna sovrano grazie anche ai tanti ristorantini della zona che propongono da sempre pesce surgelato e ricette anni '80 e che vanno avanti grazie ai pochi turisti che si spostano nell'entroterra pontino durante le loro vacanze estive al Circeo.

Sapete come è stato visto inizialmente Simone dalle persone che vivono (e mangiano) in quel territorio? Come un alieno, una sorta di E.T, col cappello da cuoco che cerca di proporre nel deserto la sua alta cucina. 

Esterno. Foto: Pasquale Pace

Fortunatamente, grazie soprattutto al passaparola, Essenza sta attirando appassionati del buon mangiare da tutto il Lazio che, come me, non sono per nulla impauriti di lasciarsi alle spalle il traffico dell'hinterland romano per buttarsi a capofitto nella tranquillità dell'agro pontino.

Io, con la mia Stefy, ci siamo andati durante il mio compleanno e, appena entrati, siamo stati accolti dalla bravissima Carmen che, con gentilezza e professionalità, ci ha fatto sentire subito a casa nostra offrendoci un calice di Champagne, che non farà parte del conto, assieme a dell'ottimo pane fatto in casa accompagnato da olio locale.

Mise en place. Foto: Pasquale Pace

Sono previsti due menù degustazione: il primo prevede 5 portate a 35 euro mentre il secondo, che abbiamo scelto, si compone di 8 portate al prezzo di 50 euro. Meglio di così!

La carta dei vini è un piccolo paradiso per noi wine lover visto che contiene tante piccole chicche, italiane ed estere, a prezzi più che onesti. Da sottolineare anche una piccola verticale di Trebbiano Valentini che aspetta solo di essere bevuta....

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Prima della partenza del pranzo vero e proprio dalla cucina arriva questo delizioso amuse-bouche

Torrone e alici del Cantabrico

Poi, in un susseguirsi di emozioni vere e proprie, inizia il pranzo vero e proprio. Spero che le foto rendano giustizia ai piatti di Simone.

Pane, tonno rosso e pomodoro

Polpo e patate
Risotto mantecato con yogurt, robiola,fondo d arrosto,polvere di porcini e caffè
Cannolo ripieno di baccalà mantecato, radicchio e rapa rossa
Sgombro con cavolfiore, 'Nduja e gel di mandarino
Seppia nera e topinambur
maialino in crosta di semi, pere, carota panata e fondo di arrosto
Predessert: mela,finocchio e ananas,gelato alla vaniglia,granita di limone e spuma di zafferano
Terrina di cioccolato con gelato alla nocciola

La piccola pasticceria finale

Come detto in precedenza non sono un critico per cui evito di entrare negli aspetti tecnici dei piatti ma una cosa, da godurioso, posso dirvi: i piatti di Simone Nardoni oltre che essere belli da vedere hanno il pregio di essere "progettati" per essere estremamente equilibrati al palato in quanto morbidezze e durezze del cibo sono perfettamente cesellate da una mano che, dopo anni di esperienza, ha cominciato a trovare la saggezza dell'armonia gustativa.

Simone Nardoni
Ovvio, la strada per il successo è ancora lunga ma Simone e il suo staff sono sulla retta via. Andatelo a trovare e non ve ne pentirete. Parola di giovane IGP!

Essenza

Via Giacomo Leopardi, 8

Tel. 0773.848935

Aperto a pranzo e a cena (in estate solo a cena)

Chiuso: domenica sera e mercoledi (in estate solo mercoledi)


Il territorio e il vino del Languedoc-Roussillon - Vinix Digest 28 Dicembre 2015


Per il nuovo Vinix Digest ho scritto un piccolo articolo dove parlo del Languedoc-Roussillon è un’area da sempre caratterizzata da grandi numeri perché con i suoi 245.000 ettari di vigneti rappresenta la regione vitivinicola più vasta al mondo grazie, tra l’altro, alla capacità di produrre circa 14,4 milioni di ettolitri di vino (2014) ovvero un terzo del vino francese. 

Se volete scoprire tutto di questa zona che, nonostante i numeri, sta diventando fucina di giovani e talentuosi vignaioli non dovete fare altro che cliccare QUA per essere indirizzati alla pagina di VINIX.


Anjou Blanc Terre de Haut 2012 Domaine de Bois Mozé - Il VINerdì di Garantito IGP - Speciale Natale

di Angelo Peretti

Il fiore di tiglio ce l’ha, e anche il frutto bianco croccante. Però non aspettatevi smancerie aromatiche da un bianco così. Qui c’è la Loira dello chenin blanc, c’è la sapidità quasi marina. 


Un vino caratteriale, che si concede man mano. Può essere persino un grande aperitivo per tavole solenni. Anche a Natale.



www.boismoze.com


Una storia di Natale, col Barolo - Garantito IGP


Questa è una storia di Natale. A dire il vero è una storia di novembre, quando andai in Langa con il Macchi, il Pignataro, il Colombo, il Tesi e il Giuliani, ossia la congrega di gente che scrive di vino che sta sotto l’immeritata insegna de I Giovani Promettenti, assente giustificato il Petrini. Ma nonostante sia avvenuta in novembre, questa è comunque una storia di Natale.


