Vino e biodinamica secondo Dario Bressanini

Il video è decisamente lungo, dura più di un'ora e un quarto, ma vale la pena ascoltare Dario Bressanini sul tema della biodinamica. Lui è un "laico" e sul tema ha scritto un capitolo sul suo ultimo libro intitolato Le Bugie nel carrello.

Sarebbe interessante un confronto con Carlo Noro. Chissà che un giorno non ci riesca.


Carbone Vini e la verticale d Stupor Mundi

Luca Carbone ci aspetta con la sua macchina a Melfi, nei suoi occhi ancora l'euforia per la prima giornata di Cantinando. Con noi, oggi, non c'è Sara, sua sorella, che dal 2004 gestisce con Luca l'azienda di famiglia ereditata dai genitori che già nei primi anni '70 producevano vino in questo territorio.
Andiamo subito a visitare i vigneti di proprietà, un patrimonio ampelografico di grande bellezza e valore, che attualmente si compone di circa 18 ettari di vigneto, in prevalenza aglianico.
Il nucleo storico dei vigneti si trova a Melfi, in località Piani dell'Incoronata (5.5 ha di aglianico con impianti di circa 40 anni) e Montelapis (3 ha di aglianico impiantato tra il 1985 e il 1989), ad oltre 500 metri s.l.m., su terreni che non tradiscono la loro origine vulcanica. L'esposizione delle vigne, per chi vuole spaccare il capello, va da ovest ad est.
Le altre vigne, prevalentemente di nuovo impianto, si trovano in Contrada Braide (4 ha di aglianico), dove poi visiteremo la nuova cantina di vinificazione, e in località Vizzarro nella quale, oltre a 2 ha di aglianico, troviamo anche fiano (1 ha) e moscato (1 ha). In questo caso, mi spiega Luca, i terreni essendo maggiormente distanti dal Vulture hanno una minore presenza di cenere e lapilli e una maggiore concentrazione di argilla.

Il vigneto a Pian dell'Incoronata
Vecchie vite a Pian dell?incoronata
Nuovi impianti in Contrada Braide
Per tutto ciò che riguarda la vinificazione, come già detto sopra, l'azienda nel 2010 ha finito di costruire la nuova cantina, nella parte più alta della collina di Braide. Il luogo è incantevole, silenzioso, dominato dai falchi che ci girano sopra la testa e dalle vigne che circondano la struttura. Questo è un pò il mondo di Luca Carbone che, assieme all'enologo Sergio Paternoster, ha il privilegio di trasformare in vino ciò che Natura ha dato. 
Come è possibile vedere dalle foto, la nuova cantina è moderna ed essenziale, c'è tanto acciaio e qualche barrique. 


Arriviamo in cantina!!
L'interno
L'interno
Ci aspetta la verticale storica di Stupor Mundi per cui è tempo di riprendere la macchina in direzione Melfi perchè a Via Nitti 48, sede operativa dell'azienda con annesso wine shop, ci aspetta un luogo magico, unico, la bottaia della famiglia Carbone.
Scendiamo oltre i 15 metri sotto il livello stradale per visitare questi meravigliosi tunnel scavati col piccone nella roccia lavica. Ancora possiamo vedere i segni sulle pareti le cui gradazioni di colore, che passano dal nero al marrone chiaro, rappresentano un libro di storia sull'attività eruttiva del Vulture nel corso del tempo. Stupendo! 
Luca, tra le varie cose, mi spiega anche che tutto ciò è stato trovato quasi per caso visto che tutto ciò era interrato fino a pochi anni fa. Nessuno della famiglia avrebbe potuto immaginare quanta meraviglia era lì ad attendere pazientemente i Carbone!!

Si scende
Meraviglia 
Meraviglia 
Notate le picconate?

Non trovate anche voi che difficilmente si possa trovare un posto migliore per far riposare il vino dentro le botti?

Risaliamo le scale di pietra e torniamo verso la sala che accoglie il wine shop. Sopra un tavolino vedo che sono aperte alcune bottiglie. Guardo meglio. La verticale di Stupor Mundi è pronta!

Il vino, vero e proprio Cru di aglianico proveniente dalla vecchie vigne di Piani dell'Incoronata e dedicato a Federico II di Svevia, rappresenta la sfida più importante dei fratelli Carbone che producono altre due tipologie di Aglianico del Vulture, il 400 Some e il più "facile" ed immediato Terra dei Fuochi. Non dobbiamo dimenticare, poi, gli ottimi Rosa Carbone (2012 prima annata) e il Fiano, unico bianco aziendale che se la batte tranquillamente con i più blasonati campani.  

Torniamo alla verticale.

Aglianico del Vulture Stupor Mundi 2009: la carica cromatica visiva annuncia un vino ricco, profondo, dal frutto nero ben maturo, succoso, a cui segue un invitante abbraccio balsamico fatto di bacche di ginepro, eucalipto. Col tempo, evolvendo nel bicchiere, esce tutta la carica minerale del territorio di origine. Spessore gustativo innervato dal calore e tannino ancora scalpitanti. E' giovanissimo, da domare, conservare ma, nonostante ciò, la beve risulta scorrevole e senza pesantezze dovute a quell'apporto di legno che spesso rappresentava in passato la principale criticità. Il vino, dopo 20 giorni di macerazione, affina circa un anno in legno (barrique e tonneau) per il 50% nuovo e per il 50% di secondo passaggio.

Aglianico del Vulture Stupor Mundi 2008: rispetto al precedente, questa annata si caratterizza per un naso voluttuoso, quasi erotico, a causa di un ventaglio aromatico che va dalla rosa appassita fino all'incenso e ai profumi orientali di spezie. Al sorso conferma il suo carattere sinuoso, rotondo, dalla trama tannica molto fitta, intensa, che supporta una struttura ben domata anche dalla sferzante acidità. Vino dal carattere internazionale. Macerazione di circa 20 giorni e sosta in barrique nuove.



Aglianico del Vulture Stupor Mundi 2006: il vino, nonostante quasi 8 anni, mantiene una sua compostezza di fondo con richiami di erbe medicinali, infuso al rosmarino, humus, mon chery e, ovviamente, pietra lavica. Palato deciso, complesso, caratterizzato da un tannino grintoso ed austero che ben si integra in una struttura dove alcol e legno ancora devono essere perfettamente assorbiti. Persistenza minerale, giocata su sensazioni scure ma al tempo stesso nobili. Il vino ha fatto 12 mesi di barrique da 225 lt nuove.

Aglianico del Vulture Stupor Mundi 2005: il colore del vino, rubino scuro con riflessi violacei, ci svela fin da subito che questo è un aglianico possente, che non ha perso nulla, o quasi, in circa otto anni di età. Il naso è scuro, austero, sa di grafite, humus, terra, macis, catrame, bacche nere selvatiche. Il tutto, perfettamente integrato all'interno di una cornice dal respiro speziato. Al sorso è intenso, struggente per fittezza gustativa e tattilità. E' un "vinone", probabilmente è stato concepito per esserlo, mi piacerebbe risentirlo tra altri 5 anni per capire se sarà in grado di rompere i suoi argini e diventare ancora più esplosivo. 


Ringrazio Luca per la bella esperienza, una cavalcata temporale di quasi cinque anni che ben fa capire, oggi, dove vogliono arrivare i ragazzi. Il territorio del Vulture ha bisogno di qualità e costanza per rilanciarsi e per comunicare i suoi grandi vini. Il Vulture ha bisogno dei fratelli Carbone.

Luca Carbone


Il vino ha i suoi francobolli!!

Appassionati di vino e filatelia, questa notizia è per voi!!

Dopo l'emissione dello scorso anno che aveva "premiato" 15 denominazioni come l’Aglianico del Vulture Superiore Docg, il Cannellino di Frascati Docg, il Barolo Docg, il Greco di Tufo Docg, il Brunello di Montalcino Docg, il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg, il Colli Orientali del Friuli Piccolit Docg, il Montefalco Sagrantino Docg, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, la Vernaccia di Serrapetrona Dcg, il Cerasuolo di Vittoria Docg, il Vermentino di Gallura Docg, il Moscato di Scanzo Docg, il Romagna Docg Albana e il Primitivo di Manduria Dolce Naturale Docg, qualche giorno fa Poste Italiane ha emesso un nuovo foglietto da 15 francobolli ordinari appartenenti alla serie  tematica “Made in Italy” dedicati alle eccellenze enogastonomiche italiane: il vino Docg.  Il francobollo ha un valore di euro 0,70.