Il fatto è che fra le tante bottiglie assaggiate, ne ho trovato due che mi son detto “queste le voglio per il mio pranzo di Natale”, e pazienza se nei calici avevamo del giovanissimo Barolo del 2011. Lo so che è presto berlo adesso, e in genere per il pranzo di Natale ho l’abitudine di stappare cose molto, molto avanti con gli anni. Però quelle due mi davano proprio voglia di berle.
Quando poi, finite le sessioni di assaggio alla cieca, abbiamo guardato le etichette, mi sono accorto che i due vini che volevo per forza erano fatti dallo stesso produttore, Grimaldi Bruna. Ora, di nuovo eccoci con l’obiezione: capisco che in italiano s’ha da dire prima il nome e poi il cognome, ma sarà mica colpa mia se sull’etichette sta scritto invece burocraticamente cognome e nome e così a me tocca fare il cronista restando fedele ai dettagli?

Ciò detto, ho preso la macchina e sono andato a cercare l’azienda, con licenza – brevissima – concessami dal Macchi, capocomitiva.

Google Maps m’ha guidato a Grinzane Cavour, poco fuori dalla tangenziale, in un quartiere di casette moderne. Vigne neanche una, lì sul fondovalle.

Ho suonato. M’ha aperto proprio la signora Bruna.
“Sto col Macchi e vorrei comprare del vino, si può?” ho chiesto.
Si poteva, ma avevo i minuti contati.
“Ho assaggiato il Camilla e il Badarina e mi sono piaciuti molto. Li vorrei bere a Natale, insieme con lo Champagne, ovviamente”, m’è scappato di dire, ed è vero che a Natale bevo sempre nebbioli e bolle francesi.

Però a quel punto ho capito che quando parli di Champagne a un produttore di Barolo è come se gli stessi facendo i complimenti su quanto sono belli e bravi i suoi figlioli. “Quando andiamo al ristorante beviamo Champagne anche noi. Qui chi fa vino beve Champagne” mi ha fatto lei, svelandomi quel che poi ho capito essere la diffusa attitudine champagnista dei vignaioli langhetti.

Così ci siamo messi a chiacchierare di terre di Serralunga e di vigne di Aÿ, di nebbiolo e di pinot noir. Insomma, ho fatto tardi, e il Macchi intanto mi tempestava di telefonate perché l’agenda era fitta di impegni e dovevo raggiungere gli altri.
Mi son comunque fatto un’idea, ed è che non solo in casa Grimaldi producono vino che mi piace, ma che è anche gente simpatica, con cui volentieri dividerei la tavola a cena. Per me che credo che il vino sia prima di tutto espressione di chi lo fa, questa non è evidenza di poco conto, proprio no. Peccato aver avuto poco tempo.
Ordunque, siccome questa è una storia di Natale, ecco qui i due Barolo giovinetti del mio desco natalizio.

Barolo Camilla 2011 Grimaldi Bruna


Il vigneto Camilla è un cru di Grinzane Cavour, sta intorno ai 220-250 metri d’altezza. Il nebbiolo fa macerazione per due o tre settimane. Poi si affina in tonneau e botte grande.
Il vino ha colore chiaro, ed è la tonalità granata che piace a me e che quando la trovo mi fa esclamare: “Accidenti, è nebbiolo!”

Ha naso agrumato di chinotto e vene demodé di tamarindo. La bocca è piacevolmente fresca e salata, con una liquirizia nitidissima e una florealità sottesa che mi fa pensare decisamente, ancora, al nebbiolo. C’è pulizia e snellezza, ma anche un tannino saldo che mi spinge a ritenere che il vino possa avere buona evoluzione e longevità. Elegante.

Barolo Badarina 2011 Grimaldi Bruna


Altro cru, ma stavolta di Serralunga d’Alba, La vigna è più in alto dell’altra, fra i 370 e i 420 metri. Maggiori sono anche le macerazioni, che vanno avanti fra i venti e i quaranta giorni, in questo caso. Simili invece i legni, tonneau e botti grandi. Anche qui il colore è chiaro, e dunque son doppiamente contento.All’olfatto ho trovato il sottobosco, la terra nera bagnata, la torba insomma, e anche le foglie secche. Profumi autunnali. La bocca è tannica, robustamente tannica, barolisticamente tannica. Ha il catrame, netto, e poi il cuoio, ma anche il fiore macerato, gradevole e gentile. Eppoi la liquirizia. Un rosso old fashioned e rustico quel che serve. Sapido. Gustoso.

Buon Natale, signori miei.

Grimaldi Bruna
Sede legale: via Roddino, 12050 Serralunga d’Alba (Cuneo)
Sede cantina per visita e degustazione: via Parea 7, 12060 Grinzane Cavour (Cuneo)
Tel. 0173.262094


Noventa - Pià de la Tesa 2010 - Il VINerdì di Garantito IGP

Di Lorenzo Colombo

Il "Pià de la Tesa" dell'azienda Noventa riscatta appieno una delle denominazioni considerate (a torto) minori della Lombardia: il Botticino, nome forse più conosciuto nel mondo per il marmo.


Le vigne aziendali sono collocate in una conca splendida e soleggiata. Il vino, dell'annata 2010, si presenta strutturato ma non massiccio, con un'importante e ben bilanciata nota alcolica, succoso, fruttato, fine, elegante.

Cosa volere di più.