Foto:http://www.eccolanotiziaquotidiana.it

Con una emissione di 1.000.000 di pezzi, i francobolli sono accomunati dalla medesima impostazione grafica e raffigurano un vigneto e un grappolo d’uva tipici dei vini DOCG a cui ognuno dei quindici francobolli è dedicato.Completano ciascun francobollo le rispettive leggende: “Aglianico del Taburno DOCG”, “Alta Langa DOCG”, “Amarone della Valpolicella DOCG”, “Barbera d'Asti DOCG”, “Bardolino Superiore DOCG”, “Castel del Monte Bombino Nero DOCG”, “Cesanese del Piglio DOCG”, “Colli Bolognesi Classico Pignoletto DOCG”, “Morellino di Scansano DOCG”, “Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG”, “Ramandolo DOCG”, “Sfursat di Valtellina DOCG”, “Torgiano Rosso Riserva DOCG”, “Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG”, “Vino nobile di Montepulciano DOCG”.



Nella mia Regione, il Lazio, il Consorzio di Tutela del vino Cesanese del Piglio Docg ha festeggiato l'iniziativa preparando un annullo speciale per i francobolli emessi dall'ufficio postale di Piglio, comune del nord della provincia di Frosinone, luogo di produzione insieme ai comuni limitrofi di Anagni, Paliano, Serrone e Acuto.

Foto:http://www.eccolanotiziaquotidiana.it

Visto il proliferare di DOCG italiane, che crescono anno dopo anno, Poste Italiane, così come i vari collezionisti filatelici, col vino si sono assicurati un luminoso futuro.

Chissà se anche noi wine lovers, con questo vino, potremo dire altrettanto...


Tre Bicchieri Gambero Rosso a Roma: i migliori assaggi!

E' sempre difficile stilare una classifica dei migliori assaggi quando hai a che fare con centinaia di vini in degustazione da ogni parte di Italia soprattutto quando le temperature di servizio, troppo calde per i rossi e fredde per i bianchi, e la calca non ti forniscono le condizioni ideali per capire al meglio i vini presenti ai banchi del Gambero Rosso.

Vabbè, ho dovuto svolgere "duro lavoro" ma....qualcuno dovrà pur farlo per cui di ecco, Regione per Regione (tranne eccezioni), i migliori vini degustati lo scorso sabato a Roma.

Valle d'Aosta

Valle d'Aosta Petite Arvine ’12 Elio Ottin: impianto olfattivo ricco di gelsi bianchi, frutto della passione, litchi e soffi minerali. Profondo, affilato, persistenza ricca e salina.

Piemonte

Carema Et. Bianca Ris. ’09 Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema: nonostante i grande Barolo e Barbaresco presenti, premio questo vino perchè parlare con Gassino, il Presidente della Cooperativa, ti fa comprendere il profondo lavoro di resistenza enologica che questi vignaioli part time stanno svolgendo in questo posto un pò dimenticato del Piemonte. Il vino, poi, è un inno al nebbiolo di montagna dove carattere ed eleganza sopraffina si fondono perdutamente.

Lombardia

Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi Ris.’05 Ca' del Bosco: uno dei pochi Franciacorta che mi riesce sempre ad entusiasmare per profondità e complessità E' uno spumante lussureggiante che soddisfa sempre i miei bisogni edonistici.

Trentino Alto Adige

Carmenère ’07 Tenuta San Leonardo: prodotto solo in Magnum, si caratterizza per una raffinatezza sublime e per un uso magistrale del legno che in questo caso valorizza il vino donando armonia e complessità gustativa. 



Veneto

Soave Cl. Staforte ’11 Graziano Prà: bellissima espressione, a mio giudizio, di un vino e una denominazione che meriterebbe più rispetto. Questo Soave mi è piaciuto molto per il suo essere "crudo", quasi clorofillico e per la sua bocca affilata e tagliente come una lama nel buio.

Friuli Venezia Giulia

Breg Anfora ’06 Gravner: non era presente alla manifestazione, e non era il solo, ma avendolo bevuto poco tempo fa e, raffrontandolo ai vari colleghi presenti sabato scorso, non ho difficoltà ad affermare che il vino del Maestro sia di un altro pianeta.

Liguria

Cinque Terre ’12 Samuele Heydi Bonanini: devo dire che ho fatto grande fatica a stabilire il vincitore di giornata in questa Regione vista l'elevata qualità dei (troppo) pochi vini premiati. Tra il Rossese 2012 di Terre Bianche e il Vermentino di Lambruschi ho scelto questo Cinque Terre per il suo modo di essere unico. Macerazione di 4 giorni per un vino intensamente mediterraneo, resinoso, salino, estremo. Grande scoperta per me!

Emilia Romagna

Se non scrivo nulla si offende qualcuno?

Marche

Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Il Cantico della Figura Ris. ’10 Andrea Felici: la selezione marchigiana era tutta di grandissimo livello per cui ho fatto davvero fatica a scegliere il migliore. Ho scelto il Verdicchio di Felici perchè, non conoscendolo ancora, mi ha stupito davvero positivamente per il suo essere diversamente minerale e per quei tocchi idrocarburici e lievemente fumè che mi hanno soggiogato fin dal primo sorso. Chiusura bellissima, intensa, sapida. Grande vino

Toscana

Brunello di Montalcino Ris. ’07 Poggio di Sotto: anche in questo caso è stato difficile decretare il vincitore visto il livello dei vini presenti ma dopo aver assaggiato questo grande sangiovese di Montalcino non puoi non capire che sei davanti ad un vero fuoriclasse. Vino immenso per classe, purezza cristallina e freschezza. Uno schiaffo a tutti i Brunello color china...

Abruzzo

Trebbiano d'Abruzzo V. di Capestrano ’11 Valle Reale: volevo decretare vincitore Valentini, anche se non presente, ma la scelta è ricaduta su Valle Reale perchè penso che questa azienda col tempo stia crescendo moltissimo così come il suo Trebbiano Vigneto di Capestrano che, dopo una lunga permanenza sui lieviti, ti conquista alla degustazione per la sua carica olfattiva dove la pietra focaia ben si interseca con sensazioni aromatiche di timo e camomilla. Sapido e caldo al palato, ha un copro esile ma ben disegnato.

Lazio

Poggio della Costa 2012 Sergio Mottura:  amo il Romanico 2011 di Coletti Conti, anch'esso 3 bicchieri, ma nel mio Lazio, dove la qualità dei bianchi è ridotta ai minimi termini, trovare questo grechetto in così splendida forma mi scalda il cuore e mi dà tanta speranza per il futuro. Minerale, floreale, fresco, elegante, è un vino che una volta deglutito non scordi con facilità.

Umbria

Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano ’11 Palazzone: altro vino sottovalutato da molti e altro grandissimo bicchiere. Lasciatelo invecchiare come deve e scoprirete uno dei migliori bianchi in Italia. Altro che Cervaro...

Campania

Fiano di Avellino ’12 Pietracupa: ammetto che la batteria dei Fiano presenti non mi ha entusiasmato moltissimo ma il Fiano di Sabino Loffredo rimane sempre grande e marcato territorialmente dal classico sentore fumè. Rispetto alle annate precedenti questo 2012 è ancora giovanissimo e un pò ritratto ma se già oggi è un grande bere non immagino cosa possa esprimere tra 4/5 anni quando il bruco diventerà farfalla.....



Molise

Niente di memorabile a mio avviso. Purtroppo un solo vino premiato.

Basilicata

Aglianico del Vulture Titolo 2011 Elena Fucci: Elena da anni non sbagli un colpo, il suo Aglianico è figlio del vulcano e della fatica e anche in queste annata si conferma un Titolo dalla grande vena minerale e dalla fine speziatura. 

Puglia

Primitivo di Manduria Es 2011 Gianfranco Fino: esiste il Primitivo di Manduria ed esiste l'ES di Fino. Che piaccia o meno questo è un vino irripetibile da un terroir unico. La storia è stata tracciata.

Calabria

Moscato Passito ’12 Luigi Viola: in tema di vini unici ho voluto premiare questo Moscato di Saracena che anno dopo anno assume il volto della lussuria applicata all'agricoltura di nicchia. Era un vino a rischio estinzione, oggi è uno dei miei passiti del cuore.

Sicilia

Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: come si fa a non amare questo vino di territorio che sa di bergamotto e cristalli di sale? Palato sapido, fresco, indubbiamente etneo. Grande eccellenza siciliana, lo amo più più della cassata e degli arancini....e ho detto tutto!

Sardegna

Cannonau di Sardegna Mamuthone ’11 Giuseppe Sedilesu: bellissimo naso che ostenta profumi di mirto, mentolo, liquirizia e cioccolato. In bocca è vigoroso, con tannini eleganti e poderosissimi, splendida la nota minerale nel finale. Cannonau allo stato puro.

Falsi Romanée-Conti in commercio: scoperta la truffa internazionale

Il Romanée-Conti è un vino tra i più preziosi del mondo: una bottiglia vale dai 2 ai 9 mila euro. Peccato che le casse e le etichette fossero taroccate e che, dentro le bottiglie, ci fosse un vino qualsiasi anziché il pregiato nettare. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha smantellato un’organizzazione, con base in Italia, dedita alla contraffazione e al contrabbando di falso Romanée-Conti, distribuito tra l’altro in Francia, Italia, Svizzera, Russia, Olanda, Germania e Giappone. In Italia sono state arrestate due persone e, nell’ambito di 15 perquisizioni, è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale per imbottigliare e confezionare il vino.
IL SEQUESTRO - L’operazione, battezzata «Bollicine», ha consentito di sequestrare, in tutti i Paesi interessati, bottiglie per un valore commerciale di circa un milione e 300 mila euro. La complessa inchiesta è stata svolta dalle Fiamme gialle di Milano e coordinata, a livello europeo, da Eurojust ed Europol. Le indagini sono state avviate in Francia nel dicembre del 2012, e hanno portato alla scoperta del vero centro di produzione e smistamento del vino contraffatto, che era in Italia. Grazie a numerosi accertamenti bancari e patrimoniali sono stati ricostruiti i canali distributivi ed identificati tutti i responsabili. Varie società realizzavano i falsi imballaggi, le etichette, i tappi e tutto il necessario per il confezionamento ed il trasporto: in Italia sono state perquisite le case e le società di 15 persone, tra, Novara, Asti, Borgomanero, Bassano del Grappa, Magenta, Francavilla Fontana, Varese, Biella, Saronno, Nizza Monferrato e Canelli.
Foto: ineredwine.net/
GLI ARRESTI - L’autorità giudiziaria francese, presente a Milano per coordinarsi direttamente con gli inquirenti italiani, ha ordinato l’arresto di due cittadini italiani residenti a Novara. I due arresti sono stati immediatamente eseguiti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Novara e i responsabili messi a disposizione del Presidente della Corte di Appello di Torino competente per territorio, che ha convalidato i provvedimenti.

Rosso Cesanese 2013: considerazioni finali

Avevo deciso di non scrivere, di evitare le polemiche e i rancori di qualche produttore ancora offeso per le mie riflessioni di due anni fa.

Non ho cambiato di molto la mia idea, eviterò infatti di soffermarmi sulle descrizioni dei singoli vini presentati sabato scorso ad Anagni perchè non ne vale la pena, ritengo sia importate fare solo un discorso generale tanto, come si è evidenziato in degustazione, chi lavora bene si vede e, purtroppo, sono sempre i soliti nomi.

Quest'anno Rosso Cesanese, che presentava per la prima volta anche le DOC Affile e Olevano Romano, non era una vera e propria anteprima del Cesanese ma bensì una sorta di vetrina territoriale dove venivano presentate alla stampa e al pubblico le annate 2012, 2011 e 2010 (solo Superiore e Riserva).


Cosa posso dire in generale senza offendere nessuno? Bah, che il livello medio trovato non mi ha esaltato, anzi, molti Cesanesi mi sono sembrati squilibrati in quanto caratterizzati o da alcol in eccesso o, in linea di massima, da squilibri vari che prendevano a volta la forma di pseudo Amaroni Ciociari o psuedo SuperCesanens dal legno lussureggiante.
Olfattivamente, tranne qualche caso, ho trovato vini non dotati di grande complessità, giocati spesso su sentori di frutta rossa, spesso sotto spirito, e poco altro. 
Al sorso, nonostante le grandi strutture, molti erano "magri", dalla persistenza flebile, giocati sul tannino troppo graffiante o, in altri casi, dall'acidità troppo sferzante. Probabilmente il cesanese d'Affile è un'uva difficile da gestire, specie nelle annate calde, e tutto questo ce lo ritroviamo sovente nel bicchiere.
Per quanto riguarda i vini Riserva presentati, se questo è il risultato, allora meglio abbandonare la strada perchè il consumatore si aspetta sicuramente altro da questa tipologia.

Alcune defezioni, come quella de La Visciola, spero che Piero abbia le sue ragioni ma il prossimo anno lo rivoglio ad Anagni perchè in questo contesto solo l'unione può fare la forza.

Se dovessi indicare un Cesanese sul quale scommettere per il futuro, qualche fiches la punterei su Bosco Castello di Maria Elena Sinibaldi. Il suo BIVI! 2012 l'ho trovato molto intenso, complesso ed equilibrato, forse un filo esile ma ha tutto il tempo di migliorare.

Il mio preferito? Naaaaaaa, basta fare pubblicità ai soliti noti :-)

Grappolo di cesanese

Il finale è per i ringraziamenti che, come ogni anno, vanno fatti a tutta l'organizzazione (Comune di Anagni, Consorzio Tutela del Cesanese del Piglio DOCG, Strada del vino Cesanese ed ASPIN) e, in particolare, a Maria Ernesta Berucci.

Io, nonostante tutto, continuerò sempre a credere in queste denominazioni (Piglio, Olevano e Affile) perchè i territori di riferimento sono davvero unici e gli spazi di crescita davvero ampi.

L'importante, come al solito, è crederci e non  mollare mai!

La guida delle guide del vino celebra l'ES 2011 Gianfranco Fino

Il risultato, pubblicato da Winenews.it, emerge dal semplice incrocio delle liste dei migliori, redatte dalle guide 2014, senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di degustazione (per la guida Vini d’Italia “Gambero Rosso” i “Tre Bicchieri”; per la guida Vini d’Italia de “L’Espresso”, le “Cinque Bottiglie”; per la guida “I Vini di Veronelli”, le “Tre Stelle”; per la Guida “Duemilavini” di Ais/Bibenda, i “Cinque Grappoli”; per l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni, i vini che totalizzano il punteggio più alto nell’indice di piacevolezza, e, per la guida di Slow Food, “Slow Wine”, i “Grandi Vini”, cioè quelli che rappresentano il meglio dal punto di vista organolettico). 

Complimenti, perciò, ancora una volta a Simona e Gianfranco Fino che hanno bissato il risultato del 2011 quando, assieme al Sassicaia, avevano per la prima volta scalato la vetta della classifica generale con l'ES 2009.

Foto: www.assaggiasudest.it

Slow Wine 2014: le Chiocciole

Ed eccoci a una settimana dalla grande degustazione di sabato 26 ottobre prossimo, che si terrà a Venezia, dove presenteremo in anteprima nazionale la guida Slow Wine 2014. Visto che manca così poco al nostro debutto abbiamo deciso di pubblicare la lista delle 177 chiocciole della guida.
Per chi fosse alle prime armi e non sapesse il significato di questo simbolo vi alleghiamo quanto scritto a pagina 8 nella sezione: “Come leggere la Guida”.
Chiocciola: simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta valori (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con Slow Food. I vini della Chiocciola rispondono anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove sono stati prodotti.
Aggiungiamo che tutte le Chiocciole della guida sono state visitate personalmente prima di decidere l’assegnazione di questo riconoscimento.

Abruzzo e Molise
Cataldi Madonna – Ofena Aq
Emidio Pepe – Torano Nuovo Te
Torre dei Beati – Loreto Aprutino Pe
Valentini Loreto – Aprutino Pe

Alto Adige
Cantina Terlano – Terlano/Terlan Bz
Kuenhof – Peter Pliger – Bressanone/Brixen Bz
Manincor – Caldaro/Kaltern Bz
Nusserhof – Heinrich Mayr – Bolzano/Bozen
Tenutae Lageder – Magrè/Margreid Bz
Unterortl – Castel Juval – Naturno/Naturns Bz

Basilicata
Cantine del Notaio – Rionero in Vulture Pz

Calabria
‘A Vita – Cirò Marina Kr
Sergio Arcuri – Cirò Marina Kr

Campania
Antica Masseria Venditti – Castelvenere Bn
Antonio Caggiano – Taurasi Av
Colli di Lapio – Lapio Av
Contrada Salandra – Pozzuoli Na
Contrade di Taurasi – Taurasi Av
Luigi Tecce – Paternopoli Av
Maffini – Castellabate Sa
San Giovanni – Castellabate Sa
Tenuta San Francesco – Tramonti Sa
Villa Dora – Terzigno Na

Emilia Romagna
Camillo Donati – Felino Pr
Fattoria Zerbina – Faenza Ra
Paolo Francesconi – Faenza Ra
Vigne dei Boschi – Brisighella Ra
Villa Venti – Roncofreddo Fc
Vittorio Graziano – Castelvetro Mo

Friuli Venezia Giulia
Borgo San Daniele – Cormons Go
Damijan Podversic – Gorizia Go
Edi Keber – Cormons Go
Gravner – Gorizia 
I Clivi – Corno di Rosazzo Ud
Kante – Duino Aurisina Ts
La Castellada – Gorizia 
Le Due Terre – Prepotto Ud
Meroi – Buttrio Ud
Miani – Buttrio Ud
Radikon – Gorizia
Ronco del Gnemiz – San Giovanni al Natisone Ud
Skerk – Duino Aurisina Ts
Skerlj – Sgonico Ts
Vignai da Duline – San Giovanni al Natisone Ud
Zidarich – Duino Aurisina Ts

Lazio
Casale della Ioria – Acuto Fr
Marco Carpineti – Cori Lt
Sergio Mottura – Civitella d’Agliano Vt

Liguria
Cascina delle Terre Rosse – Finale Ligure Sv
Maria Donata Bianchi – Diano Arentino Im
Santa Caterina – Sarzana Sp
Walter De Batté – Riomaggiore Sp

Lombardia
Agnes – Rovescala Pv
Ar.Pe.Pe. – Sondrio
Dirupi – Ponte in Valtellina So
Fay – Teglio So
Il Pendio – Monticelli Brusati Bs
Podere Il Santo – Rivanazzano Pv
Togni Rebaioli – Darfo Boario Terme Bs

Marche
Andrea Felici – Apiro Mc
Aurora – Offida Ap
Bucci – Ostra Vetere An
Collestefano – Castelraimondo Mc
Fattoria Dezi – Servigliano Fm
Fattoria La Monacesca – Matelica Mc
Fattoria San Lorenzo – Montecarotto An
Oasi degli Angeli – Cupra Marittima Ap
Pievalta Maiolati – Spontini An

Piemonte
Alessandria Fratelli – Verduno Cn
Anna Maria Abbona – Farigliano Cn
Antichi Vigneti di Cantalupo – Ghemme No
Brovia – Castiglione Falletto Cn
Ca’ del Baio – Treiso Cn
Carussin – San Marzano Oliveto At
Cascina Ca’ Rossa – Canale Cn
Cascina Corte – Dogliani Cn
Castello di Tassarolo – Tassarolo Al
Cavallotto Fratelli – Castiglione Falletto Cn
Conterno Fantino – Monforte d’Alba Cn
Dacapo – Agliano Terme At
Elio Altare – Cascina Nuova – La Morra Cn
Elvio Cogno – Novello Cn
Fiorenzo Nada – Treiso Cn
G.D. Vajra – Barolo Cn
Giacomo Brezza & Figli – Barolo Cn
Giuseppe Rinaldi – Barolo Cn
Hilberg – Pasquero – Priocca Cn
Iuli – Cerrina Monferrato Al
Le Piane – Boca No
Luigi Spertino – Mombercelli At
Pecchenino – Dogliani Cn
Piero Busso – Neive Cn
Roagna – I Paglieri – Barbaresco Cn
Serafino Rivella – Barbaresco Cn
Sottimano – Neive Cn
Vigneti Massa – Monleale Al

Puglia
Agricole Vallone – Lecce
Attanasio – Manduria Ta
Giancarlo Ceci – Andria Ba
Gianfranco Fino – Lama Ta
Morella – Manduria Ta
Paolo Petrilli – Lucera Fg
Polvanera – Gioia del Colle Ba

Sardegna
Giuseppe Sedilesu – Mamoiada Nu
Orlando Tondini – Calangianus Ot
Panevino – Nurri Ca

Sicilia
Arianna Occhipinti – Vittoria Rg
Cos – Vittoria Rg
Ferrandes – Pantelleria Tp
Frank Cornelissen – Solicchiata Ct
Girolamo Russo – Castiglione di Sicilia Ct
Graci – Castiglione di Sicilia Ct
I Vigneri – Randazzo Ct
Marco De Bartoli – Marsala Tp
Tenuta delle Terre – Nere Randazzo Ct
Valdibella – Camporeale Pa

Toscana
Badia a Coltibuono – Gaiole in Chianti Si
Baricci – Montalcino Si
Boscarelli – Montepulciano Si
Caiarossa – Riparbella Pi
Caparsa – Radda in Chianti Si
Castello dei Rampolla – Panzano in Chianti Fi
Corzano e Paterno – San Casciano in Val di Pesa Fi
Fattoi – Montalcino Si
Fattoria di Bacchereto – Terre a Mano Carmignano Po
Fattoria di Fèlsina – Castelnuovo Berardenga Si
Fattoria Selvapiana – Rufina Fi
Fontodi – Panzano in Chianti Fi
Frascole – Dicomano Fi
I Luoghi – Castagneto Carducci Li
Il Paradiso di Manfredi – Montalcino Si
Isole e Olena – Barberino Val d’Elsa Fi
Le Chiuse – Montalcino Si
Le Cinciole – Panzano in Chianti Fi
Montenidoli – San Gimignano Si
Monteraponi – Radda in Chianti Si
Montevertine – Radda in Chianti Si
Podere Concori – Gallicano Lu
Poderi Sanguineto I e II – Montepulciano Si
Riecine – Gaiole in Chianti Si
Salustri – Cinigiano Gr
Stefano Amerighi – Cortona Ar
Tenuta di Valgiano – Capannori Lu
Val delle Corti – Radda in Chianti Si

Trentino
Eugenio Rosi – Volano Tn
Francesco Poli – Vezzano Tn
Gino Pedrotti – Cavedine Tn
Maso Furli – Lavis Tn
Pojer & Sandri – Faedo Tn
Redondel – Mezzolombardo Tn
Vignaiolo Fanti – Lavis Tn

Umbria
Adanti – Bevagna Pg
Antonelli San Marco – Montefalco Pg
Barberani – Vallesanta – Baschi Tr
Palazzone – Orvieto Tr
Palazzone – Orvieto Tr
Paolo Bea – Montefalco Pg
Tabarrini – Montefalco Pg

Valle d’Aosta
La Vrille – Verrayes Ao
Les Crêtes – Aymavilles Ao

Veneto
Ca’ Orologio – Baone Pd
Casa Coste Piane – Valdobbiadene Tv
Corte Sant’Alda – Mezzane di Sotto Vr
Fongaro – Roncà Vr
La Biancara – Gambellara Vi
Le Fraghe – Cavaion Veronese Vr
Leonildo Pieropan – Soave Vr
Monte dall’Ora – San Pietro in Cariano Vr
Monte dei Ragni – Fumane Vr
Prà – Monteforte d’Alpone Vr
Prà – Monteforte d’Alpone Vr
Silvano Follador – Valdobbiadene Tv
Sorelle Bronca – Vidor Tv
Tessère – Noventa di Piave Ve
Vigneto Due Santi – Bassano del Grappa Vi
Villa Bellini – San Pietro in Cariano Vr